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ciarliera 18-09-2011 18:32

Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Salve. Ho sognato Darwin che mi diceva che io, essendo fin troppo timida, sono un prodotto errato dell'evoluzione della specie e per questo andrei buttata nel cesso non dopo aver tirato lo sciacquone.
Dunque dopo un'accuratissima riflessione esistenziale, degna senz'altro del più becero filosofo neorealista, sono giunta a una conclusione nuova e inaspettata. Il timidissimo è senz'altro un essere più vulnerabile rispetto al comune essere umano. Nel corso della sua evoluzione ontologica non riesce in ciò in cui un normale essere umano riesce. Non riesce a stabilire delle relazioni interpersonali proficue, non riesce ad entrare in intimità con gli altri, ha senz'altro più difficoltà a trovare un lavoro, a instaurare una relazione sentimentale e a mettersi in gioco con gli altri. Una persona comune ci riesce, è un processo lento e graduale che ha inizio sin dai primi mesi di vita, forse anche prima. Dunque il timidissimo ha dei limiti. E' limitato :o
C'è qualcuno che pensa che il very timid sia un essere speciale (nel senso positivo del termine)? Esprimetevi ma senza generalizzare.

Fallitoperenne 18-09-2011 19:08

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
sono gli effetti delle discariche abusive

Altamekz 18-09-2011 19:28

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Esseri speciali mancati forse. La natura di solito crea tanti esseri fotocopia ma ogni tanto si alza dal lato sinistro del letto e rimescola i geni per tentare di dare luogo all'essere supremo :o, la natura si sà fa quel che gli và, ma siccome quel giorno alzandosi dal lato sinistro del letto, la natura dico, ha sbattuto violentemente la testa contro la finestra, è un pò confusa.

Il risultato lo conoscete già.

monaxia94 18-09-2011 19:48

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Ogni specie ha i suoi individui deboli destinati a non far parte del progetto di mantenimento e evoluzione della specie: un essere umano timido è un po' come un'aquila che non sa volare...

monaxia94 18-09-2011 19:55

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Bastet. (Messaggio 599871)
Si, ma questo non è un impedimento fisico, ma emotivo.....

Questo non significa che non sia un impedimento altrettanto invalidante

Inosservato 18-09-2011 20:02

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
hai sognato darwin :miodio: è questa la cosa grave....:D

la timidezza è un tratto caratteriale che in sè non ha nulla di speciale, c'è un estroverso, un timido, un sensibile, un freddo, nessuna di queste caratteristiche di per se avvantaggia o svantaggia qualcuno...pregi e difetti si bilanciano....


il fobico è diverso :occhiali:

vogliamo chiamarlo speciale? Sì possiamo farlo, in sè ha caratteristiche che ne limitano fortemente le possibilità di un'esistenza serena, ciò nonostante egli sviluppa delle capacità "alternative" che lo rendono certamente molto più "prezioso" rispetto ad un normale timido, estro, alto, basso, eccetera....

pirata 18-09-2011 20:03

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
io non ho capito un cazzo
però dico che il fobico sociale è un prodotto della società moderna che prende persone potenzialmente normali e ne fa degli impediti

monaxia94 18-09-2011 20:05

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da pirata (Messaggio 599881)
io non ho capito un cazzo
però dico che il fobico sociale è un prodotto della società moderna che prende persone potenzialmente normali e ne fa degli impediti

Hai ragione anche tu... qualche decennio fa i sociofobici erano pochissimi e destinati sicuramente al manicomio

Hartigan 18-09-2011 20:12

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Ora che ci penso mi sono sempre chiesto quale fosse il ruolo del sociofobico al livello biologico
Cioè, a cosa serviamo?

Rickyno 18-09-2011 20:21

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Hartigan (Messaggio 599885)
Ora che ci penso mi sono sempre chiesto quale fosse il ruolo del sociofobico al livello biologico
Cioè, a cosa serviamo?

Perchè, l uomo a che cazzo serve se non a parassitare la terra e ad esaurirla di ogni sua risorsa naturale ?

