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Essere o apparire? APPARIRE!
Per me l'apparire è importantissimo, voi come la pensate?
A me la manfrina sull’essere e l'apparire, che si conclude con l’inevitabile trionfo del bene sul male, cioè dell’essere sull’apparire non mi è mai piaciuta e per questo non mi ha mai convinto. Si tratta, per me, solo di un pensiero semplicistico e consolatorio che non spiega nulla della realtà ma rispecchia solo un modo di valutare le cose limitato e ristretto che fa meccanicamente coincidere la verità con che è giusto, con ciò che è corretto, con ciò che è facilmente condivisibile. La vita non si presta a queste teorizzazioni semplificatrici, una frase fatta non la può sintetizzare in modo veritiero, le nostre ubbie non possono esprimere alcun concetto universale. Questa verbosa premessa serve a mettere in discussione quest’assunto, più volte emerso nelle discussioni, che vede nel bisogno d’apparire l’origine dei mali della nostra società, che giudica in base, appunto alle apparenze, ed è troppo superficiale per accorgersi dell’essere. Chi riesce ad apparire è quindi felice e contento mentre chi è, chi può solo essere viene immediatamente emarginato, come accade a noi, e ciò è ingiusto. Per me invece l’apparire non è meno importante dell’essere, è anzi fondamentale per far sì che il nostro essere, o meglio una parte di esso, si manifesti agli altri e acquisisca così un valore riconoscibile e riconosciuto. Il nostro valore di essere umano è dato dall’opinione altrui, essa misura il nostro valore reale, ciò che siamo per noi stessi è solo un giudizio soggettivo, che riguarda solo noi, che ha valore solo per noi. Quindi lodarsi o lodare qualcuno perché se ne frega altamente del giudizio altrui, denota solo una vana presunzione derivata da un’idea superiorità etica puramente astratta. Siamo animali sociali, la nostra natura ci porta a cercare la comprensione e l’approvazione degli altri, per quanto fiaccato da esperienze negative e timori più o meno razionali, il nostro istinto sociale è sempre vivo e preme nel nostro animo per far sì che le sue brame vengano realizzate. Insomma non dobbiamo chiuderci per principio al mondo esterno perché, pur con tutti i suoi difetti, è là che si svolge la vita, è solo là che il nostro essere può realizzarsi è là che il nostro valore può essere riconosciuto. Certo non dobbiamo aprirci in maniera indiscriminata, la nostra apparizione deve avvenire solo con persone per la quale intuiamo una certa affinità, anche lieve ma reale e la nostra figura sociale deve rispecchiare solo alcuni aspetti del nostro essere profondo. Il nostro primo obbiettivo è l’approvazione e la stima, noi per gli altri dobbiamo essere degni di lode perciò dobbiamo essere “comprensibili”, ispirare empatia e sentimenti cordiali. La nostra personalità completa dovrà manifestarsi progressivamente in modo che le persone nelle quali riponiamo la nostra fiducia, possano essere in grado di apprezzarla. Alla fine di questo processo il nostro essere sociale e il nostro essere profondo dovranno essere quasi perfettamente sovrapponibili. Mi auguro di poter un giorno mettere in pratica tutte queste teorie! |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Seriamente, non c'è alcun dubbio che l'opinione che abbiamo di noi è soggettiva, ma lo è altrettanto l'opinione che gli altri hanno di noi. E poi consolatorio a me sembra il pensiero del debole che cerca la simpatia del forte, del gruppo. Non basterà essere cordiali e accomodanti per ottenere quella simpatia, non basterò dare loro ragione, senza contare che chi chiede si pone sempre in una posizione di svantaggio e di inferiorità. Tra l'essere e l'apparire preferisco non esistere, ma se proprio dovessi apparire allora vorrei farlo senza esserci e se proprio dovessi esserci allora vorrei farlo senza apparire. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
in questi casi replico solitamente: ma anche no (almeno nella prima parte
del discorso) condivido si la premessa: la realtà non è affatto buona e giusta. più che apparire (che è solo una parte del quadro) parlerei di Avere contrapposto all'Essere come già Fromm aveva intelligentemente spiegato. non è affatto vero che "noi" stiamo male e tutti "gli altri" stanno bene. questa è una semplificazione uguale a quella che critichi nella premessa. gli psicofarmaci li usa un italiano su due. le droghe sociali sono ampiamente diffuse. io contrariamente non ho mai neanche fumato una sigaretta. quindi c'è qualcosa che stride in tutto il ragionamento. il malessere che deriva della nostra società coinvolge tutti. c'è chi ne subisce di più gli effetti perché ha dei tratti "svantaggiosi" . ma spesso mi sembra che costoro siano anche quelli più consapevoli delle origini e dei tratti del loro malessere. molta gente sta male e non sa il perché, cerca piuttosto di curare il suo malessere attraverso il possesso di cose (siano esse materiali, immateriali o persone). L'Avere di Fromm che fa il paio con l'Apparire. l'apparire non è per forza di cosa collegato al proprio essere. molto spesso invece è collegato a maschere sociali. non si capisce infatti come il muro di incomunicabilità tra le persone sia costantemente aumentato e ciò non riguarda