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HurryUp 06-05-2012 16:04

Domanda particolare sui farmaci
 
Vorrei una risposta intellettualmente onesta a questa domanda. Lo stato chimico del cervello indotto dai farmaci in un sociofobico è lo stesso stato chimico del cervello di un non sociofobico, con un'espressività normale e libera da limitazioni date dalla vergogna? Oppure è solo un effetto che aggiunge sensazioni epidermiche di umore ma che lasciano inalterata la rete di connessioni sinaptiche che attiva le fisiologiche reazioni della fobia sociale?
Gli antidepressivi cosa aggiungono di utile? E gli ansiolitici?
Nel rispondere a questa domanda, vi prego di considerare una fobia sociale che non è in nessun modo accompagnata da depressione, disturbo evitante, pigrizia sociale: dovete immaginare una fobia sociale che si manifesta solo come condizione fisiologica di vergogna della propria espressività, ma priva del meccanismo demolitivo di autostima con pensieri disfunzionali come "non valgo niente/non sono degno di avere una vita sociale/etc...", perchè in questo caso allora è chiaro che benzodiazepine e serotonine varie possono avere l'utilità di arginare quegli squilibri dell'umore provocati da quei pensieri, ma se quei pensieri disfunzionali non ci sono, se il soggetto non è un pessimista e non cade in quel tunnel di pensieri dopo i fallimenti sociali, ma ha soltanto questa condizione di blocco fisiologico dell'espressività e di vergogna, i farmaci, nella pratica, cosa possono dare di utile, e in che misura?
Grazie

Black Moon 06-05-2012 17:18

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Allora. non sono una psichiatra e nemmeno una neuropsichiatra.
Quote:

Lo stato chimico del cervello indotto dai farmaci in un sociofobico è lo stesso stato chimico del cervello di un non sociofobico, con un'espressività normale e libera da limitazioni date dalla vergogna? Oppure è solo un effetto che aggiunge sensazioni epidermiche di umore ma che lasciano inalterata la rete di connessioni sinaptiche che attiva le fisiologiche reazioni della fobia sociale?
In entrambi i casi è sempre una sensazione epidermica di umore. Aggiunge solo gli ormoni mancanti. Ormoni chimici ovviamente. I neurotrasmettitori non producono sufficiente serotonina (per esempio) o viene prodotta in zone sbagliate del cervello e Il farmaco lavora nella zona dove essa dovrebbe essere prodotta normalmente. Un accumulo eccessivo però ha effetti collaterali.

Quote:

se il soggetto non è un pessimista e non cade in quel tunnel di pensieri dopo i fallimenti sociali, ma ha soltanto questa condizione di blocco fisiologico dell'espressività e di vergogna, i farmaci, nella pratica, cosa possono dare di utile, e in che misura?
Non si è depressi ma comunque si hanno problemi di altro tipo. E' sempre una fobia mostrarsi per come si è realmente e quindi ci si blocca. I farmaci di solito riescono a mascherare la vergogna, quindi non si ha paura nel mostrare la nostra vera personalità, tolgono le inibizioni e tanti altri sintomi. Gli ansiolitici non servono in questo caso.. I farmaci poi cambiano un bel pò la personalità. Peggiorano i sintomi alla sospensione e Si entra in un circolo vizioso dove non se ne esce più dove poi si ha bisogno di ricominciare la cura .Per questo tipo di blocco si deve riuscire a farcela da soli proprio perchè si è consapevoli di cosa si ha "realmente". Lo so che ci si sente visti con un occhio diverso dagl'altri perchè si ha una visione della vita, si parla in maniera particolare e quindi non si è considerati "persona comune" dal resto della società. Ma che ne dobbiamo fregare perchè sennò non si vive più, anzi non si sopravvive. In poche parole tu non hai una fobia sociale ma la eremofobia.

Io ci ho provato a spiegarmi. Ovviamente non è una risposta intellettuale :mrgreen: ma ho notato che ancora nessuno ti ha risposto.

barclay 06-05-2012 18:12

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 751902)
ma se quei pensieri disfunzionali non ci sono

Se davvero non ci sono, i farmaci non servono. Il problema con certi pensieri è che si nascondono.