Myway 18-09-2011 20:24

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
NOn è detto che il timido sia speciale, potrebbe esserlo ma anche no....

Oggi leggevo su di una rivista l'origine del termine idiota...deriva dal greco e stava a significare "uomo privato" cioè al di fuori dei pubblici luoghi e consessi, rispetto ai queli era probabilmente incompetente, ma non era un'accezione negativa.

Noi siamo idioti evidentemente....:(
:ridacchiare:

Myway 18-09-2011 20:31

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Johnny_Marrone (Messaggio 599898)
questo messaggio me ne ricorda uno simile che lessi appena iscritto al forum. l'autore diceva + o - che la natura non permetteva a quelli nati con i ''geni malati'' (i sociofobici) di riprodursi, bloccandoli prima di poter entrare in contatto con gli altri...all'epoca pensai che era una super sega mentale, oggi penso che avesse ragione... sto peggiorando di brutto mi sa, non so nemmeno io se quello che ho scritto ha senso e se é OT

Più che altro se su 1000 persone 998 sono in un modo e 2 in un altro , l'ambiente favorirà per forza, e giustamente dal suo punto di vista, i 998 piuttosto che i 2.
Naturalmente x ambiente non intendo piante flora e fauna...

Sampei80 18-09-2011 20:39

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Tempo fà leggevo che negli usa il 10% della popolazione fosse sociofobica:o

Qualcosa non torna se questa "aberrazione" genetica nei millenni è riuscita ad essere perpetuata fino ai giorni nostri.

Secondo me vogliamo essere per forza catalogati, tutti quanti, è una caratteristica della nostra attuale società il "piacere" dell'etichetta.
Penso che ogniuno di noi è un accozzagliata di caratteristiche che ci rende unici e a volte speciali.

Myway 18-09-2011 20:44

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Johnny_Marrone (Messaggio 599907)
mi prendi per il c**o?

...no.....

Lila. 18-09-2011 20:59

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
io posso rispondere per come mi sento io..cioè una cosa disgustosa che dovrebbe crepare all'istante perchè troppo debole , una che dovrebbe essere buttata davvero nel cesso, lo so che ognuno è come è e nessuno ha il diritto di dire se vali o meno e tutti hanno diritto alla vita, lo ha chi commette crimini efferati e noi che alla fin fine non facciamo del male a nessuno no? però io mi sento talmente inadatta a respirare, una che in un mondo di leoni che non vedono l'ora di sgomitare per far vedere quanto sono perfetti e speciali non sa che fare, un senso di soffocamento continuo e in più vedo che la cattiveria viene accettata ...vabe sto delirando fatto sta che son una debole molto molto vulnerabile.

pirata 18-09-2011 21:40

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Hartigan (Messaggio 599885)
Ora che ci penso mi sono sempre chiesto quale fosse il ruolo del sociofobico al livello biologico
Cioè, a cosa serviamo?

ma mica siamo, boh, una razza
siamo persone che hanno vissuto esperienze molto negative
non capisco la cosa dei ruoli biologici

Hartigan 18-09-2011 21:49

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da pirata (Messaggio 599925)
ma mica siamo, boh, una razza
siamo persone che hanno vissuto esperienze molto negative
non capisco la cosa dei ruoli biologici

In effetti qua si apre un argomento molto discusso: siamo così anche per via di una certa predisposizione innata a questo tipo di carattere, o siamo stati soggetti "solo" ad esperienze negative? E' per questo che ho tirato fuori la biologia.
Non volevo assolutamente essere offensivo, sia chiaro.

maury25 18-09-2011 21:52

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da ciarliera (Messaggio 599835)
C'è qualcuno che pensa che il very timid sia un essere speciale (nel senso positivo del termine)? Esprimetevi ma senza generalizzare.

Non è necessario possedere mille abilità sociali per essere speciale. Ognuno è speciale a modo suo.

