FobiaSociale.com

FobiaSociale.com (https://fobiasociale.com/)
-   Trattamenti e Terapie (https://fobiasociale.com/trattamenti-e-terapie/)
-   -   Alcuni dubbi sulla mia terapia (https://fobiasociale.com/alcuni-dubbi-sulla-mia-terapia-21927/)

Moonwatcher 29-08-2011 13:18

Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Dunque, il dubbio che ho sulla mia terapia è questo: non si fa che parlare parlare parlare di quello che penso, delle mie cosiddette rigidità di pensiero, ecc. Tutto questo è molto interessante e molto utile, ma oh, quanto andremo avanti? Alla fine, se partiamo dal presupposto che non sono paranoico, sono convinto che il fulcro delle mie convizioni non sia poi così irrealistico. Invece spesso ho l'impressione che si finisca col ventilare scenari alternativi del tutto fantasiosi, non meno di quelli che sono nei miei pensieri, anzi, tutt'altro. Tutto ciò mi irrita assai. Allora a che serve tuttociò? Avrei bisogno che, per lo meno, anche solo, non dico molto, né più né meno, accanto a questo lavoro si lavorasse sulle mie abilità sociali. Avrei bisogno di consigli e suggerimenti in tal senso. Sul mio manuale dei disturbi ho letto che il trattamento dell'evitante prevede prima il lavoro sul deficit di monitoraggio rappresentativo e di decentramento e solo dopo sulle abilità sociali, in quanto se egli non ha una sufficiente capacità di interpretare i propri stati mentali e metterli in relazione con le variabili esterne, il lavoro sulle skills relazionali e l'esposizione a situazioni sociali lo può portare a viverli con senso di rifiuto e di estraneità che non farebbero che confermare le convizioni errate. Ma allora ciò significa che la mia psicologa non mi ritiene ancora pronto per questo? In tal caso mi sentirei giudicato negativamente dalla mia psicologa! :o

(questi argomenti li ho affrontati già in passato con la mia psicologa ma non sono sicuro di averli comunicati in modo efficace :timidezza: ma la psicologa è lei, quindi che faccia il suo lavoro e capisca da sola? o gliene parlo di nuovo? :interrogativo: sì, la prossima volta gliene parlo di nuovo...)

Who_by_fire 29-08-2011 13:41

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Moon, ma tu -seriamente- pensi davvero di aver difficoltà a rappresentarti correttamente i tuoi stati mentali? :pensando:

A me sembra un po' un controsenso che questo possa accadere, a parte casi psichici fortemente patologici che non sono ovviamente il tuo caso, ad una persona introversa pertanto naturalmente (fin troppo) portata all'autoanalisi...

Io non ci credo a sta minchiata che dicono gli psicologi che gli evitanti non sarebbero in grado di "monitorare" il proprio stato mentale.
Oppure non ho capito cosa vogliono dire.

Moonwatcher 29-08-2011 14:43

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Boh Who, che ti devo dire, la mia ex (psicologa, non ragazza :laugh:) mi disse che il punto fondamentale è che, sì, ho un discreto deficit metacognitivo. Esempi di ciò? Ad esempio quando mi chiedeva "che cosa pensava in quel momento?", la risposta tipica era "boh :interrogativo: non pensavo a nulla, dovevo pensare per forza a qualcosa :interrogativo:". Sta di fatto che ho visto pressoché ovunque che gli esercizi di auto-osservazione sono l'incipit di qualunque terapia dell'evitante (beh, almeno di quelle moderne, nella psicanalisi e derivati invece da quanto ho capito si parla si parla si parla e basta). Ora neanche io ho capito del tutto cosa ciò significhi e come sia possibile che una mente non riesca a riflettere su se stessa :pensando:, più che nella difficoltà a rappresentare gli stati mentali forse mi riconosco nella centratura eccessiva su me stesso, esempio a random: "riunione - centratura sullo stato di disagio interiore più che sugli altri e sulle possibili cause di imbarazzo".

JohnReds 29-08-2011 14:58

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587495)
Boh Who, che ti devo dire, la mia ex (psicologa, non ragazza :laugh:) mi disse che il punto fondamentale è che, sì, ho un discreto deficit metacognitivo. Esempi di ciò? Ad esempio quando mi chiedeva "che cosa pensava in quel momento?", la risposta tipica era "boh :interrogativo: non pensavo a nulla, dovevo pensare per forza a qualcosa :interrogativo:". Sta di fatto che ho visto pressoché ovunque che gli esercizi di auto-osservazione sono l'incipit di qualunque terapia dell'evitante (beh, almeno di quelle moderne, nella psicanalisi e derivati invece da quanto ho capito si parla si parla si parla e basta). Ora neanche io ho capito del tutto cosa ciò significhi e come sia possibile che una mente non riesca a riflettere su se stessa :pensando:, più che nella difficoltà a rappresentare gli stati mentali forse mi riconosco nella centratura eccessiva su me stesso, esempio a random: "riunione - centratura sullo stato di disagio interiore più che sugli altri e sulle possibili cause di imbarazzo".

molto molto molto molto interessante
proprio in questi giorni mi interrogavo su questo fenomeno. capiti a fagiuolo.