HurryUp 06-05-2012 19:12

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 752025)
Se davvero non ci sono, i farmaci non servono. Il problema con certi pensieri è che si nascondono.

Tu hai la fobia sociale? I pensieri che si nascondono non mi interessano, mi interessano cose misurabili scientificamente. Quindi parliamo di un esempio pratico: il momento di congedo da un gruppo di estranei. Hai partecipato a un corso di cucina con altre persone che non conosci. Quando il corso finisce, non sei abbastanza astuto da andartene prima che un certo gruppetto di partecipanti conosciuti si piazzi sul cortile a conversare. Sei fregato: stai vicino a loro, e non puoi andartene alla chetichella senza dire nulla, perchè un po' ci hai parlato e è antipatico andarsene via senza neanche accennare un saluto. Mentre conversano tra di loro cominci a pensare quale può essere il momento e il modo giusto per congedarsi, e ognuno di quelli pensati ti sembra sbagliato.
Bene, hai chiaro il fatto empirico: in questa situazione, il farmaco è in grado di aiutarti? Ti farebbe magicamente trovare un modo adatto per congedare quel gruppo, non facendoti vergognare, non facendoti preoccupare di esserti messo al centro dell'attenzione e dover sostenere la situazione? Oppure dovresti sempre avere l'astuzia di uscire dal corso prima che il gruppo si raduni nel cortile vicino a te?

HurryUp 06-05-2012 19:21

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da Black Moon (Messaggio 751966)
Io ci ho provato a spiegarmi. Ovviamente non è una risposta intellettuale :mrgreen: ma ho notato che ancora nessuno ti ha risposto.

Mi hai dato una risposta intellettualmente onesta, del tipo di quelle che cercavo, quindi sono soddisfatto :)
Ma questi scompensi chimici di serotonina sono misurabili scientificamente? Esistono delle analisi con cui posso verificarli, o addirittura verificare quelle zone in cui l'ormone è più carente?

HurryUp 06-05-2012 19:23

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da zucchina (Messaggio 752104)
gli psicofarmaci danno effetti troppo soggettivi e relativi, non sono misurabili, infatti non si possono nemmeno vedere i livelli di neurotrasmettitori nel cervello, se davvero hanno qualcosa che non va! si prendono gli psicofarmaci come tentativi e si vede poi l'effetto

Bene, questo mi interessava. I miei tentativi con gli psicofarmaci sono stati deludenti, devo decidere se provarne altri.

Yumenohashi 06-05-2012 19:24

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 752098)
Quando il corso finisce, non sei abbastanza astuto da andartene prima che un certo gruppetto di partecipanti conosciuti si piazzi sul cortile a conversare. Sei fregato: stai vicino a loro, e non puoi andartene alla chetichella senza dire nulla, perchè un po' ci hai parlato e è antipatico andarsene via senza neanche accennare un saluto. Mentre conversano tra di loro cominci a pensare quale può essere il momento e il modo giusto per congedarsi, e ognuno di quelli pensati ti sembra sbagliato.

Secondo me questa è una situazione che potrebbe essere comune un po' a tutti, mica solo ai fobici e affini.
Non è che i farmaci ti aiutano per cose così "banali"!

barclay 06-05-2012 19:31

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 752098)
Bene, hai chiaro il fatto empirico: in questa situazione, il farmaco è in grado di aiutarti? Ti farebbe magicamente trovare un modo adatto per congedare quel gruppo, non facendoti vergognare, non facendoti preoccupare di esserti messo al centro dell'attenzione e dover sostenere la situazione?

Secondo la mia esperienza, sì. Lo psicofarmaco giusto attenua l'ansia ed alimenta una certa indifferenza verso l'esterno: nel caso da te descritto, sotto antidepressivo, io me ne andrei con un semplice «Io devo andare. Ciao a tutti», senza chiedermi che effetto avrebbe la mia partenza. Il fatto che poi penserei che la mia assenza non verrà notata è un'altra storia. In altre parole, nel mio caso, l'AD ha ridotto la mia preoccupazione per quello che gli altri pensano di me, ma ha lasciato intatta l'idea che ho di me stesso.

