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LordDrachen 28-07-2010 17:37

Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
questi estratti mi dipingono a pennello. e secondo me sono veramente
decisivi alla comprensione.

Quote:

(per l'introverso...)
"Qualunque dimensione di vita – interiore, relazionale, sociale, culturale – che non viene vissuta come espressiva del proprio essere, vale a dire sottesa da una partecipazione emotiva appagante, diventa facilmente noiosa, frustrante, deprimente.
...
In realtà il sistema di ricerca negli introversi ha come obiettivo l’organizzazione graduale di un’esperienza di vita che, nel complesso delle sue manifestazioni, porti ad un benessere profondo, quieto, duraturo. Tale obiettivo è piuttosto elevato,e per ciò richiede in genere parecchio tempo e grande impegno: in misura minimale, esso non può essere raggiunto se non tra i 25 e i 30 anni.
...
Il benessere interiore che gli introversi sono “destinati” a raggiungere non ha nulla a che vedere con la felicità intesa comunemente. Un soggetto introverso può conseguirlo anche portando avanti un’introspezione rigorosa che lo pone di fronte alle sue contraddizioni, immergendosi in riflessioni e studi assolutamente inquietanti, coltivando affetti impegnativi e profondi, dedicandosi ad attività sociali altruistiche, interessando di problemi inerenti il bene comune (politica, ecologia), ecc.
...
Gli introversi, insomma, sembrano programmati o “costretti” – vogliano o no – per conseguire uno stato di benessere a raggiungere la massima profondità possibile nella conoscenza di sé, dell’umano e del mondo, e ad agire, dentro di sé e nel rapporto con gli altri, testimoniando un bisogno radicale di umanizzazione, di “superamento” dell’esistente.

Non si stenta a capire che una programmazione del genere pone grossi problemi di ordine pratico.

Essa, infatti, essendo poco o punto compatibile con l’adattamento istituzionale, comporta la necessità di trovare la propria strada, di scavarla e di tracciarla nel mentre la si percorre. Si tratta di una fatica immane, che richiede, oltre ad un’intuizione dei propri bisogni vocazionali, grande determinazione, impegno e disciplina. È un po’ come risalire una corrente piuttosto che abbandonarsi ad essa.

Il vincolo genetico dell’introversione permette di capire in che senso l’individuazione introversa ha un significato diverso rispetto all’autorealizzazione estroversa. Questa, infatti, è vincolata agli obiettivi posti dalla realtà sociale e ha come fine di raggiungere uno status confermato dagli altri (e se possibile invidiato).

L’individuazione introversa, viceversa, prescinde dal giudizio sociale: rappresenta una sorta di dovere che il soggetto ha nei propri confronti prima ancora che nei confronti degli altri. Il tu devi, in questo caso, a differenza di quanto avviene di solito negli estroversi, è una “vocazione”, eufemismo che sta per un vincolo genetico a cui occorre (o è consigliabile) rispondere anche indipendentemente dalle conferme sociali.

Tale dovere, per fortuna, non comporta che raramente la necessità di operare scelte di vita anticonformiste, trasgressive, devianti od estreme. La sua realizzazione, però, è imprescindibile dall’obbligo di percorrere la propria strada per fedeltà a se stessi prima ancora che per conseguire un inserimento e una conferma sociale. Il problema è che quella strada non è istituzionalizzata: appartiene alle indefinite possibilità di essere legate alla libertà umana, e va tracciata e percorsa."

Solo97 28-07-2010 17:59

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Riflessione consolatoria solo in parte. Saremmo praticamente obbligati raggiungere un livello di consapevolezza superiore pena l'infelicità perenne.
Ho dei dubbi sul fatto che la poca apertura al mondo esterno e il conseguente scarso confronto/scontro con realtà a noi "aliene" insito nell'introversione possa portare ai risultati di cui sopra, se non in rari casi. Uno su mille ce la fa (se va bene).

LordDrachen 28-07-2010 18:01

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
secondo me non hai capito la riflessione. :/

Death 28-07-2010 18:28

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Io non mi sento così.
Non sento di dover trovare una mia strada per raggiungere l'appagamento.
Non sento neppure di dover ricevere apprezzamento da tutti, comeun estroverso.