chiunque sta pensando sempre a qualcosa, specie un introverso, specie un timido, che per inciso non è abile nelle relazioni sociale leggere (lo so, sono fissato sull'argomento) e non riesce ad abbandonarsi allo scazzo del -dico-la-prima-minchiata-che-mi-viene-in-mente proprio perché è troppo concentrato sui pensieri

quindi il fatto che alla domanda "a cosa stai pensando?" la risposta più tipica sia "boh" è indice del fatto che:
un evitante non è concentrato sul vero sentire, ma molto di più su una serie di pensieri del tipo "chissà cosa pensa di me questa persona?", ovvero pensieri sul giudizio degli altri..quindi ne avrebbe di risposte da dare
Però siccome è evitante non riesce nemmeno ad ammettere questa cosa, cioè ha timore di dire che ha timore, e la paura della paura (cit.), è così grossa e radicata che attiva un riflesso condizionato di negazione. a cosa pensi? a nulla! stai male? no, va tutto bene. Perché non esci? perché mi sente un mignolo

quindi per forza non nasce lo small talk (e danni): lo scollamento tra il proprio sentire (la forza vitale caotica che da origine a tutte le passioni positive e negative) è tale che impedisce tale pratica socializzatrice
per riappacificarsi con questo lato della personalità il passo necessario è ammettere e tirare fuori tutte le paranoie, non tanto per ragionarci su, ma perché per affrontarle bisogna prima viverle ed entrarci in contatto.
Il che darà frutti negativi e positivi, è come liberare un'energia...tu volevi migliorare le abilità sociali: ma non ci sono consigli, non ci sono tattiche, è una parte della personalità che viene fuori spontanea, e per farlo bisogna entrare in contatto con quella parte di noi e liberarla, e poi vedere quello che succede

il problema metacoso lì, è essenzialmente il timore, per citare nicce, di sporgersi a guardare l'abisso dentro di noi (mi sto morellizzando)
potrei aver detto minchiate quindi siete pregati di criticarmi a volontà

Moonwatcher 29-08-2011 15:19

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 587503)
tu volevi migliorare le abilità sociali: ma non ci sono consigli, non ci sono tattiche

Cheffregatura.

Comunque il mio manuale sui disturbi dice chiaramente che dei tre elementi (deficit metarappresentativo, di decentramento e delle abilità sociali), quello che maggiormente mina il funzionamento mentale dell'evitante è il primo. Non è questione di migliorare l'efficacia comunicativa, o meglio questo avverrà in automatico con l'esercizio delle abilità sociali una volta che si avrà una sufficiente capacità di capire i propri stati mentali e collegarli agli eventi e agli altri (tant'è che nella prima fase sconsiglia la terapia di gruppo). Forse quindi le abilità sociali già ci sono, e non c'è nulla o quasi nulla da imparare in quel senso?

JohnReds 29-08-2011 15:30

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587521)
Cheffregatura.

Comunque il mio manuale sui disturbi dice chiaramente che dei tre elementi (deficit metarappresentativo, di decentramento e delle abilità sociali), quello che maggiormente mina il funzionamento mentale dell'evitante è il primo. Non è questione di migliorare l'efficacia comunicativa, o meglio questo avverrà in automatico con l'esercizio delle abilità sociali una volta che si avrà una sufficiente capacità di capire i propri stati mentali e collegarli agli eventi e agli altri (tant'è che nella prima fase sconsiglia la terapia di gruppo). Forse quindi le abilità sociali già ci sono, e non c'è nulla o quasi nulla da imparare in quel senso?

No le abilità sociali non ci sono già. E' come suonare la chitarra, ci sono tecniche? In sostanza no, ti possono dare un consiglio su come mettere le dita (doppisensi a gogo) ma in pratica devi provare e provare e provare.
Però se uno c'ha le dita legate, hai voglia di provare!

Hai introdotto un concetto che stavo cercando di intuire, il deficit metarappresentativo (che ribattezzo metacoso), ovvero l'incapacità di capire quel che si prova...è questo che lega le dita e gli impedisce di sgranchirsi e provare a suonare nel modo che più gli torna comodo.
Mento sempre, sopratutto a me stesso (cit.). E purtroppo non è una roba da casi patologici gravi come diceva who.
Ma magari il caso da manicomio è dice di essere napoleone credendo di essere la reincarnazione di visnu.
Un semplice evitante si limita a non ammettere quei micro-timori che inibiscono un'esternazione libera e rilassata (o una bugia, ma detta con consapevolezza).
Alla fine è questo il trucco dei bugiardi patologici come il nostro premier: si autoconvincono delle balle che raccontano

ps: a riprova di ciò che ho detto (cioé che è difficile metarappresentarsi), mi son riletto il mio primo post, e mi sono accorto che aveva un'esposizione contorta, l'ho un po' aggiustata