Black Moon 06-05-2012 20:14

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 752105)
Mi hai dato una risposta intellettualmente onesta, del tipo di quelle che cercavo, quindi sono soddisfatto :)
Ma questi scompensi chimici di serotonina sono misurabili scientificamente? Esistono delle analisi con cui posso verificarli, o addirittura verificare quelle zone in cui l'ormone è più carente?

Purtroppo no.. Troppo bello sarebbe :piangere:

Black Moon 06-05-2012 20:16

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 752109)
Bene, questo mi interessava. I miei tentativi con gli psicofarmaci sono stati deludenti, devo decidere se provarne altri.

Oh ma fai l'autocavia??

shady74 06-05-2012 20:43

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da zucchina (Messaggio 752104)
gli psicofarmaci danno effetti troppo soggettivi e relativi, non sono misurabili, infatti non si possono nemmeno vedere i livelli di neurotrasmettitori nel cervello, se davvero hanno qualcosa che non va! si prendono gli psicofarmaci come tentativi e si vede poi l'effetto

Anche io sono di questo parere.

HurryUp 06-05-2012 20:56

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da Black Moon (Messaggio 752168)
Purtroppo no.. Troppo bello sarebbe :piangere:

L'elettroencefalogramma potrebbe dare qualche dato? Tipo fare un monitoraggio dell'attività elettrica del cervello in varie occasioni e confrontarlo con l'elettroencefalogramma di un non fobico, secondo te è fantascienza?

HurryUp 06-05-2012 21:01

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 752120)
Secondo la mia esperienza, sì. Lo psicofarmaco giusto attenua l'ansia ed alimenta una certa indifferenza verso l'esterno: nel caso da te descritto, sotto antidepressivo, io me ne andrei con un semplice «Io devo andare. Ciao a tutti», senza chiedermi che effetto avrebbe la mia partenza. Il fatto che poi penserei che la mia assenza non verrà notata è un'altra storia. In altre parole, nel mio caso, l'AD ha ridotto la mia preoccupazione per quello che gli altri pensano di me, ma ha lasciato intatta l'idea che ho di me stesso.

Interessante, ma per darmi un parere veramente utile dovresti darmi qualche dettaglio più preciso che "alimenta una certa indifferenza verso l'esterno": per esempio, quando diresti "Io devo andare" dove fisseresti lo sguardo? Quando si parla a un gruppo di persone magari si deve guardare un po' tutti, tu chi guarderesti e come? L'ormone ti guiderebbe anche a guardare nel modo giusto e nel punto giusto le persone a cui rivolgi la frase "Io devo andare", oppure ci devi pensare tu?

barclay 07-05-2012 08:44

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
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Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 752223)
per esempio, quando diresti "Io devo andare" dove fisseresti lo sguardo? Quando si parla a un gruppo di persone magari si deve guardare un po' tutti, tu chi guarderesti e come? L'ormone ti guiderebbe anche a guardare nel modo giusto e nel punto giusto le persone a cui rivolgi la frase "Io devo andare", oppure ci devi pensare tu?

Non ci penso proprio: faccio la cosa più naturale o almeno quella che a me sembra tale: spazio lo sguardo sull'uditorio, accennando un sorriso, in modo da rendere evidente che il saluto è rivolto a tutti, senza alcuna preferenza; di solito, il farlo quando si è ad una cera distanza dal gruppo rende più facile guardare tutti.
Secondo me, non si tratta di un suggerimento dettato dal farmaco ma di un'informazione già presente nella mente, che il farmaco "disseppellisce".

HurryUp 07-05-2012 13:22

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 752529)
Non ci penso proprio: faccio la cosa più naturale o almeno quella che a me sembra tale: spazio lo sguardo sull'uditorio, accennando un sorriso, in modo da rendere evidente che il saluto è rivolto a tutti, senza alcuna preferenza; di solito, il farlo quando si è ad una cera distanza dal gruppo rende più facile guardare tutti.
Secondo me, non si tratta di un suggerimento dettato dal farmaco ma di un'informazione già presente nella mente, che il farmaco "disseppellisce".