Moonwatcher 18-09-2011 22:12

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Hartigan (Messaggio 599885)
Ora che ci penso mi sono sempre chiesto quale fosse il ruolo del sociofobico al livello biologico
Cioè, a cosa serviamo?

HurryUp ti risponderebbe che serviamo a spargere i memi. :ridacchiare:

pirata 18-09-2011 22:47

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Hartigan (Messaggio 599929)
In effetti qua si apre un argomento molto discusso: siamo così anche per via di una certa predisposizione innata a questo tipo di carattere, o siamo stati soggetti "solo" ad esperienze negative? E' per questo che ho tirato fuori la biologia.
Non volevo assolutamente essere offensivo, sia chiaro.

lo so bene che non eri offensivo
io penso che una predisposizione ci sia, ma che la parte determinante la giochino le esperienze
in un senso e nell'altro
poi qui si può discutere a lungo

MeglioPochi 18-09-2011 22:56

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quesito interessante. Provo a buttare lì un'idea.

I timidi, gli introversi, magari anche coloro che sono patologicamente timorosi, sono persone meno portate ad esporsi al rischio, per cui più adatte alla sopravvivenza (ricordo che la sopravvivenza non ha molto a che fare con la vita in formato spettacolo pirotecnico). Inoltre, tendono probabilmente a rispettare di più quel che li circonda, non fosse altro per paura di far dei danni, il che avvantaggia l'ambiente, e un ambiente trattato come si deve ripaga.

Che dite, sono sciocchezze?

pirata 18-09-2011 23:23

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da MeglioPochi (Messaggio 599970)
Quesito interessante. Provo a buttare lì un'idea.
I timidi, gli introversi, magari anche coloro che sono patologicamente timorosi, sono persone meno portate ad esporsi al rischio, per cui più adatte alla sopravvivenza (ricordo che la sopravvivenza non ha molto a che fare con la vita in formato spettacolo pirotecnico). Inoltre, tendono probabilmente a rispettare di più quel che li circonda, non fosse altro per paura di far dei danni, il che avvantaggia l'ambiente, e un ambiente trattato come si deve ripaga.
Che dite, sono sciocchezze?

però ha delle difficoltà a spargere il seme
scherzo dai :D

Casper 18-09-2011 23:25

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Hartigan (Messaggio 599885)
Ora che ci penso mi sono sempre chiesto quale fosse il ruolo del sociofobico al livello biologico
Cioè, a cosa serviamo?

Per essere un esempio per gli altri. Mostrare alla gente che non si molla nonostante mille difficoltà.

MeglioPochi 18-09-2011 23:27

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Pirata, non declamare sciocchezze, please. In gioventù ho sparso tanto di quel seme che ci avrei potuto perfino concimare l'orto. Anzi, non ricordo bene ma non è escluso che lo abbia anche fatto. Ne spargevo un po' ovunque...

Woland12 18-09-2011 23:27

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da ciarliera (Messaggio 599835)
Salve. Ho sognato Darwin che mi diceva che io, essendo fin troppo timida, sono un prodotto errato dell'evoluzione della specie e per questo andrei buttata nel cesso non dopo aver tirato lo sciacquone.

In effetti mi sono sempre chiesto anch'io perchè in millenni di evoluzioni la compagine di introversi-timidi-fobici-evitanti nono si sia definitivamente estinta da vicolo cieco della natura quale sembra. Evidentemente abbiamo delle doti nascoste :occhiali:

Moonwatcher 18-09-2011 23:46

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Woland12 (Messaggio 599987)
In effetti mi sono sempre chiesto anch'io perchè in millenni di evoluzioni la compagine di introversi-timidi-fobici-evitanti nono si sia definitivamente estinta da vicolo cieco della natura quale sembra. Evidentemente abbiamo delle doti nascoste :occhiali:

Semplicemente perché è (al limite) un vicolo cieco per la socialità, ma non esiste solo la socialità. Ma tu non hai appena scritto che ormai hai capito tutto della tua condizione di introverso? :mrgreen:

pirata 19-09-2011 00:10

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da MeglioPochi (Messaggio 599986)
Pirata, non declamare sciocchezze, please. In gioventù ho sparso tanto di quel seme che ci avrei potuto perfino concimare l'orto. Anzi, non ricordo bene ma non è escluso che lo abbia anche fatto. Ne spargevo un po' ovunque...