Dopo aver trovato una propria strada che succede? Solitamente questa strada per l'introverso sarà comunque una strada che prevede solitudine. Alla fine saremo sempre soli, è questo che mi fa girare le balle.

Labocania 28-07-2010 19:17

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 381179)
questi estratti mi dipingono a pennello. e secondo me sono veramente
decisivi alla comprensione.

Posso affermare la stessa cosa.

Unico appunto:
Quote:

L’individuazione introversa, viceversa, prescinde dal giudizio sociale: rappresenta una sorta di dovere che il soggetto ha nei propri confronti prima ancora che nei confronti degli altri. Il tu devi, in questo caso, a differenza di quanto avviene di solito negli estroversi, è una “vocazione”, eufemismo che sta per un vincolo genetico a cui occorre (o è consigliabile) rispondere anche indipendentemente dalle conferme sociali.
Il mio "processo di individuazione" lo voglio completare in totale libertà ed autonomia, ma una volta raggiunto non potrei fare a meno di desiderare una conferma sociale, senza di essa mi sentirei incompleto e solo.

Quote:

Tale dovere, per fortuna, non comporta che raramente la necessità di operare scelte di vita anticonformiste, trasgressive, devianti od estreme. La sua realizzazione, però, è imprescindibile dall’obbligo di percorrere la propria strada per fedeltà a se stessi prima ancora che per conseguire un inserimento e una conferma sociale. Il problema è che quella strada non è istituzionalizzata: appartiene alle indefinite possibilità di essere legate alla libertà umana, e va tracciata e percorsa."
Molto bello e vero questo passo!

Quote:

Originariamente inviata da Solo97 (Messaggio 381191)
Riflessione consolatoria solo in parte. Saremmo praticamente obbligati raggiungere un livello di consapevolezza superiore pena l'infelicità perenne.
Ho dei dubbi sul fatto che la poca apertura al mondo esterno e il conseguente scarso confronto/scontro con realtà a noi "aliene" insito nell'introversione possa portare ai risultati di cui sopra, se non in rari casi. Uno su mille ce la fa (se va bene).

No. Le frasi consolatorie non credo proprio che possano appartenere all'autore del libro.
Certo non tutti gli estroversi riusciranno a realizzarsi, molti rimarranno allo stato di abbozzo , non riusciranno mai a afferrare il loro vero io.

Winston_Smith 28-07-2010 20:51

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Essa, infatti, essendo poco o punto compatibile con l’adattamento istituzionale, comporta la necessità di trovare la propria strada, di scavarla e di tracciarla nel mentre la si percorre. Si tratta di una fatica immane, che richiede, oltre ad un’intuizione dei propri bisogni vocazionali, grande determinazione, impegno e disciplina. È un po’ come risalire una corrente piuttosto che abbandonarsi ad essa.

L’individuazione introversa, viceversa, prescinde dal giudizio sociale: rappresenta una sorta di dovere che il soggetto ha nei propri confronti prima ancora che nei confronti degli altri. Il tu devi, in questo caso, a differenza di quanto avviene di solito negli estroversi, è una “vocazione”, eufemismo che sta per un vincolo genetico a cui occorre (o è consigliabile) rispondere anche indipendentemente dalle conferme sociali.


Questi sono i due passi in cui mi rispecchio di più. Purtroppo non credo di avere abbastanza determinazione per andare controcorrente e adempiere ai doveri che io sento di imporre a me stesso (anche per un innato perfezionismo e per sfuggire ai sensi dicolpa da esso creati), prima ancora che essi vengano richiesti dall'esterno.

Labocania 19-09-2010 18:51

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Riporto in evidenza questo topic per dare la possibilità, a qualcuno che non l'ha ancora fatto, di riconoscersi nelle parole di Anepeta.

Myway 19-09-2010 20:51

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Piuttosto condivisibile, d'altronde è abbastanza ovvio che per l'introverso la componente SOGGETTO sia di gran lunga più importante della componente OGGETTO, cioè mondo esterno.