So che gli antidepressivi, a differenza degli ansiolitici, impiegano mesi prima di fare effetto. Quanti mesi bisognerebbe aspettare perchè il farmaco "disseppellisca" queste informazioni comportamentali?
E un'altra domanda: quando sei sotto l'effetto del farmaco sei meno preoccupato, ma comunque hai sempre chiaro il ricordo delle sensazioni a cui eri abituato quando eri dominato dalla fobia. Come ti appairebbero le preoccupazioni che avresti in condizione di fobia quando sei in una condizione sociale coperta dal farmaco? Non possono apparirti stupide, perchè le hai vissute, ne possono apparirti irragionevoli, perchè le hai vissute lucidamente constatandone il fondamento dinamico interiore. Come fai quindi a evitare di farti bloccare? Senti come una specie di "flusso" che ti attraverso dandoti una "forza" speciale che ti allontana dalle sensazioni di fobia, oppure la sicurezza avviene in un modo confuso che non sapresti spiegare a te stesso?

HurryUp 07-05-2012 13:30

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Ho visto adesso la sezione "medicine", se l'avessi notata prima avrei messo il topic lì, forse andrebbe spostato.

barclay 07-05-2012 17:54

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 752682)
So che gli antidepressivi, a differenza degli ansiolitici, impiegano mesi prima di fare effetto. Quanti mesi bisognerebbe aspettare perchè il farmaco "disseppellisca" queste informazioni comportamentali?

Difficile dirlo con precisione, perché l'effetto è graduale, quindi non ci si sveglia una mattina con una nuova consapevolezza; non meno di un mese, comunque.

Quote:

Come fai quindi a evitare di farti bloccare? Senti come una specie di "flusso" che ti attraverso dandoti una "forza" speciale che ti allontana dalle sensazioni di fobia, oppure la sicurezza avviene in un modo confuso che non sapresti spiegare a te stesso?
Attenzione: secondo la mia esperienza, l'AD influenza positivamente l'umore ma non il modo di ragionare. I motivi che ho per evitare qualcosa esistono sempre, la differenza è che l'umore non li appesantisce. Tornado all'esempio precedente, sotto AD posso fermarmi a chiacchierare con un gruppo di persone, senza AD me ne andrei via subito, ma in entrambi i casi penserei di non aver fatto colpo.

HurryUp 08-05-2012 03:11

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 752946)
Attenzione: secondo la <a class="inlineAdmedialink" href="#">mia esperienza</a>, l'AD influenza positivamente l'umore ma non il modo di ragionare. I motivi che ho per evitare qualcosa esistono sempre, la differenza è che l'umore non li appesantisce. Tornado all'esempio precedente, sotto AD posso fermarmi a chiacchierare con un gruppo di persone, senza AD me ne andrei via subito, ma in entrambi i casi penserei di non aver fatto colpo.

Aspetta un momento... il motivo per cui non mi fermo a chiacchierare con un gruppo di persone, o per cui me ne vado prima che si raduni vicino a me per non fare il congedo, non è un umore basso, ma sono le sensazioni di vergogna legate a certe azioni comportamentali: quando io sono bloccato il mio umore può essere anche ai livelli dell'entusiasmo.
Quindi se mi dici che l'antidepressivo alzerebbe il mio umore, forse per me può essere una fregatura, perchè nel mio caso l'umore non c'entra nulla con le cause del mio blocco. Mi sfugge qualcosa?

barclay 08-05-2012 08:30

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 753555)
Quindi se mi dici che l'antidepressivo alzerebbe il mio umore, forse per me può essere una fregatura, perché nel mio caso l'umore non c'entra nulla con le cause del mio blocco. Mi sfugge qualcosa?

Hai fatto centro: gli antidepressivi non sono pillole magiche che fanno sparire i problemi: si limitano ad alleviarli. Nel mio caso, la depressione è la conseguenza dei miei problemi, non la causa, anche se è innegabile che li peggiora, perché se già è difficile fare certe cose quando l'umore è alto, quando s'abbassa diventa impossibile.