:mrgreen::mrgreen::mrgreen:

Warlordmaniac 19-09-2011 00:19

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Woland12 (Messaggio 599987)
In effetti mi sono sempre chiesto anch'io perchè in millenni di evoluzioni la compagine di introversi-timidi-fobici-evitanti nono si sia definitivamente estinta da vicolo cieco della natura quale sembra. Evidentemente abbiamo delle doti nascoste :occhiali:


Per evitare che la cultura si cristallizzi, trasformandosi in senso comune, vale a dire in un'alienazione scambiata per normalità, c'è bisogno che qualcuno continui ad esplorare i mondi e i modi di essere possibili per l'umano.

In quanto esploratori del mondo interiore e delle sue dimensioni aperte all'infinito, gli introversi hanno svolto e svolgono questa funzione indispensabile: mettere in discussione il reale in nome del possibile. Ciò è comprovato, appunto, dal numero rilevante di introversi che si ritrovano tra le file dei filosofi, degli artisti, degli scienziati, dei fondatori di religioni, dei dissidenti e dei rivoluzionari, ecc.

C'è, però, un altro aspetto intrinseco all'introversione il cui significato è ancora più profondo. Nonostante le rabbie che spesso albergano, le quali fanno riferimento ad uno stato di cose esistente intollerabile, in quanto vincolato ad una normalità mediamente egoistica, competitiva, superficiale e aggressiva, gli introversi sono i depositari di un "sogno" (quello di un mondo umanizzato, solidale e "nobile") che, valutato razionalmente, si può considerare espressione di un ingenuo idealismo che non cede alla constatazione del mondo così com'è.

Si può anche pensare, però, che essi siano i precursori di un cambiamento, di un ulteriore ingentilimento della specie umana, destinato un giorno o l'altro a prodursi. Dato lo stato di cose esistente nel mondo, forse questo "sogno" è l'unica speranza di salvezza per la specie umana.


(cit.)

pirata 19-09-2011 00:41

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Joseph (Messaggio 600004)
Per definizione non possono sparire, visto che per definizione se la timidezza è un carattere variabile in una specie ci sarà sempre una metà che ne ha di più.

Non c'è il timido in senso assoluto, ma in senso relativo.

non ho capito ma ti quoto, è sicuramente così

barclay 19-09-2011 12:47

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Bastet. (Messaggio 599876)
come puoi paragonarti a uno cui manca un braccio o una gamba, scusa?

Qui lo psiconegazionismo impera sovrano :male:

pirata 19-09-2011 13:46

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
la differenza è che la gamba non ricresce
non è una differenza da poco

Inosservato 19-09-2011 13:53

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Bastet. (Messaggio 600108)
Stone ripeto: ti senti invalido tanto quanto uno a cui manca una gamba? Dovresti solo gentilmente dire si o no, e se ti va , fornire una valida motivazione, sempre che ti vada,eh?

chi ha disturbi mentali gravi ha impedimenti tanto quanto chi ha handicap fisici....credo che stone si riferisca a questo

il problema è capire quando la fobia sociale può ritenersi grave....secondo me nella stragrande maggioranza dei casi si può comunque riuscire a condurre una vita "serena", però c'è da dire che in questo forum ho letto situazioni veramente critiche....

Winston_Smith 19-09-2011 13:59

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da monaxia94 (Messaggio 599864)
Ogni specie ha i suoi individui deboli destinati a non far parte del progetto di mantenimento e evoluzione della specie: un essere umano timido è un po' come un'aquila che non sa volare...