Non sò se il termine del processo di individuazione diverga realmente tra intro ed estro o se arrivati a quel punto sono concetti che vengono trascesi, però a mio avviso il giudizio sociale diventa non più condizionante a quel punto.

starlight 19-09-2010 21:41

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
mah......traltro io conoscevo uno ke ci stava in cura ma nn mi pare abbia fatto kissà che progressi....

JohnReds 19-09-2010 21:58

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Beh alla fine non dice una cosa tanto strana.
L'estroverso basta che si guardi intorno e trova nei coetanei e nella società, fatta su misura per lui, i modelli per essere se stesso.
L'introverso non ha una società fatta su misura per lui, però cerca intorno a se i modelli di comportamento, ma l'inadeguatezza di tali modelli gli crea un sacco di casini.
Quindi il lavoro mastodontico che si trova di fronte è quello di rigettare tutto ciò che lo fa stare male (più o meno l'intero ordinamento sociale) e crearsene uno fatto a posta per lui. Che culo:)

Labocania 19-09-2010 22:04

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 405316)
Beh alla fine non dice una cosa tanto strana.
L'estroverso basta che si guardi intorno e trova nei coetanei e nella società, fatta su misura per lui, i modelli per essere se stesso.
L'introverso non ha una società fatta su misura per lui, però cerca intorno a se i modelli di comportamento, ma l'inadeguatezza di tali modelli gli crea un sacco di casini.
Quindi il lavoro mastodontico che si trova di fronte è quello di rigettare tutto ciò che lo fa stare male (più o meno l'intero ordinamento sociale) e crearsene uno fatto a posta per lui. Che culo:)

Già. Mi ricordo che Anepeta parlava anche del disagio dell'introverso che è costretto a vivere nel caotico mondo della città, il rumore è un'aggressione costante e continua alla sua più intima natura, che ha bisogno di pace e tranquillità per vivere.

LordDrachen 20-09-2010 09:07

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
in realtà credo che anche gli estroversi abbiano la loro parte introversa (piccola ma presente) ugualmente schiacciata. ed anche alcuni aspetti della parte femminile del maschio sono schiacciati (non ovviamente i tratti matrizzati che sono invece predominanti).

Labocania 20-09-2010 09:31

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 405554)
in realtà credo che anche gli estroversi abbiano la loro parte introversa (piccola ma presente) ugualmente schiacciata. ed anche alcuni aspetti della parte femminile del maschio sono schiacciati (non ovviamente i tratti matrizzati che sono invece predominanti).

Lo credo anch'io. Anche la timidezza ritengo, è una componente del carattere di tutte le persone; essa si può manifestare in alcune situazioni specifiche per gli estroversi, nella generalità della vita sociale per i timidi.

Myway 20-09-2010 09:35

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 405554)
in realtà credo che anche gli estroversi abbiano la loro parte introversa (piccola ma presente) ugualmente schiacciata. ed anche alcuni aspetti della parte femminile del maschio sono schiacciati (non ovviamente i tratti matrizzati che sono invece predominanti).

A sentire Jung gli introversi hanno spinte inconsce estroverse che compensano la parte intro cosciente ed il contrario per gli estro.(detto in maniera molto semplificata)

La parte maschile e femminile, intesi come principi, sono ugualmente presenti in entrambi i sessi ed andrebbero integrate ed usate entrambe.

LordDrachen 20-09-2010 10:24

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
al di la della giusta critica al modello sociale.
al di la del tentativo legittimo e giusto di sganciamento dal conformismo comportamentale che ci induce ad estrovertirci o a ricalcare modelli socializzanti manieristici (le buone maniere di cui parla Risé non sono un tratto introverso, ma una risposta spesso sbagliata che l'introverso interiorizza ed enfattizza).

al di la di questo, dicevo, bisogna anche sganciarsi dal giudizio morale di quelli che consideriamo superficiali. loro in fondo sono quello che sono, come lo siamo noi.
pretendere di essere scelti o apprezzati in base a qualità che non piacciono è un errore.

in fondo noi guardiamo il culo delle ragazze come fanno loro.