Moonwatcher 29-08-2011 16:40

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Mah, John, comunque non sono del tutto d'accordo con la tua teoria del riflesso condizionato di negazione e sulla paura della paura. Secondo me il punto piuttosto è che il metacoso (:D) fa anch'esso parte delle abilità sociali stesse che l'evitante non sviluppa o che ha offuscate, vale a dire ci deve riflettere razionalmente su per reperire quelle informazioni, del genere (esempi random e forse a sproposito perché troppo banali): "sono arrabbiato perché Gigi mi ha rotto la bici", "sono triste perché Martina non vuole uscire con me", ecc. Il collegamento tra gli stati emotivi e gli stati mentali risulta perciò offuscato perché l'evitante non vivendo se non in disparte la vita relazionale non è allenato ad effettuare quel collegamento, che richiede la consapevolezza di far parte di una relazione che coinvolge anche Gigi e Martina. Eh, solo che lui Gigi e Martina li ha evitati, quindi non riesce a collegarli a se stesso. :interrogativo:

Grande Fobia 29-08-2011 17:38

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 

Dott. Liverani 29-08-2011 21:23

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587454)
Sul mio manuale dei disturbi ho letto che il trattamento dell'evitante prevede prima il lavoro sul deficit di monitoraggio rappresentativo e di decentramento e solo dopo sulle abilità sociali, in quanto se egli non ha una sufficiente capacità di interpretare i propri stati mentali e metterli in relazione con le variabili esterne, il lavoro sulle skills relazionali e l'esposizione a situazioni sociali lo può portare a viverli con senso di rifiuto e di estraneità che non farebbero che confermare le convizioni errate.


Sembra che tutto il suo ragionamento parta dal presupposto che lei sia un evitante, etichetta che ritengo assolutamente forviante.
Ad ogni modo, sulla base ti tale classificazione mi sembra di capire che, grazie al suo manuale dei disturbi che immagino sia molto simile alla bibbia, il suo problema ruoti fondamentalmente attorno a tre aspetti: deficit meta rappresentativo, di decentramento e deficit delle social skill. Il fatto che la sua psicologa (spero psicoterapeuta) non sia ancora passata al social skill training la induce a pensare di non essere a buon punto nel suo percorso.

Il non essere immediatamente consapevole dei propri pensieri e quindi del proprio dialogo interiore non significa per forza di cose avere un deficit meta rappresentativo, cosa ben più seria.
Molti pazienti alla domanda "cosa stava pensando o come si sentiva in quel momento" risponde "bho"... Non credo siano tutti "evitanti". Più probabile che non siano abituati a riflettere sui propri stati e quindi a non esserne consapevoli nel immediato. Costruire tale abitudine sarebbe più semplice che rimediare ad un deficit meta rappresentativo.

Leggendo le sue riflessioni sarei più propenso ad escludere tale tipo di deficit e se così fosse (mi rendo conto dell'azzardo), verrebbe meno una delle caratteristiche del suo "essere evitante", etichetta carica di presupposti forvianti.

Spero trovi qualche spunto utile nella mia riflessione. Ad ogni modo concordo con lei circa il fatto di esprimere le sue perplessità alla sua terapeuta.

Dott. Liverani

JohnReds 29-08-2011 21:30

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
(ehm, moon, fa il bravo;) )

signor liverani, cos'è il social skill training?
E' una cosa che possono fare tutti coloro che non sono perfettamente a loro agio nel vivere in società (il che in futuro equivarrà, se tanto mi da tanto, al 90% della popolazione), o è un trattamento per i casi gravi (es. autismo)

grazie

JohnReds 29-08-2011 21:38

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587584)
Mah, John, comunque non sono del tutto d'accordo con la tua teoria del riflesso condizionato di negazione e sulla paura della paura. Secondo me il punto piuttosto è che il metacoso (:D) fa anch'esso parte delle abilità sociali stesse che l'evitante non sviluppa o che ha offuscate, vale a dire ci deve riflettere razionalmente su per reperire quelle informazioni, del genere (esempi random e forse a sproposito perché troppo banali): "sono arrabbiato perché Gigi mi ha rotto la bici", "sono triste perché Martina non vuole uscire con me", ecc. Il collegamento tra gli stati emotivi e gli stati mentali risulta perciò offuscato perché l'evitante non vivendo se non in disparte la vita relazionale non è allenato ad effettuare quel collegamento, che richiede la consapevolezza di far parte di una relazione che coinvolge anche Gigi e Martina. Eh, solo che lui Gigi e Martina li ha evitati, quindi non riesce a collegarli a se stesso. :interrogativo:

credo che stiamo dicendo la stessa cosa
il riflesso condizionato di negazione nasce, tra le varie cose, anche dalla paura della paura
e questo riflesso condizionato equivale più o meno al metacoso, è un modo di fare che ormai viene spontaneo, anche se è l'opposto di un'abilità: fare il salto mortale è un'abilità, camminare gobbi è un difetto fisico

Moonwatcher 29-08-2011 21:56

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 587741)
(ehm, moon, fa il bravo;) )

Che significa ciò?

Semir1978 29-08-2011 21:58

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587454)
ma oh, quanto andremo avanti?


Finché la tua psicologa non avrà finito di pagare il mutuo della casa. :ridacchiare:

JohnReds 29-08-2011 22:03

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587767)
Che significa ciò?

