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barclay 26-03-2011 11:09

Il fine ultimo della terapia
 
Premesso che so bene qual'è in teoria, perché ne ho parlato più volte col mio analista; avete mai l'impressione che il fine ultimo della terapia (di qualunque scuola terapeutica) sia condurre il paziente alla rassegnazione?

criptico 26-03-2011 11:31

Re: Il fine ultimo della terapia
 
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veratrum 26-03-2011 11:50

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Beh, se tu vedi il conoscere e l’accettare te stesso come rassegnazione, penso proprio di sì.
Se invece consideri questa accettazione come un punto di partenza per iniziare e provare a cambiare ciò che non ti va, evidentemente no.
Son punti di vista, entrambi legittimi, credo… anche se portano a conclusioni e conseguenze pesantemente diverse.
A volte.

pirata 26-03-2011 11:54

Re: Il fine ultimo della terapia
 
a me non sembra, ma boh è solo un mese che la faccio

SonoFelicissimo 26-03-2011 12:11

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 503066)
Premesso che so bene qual'è in teoria, perché ne ho parlato più volte col mio analista; avete mai l'impressione che il fine ultimo della terapia (di qualunque scuola terapeutica) sia condurre il paziente alla rassegnazione?

oggi che ho 40anni...sentire che la psicoterapia serve solo ad arricchire i medici mi da sollievo...(magari a te un po meno :D )...perchè alla rassegnazione ci sono arrivato da solo...tutti i meriti vanno solo ed esclusivamente a meeeeeeeee :clap:. Grazie grazie per gli eventuali complimentiii

Inosservato 26-03-2011 12:57

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 503066)
Premesso che so bene qual'è in teoria, perché ne ho parlato più volte col mio analista; avete mai l'impressione che il fine ultimo della terapia (di qualunque scuola terapeutica) sia condurre il paziente alla rassegnazione?

Sarebbero soldi buttati allora...alla rassegnazione ci si arriva tranquillamente da soli :D
Io credo che chi fa terapia ha voglia di cambiare, quindi il medico in teoria dovrebbe assecondare questa voglia....

Confusion 26-03-2011 13:10

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Secondo me la psicoterapia, in termini più pacati e meno esaltati, ha gli stessi obiettivi della Pnl nel farti accettare te stesso per quello che sei, nel farti senire una persona importante per affrontare meglio la vita.
La cosa negativa è che non c'è nemmeno un pò di oggettività in tutto questo, perchè si tratta di creare un'autostima dal nulla.
A volte alla Pnl vedi dei risultati che paiono fenomeni da baraccone.
Sapete alcuni vanno lì perchè non si stimano esteticamente: c'è una ragazza che ora ha i capelli mezzi arancioni e mezzi scuri mezzi rasati da una parte vestita tutta strana e ora si sente sexy.
Praticamente a forza di sentirsi dire che devono sentirsi così ci credono davvero e arrivano ad avere questi look estremi pur di avere visibilità e si rriva ai limiti del ridicolo.

pirata 26-03-2011 13:30

Re: Il fine ultimo della terapia
 
io faccio la tcc e l'obiettivo è quello di incrementare l'autostima attraverso comportamenti pratici
poi magari non funziona
ma l'obiettivo non è quello della rassegnazione o dell'autocompiacimento mediante frottole

Confusion 26-03-2011 14:05

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Mi hanno detto che nella Pnl nn mi metto in discussione ed è per quello che non vedo risultati.
Ma ditemi.
Come posso mettermi in discussione e confidare i miei pensieri e le mie debolezze a un'esaltata che non fa altro che proporti corsi aggiuntivi per spillarti soldi, una che ti guarda con le stlle negli occhi perchè ti vede come l'ennesima occasione finanziaria?
Come posso confidare le mie cose a uno spot pubblicitario-commerciale viventeì????

barclay 26-03-2011 14:07

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da veratrum (Messaggio 503072)
Beh, se tu vedi il conoscere e l’accettare te stesso come rassegnazione, penso proprio di sì.

Questo è esattamente quello che intendevo.

AmyLee 26-03-2011 14:26

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 503066)
Premesso che so bene qual'è in teoria, perché ne ho parlato più volte col mio analista; avete mai l'impressione che il fine ultimo della terapia (di qualunque scuola terapeutica) sia condurre il paziente alla rassegnazione?

