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Della vulnerabilità del sociofobico.
Salve. Ho sognato Darwin che mi diceva che io, essendo fin troppo timida, sono un prodotto errato dell'evoluzione della specie e per questo andrei buttata nel cesso non dopo aver tirato lo sciacquone.
Dunque dopo un'accuratissima riflessione esistenziale, degna senz'altro del più becero filosofo neorealista, sono giunta a una conclusione nuova e inaspettata. Il timidissimo è senz'altro un essere più vulnerabile rispetto al comune essere umano. Nel corso della sua evoluzione ontologica non riesce in ciò in cui un normale essere umano riesce. Non riesce a stabilire delle relazioni interpersonali proficue, non riesce ad entrare in intimità con gli altri, ha senz'altro più difficoltà a trovare un lavoro, a instaurare una relazione sentimentale e a mettersi in gioco con gli altri. Una persona comune ci riesce, è un processo lento e graduale che ha inizio sin dai primi mesi di vita, forse anche prima. Dunque il timidissimo ha dei limiti. E' limitato :o C'è qualcuno che pensa che il very timid sia un essere speciale (nel senso positivo del termine)? Esprimetevi ma senza generalizzare. |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
sono gli effetti delle discariche abusive
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
Esseri speciali mancati forse. La natura di solito crea tanti esseri fotocopia ma ogni tanto si alza dal lato sinistro del letto e rimescola i geni per tentare di dare luogo all'essere supremo :o, la natura si sà fa quel che gli và, ma siccome quel giorno alzandosi dal lato sinistro del letto, la natura dico, ha sbattuto violentemente la testa contro la finestra, è un pò confusa.
Il risultato lo conoscete già. |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
Ogni specie ha i suoi individui deboli destinati a non far parte del progetto di mantenimento e evoluzione della specie: un essere umano timido è un po' come un'aquila che non sa volare...
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
hai sognato darwin :miodio: è questa la cosa grave....:D
la timidezza è un tratto caratteriale che in sè non ha nulla di speciale, c'è un estroverso, un timido, un sensibile, un freddo, nessuna di queste caratteristiche di per se avvantaggia o svantaggia qualcuno...pregi e difetti si bilanciano.... il fobico è diverso :occhiali: vogliamo chiamarlo speciale? Sì possiamo farlo, in sè ha caratteristiche che ne limitano fortemente le possibilità di un'esistenza serena, ciò nonostante egli sviluppa delle capacità "alternative" che lo rendono certamente molto più "prezioso" rispetto ad un normale timido, estro, alto, basso, eccetera.... |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
io non ho capito un cazzo
però dico che il fobico sociale è un prodotto della società moderna che prende persone potenzialmente normali e ne fa degli impediti |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
Ora che ci penso mi sono sempre chiesto quale fosse il ruolo del sociofobico al livello biologico
Cioè, a cosa serviamo? |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
NOn è detto che il timido sia speciale, potrebbe esserlo ma anche no....