Nel senso che una volta quando liverani parlava tu partivi con le frecciate :)
non hai mai detto nulla di peso, ma non volevo che tu lo scacciassi ora che gli chiesto una cosa

Moonwatcher 29-08-2011 22:49

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Dott. Liverani (Messaggio 587736)
Sembra che tutto il suo ragionamento parta dal presupposto che lei sia un evitante, etichetta che ritengo assolutamente forviante.
Ad ogni modo, sulla base ti tale classificazione mi sembra di capire che, grazie al suo manuale dei disturbi che immagino sia molto simile alla bibbia, il suo problema ruoti fondamentalmente attorno a tre aspetti: deficit meta rappresentativo, di decentramento e deficit delle social skill. Il fatto che la sua psicologa (spero psicoterapeuta) non sia ancora passata al social skill training la induce a pensare di non essere a buon punto nel suo percorso.

Ma no, mi spiace deluderla ma quello che le sembra di capire è errato. Semplicemente mi è stato chiesto dalla mia psicologa (ovviamente psicoterapeuta, ci mancherebbe), di pensare a quali obiettivi, quali cose da migliorare mi premono in questa seconda parte del nostro percorso. La prima cosa che mi è venuta in mente, non vedendo una cippa di miglioramento sono state le abilità sociali! :) Poi, la lettura parallela di un testo sui disturbi di personalità mi ha spinto a rileggere tutto ciò in quella chiave, che non è certamente l'unica possibile. Ora, al di là del metacoso e del dececoso e del disturbo evitante o quello che sia, io non capisco perché ad una persona con difficoltà relazionali, ma che comunque lavora ed ha la sua seppur limitata vita sociale (cioè voglio dire... non sono mica autistico!), non si possano prescrivere delle, magari semplici, interazioni sociali, per poi discutere in seduta sui risultati conseguiti e le criticità a livello relazionale. Se poi anche fossero dei fallimenti, voglio dire, faccio già tanti fallimenti per conto mio, e uno in più non sarà certo la fine del mondo né credo che vada più di tanto a confermare le mie convinzioni. Tutto questo secondo me si potrebbe benissimo fare anche parallelamente (fin dalle primissime sedute) al lavoro di analisi sulle rigidità di pensiero. Lei cosa ne pensa?

Quote:

Originariamente inviata da Dott. Liverani (Messaggio 587736)
Il non essere immediatamente consapevole dei propri pensieri e quindi del proprio dialogo interiore non significa per forza di cose avere un deficit meta rappresentativo, cosa ben più seria.
Molti pazienti alla domanda "cosa stava pensando o come si sentiva in quel momento" risponde "bho"... Non credo siano tutti "evitanti". Più probabile che non siano abituati a riflettere sui propri stati e quindi a non esserne consapevoli nel immediato. Costruire tale abitudine sarebbe più semplice che rimediare ad un deficit meta rappresentativo.

Leggendo le sue riflessioni sarei più propenso ad escludere tale tipo di deficit e se così fosse (mi rendo conto dell'azzardo), verrebbe meno una delle caratteristiche del suo "essere evitante", etichetta carica di presupposti forvianti.

Mi parlò di disturbo evitante una sua collega (psicoterapeuta) regolarmente iscritta all'albo degli psicoterapeuti cognitivo-comportamentali, e mi parlò anche del mio (presunto) deficit metacognitivo. Naturalmente non prendo per oro colato né l'una né l'altra cosa, ma rileggendo quel testo mi è tornato alla mente. Da quali punti delle mie riflessioni si è ritenuto propenso ad escluderlo?

Quote:

Originariamente inviata da Dott. Liverani (Messaggio 587736)
Spero trovi qualche spunto utile nella mia riflessione. Ad ogni modo concordo con lei circa il fatto di esprimere le sue perplessità alla sua terapeuta.

Certo che mi sono stati utili, la ringrazio Dott. e mi fa piacere che concorda, se dovessi mai decidere di cambiare terapeuta lei sarà il primo al quale mi rivolgerò. :riverenza:

Who_by_fire 29-08-2011 22:56

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Grande Fobia (Messaggio 587605)

Hahahaha!! :thumbup:

Moonwatcher 29-08-2011 23:04

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 587809)
Hahahaha!! :thumbup:

Vi odio. Fatene la traduzione o almeno un sunto per un english-ignorant. :moltoarrabbiato:

Winston_Smith 29-08-2011 23:35

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Dott. Liverani (Messaggio 587736)
Ad ogni modo, sulla base ti tale classificazione mi sembra di capire che, grazie al suo manuale dei disturbi che immagino sia molto simile alla bibbia

Bella battuta ^^
Da persona assolutamente profana di psicologia mi sorge la curiosità di chiederle se è solito rivolgere sfottò del genere anche in riferimento alle convinzioni dei suoi pazienti, magari durante una seduta.
La ringrazio anticipatamente per la risposta :)

nymphe 29-08-2011 23:37

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587814)
Vi odio. Fatene la traduzione o almeno un sunto per un english-ignorant. :moltoarrabbiato:

In poche parole lo psicologo dice al paziente che il suo vero problema è che lui(paziente) pensa veramente di poter risolvere i suoi problemi rimanendo lì chiuso a parlare. Poi, sempre lo psicologo, aggiunge che tutti hanno delle difficoltà, il vero sostegno te lo dovrebbero dare la famiglia e gli amici ma, non avendoli come supporto, sarebbe meglio buttarsi tra le onde dell'oceano (o qualcosa di simile), infatti quest'ultima frase non l'ho capita bene, gli consiglia di suicidarsi? :interrogativo:

Nonostante tutto non gli converrebbe perchè deve fare la fortuna dello psicologo :)

JohnReds 29-08-2011 23:42

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
La frecciatina sulla bibbia me l'ero persa, e io che l'ho pure difeso..