Per quanto riguarda me: prima di cominciare la terapia abbiamo posto gli obiettivi da raggiungere, perchè dovevo sapere quale fosse "il fine ultimo della terapia" (altrimenti per cosa mi stavo impegnando, cosa stavo facendo?). E man mano che la terapia andava avanti, si vedevano nero su bianco i risultati ottenuti.
Quindi non solo conoscere ed accettare sé stessi (che è comunque una cosa buona da fare) ma avere anche dei cambiamenti su ciò che di noi stessi danneggia la qualità della nostra vita.

PriccoPracco 26-03-2011 14:38

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da veratrum (Messaggio 503072)
Beh, se tu vedi il conoscere e l’accettare te stesso come rassegnazione, penso proprio di sì.
Se invece consideri questa accettazione come un punto di partenza per iniziare e provare a cambiare ciò che non ti va, evidentemente no.
Son punti di vista, entrambi legittimi, credo… anche se portano a conclusioni e conseguenze pesantemente diverse.
A volte.

Sò d'accordo!:yes:

veratrum 26-03-2011 15:09

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 503091)
Questo è esattamente quello che intendevo.

Perfetto. Come ho detto, sono punti di vista.
Per me l’essenziale è rimanere consapevole che è raro avere una sola opzione di scelta, anche se tendo a dimenticarlo perché è più facile pensare di non avere alternative.
Quindi se ti vuoi rassegnare, fallo pure, è un tuo diritto, ne pagherai il prezzo richiesto, ma non credere che non ci siano altre possibilità: se pensi questo, ti illudi grossolanamente.

veratrum 26-03-2011 15:10

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Confusion (Messaggio 503090)
Mi hanno detto che nella Pnl nn mi metto in discussione ed è per quello che non vedo risultati.
Ma ditemi.
Come posso mettermi in discussione e confidare i miei pensieri e le mie debolezze a un'esaltata che non fa altro che proporti corsi aggiuntivi per spillarti soldi, una che ti guarda con le stlle negli occhi perchè ti vede come l'ennesima occasione finanziaria?
Come posso confidare le mie cose a uno spot pubblicitario-commerciale viventeì????

Ma chi ti obbliga a continuare??

Grande Fobia 26-03-2011 16:12

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da pirata (Messaggio 503084)
io faccio la tcc e l'obiettivo è quello di incrementare l'autostima attraverso comportamenti pratici
poi magari non funziona
ma l'obiettivo non è quello della rassegnazione o dell'autocompiacimento mediante frottole

Per me una terapia deve dare risultati visibili velocemente, e procedere in modo da trasformare la mente e la personalità del paziente togliendo almeno il grosso dei problemi. La parola rassegnazione la dice già lunga su come una terapia sta andando.

Martello 26-03-2011 16:39

Re: Il fine ultimo della terapia
 
La terapia non ha nessun fine perchè non è una cura, è un aiuto, gli esiti sono i + disparati, in genere si vocifera che abbia come fine il cambiamento, ma molti fanno l'errore di andare in terapie e finiti i 50 minuti continuano a vivere come hanno sempre vissuto, insomma non accoppiano terapia e cambiamento di vita.

Amanda 26-03-2011 17:23

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Io ho iniziato da pochissimo la terapia...ma dovrebbe, almeno spero, aiutarmi ad affrontare i problemi che ho in maniera ben diversa da come li affrontavo fin ora. Dovrebbe farmi capire se quello che ho è veramente quello che voglio e se veramente mi fà star bene.
E' così....o la mia è solo un'utopia???

Confusion 26-03-2011 17:51

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Però ripensandoci...aldilà dell'oggettività, del fatto che certa gente diventa ridicola nel credersi più di quel che è...forse avrei davvero bisogno di una terapia....
Quando sono nei momenti bui e penso a delle cose che mi hanno detto anche se non molto vere tipo della magrezza...inizio a vedere difetti ovunque anche dove non ci sono: sproprzioni immaginarie testa-corpo, problemi facciali, problemi di altezza, problemi ovunque fino ad arrivare a pensare che forse ho delle menomazioni o malformazioni che non mi sono mai accorto di avere.
Passo da una piccola cosa a vedere il male ovunque: nemmeno questa è oggettività.
Loro esagerano a positivizzare tutto ma io in quei momenti faccio l'opposto.