Moonwatcher 08-05-2012 12:55

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 752690)
Ho visto adesso la sezione "medicine", se l'avessi notata prima avrei messo il topic lì, forse andrebbe spostato.

No, "medicine" è per parlare di specifici farmaci citando da chi sono stati prescritti, età e peso. Questa discussione sta bene qui, l'importante è che non mi citate nomi di medicinali.

HurryUp 08-05-2012 13:46

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 753566)
Hai fatto centro: gli antidepressivi non sono pillole magiche che fanno sparire i problemi: si limitano ad alleviarli. Nel mio caso, la depressione è la conseguenza dei miei problemi, non la causa, anche se è innegabile che li peggiora, perché se già è difficile fare certe cose quando l'umore è alto, quando s'abbassa diventa impossibile.

Che ne pensi invece degli ansiolitici? Rincoglioniscono?

barclay 08-05-2012 16:58

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 753776)
Che ne pensi invece degli ansiolitici? Rincoglioniscono?

Anche con gli ansiolitici il discorso è complicato: le uniche due certezze sono l'effetto quasi immediato e la breve durata dello stesso, tutto il resto dipende dal dosaggio, dal principio attivo e dalla reazione fisiologica individuale. P.es, con gli ansiolitici che ho preso non ho mai sperimentato alcun effetto collaterale, ma molti parlano di malditesta, difficoltà di concentrazione, ecc. Non bisogna mai prenderli a lungo, perché, anche se uno ha la fortuna di evitare la dipendenza, prima o poi arriva l'assuefazione e si ritrova ad aumentare inutilmente la dose. Attualmente, gli ansiolitici li prendo raramente.

HurryUp 08-05-2012 18:26

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Ok, gli ansiolitici sono bocciati.

Tedyuryk 10-05-2012 01:45

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Per ora credo che gli ansiolitici possano essere utili perlopiu' quando si deve portare a termine qualcosa senza intoppi,cioè da usare "ondemand".
Suppongo che gli antidepressivi siano utili solo per alleviare dei sintomi (nei casi gravi),cioè che non vadano a modificare fisicamente eventuali pattern neuronali "disfunzionali",quindi una volta smesso di prenderli si tornerebbe da capo.
Divagando,negli ultimi tempi sto iniziando a pensare che un "illuminazione" (cfr. terapia psichedelica) coinvolgente eventuali episodi (infantili?) scatenanti i problemi,con eventuali recuperi di memorie rimosse ecc.. potrebbe essere utile o addirittura risolutiva...alla fine mi pare che anche cose tipo la cbt lascino irrisolte le problematiche di fondo,pronte a rispuntare per le situazioni che non sono state oggetto di training.

HurryUp 10-05-2012 22:32

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Cos'è la terapia psichedelica? E' metodologicamente seria, nel senso: rispetta la formula "massimo beneficio con minori rischi", oppure è un salto mortale alla new-age?
Supponi che gli ansiolitici siano utili per risolvere ondemand, ma non c'è il rischio che mi facciano lo stesso effetto dell'alcol, cioè che eccitando la mia mente questa sia sollecitata a amplificare ancora di più i pensieri disfunzionali, caricandoli di emotività e peggiorando così i sintomi della fobia?

Sverso 17-06-2012 08:01

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
riguardo gli antidepressivi, c'è da dire che la teoria della serotonina è abbastanza ambigua e non molto dimostrabile scientificamente, tan'è che mi pare di aver letto su wikipedia inglese (quindi non il massimo dell'affidabilità) che anche antidepressivi che hanno l'effetto opposto degli SSRI cioè che riducono ulteriormente il contenuto di serotonina nelle sinapsi hanno effetti antidepressivi, cioè mette praticamente al muro la teoria del semplice sbilanciamento chimico da carenza di ormoni.



per quanto riguarda la fobia sociale, la sertralina si è vista come alleviatore dei sintomi nel senso che ti sblocca ma neanche minimamente ti può far cambiare ciò che porta alla reazione fisiologica della fobia sociale, cioè tu ti senti sbloccato ma i pensieri disfunzionali di fondo ci sono.