E' comune a molte persone "esterne", sia profani che professionisti, la convinzione che chi ha problemi psicologici sia facile preda di sette, manuali, credenze di vario tipo.
Mentre invece più spesso tra le persone problematiche regna uno scetticismo molto forte verso qualsiasi cosa, siano esse soluzioni trovate nei libri o sedute pagate profumatamente.

Uno magari verbalmente, nel parlare di se stesso, si affida a manuali e termini scientifici (anche se è scettico su di essi), ma molto spesso è semplicemente un modo per oggettivare i propri problemi, per parlarne in modo più sereno e ragionarne meglio. L'ideale sarebbe conoscere il termine scientifico esatto per ogni singolo moto dell'anima, ma è impossibile, gli strumenti sono limitati, o meglio è l'animo umano che è infinito.

Scambiare questo modo di comunicare per un attaccamento religioso è sbagliatissimo e anche sintomo di presunzione da parte degli psicologi che credono un po' troppo nella loro scienza, che è invece la più imperfetta e lontana da conclusioni certe tra tutte quelle esistenti..ad esser buoni si contende la top list con la sociologia. E questo i loro pazienti lo sanno.

Moonwatcher 29-08-2011 23:44

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da nymphe (Messaggio 587831)
In poche parole lo psicologo dice al paziente che il suo vero problema è che lui(paziente) pensa veramente di poter risolvere i suoi problemi rimanendo lì chiuso a parlare. Poi, sempre lo psicologo, aggiunge che tutti hanno delle difficoltà, il vero sostegno te lo dovrebbero dare la famiglia e gli amici ma, non avendoli come supporto, sarebbe meglio buttarsi tra le onde dell'oceano (o qualcosa di simile), infatti quest'ultima frase non l'ho capita bene, gli consiglia di suicidarsi? :interrogativo:

Nonostante tutto non gli converrebbe perchè deve fare la fortuna dello psicologo :)

Azz, capito, grazie. :mrgreen:

clanghetto 29-08-2011 23:58

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Anche io espressi dei dubbi al mio psicologo, male ma li espressi. Non successe niente.

Ho cambiato e questa qui è molto più interattiva, ride, dice parolacce e si adegua.

Magari la tua psicologa ti sta a dire da 30 anni che con le parole non possono risolvere le cosedel tutto e tu ti sei appilato le recchie per nn cogliere il senso di tale affermazione

Il dubbio che mi assale è il fatto che noi combattiamo la paura del giudizio ma per capire cosa siamo dobbiamo sottoporci al giudizio dello psicologo che dice "i tuoi problemi sono la famiglia" oppure "devi cercare di esprimerti meglio" oppure " non puoi guardare sempre il lato negativo delle cose". :interrogativo:

Grande Fobia 30-08-2011 00:40

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587805)
Ora, al di là del metacoso e del dececoso e del disturbo evitante o quello che sia, io non capisco perché ad una persona con difficoltà relazionali, ma che comunque lavora ed ha la sua seppur limitata vita sociale (cioè voglio dire... non sono mica autistico!), non si possano prescrivere delle, magari semplici, interazioni sociali, per poi discutere in seduta sui risultati conseguiti e le criticità a livello relazionale. Se poi anche fossero dei fallimenti, voglio dire, faccio già tanti fallimenti per conto mio, e uno in più non sarà certo la fine del mondo né credo che vada più di tanto a confermare le mie convinzioni. Tutto questo secondo me si potrebbe benissimo fare anche parallelamente (fin dalle primissime sedute) al lavoro di analisi sulle rigidità di pensiero. Lei cosa ne pensa?

Io di psicologia clinica ci capisco sicuramente meno di te... ma quella che hai fatto mi sembra una descrizione perfetta dell'approccio cognitivo-comportamentale...

Moonwatcher 30-08-2011 01:05

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Grande Fobia (Messaggio 587895)
Io di psicologia clinica ci capisco sicuramente meno di te... ma quella che hai fatto mi sembra una descrizione perfetta dell'approccio cognitivo-comportamentale...

Ma infatti la cosa che più mi incuriosì (oltre al fatto che la mollai perché proprio non riuscivo a comunicare con la terapeuta) dei quattro mesi di TCC che feci è che sebbene io continuassi a pazientare non mi veniva dato altro homework oltre il compito settimanale di auto monitoraggio. :nonso: Per cui volevo sapere dal Dott. Liverani se è normale o se forse questo ritardo era dovuto al fatto che stava aspettando prima di vedere miglioramenti nel deficit metacognitivo. Io penso proprio così e non capisco il motivo di questa scelta. Avrei potuto parlarle di questo, ma tanto credo che avrei comunque mollato quella specifica terapeuta per altri motivi, quindi boh... Con la successiva terapeuta il discorso è cambiato, si son seguite altre strade, si è parlato di un'infinità di argomenti e non ho sentito l'esigenza di chiederle di "correre" nel lavoro sulle abilità sociali, anche perché comunque gli argomenti erano importanti, sento che era utile e direi necessario che io ne parlassi e sviscerassi certe cose, è stato certamente proficuo. Ma ora... forse ora sono pronto e vorrei lavorare sulle abilità sociali, e forse a dire il vero lei mi ha chiesto di riflettere su questo e mi ha fatto quella domanda proprio perché ha intuito tutto ciò... :pensando: (e i "compiti" sono parte integrante anche del suo modo di fare terapia). Ma un'altra cosa che mi preoccupa è che, io non intendo mollare a metà anche questa terapia, ora cercherò solo di sfrucugliare un po' perché si alzi entrambi le c******, il che significa soprattutto io ahimè :mannaggia:, però intanto faccio già ragionamenti su un'altra terapia da fare, mi sono già orientato su un altro approccio e su un'alltra terapeuta che ho praticamente già scelto... Ora questo significa che la mia forma mentis è già predisposta al fallimento imminente? :interrogativo:

Who_by_fire 30-08-2011 03:09

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 587839)
La frecciatina sulla bibbia me l'ero persa [...]

E' comune a molte persone "esterne", sia profani che professionisti, la convinzione che chi ha problemi psicologici sia facile preda di sette, manuali, credenze di vario tipo.
Mentre invece più spesso tra le persone problematiche regna uno scetticismo molto forte verso qualsiasi cosa, siano esse soluzioni trovate nei libri o sedute pagate profumatamente.

Uno magari verbalmente, nel parlare di se stesso, si affida a manuali e termini scientifici (anche se è scettico su di essi), ma molto spesso è semplicemente un modo per oggettivare i propri problemi, per parlarne in modo più sereno e ragionarne meglio. L'ideale sarebbe conoscere il termine scientifico esatto per ogni singolo moto dell'anima, ma è impossibile, gli strumenti sono limitati, o meglio è l'animo umano che è infinito.

Scambiare questo modo di comunicare per un attaccamento religioso è sbagliatissimo e anche sintomo di presunzione da parte degli psicologi che credono un po' troppo nella loro scienza, che è invece la più imperfetta e lontana da conclusioni certe tra tutte quelle esistenti..ad esser buoni si contende la top list con la sociologia. E questo i loro pazienti lo sanno.


:perfetto: .

Dott. Liverani 30-08-2011 14:48

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 587741)
(ehm, moon, fa il bravo;) )

signor liverani, cos'è il social skill training?
E' una cosa che possono fare tutti coloro che non sono perfettamente a loro agio nel vivere in società (il che in futuro equivarrà, se tanto mi da tanto, al 90% della popolazione), o è un trattamento per i casi gravi (es. autismo)

grazie

Un social skill training è un intervento di potenziamento delle abilità sociali. La sua applicazione può essere calibrata sui desideri e le necessità delle persone e di conseguenza affrontare abilità e situazioni molto diverse tra loro.

Dott. Liverani

Dott. Liverani 30-08-2011 15:22

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587805)
io non capisco perché ad una persona con difficoltà relazionali, ma che comunque lavora ed ha la sua seppur limitata vita sociale (cioè voglio dire... non sono mica autistico!), non si possano prescrivere delle, magari semplici, interazioni sociali, per poi discutere in seduta sui risultati conseguiti e le criticità a livello relazionale.

Se questo è il suo desiderio le suggerisco di parlarne con la sua terapeuta in modo di pianificare le interazioni sociali in modo graduato. Male che vada, anche dalle interazioni "fallimentari" possono derivare preziosi insegnamenti per affrontare più efficacemente i successivi esperimenti comportamentali.

Leggendo questo e altri suoi interventi la mia impressione (assolutamente priva di qualsiasi valore diagnostico) è che abbia una discreta consapevolezza delle proprie emozioni e dei propri pensieri. Il fatto che si interroghi su quanto possano pensare gli altri mi fa pensare che sia consapevole anche che le altre persone possano avere dei pensieri. Entrambe le cose mi porterebbero a escludere un deficit meta cognitivo, per lo meno grave. Prenda tutto ciò con le dovute cautele. Si tratta solo di una mia impressione, basata sulla lettura di qualche sua discussione.

Sulle etichette diagnostiche mi son già espresso in altri interventi. Sono necessarie dal punto di vista della classificazione dei disturbi, ma non descrivono la realtà clinica in modo tale da poter pianificare un intervento ad hoc sull'individuo.

Dott. Liverani

PS Sono lusingato dai suoi propositi, ma spero che il suo terapeuta attuale faccia al caso suo. ;)

Dott. Liverani 30-08-2011 15:31

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 587828)
Bella battuta ^^
Da persona assolutamente profana di psicologia mi sorge la curiosità di chiederle se è solito rivolgere sfottò del genere anche in riferimento alle convinzioni dei suoi pazienti, magari durante una seduta.
La ringrazio anticipatamente per la risposta :)

Talvolta sì. In molti casi, proprio perché è inaspettata, aiuta a rendersi conto dell'irrazionalità di alcune convinzioni. Ad ogni modo, fa parte del mio stile comunicativo. Può non piacere ma non lo ritengo offensivo. In fondo ho espresso solo come io immagino un libro.