barclay 26-03-2011 18:44

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Da quello che ho letto qui, sembra che anche chi riesce a raggiungere certi risultati lo fa con una “palla al piede”: tutta una serie di ansie che ha imparato a dominare/ignorare ma che sono sempre con lui; persino i comportamentalisti parlano di "desensibilizzazione" anziché di "eliminazione". Questo mi fa pensare che, in confronto alla concorrenza, siamo "azzoppati" e, quindi, accettarsi equivale ad accettare il proprio handicap e rassegnarsi ad arrivare sempre secondi; a questo punto mi ricordo che nella vita ci sono "gare" in cui non c'è un secondo posto sul podio, mi viene l'inquietante sensazione d'essere condannato a giocare d'azzardo e mi chiedo come si fa a vivere felici sapendo che il resto della tua vita dipende solo dal caso e non dalle tue capacità :sad:

pirata 26-03-2011 19:12

Re: Il fine ultimo della terapia
 
l'obiettivo di eliminare totalmente le ansietà del quotidiano è senz'altro irrealistico, persino i cosiddetti "normali" vivono a contatto con l'ansia, anche se meno forte e ben controllata in determinati contesti
da quel che ne so, l'obiettivo di una terapia è proprio quello, portare le ansietà e le paure ad un livello più normale e meno invalidante, così da permetterci di raggiungere qualche obiettivo che servirà all'autostima
poi magari ho detto un treno di cazzate
mi riservo di cambiare idea

barclay 26-03-2011 19:18

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da pirata (Messaggio 503196)
persino i cosiddetti "normali" vivono a contatto con l'ansia, anche se meno forte e ben controllata in determinati contesti

Su questo ho seri dubbi. Pensa ad una bella ragazza circondata da uno stuolo di corteggiatori: hai mai visto su una di quelle facce qualcosa che faccia pensare all'ansia? In questi giorni, sul lavoro, questa scena si ripete spessissimo e sulle facce maschili che vedo c'è solo compiacimento.

pirata 26-03-2011 19:37

Re: Il fine ultimo della terapia
 
... ben controllata in determinati contesti

e poi l'esperienza fa miracoli (se positiva...)

Leopard 26-03-2011 20:37

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Il fine ultimo della terapia è diventare figobulli:laugh::D:thumbup:

veratrum 27-03-2011 17:05

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 503193)
in confronto alla concorrenza, siamo "azzoppati" e, quindi, accettarsi equivale ad accettare il proprio handicap e rassegnarsi ad arrivare sempre secondi; a questo punto mi ricordo che nella vita ci sono "gare" in cui non c'è un secondo posto sul podio,


E questa robaccia da dove viene?:D Sei più realista del re.
Davvero ti conviene rimanere spasmodicamente aggrappato a questi concetti? Te ne dovresti liberare quanto prima, invece che continuare a avvelenartici la vita. Oltretutto non sono nemmeno realistici. Proprio no. Quando leggo queste cose mi torna sempre in mente un racconto di Meyrinck, Il Bramino…:D

E poi, ti sfiora mai il dubbio che potresti sbagliarti nel valutare i comportamenti altrui?

barclay 28-03-2011 11:51

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da veratrum (Messaggio 503296)
E questa robaccia da dove viene?:D Sei più realista del re.

Mi autoquoto…
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 503492)
Questo è esattamente quello che intendo quando parlo di “arrivare secondi” e “concorrenza”: nel tempo che l'introverso impiega a vincere le proprie paure l'estroverso ha già concluso :sad:


veratrum 28-03-2011 13:06

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Tu ti sei fatto un’idea del mondo. Anch’io ho la mia. E anche gli altri la hanno, in genere. È ovvio che io l’abbia formata sulle mie esperienze e che questa sia coerente con quello che ho vissuto e sul come l’ho interpretato in base al mio temperamento e carattere. Ma la mia come la tua sono solo un pezzetto del puzzle. Voglio dire, in base a cosa la mia è giusta e la tua no? O viceversa? Necessariamente uno deve integrare e rettificare per quanto possibile con le idee altrui, altrimenti diventa paranoico. E soprattutto l’idea che hai delle cose condiziona poi come ti rapporterai a quelle cose. Se sei un evitante e vivi tutto come una sfida lo prenderai sempre inevitabilmente in tasca.
Quando la smetterai di credere che il mondo giri necessariamente o solamente come credi tu, vedrai che le cose cambieranno (anche in quello che ti preme di più).
Testato :D

Moonwatcher 28-03-2011 14:41

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Leopard (Messaggio 503214)
Il fine ultimo della terapia è diventare figobulli

Fortunatamente no, non è una prospettiva che mi alletti.