affatto solo i fobici o gli introversi. le persone di fatto comunicano ad un livello superficiale che le espone a delusioni, fraintendimenti, rotture, ecc. la natura umana cerca l'approvazione degli altri? in parte si. io però userei "senso di appartenenza". e come mai invece il nostro mondo è strutturato in maniera diametralmente opposta, enfatizzando i difetti che portano all'esclusione: siano essi caratteriali, razziali, di classe, ecc? una società costruita su una base teorica di competizione in qualsiasi campo, in cui si vuole AVERE stima, riconoscimento, valore agli occhi altrui. c'è una profonda differenza tra voler AVERE e voler ESSERE. dove si esercita il mio sforzo? (e qui già condivido di più i toni della seconda parte del tuo intervento). lo sforzo si deve esercitare sull'Essere qualcuno che non si chiude al mondo ma che contribuisce a portare la propria "differenza" in maniera costruttiva. non è omologandosi, o negando la propria particolarità che si ottiene questo. non bisogna quindi confondere, secondo me, ottenere l'approvazione altrui è una conseguenza di un modo d'essere, non un fine di per se. poi possiamo scendere nel dettaglio: quando parli di apparire ti riferisci all'aspetto fisico e al look o ad altro? |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
...eh?!
In sintesi (per me) bisogna avere il coraggio di essere, cioè apparire. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
se dobbiamo apparire allora possiamo pure togliere mano raga..............
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
Non è così semplice.
Mettiamo il caso che ti vesti in un dato modo per apparire in un particolare modo che ti piace. Alla fine quell'apparenza piace a te. Non saprai mai cosa piace agli altri, anche se ora come ora i gusti sono diventati tutti omologati ed oggettivi. Come disse Pirandello ognuno di noi appare agli occhi altrui in modo diverso. In qualsiasi modo tu voglia apparire sarai sempre visto in modo differente, così lo stesso voler apparire in un determinato modo perde totalmente il suo significato. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Occorre precisare che per me "male" o "bene" non sono affatto concetti dotati di un valore assoluto, si tratta solo di astrazioni alle quali l'uomo attribuisce un'utilità immediatamente pratica. Io non intendo fare certo la lode della società, non tendo ad essa perché la considero il "bene", tendo ad essa perché immagino che lì mi troverei bene. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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il problema è che quando la personalità emerge, progressivamente si verrà emarginati. non tutto in una volta, solo pian piano. Quote:
rimane una domanda: a quale gruppo dovrei appartenere e perché? |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
Essere è apparire.
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Io non potrei certo entrare a far parte di un gruppo di persone troppo superficiali e limitate, non mi sentirei a mio agio altrimenti. Non devo sentirmi obbligato ad uscire con loro ogni sera, ad adattarmi ad ogni loro idea di divertimento (se questa contempla la discoteca, ad esempio, non devo sentirmi obbligato ad una presenza costante), ad assecondare ogni loro opinione etc. All'inizio sarò più accomodante e dovò fare qualche sforzo, ma dopo un po' devo sentirmi libero di esprimere il mio punto di vista e di far valere le mie idee, esempio banale: scelta del film da vedere al cinema la sera. Le prime volte mi adatterò al loro gusto, ma quando avrò acquisito una certa fiducia in loro potrò proporre anch'io la mia preferenza. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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:laugh: scommetti che se escono ragazzi di questo forum tutto quello che hai detto è molto facile che avvenga naturalmente, mentre se gli stessi sono (per qualsiasi ragione) nella situazione di dover relazionarsi con la "media" avranno innumerevoli difficoltà? io sono convinto che la ns. capacità di relazionarsi, per quanto scarsa, sia cmq totalmente influenzata da chi abbiamo di fronte. e che la ns. mancanza di autostima non sia costante, ma proporzionata al disagio che ci procura chi è differente da noi. appartenere ad una minoranza significa questo: essere per forza di cose selettivi. non è che bisogna sputare in faccia agli estroversi, ma non si può nemmeno far dipendere da loro il nostro modo di comportarci. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
chi sta male dentro inevitabilmente appare in una certa maniera
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Noi dobbiamo solo proporci in maniera positiva e accettabile, per poi osservare i risultati che otteniamo e stabilire se sia il caso di continuare o meno. Quote:
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All'inizio, per essere accettati dovremo un po' dipendere da loro ma se non ci sentiamo mai abbastanza sicuri per far apparire la nostra vera natura, è chiaro che a quel punto non si può far altro che lasciare perdere. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
ricordati anche che l'Apparire è quasi sempre una manifestazione Narcisistica che manipola persone e cose per appagare il proprio Ego.