Dott. Liverani

Dott. Liverani 30-08-2011 15:47

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 587925)
Per cui volevo sapere dal Dott. Liverani se è normale o se forse questo ritardo era dovuto al fatto che stava aspettando prima di vedere miglioramenti nel deficit metacognitivo.
Io penso proprio così e non capisco il motivo di questa scelta. Avrei potuto parlarle di questo, ma tanto credo che avrei comunque mollato quella specifica terapeuta per altri motivi, quindi boh...

Mi sta chiedendo le intenzioni della sua terapeuta? Non credo di poterle rispondere. Concordo con lei sull'opportunità di porre questa domanda alla sua psicologa.

Dott. Liverani

Winston_Smith 30-08-2011 15:52

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Dott. Liverani (Messaggio 588199)
Talvolta sì. In molti casi, proprio perché è inaspettata, aiuta a rendersi conto dell'irrazionalità di alcune convinzioni. Ad ogni modo, fa parte del mio stile comunicativo. Può non piacere ma non lo ritengo offensivo.

No, infatti neanch'io lo ritengo offensivo.
L'importante è che anche lo stile comunicativo del paziente abbia piena libertà di espressione, magari con analoghe battute non offensive riguardanti certe convinzioni o supposizioni del terapeuta (che a volte possono fare cilecca anche loro).

Moonwatcher 30-08-2011 16:05

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 588212)
No, infatti neanch'io lo ritengo offensivo.
L'importante è che anche lo stile comunicativo del paziente abbia piena libertà di espressione, magari con analoghe battute non offensive riguardanti certe convinzioni o supposizioni del terapeuta (che a volte possono fare cilecca anche loro).

Ma ci mancherebbe anche che in seduta il terapeuta non ti lasci esprimere liberamente. Più che altro è mia opinione che se battute del genere vengono fatte nelle prime sedute, senza aver prima creato un terreno di condivisione, il risultato sortito non sarà di far riflettere il paziente sulle sue convizioni come sostiene il Dott., bensì di convincerlo della scarsa professionalità ed empatia del terapeuta (forse a ragione, forse no, ma comunque non vedo quale utilità terapeutica possa avere).

Moonwatcher 30-08-2011 16:13

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Dott. Liverani (Messaggio 588205)
Mi sta chiedendo le intenzioni della sua terapeuta? Non credo di poterle rispondere. Concordo con lei sull'opportunità di porre questa domanda alla sua psicologa.

No, parlavo della mia ex-terapeuta, ma chiaramente non le chiedevo di leggere nella sua mente. :mrgreen:

La domanda era di pura curiosità ed era del tipo: nella TCC rientrano nella norma quattro mesi di lavoro di auto monitoraggio senza che venga assegnato alcun esercizio comportamentale? Se sì, in genere, perché? Ripeto, è una domanda di curiosità su come di solito funziona la TCC, non riguarda specificatamente la mia terapia!

JohnReds 30-08-2011 16:44

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Dott. Liverani (Messaggio 588199)
Talvolta sì. In molti casi, proprio perché è inaspettata, aiuta a rendersi conto dell'irrazionalità di alcune convinzioni. Ad ogni modo, fa parte del mio stile comunicativo. Può non piacere ma non lo ritengo offensivo. In fondo ho espresso solo come io immagino un libro.

Dott. Liverani

Capisco, però, come ho fatto presente in questa considerazione, l'abuso, da parte di gente come noi, che viene fatto di certe terminologie è molto spesso correlato non tanto ad una credenza religiosa ma al tentativo di esprimersi in modo oggettivo.
E' molto difficile esporre i propri problemi più nascosti, specie se sono problemi sociali, dato che nel nostro mondo, sempre di più, è richiesto di essere dei public relation men, la famosa società dei servizi, conta saper vendere e basta.
Un'appliglio più scientifico è come una boccata d'aria fresca e consente di esporsi con più facilità, si riesce a vedere le proprie difficoltà alla stregua di una raffreddore.
E nonostante questo, nonostante la fatica enorme di essere riusciti ad ammettere cosa si ha, si rischia di far la figura dei fanatici ci questo o quel manuale. E' veramente troppo.

Se nel suo mestiere la "battutina a effetto" riesce a spiazzare e a porsi delle domande, ben venga, non voglio insegnare il lavoro a nessuno.
Il mio vuole più che altro essere un suggerimento per evidenziare bene cosa prova chi sta "dall'altra parte".

Grazie per il chiarimento sul social skills training.

Dott. Liverani 30-08-2011 19:21

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 588226)
La domanda era di pura curiosità ed era del tipo: nella TCC rientrano nella norma quattro mesi di lavoro di auto monitoraggio senza che venga assegnato alcun esercizio comportamentale? Se sì, in genere, perché? Ripeto, è una domanda di curiosità su come di solito funziona la TCC, non riguarda specificatamente la mia terapia!

Non esiste una norma che definisca i tempi entro i quali raggiungere determinati obiettivi anche perché questi dipendono da diverse variabili (soggetto, terapeuta, alleanza terapeutica, ecc).
I protocolli, quando esistono, sono a mio avviso da considerare come puramente indicativi. Ogni individuo e di conseguenza ogni terapia è un percorso unico, che andrebbe tagliato e cucito in modo specifico per "quella persona".
Rispetto alle scelte della sua ex-terapeuta sarei propenso a dire che siano state il frutto di sue valutazioni personali.
Personalmente, trovo gli esperimenti comportamentali molto efficaci se costruiti adeguatamente. In genere sono valutazioni che un terapeuta fa sulla base di cosa appare più semplice modificare prima: i comportamenti o le convinzioni. Ci sono pazienti che accettano di sperimentare più facilmente alternative comportamentali piuttosto che prendere in considerazione alternative cognitive. In quel caso potrebbe essere più agevole tentare di modificare prima i comportamenti e dopo le convinzioni, sulla base delle nuove esperienze fatte.