Myway 20-09-2010 10:54

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 405568)
al di la della giusta critica al modello sociale.
al di la del tentativo legittimo e giusto di sganciamento dal conformismo comportamentale che ci induce ad estrovertirci o a ricalcare modelli socializzanti manieristici (le buone maniere di cui parla Risé non sono un tratto introverso, ma una risposta spesso sbagliata che l'introverso interiorizza ed enfattizza).

al di la di questo, dicevo, bisogna anche sganciarsi dal giudizio morale di quelli che consideriamo superficiali. loro in fondo sono quello che sono, come lo siamo noi.
pretendere di essere scelti o apprezzati in base a qualità che non piacciono è un errore.

in fondo noi guardiamo il culo delle ragazze come fanno loro.


Il fatto è che specie tra i 18 ed i 30 anni si viene apprezzati in funzione di tutta una serie di cose vrso le quali noi introversi siamo carenti, amicizie, ragazze , estrosità varie ecc.
E' un periodo in cui è facile richiudersi in se stessi al max livello, non è un'età favorevole per noi, anche perchè difficilmente a 18/20 anni si è stati in grado di sviluppare un'individualità piuttosto forte.

A mio avviso preso atto di questo si deve cercare di completare al meglio il proprio percorso interiore, per "risbucare" fuori , dopo i 25/30 anni ben costruiti ed in rampa di lancio ad un'età in cui molti sono ormai in fase discendente.Certo il risbucare fuori non comporterà il poter fare tutto il percorso ordinario a livello sociale, avremo altre situazioni, fatte più di qualità che di quantità, altri passatempi e diversivi ,differenti dalla media degli altri ma non per questo meno interessanti.

Il rischio è che non si riesca mai a completare il proprio percorso, magari perchè l'attrattiva verso i modelli classici è troppo forte e ci distoglie da ciò che dovremmo fare, ed alla fine non saremo nè carne nè pesce.

fragile 21-09-2010 21:49

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
...ho letto poco tempo fa tutto il libro di Anepeta sull'introversione e davvero mi ritrovo al massimo in tutte le sue analisi... ve lo consiglio caldamente. :) per il resto, che dire, io credo che sia importante come dice lui prendere consapevolezza della nostra natura e valorizzarci, penso sia veramente la chiave di svolta accettare la propria natura per poi poter vivere meglio, senza vittimizzarci continuamente e sentirci messi in disparte. Certo è più semplice a dirsi che a farsi... ma bisogna provarci.

too_shy 22-09-2010 08:03

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
a me sembrano molte chiacchiere, l'esperienza di vita mi dice che non ho mai conosciuto un introverso che stia semplicemente in pace con se stesso, altro che benessere interiore, profondo, duraturo e pure quieto... sti cazzi, forse quando ci si isola dal mondo, ma dopo un po' subentra la depressione...

LordDrachen 22-09-2010 10:00

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
perché uno dovrebbe essere in pace con se stesso?
la conflittualità interiore è un tratto dell'introversione, non può essere curato.
è così e basta.
questa conflittualità può portare alla depressione oppure può essere accettata
e in questo modo si può cercare di coglierne i lati migliori.
la conflittualità può portare a creatività, ad esempio.

d'altro canto quali sono le alternative? piangere su se stessi o estrovertirsi?
mi sembra che le alternative siano molto peggio.

too_shy 22-09-2010 13:12

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 406860)
perché uno dovrebbe essere in pace con se stesso?
la conflittualità interiore è un tratto dell'introversione, non può essere curato.
è così e basta.
questa conflittualità può portare alla depressione oppure può essere accettata
e in questo modo si può cercare di coglierne i lati migliori.
la conflittualità può portare a creatività, ad esempio.

d'altro canto quali sono le alternative? piangere su se stessi o estrovertirsi?
mi sembra che le alternative siano molto peggio.

se accetti la tua conflittualità e smetti di piangere su te stesso vuol dire che sotto sotto sei in pace con te stesso, ti accetti per come sei. Cmq queste sono vuote parole di cui gli psicologi si riempiono la bocca.