Penso che il fine ultimo di qualunque terapia non sia né di cambiare il carattere né qualunque altro dato oggettivo (il carattere infatti io qui ora lo definisco come quella parte immodificabile dei modi di pensare e degli schemi comportamentali di una persona così almeno non mi si può obiettare nulla :cool:).

Il fine ultimo della terapia non è farci diventare più belli. (ok, questa è scontata, dato che non è un salone di bellezza :laugh:)
Il fine ultimo della terapia non è farci diventare più estroversi.
Il fine ultimo della terapia non è cambiare l'opinione che gli altri hanno di noi, avere maggiori apprezzamenti, avere maggiore successo nel lavoro o con l'altro sesso, ecc.

Il fine ultimo della terapia è innanzitutto conoscere sè stesso, analizzarlo e capire cosa si può e si vuole cambiare e cosa non si può o non si vuole cambiare (e nel secondo caso riuscire anche ad accettarlo). Cambiamento de che? Mi sembra banale: essendo una psicoterapia non può che cambiare dei processi mentali.

(gli effetti di tutto ciò sono solo in parte prevedibili e in parte preda del caos)

Nick 28-03-2011 15:35

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 503066)
Premesso che so bene qual'è in teoria, perché ne ho parlato più volte col mio analista; avete mai l'impressione che il fine ultimo della terapia (di qualunque scuola terapeutica) sia condurre il paziente alla rassegnazione?

Labile il confine tra accettazione e rassegnazione è.

Moonwatcher 28-03-2011 16:00

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Nick (Messaggio 503562)
Labile il confine tra accettazione e rassegnazione è.

Secondo me non è così labile: nel primo caso c'è serenità, nel secondo c'è solo la presa di coscienza che si vuol smettere di sperare in qualche cambiamento, nell'ottenere qualcosa, ma non c'è alcuna serenità, anzi solo rimpianti.

pois 28-03-2011 16:12

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Purtroppo posso parlare solo a titolo personale, ma in anni di terapia e di racconto del sé, dopo infiniti tentennamenti, ripensamenti, cambiamenti, silenzi mi sono accorto, io cinico e materialista, che esiste una vita spirituale. A questo punto il dubbio è se preferire un confessore laico a un confessore togato. In ogni caso si tratta di percorsi di vita che continuano fin quando non finisce la vita stessa, io in questi anni ho deciso di aiutarmi nei miei passi con l'analista, che è un accompagnatore, una escort del pensiero. Come una escort non ti guarirà mai del tutto dalla tua voglia di tromb...pensare.

Nick 28-03-2011 16:13

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcher (Messaggio 503567)
Secondo me non è così labile: nel primo caso c'è serenità, nel secondo c'è solo la presa di coscienza che si vuol smettere di sperare in qualche cambiamento, nell'ottenere qualcosa, ma non c'è alcuna serenità, anzi solo rimpianti.

No, beh sono d'accordo. Anche con quanto hai scritto sopra.
Ma per esperienza, in terapia capita di confondere le due cose e secondo me sta soprattutto lì la capacità del terapeuta.
Infatti, quando ho lasciato un terapeuta che aveva questo limite, una volta trovatone uno che è riuscito a farmi capire questa differenza, poi sono riuscito anche a recuperare quello che di buono c'era nella precedente terapia.

Dream2911 28-03-2011 17:08

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da pois (Messaggio 503572)
io in questi anni ho deciso di aiutarmi nei miei passi con l'analista, che è un accompagnatore, una escort del pensiero. Come una escort non ti guarirà mai del tutto dalla tua voglia di tromb...pensare.

In effetti... temo sia proprio così!

Sono in terapia da diversi anni... per molto tempo sono andato avanti senza chiedermi quale fosse il fine ultimo della psicoanalisi...forse perché avevo bisogno piuttosto del fine "immediato", cioè quello di stare meglio e risolvere i tanti piccoli conflitti che mi tenevano incatenato.