Spero di aver risposto alla sua domanda.

Dott. Liverani

Moonwatcher 30-08-2011 22:39

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Dott. Liverani (Messaggio 588398)
Personalmente, trovo gli esperimenti comportamentali molto efficaci se costruiti adeguatamente. In genere sono valutazioni che un terapeuta fa sulla base di cosa appare più semplice modificare prima: i comportamenti o le convinzioni. Ci sono pazienti che accettano di sperimentare più facilmente alternative comportamentali piuttosto che prendere in considerazione alternative cognitive. In quel caso potrebbe essere più agevole tentare di modificare prima i comportamenti e dopo le convinzioni, sulla base delle nuove esperienze fatte.

Ho capito. Sì, forse pensandoci bene non sarei molto disponibile a modificare i comportamenti se prima non ne fossi pienamente convinto. :pensando:

La ringrazio per tutto il tempo che mi ha dedicato Dott., per una volta senza alcuna ironia! :mrgreen:

Dott. Liverani 31-08-2011 20:26

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 588551)
Ho capito. Sì, forse pensandoci bene non sarei molto disponibile a modificare i comportamenti se prima non ne fossi pienamente convinto. :pensando:

Sperimentare nuovi schemi comportamentali (pur mantenendo le proprie convinzioni) a volte è un modo efficace per sconfermare le convinzioni stesse. Un esempio, molto semplice, giusto per chiarire il concetto.
Se fossi convinto che non ho nulla d'interessante da dire (convinzione) è assai probabile che eviterò di esprimere i miei pensieri spontaneamente (comportamento). Pertanto difficilmente avrei motivo di modificare la mia convinzione di base.
Un esperimento comportamentale, in questo caso, potrebbe prevedere il provare ad esprimere quel che penso, nonostante la convinzione che possa non essere interessante, e valutarne le conseguenze pratiche come la reazione da parte degli altri.

La condotta di evitamento che caratterizza tutti i disturbi fobici ostacola la possibilità di fare nuove esperienze e di conseguenze di disconfermare eventuali convinzioni irrealistiche e fare nuovi apprendimenti.

Dott. Liverani

kappa2010 31-08-2011 21:09

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
[quote=Dott. Liverani;589175]
Quote:

La condotta di evitamento che caratterizza tutti i disturbi fobici ostacola la possibilità di fare nuove esperienze e di conseguenze di disconfermare eventuali convinzioni irrealistiche e fare nuovi apprendimenti.

Dott. Liverani
Ma anche di confermare quelle convinzioni cosi` come e` accaduto con l`instaurarsi stesso della condotta di evitamento : questo nell`ipotesi che la fobia prevalga lo stesso nonostante la terapia in corso,o al termine della terapia stessa?
O ,forse,proprio perche` dettate dall`irrazionalita` ,queste prevarranno e non consentiranno al fobico di disconfermarle?
Nonostante i nuovi apprendimenti intendo.

Dott. Liverani 04-09-2011 20:30

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
[quote=kappa2010;589207]
Quote:

Originariamente inviata da Dott. Liverani (Messaggio 589175)


Ma anche di confermare quelle convinzioni cosi` come e` accaduto con l`instaurarsi stesso della condotta di evitamento : questo nell`ipotesi che la fobia prevalga lo stesso nonostante la terapia in corso,o al termine della terapia stessa?
O ,forse,proprio perche` dettate dall`irrazionalita` ,queste prevarranno e non consentiranno al fobico di disconfermarle?
Nonostante i nuovi apprendimenti intendo.

Non sono certo di aver compreso la domanda. Se sta chiedendo se l'esperienze possono eventualmente confermare delle convinzioni irrazionali la risposta è affermativa anche se poco probabile, soprattutto se gli esperimenti comportamentali vengono prima pianificati e poi discussi in corso di terapia.
Se la domanda era un'altra le chiedo di riformularla in modo più chiaro affinché le possa rispondere.

Dott. Liverani

Moonwatcher 03-10-2011 10:58

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Volevo spendere il mio 5001esimo post* per scrivere che la scorsa seduta ho parlato con la mia terapeuta dei dubbi che avevo e le ho mosso le "critiche" che avevo da muovere. Li ha accolti e mi ha detto che ne terrà conto. Inoltre mi ha detto che, per quanto la riguarda, siamo nella fase finale della terapia e d'ora in avanti diraderemo le sedute.

Orcocan, significa che son quasi guarito... :D

*che per ovvi motivi è più significativo del banale 5000esimo. :D

Moonwatcher 04-10-2011 17:44

Re: Alcuni dubbi sulla mia terapia
 
Ma non interessa a nessuno sapere se la terapia mi è stata utile, se ho acquisito maggiore consapevolezza, ecc.? :pensando:


Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 17:56.

Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.