Oggi leggevo su di una rivista l'origine del termine idiota...deriva dal greco e stava a significare "uomo privato" cioè al di fuori dei pubblici luoghi e consessi, rispetto ai queli era probabilmente incompetente, ma non era un'accezione negativa. Noi siamo idioti evidentemente....:( :ridacchiare: |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Naturalmente x ambiente non intendo piante flora e fauna... |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
Tempo fà leggevo che negli usa il 10% della popolazione fosse sociofobica:o
Qualcosa non torna se questa "aberrazione" genetica nei millenni è riuscita ad essere perpetuata fino ai giorni nostri. Secondo me vogliamo essere per forza catalogati, tutti quanti, è una caratteristica della nostra attuale società il "piacere" dell'etichetta. Penso che ogniuno di noi è un accozzagliata di caratteristiche che ci rende unici e a volte speciali. |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
io posso rispondere per come mi sento io..cioè una cosa disgustosa che dovrebbe crepare all'istante perchè troppo debole , una che dovrebbe essere buttata davvero nel cesso, lo so che ognuno è come è e nessuno ha il diritto di dire se vali o meno e tutti hanno diritto alla vita, lo ha chi commette crimini efferati e noi che alla fin fine non facciamo del male a nessuno no? però io mi sento talmente inadatta a respirare, una che in un mondo di leoni che non vedono l'ora di sgomitare per far vedere quanto sono perfetti e speciali non sa che fare, un senso di soffocamento continuo e in più vedo che la cattiveria viene accettata ...vabe sto delirando fatto sta che son una debole molto molto vulnerabile.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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siamo persone che hanno vissuto esperienze molto negative non capisco la cosa dei ruoli biologici |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Non volevo assolutamente essere offensivo, sia chiaro. |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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io penso che una predisposizione ci sia, ma che la parte determinante la giochino le esperienze in un senso e nell'altro poi qui si può discutere a lungo |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
Quesito interessante. Provo a buttare lì un'idea.
I timidi, gli introversi, magari anche coloro che sono patologicamente timorosi, sono persone meno portate ad esporsi al rischio, per cui più adatte alla sopravvivenza (ricordo che la sopravvivenza non ha molto a che fare con la vita in formato spettacolo pirotecnico). Inoltre, tendono probabilmente a rispettare di più quel che li circonda, non fosse altro per paura di far dei danni, il che avvantaggia l'ambiente, e un ambiente trattato come si deve ripaga. Che dite, sono sciocchezze? |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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scherzo dai :D |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
Pirata, non declamare sciocchezze, please. In gioventù ho sparso tanto di quel seme che ci avrei potuto perfino concimare l'orto. Anzi, non ricordo bene ma non è escluso che lo abbia anche fatto. Ne spargevo un po' ovunque...
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Per evitare che la cultura si cristallizzi, trasformandosi in senso comune, vale a dire in un'alienazione scambiata per normalità, c'è bisogno che qualcuno continui ad esplorare i mondi e i modi di essere possibili per l'umano. In quanto esploratori del mondo interiore e delle sue dimensioni aperte all'infinito, gli introversi hanno svolto e svolgono questa funzione indispensabile: mettere in discussione il reale in nome del possibile. Ciò è comprovato, appunto, dal numero rilevante di introversi che si ritrovano tra le file dei filosofi, degli artisti, degli scienziati, dei fondatori di religioni, dei dissidenti e dei rivoluzionari, ecc. C'è, però, un altro aspetto intrinseco all'introversione il cui significato è ancora più profondo. Nonostante le rabbie che spesso albergano, le quali fanno riferimento ad uno stato di cose esistente intollerabile, in quanto vincolato ad una normalità mediamente egoistica, competitiva, superficiale e aggressiva, gli introversi sono i depositari di un "sogno" (quello di un mondo umanizzato, solidale e "nobile") che, valutato razionalmente, si può considerare espressione di un ingenuo idealismo che non cede alla constatazione del mondo così com'è. Si può anche pensare, però, che essi siano i precursori di un cambiamento, di un ulteriore ingentilimento della specie umana, destinato un giorno o l'altro a prodursi. Dato lo stato di cose esistente nel mondo, forse questo "sogno" è l'unica speranza di salvezza per la specie umana. (cit.) |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
la differenza è che la gamba non ricresce
non è una differenza da poco |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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il problema è capire quando la fobia sociale può ritenersi grave....secondo me nella stragrande maggioranza dei casi si può comunque riuscire a condurre una vita "serena", però c'è da dire che in questo forum ho letto situazioni veramente critiche.... |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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la fobia sociale è una timidezza - di per sé un tratto caratteriale innocuo e assai diffuso - estremizzata, ora, se per guarigione uno intende diventare totalmente sfacciato e strafottente è ovvio che rimarrà sempre frustrato. |
Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
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