Esiste un fine ultimo? Sicuramente sì, ma credo sia un concetto molto relativo. Dopo tutto questo tempo sento il bisogno di mettere una parola fine alla terapia, per quella che è pur sempre un'esperienza che non voglio vada avanti all'infinito. Questo perché credo che non vi sia un "completamento" dell'analisi... arrivati ad un certo punto si deve scegliere, così come quando si è iniziato, di concludere.
Quello che a volte mi lascia perplesso è l'impressione che il mio "fine ultimo" non coincida esattamente con quello dell'analista...ma forse è anche giusto così.

P.S. Dal mio punto di vista la rassegnazione è solo una visione pessimistica dell'accettazione di sé, solo che si porta dietro tutta la negatività (commiserazione, mancanza di autostima, etc etc). Bisogna pensare meno alla posizione sul podio... e pensare quanto è bello correre senza l'ansia del cronometro o della classifica... si può e si deve vivere (bene) anche senza competizione.

barclay 28-03-2011 20:23

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Chiaritemi una cosa: se a me piace una donna e la stessa donna piace ad uno o più estroversi, come faccio a non vederci una competizione? :confused:

P.S. — A me non piacciono i “giochi a tre” :cool:

Dream2911 28-03-2011 21:23

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 503688)
Chiaritemi una cosa: se a me piace una donna e la stessa donna piace ad uno o più estroversi, come faccio a non vederci una competizione? :confused:

P.S. — A me non piacciono i “giochi a tre” :cool:

Ok.. ma bisogna per forza competere per piacere ad una donna? Forse, ma non sempre.

Se ti piace questa donna che piace a tanti dovrai certamente entrare in competizione, ma non necessariamente lei sceglierà come "vincitore" uno degli estroversi. Certo, può succedere, va messo in conto nel momento in cui ti metti in gioco. Ogni gara ha un rischio.
Però credo anche che, se c'è attrazione reciproca, la competizione è vinta in partenza. Puoi anche stare fermo al palo...ma se le piaci...lei se ne fregherà del superman che vince la gara facendo il record del mondo.

Chiaramente il "piacersi" reciprocamente è fondamentale.

Moonwatcher 28-03-2011 22:52

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Dream2911 (Messaggio 503601)
Bisogna pensare meno alla posizione sul podio... e pensare quanto è bello correre senza l'ansia del cronometro o della classifica... si può e si deve vivere (bene) anche senza competizione.

Quote:

Originariamente inviata da Dream2911 (Messaggio 503704)
Ok.. ma bisogna per forza competere per piacere ad una donna? Forse, ma non sempre.

Ti quoto, sei un grande. :cool:

Moonwatcher 28-03-2011 22:54

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Stone ma qual è il "fine ultimo" che hai in mente tu per la tua terapia se posso chiedere???

barclay 29-03-2011 07:54

Re: Il fine ultimo della terapia
 
Quote:

Originariamente inviata da Dream2911 (Messaggio 503704)
Però credo anche che, se c'è attrazione reciproca, la competizione è vinta in partenza. Puoi anche stare fermo al palo...ma se le piaci...lei se ne fregherà del superman che vince la gara facendo il record del mondo.

Questo vuol dire che io sono attraente quanto una merda: nessuna in 40 anni si è mai comportata come dici tu, con me :crying: E non dirmi che dipende dal mio atteggiamento perché, secondo il tuo ragionamento, se gli piaccio, dovrebbe fregarsene. Non dirmi neanche che dovrei curare di più il mio aspetto perché ho fatto anche quello. Ti ricordo anche che io non punto solo alle strafiche (semmai punto sempre a quelle meno appariscenti).

Quote:

Originariamente inviata da moonwatcher (Messaggio 503744)
Stone ma qual è il "fine ultimo" che hai in mente tu per la tua terapia se posso chiedere???

Il non essere trattato come un'eunuco da tutte le donne nella vita reale, il non essere sempre e comunque quello che non viene scelto, l'invitare una donna a cena o al cinema e sentirmi rispondere "sì", il non sentirmi dire, quando ci riesco, che “siamo solo amici”, il non sentirmi una merda 24/7 :crying:
Se il fine ultimo è accettarmi per quello che sono, significa che devo rassegnarmi all'idea che sono una merda (ovviamente il mio analista non è d'accordo) e non prendermela quando vengo immancabilmente trattato come tale http://www.fobiasociale.com/picture....&pictureid=789


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