Vedo che siete in parecchi ad aver sognato Darwin,ma forse lo avete confuso con qualcun altro. Non sopravvive il più "forte", ma colui che riesce ad adattarsi meglio (soprattutto per una specie come quella umana, i criteri di evoluzione sono molto più complessi). Anche un fobico che tira avanti in qualche modo nella vita è un individuo che rientra nell'esito positivo dell'evoluzione.

barclay 19-09-2011 14:20

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Bastet. (Messaggio 600108)
Stone ripeto: ti senti invalido tanto quanto uno a cui manca una gamba? Dovresti solo gentilmente dire si o no, e se ti va , fornire una valida motivazione, sempre che ti vada,eh?

Assolutamente sì. È un fatto che in campo psicologico/psichiatrico c'è una forte tendenza ad evitare di parlare di "guarigione" e si preferisce la parola "recupero". Qualunque terapia tende a ridurre gli effetti del disturbo mentale più che ad eliminarlo, di conseguenza, nel migliore dei casi, il malato dovrà per tutta la vita lottare contro se stesso e questa mi sembra proprio una menomazione, né più né meno di quella di una persona che zoppica. Anche le storie di successo che ho letto qui testimoniano che una parte del disturbo rimane in vita.

Quote:

Originariamente inviata da Inosservato (Messaggio 600118)
chi ha disturbi mentali gravi ha impedimenti tanto quanto chi ha handicap fisici....credo che stone si riferisca a questo

Esatto http://www.fobiasociale.com/picture....pictureid=1036

Winston_Smith 19-09-2011 14:25

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Bastet. (Messaggio 600108)
Stone ripeto: ti senti invalido tanto quanto uno a cui manca una gamba? Dovresti solo gentilmente dire si o no, e se ti va , fornire una valida motivazione, sempre che ti vada,eh?

E' proprio necessario fare l'hit parade delle malattie? E soprattutto, serve a qualcosa?

pirata 19-09-2011 14:25

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 600121)
Vedo che siete in parecchi ad aver sognato Darwin,ma forse lo avete confuso con qualcun altro. Non sopravvive il più "forte", ma colui che riesce ad adattarsi meglio (soprattutto per una specie come quella umana, i criteri di evoluzione sono molto più complessi). Anche un fobico che tira avanti in qualche modo nella vita è un individuo che rientra nell'esito positivo dell'evoluzione.

ma non dimenticare che la selezione naturale spinge le donne verso i fighi, portando gli sfighi verso l'estinzione

Winston_Smith 19-09-2011 14:27

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da pirata (Messaggio 600135)
ma non dimenticare che la selezione naturale spinge le donne verso i fighi, portandoli verso l'estinzione

Ma non dimenticare che la selezione naturale non funziona in modo così semplice e schematico, non siamo orang-utang.

pirata 19-09-2011 14:29

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 600128)
Assolutamente sì. È un fatto che in campo psicologico/psichiatrico c'è una forte tendenza ad evitare di parlare di "guarigione" e si preferisce la parola "recupero". Qualunque terapia tende a ridurre gli effetti del disturbo mentale più che ad eliminarlo, di conseguenza, nel migliore dei casi, il malato dovrà per tutta la vita lottare contro se stesso e questa mi sembra proprio una menomazione

forse perché non esiste realmente qualcosa da cui guarire, ma semplicemente da smussare?

la fobia sociale è una timidezza - di per sé un tratto caratteriale innocuo e assai diffuso - estremizzata, ora, se per guarigione uno intende diventare totalmente sfacciato e strafottente è ovvio che rimarrà sempre frustrato.

Rickyno 19-09-2011 14:30

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da pirata (Messaggio 600135)
ma non dimenticare che la selezione naturale spinge le donne verso i fighi, portando gli sfighi verso l'estinzione

O_o difatti da 2 fighi può nascere uno sfigghiz.... non è un ragionamento che sta in piedi questo.

nymphe 19-09-2011 14:30

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
Quote:

Originariamente inviata da pirata (Messaggio 600135)
ma non dimenticare che la selezione naturale spinge le donne verso i fighi, portando gli sfighi verso l'estinzione

Ma non dimenticare che la selezione naturale spinge gli uomini verso le fighe.


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