Halastor 17-06-2012 10:14

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 752120)
Secondo la mia esperienza, sì. Lo psicofarmaco giusto attenua l'ansia ed alimenta una certa indifferenza verso l'esterno: nel caso da te descritto, sotto antidepressivo, io me ne andrei con un semplice «Io devo andare. Ciao a tutti», senza chiedermi che effetto avrebbe la mia partenza.

E' esattamente quello che avrei fatto anche io senza bisogno di psicofarmaco^^ Ma a dire il vero me ne sarei andato e me ne sarei sbattuto le bàlle di cosa pensavano.. ottimo!... quindi ho una mente sana ed equilibrata:mrgreen:

Daniele89 17-06-2012 13:30

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 751902)
Vorrei una risposta intellettualmente onesta a questa domanda. Lo stato chimico del cervello indotto dai farmaci in un sociofobico è lo stesso stato chimico del cervello di un non sociofobico, con un'espressività normale e libera da limitazioni date dalla vergogna? Oppure è solo un effetto che aggiunge sensazioni epidermiche di umore ma che lasciano inalterata la rete di connessioni sinaptiche che attiva le fisiologiche reazioni della fobia sociale?
Gli antidepressivi cosa aggiungono di utile? E gli ansiolitici?
Nel rispondere a questa domanda, vi prego di considerare una fobia sociale che non è in nessun modo accompagnata da depressione, disturbo evitante, pigrizia sociale: dovete immaginare una fobia sociale che si manifesta solo come condizione fisiologica di vergogna della propria espressività, ma priva del meccanismo demolitivo di autostima con pensieri disfunzionali come "non valgo niente/non sono degno di avere una vita sociale/etc...", perchè in questo caso allora è chiaro che benzodiazepine e serotonine varie possono avere l'utilità di arginare quegli squilibri dell'umore provocati da quei pensieri, ma se quei pensieri disfunzionali non ci sono, se il soggetto non è un pessimista e non cade in quel tunnel di pensieri dopo i fallimenti sociali, ma ha soltanto questa condizione di blocco fisiologico dell'espressività e di vergogna, i farmaci, nella pratica, cosa possono dare di utile, e in che misura?
Grazie

Cioè intendi in pratica se un farmaco puo' innescare piu' facilmente un sorriso.
A me sembra che l'espressione, la mimica facciale, si inneschi con una meccanica indotta dall'abitudine e a seguito di una certa memoria muscolare.
In una condizione di questo tipo, in cui quella memoria muscolare non è stata formata ( e a mio avviso lo si fà banalmente per mimesi dei volti dei familiari o di chi ne fa le veci) allora il massimo a cui si puo' aspirare,assumendo un farmaco( o una sostanza stupefacente che sarebbe uguale) è un sorriso "dopato",un po' innaturale, spesso fuori luogo e artificioso, poichè non corrisponde ad un moto genrale nell'animo della persona.
Ciò dovrebbe anche rispondere implicitamente alla domanda che fai, cioè se con il farmaco ci si fermi ad "una aggiunta di sensazioni epidermiche di umore":
è chiaro che non potrebbe essere diverso.
E non puo' essere diverso anche perchè la situazione di mera fobia sociale esente da ogni altro disturbo, è una condizione solo virtualmente possibile.
Cosa fare quindi?
Mah probabilmente meglio un sorriso "dopato" che niente

Abc 17-06-2012 15:17

Re: Domanda particolare sui farmaci
 
Quote:

Originariamente inviata da zucchina (Messaggio 752104)
gli psicofarmaci danno effetti troppo soggettivi e relativi, non sono misurabili, infatti non si possono nemmeno vedere i livelli di neurotrasmettitori nel cervello, se davvero hanno qualcosa che non va! si prendono gli psicofarmaci come tentativi e si vede poi l'effetto

In realtà ci sono alcuni esami di medicina nucleare che consentono di osservare il livello recettoriale pre e post sinaptico; esistono esami fatti per pz che soffrono di depressione/alterazioni della memoria.


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