LordDrachen 22-09-2010 13:17

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da too_shy (Messaggio 406911)
se accetti la tua conflittualità e smetti di piangere su te stesso vuol dire che sotto sotto sei in pace con te stesso, ti accetti per come sei. Cmq queste sono vuote parole di cui gli psicologi si riempiono la bocca.

mi pare che tu invece ti riempia la bocca di frasi fatte.
quindi la tua via è la lamentela su quanto è cattivo il mondo?

Myway 22-09-2010 13:39

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da too_shy (Messaggio 406911)
se accetti la tua conflittualità e smetti di piangere su te stesso vuol dire che sotto sotto sei in pace con te stesso, ti accetti per come sei. Cmq queste sono vuote parole di cui gli psicologi si riempiono la bocca.

Prendere atto di come si è non vuol dire non cercare poi di migliorarsi ; è ovvio che unintroverso dovrà puntare all'inizio sulle sue peculiarità più utili e poi man mano approfondire le altre più nascoste.

Who_by_fire 22-09-2010 14:08

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Faccio una domanda leggermente offtopic: è possibile procurarsi il libro di Anapeta GRATIS ONLINE? Se sì, dove?
Grazie!

Moonwatcher 22-09-2010 14:11

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Io non sono riuscito a trovarlo, non credo ci sia, Who.
Comunque si chiama Anepeta.

too_shy 22-09-2010 14:34

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 406913)
mi pare che tu invece ti riempia la bocca di frasi fatte.
quindi la tua via è la lamentela su quanto è cattivo il mondo?

io dico solo che leggere libri sull'introversione è cosa positiva perchè è sempre meglio sapere bene come si è fatti e quali sono i proprio limiti, quando però sento parlare di percorsi da seguire per raggiungere una fantomatica pace interiore, dico che sono un po' delle cagate.

io non ho nessuna via da seguire, però in effetti mi piace lamentarmi di quanto la natura sia stronza :laugh:

fragile 22-09-2010 18:00

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 406928)
Faccio una domanda leggermente offtopic: è possibile procurarsi il libro di Anapeta GRATIS ONLINE? Se sì, dove?
Grazie!


Generalmente costa 16 euro più le spese di spedizione. Gratis non credo tu possa trovarlo.

Cmq tornando al discorso, non tutti gli introversi vivono per forza male i loro tratti caratteriali, alcuni si integrano bene... dipende da molte cose e anche dall'ambiente in cui si cresce, è quello che sottolinea Anepeta... da piccoli bisognerebbe che gli educatori e familiari riservino più delicatezza e attenzione nei confronti dei bambini introversi, non criticandoli troppo perchè sono diversi dai compagni... una volta adulti invece siamo noi che dobbiamo prendere consapevolezza di quello che siamo senza sempre confrontarci con gli altri perchè ognuno è fatto come è fatto e non è perchè la maggior parte delle persone è in un modo che l'altro modo deve esser per forza sbagliato.
Se si pensa sempre così allora si incomincia a entrare nella sfera patologica ed è un altro discorso.

Robedain 24-09-2010 16:09

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da fragile (Messaggio 407021)
Generalmente costa 16 euro più le spese di spedizione. Gratis non credo tu possa trovarlo.

Cmq tornando al discorso, non tutti gli introversi vivono per forza male i loro tratti caratteriali, alcuni si integrano bene... dipende da molte cose e anche dall'ambiente in cui si cresce, è quello che sottolinea Anepeta... da piccoli bisognerebbe che gli educatori e familiari riservino più delicatezza e attenzione nei confronti dei bambini introversi, non criticandoli troppo perchè sono diversi dai compagni... una volta adulti invece siamo noi che dobbiamo prendere consapevolezza di quello che siamo senza sempre confrontarci con gli altri perchè ognuno è fatto come è fatto e non è perchè la maggior parte delle persone è in un modo che l'altro modo deve esser per forza sbagliato.
Se si pensa sempre così allora si incomincia a entrare nella sfera patologica ed è un altro discorso.

Quoto! :thumbup:

JohnReds 24-09-2010 16:42

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 406928)
Faccio una domanda leggermente offtopic: è possibile procurarsi il libro di Anapeta GRATIS ONLINE? Se sì, dove?
Grazie!

Tirchiaccio :D
sono soldi ben spesi, dai sostegno a un luminare della causa introversa!

Natura 24-09-2010 19:30

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Già. Mi ricordo che Anepeta parlava anche del disagio dell'introverso che è costretto a vivere nel caotico mondo della città, il rumore è un'aggressione costante e continua alla sua più intima natura, che ha bisogno di pace e tranquillità per vivere.
Verissimo!!!

HurryUp 25-09-2010 03:18

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Una cosa che devo capire è qual è la concezione di pazienza di Anepeta, infatti lui la considera una virtù morale, da cui pone come obiettivo ideale per l'introverso quello dell'accettazione della propria natura fondata sulle qualità che ha, fondando su queste qualità la pazienza nei confronti dei modelli estroversi imposti dalla società.
Ma la mia affinità con Anepeta è condizionata dalla sua concezione della pazienza. Infatti per me la pazienza è una virtù morale solo se è fondata sulla prospettiva di una risoluzione del problema sopportato, cioè la pazienza per me è inscindibile dall'aspettativa di un futuro desiderabile di un presente indesiderabile. Se quindi la proposta di Anepeta fosse una pazienza di tipo cartesiano o stoico, fondata cioè sulla sopportazione fine a sè stessa in nome della dignità della natura introversa, questo genere di pazienza non mi soddisfa, perchè la sua applicazione conduce all'imperturbabilità, che non è una virtù morale.
Dovrei leggere e analizzare le sue argomentazioni per valutare queste questioni.

Robedain 25-09-2010 11:45

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 408069)
Una cosa che devo capire è qual è la concezione di pazienza di Anepeta, infatti lui la considera una virtù morale, da cui pone come obiettivo ideale per l'introverso quello dell'accettazione della propria natura fondata sulle qualità che ha, fondando su queste qualità la pazienza nei confronti dei modelli estroversi imposti dalla società.
Ma la mia affinità con Anepeta è condizionata dalla sua concezione della pazienza. Infatti per me la pazienza è una virtù morale solo se è fondata sulla prospettiva di una risoluzione del problema sopportato, cioè la pazienza per me è inscindibile dall'aspettativa di un futuro desiderabile di un presente indesiderabile. Se quindi la proposta di Anepeta fosse una pazienza di tipo cartesiano o stoico, fondata cioè sulla sopportazione fine a sè stessa in nome della dignità della natura introversa, questo genere di pazienza non mi soddisfa, perchè la sua applicazione conduce all'imperturbabilità, che non è una virtù morale.
Dovrei leggere e analizzare le sue argomentazioni per valutare queste questioni.

Sì be', una pazienza fondata sulla sopportazione stoica fine a se stessa che non porta a realizzare gli obiettivi sperati dall'introverso non serve proprio a nulla, se non a farti soffrire inutilmente...

fragile 25-09-2010 21:09

Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
 
Per caso stamane mi sono imbattuta in questa frase di Gibran :
" Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, mi ha dato il frutto della felicità "
...sarà una frase fatta, ma secondo me non c'è via più giusta che una presa di coscienza del proprio dolore e dei propri limiti e nel contempo, è ovviamente indispensabile una valorizzazione di quelli che sono gli aspetti positivi di come siamo. Dobbiamo puntare su ciò che amiamo di noi per andare avanti, non sopportarci, non credo che Anepeta intenda questo... l'unico motivo secondo me dello scontento di molti introversi a parte l'ipersensibilità è il fatto che la società pone un modello diverso da come sono, quindi più che "sopportare" noi stessi, dovremmo imparare a distaccarci dalle visioni comuni e superficiali delle cose e vivere secondo i nostri modi, tempi, spazi, senza troppe pippe mentali e paure... perchè poi sono le paure e il continuo terrore del giudizio altrui che bloccano, non l'essere introversi ! E se qualcuno rompe le scatole, dovremmo imparare una buona volta a farci scivolare tante maledette cose addosso. Almeno tentare. :)


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