E questo è un limite che non hanno solo gli estroversi, ma anche introversi e sociofobici. Liberarsi da manifestazioni narcisistiche è difficile. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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In linea teorica, il ragionamento dovrebbe essere: gli altri non esistono, esisto solo io. Però a volte è conveniente adattarsi al mondo esterno per raggiungere i miei scopi. La persona insicura invece ragiona così: io sono sbagliato e mi devo adattare al mondo che è fatto meglio di me e che ha ragione sempre (Oceanus88 cit.) Già cambiare prospettiva è un buon punto di partenza. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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In effetti noi in caso di successo un pericolo potremmo correrlo: esaltati dall'insapettato successo potremo lasciare andare completamente i freni inibitori e far irrompere all'esterno tutta quella vita interiore che avevamo sempre soffocato in mezzo agli altri, l'effetto potrebbe essere straordinario, ma anche devastante! Quote:
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Attenzione: mi sembra che tu lo tratti come se fosse una conclusione logica e razionale, invece non lo è necessariamente. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
Diciamo che l'apparenza ha la sua importanza all'inizio (dato che in genere ti relazioni fisicamente a una persona), ma poi se non è supportata dall'essenza di te stesso, secondo me è solo illusione, aria fritta...
Poi magari c'è gente a cui piace o si accontenta solo dell'apparenza, ma se vuoi costruire una relazione sociale seria, non puoi prescindere dall'ESSERE, e per conoscere l'essere ci vogliono tempo ed energie da voler spendere... |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Ad esempio io un tempo temevo tantissimo di dire che ero timido, e a volte mi gettavo in situazioni assurde pur di non ammetterlo. Poi crescendo ho incontrato gente che diceva tranquillamente: "ehh, lo so che dovrei farlo..ma mi vergogno troppo". e lo diceva con tranquillità. Da qui ho capito che potevo ammettere dei lati "deboli" di me senza vergognarmi troppo. Insomma le insicurezze portano a sovrastimare o creare dal nulla i pericoli. Sto iniziando a pensare che tutto il timore di non piacere per la scarsa esperienza per questioni amorose sia una grossa illusione. Tanti discorsi che leggo sul come vengono "vituperate" le persone senza esperienza spesso mi sembrano fumo negli occhi. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Se vi liberaste dalle pastoie del dover/voler essere e del dover/voler apparire sareste comunque infelici ma meno ansiosi e ansiogeni. Il resto verrà da sè, se viene. Ha detto bene Lord, liberarsi del narcisismo. Non c'è peggior narcisista del sociofobico la cui forma mentis può essere ridotta provocatoriamente a "un egoista è una persona che non pensa a me". |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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un vecchio detto che ho sentito in un film dice: un tizio ti da del pirla, e tu lo mandi affanculo, un secondo tizio ti da del pirla, e tu lo mandi affanculo, un terso tizio ti da del pirla, abbassa la testa e chiudi il becco xchè è probabile che allora sei prila davvero |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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ne hai dei bellissimi esempi in Parlamento, ma anche nella Storia. di solito sai invece che succede, se vogliamo fare una statistica spannometrica? che la gente cerca di ridicolizzare chi è migliore per sentirsi meno mediocre. forse non è il caso di tutti, ma ci andrei piano a fidarmi del giudizio della maggioranza. in qualsiasi ambito. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
Prima o poi ciò che uno si porta dentro viene fuori, bello o brutto che sia...l'apparenza abbraccia l'ansia, la paura di essere il nulla, è falsità a se stessi, è dipendenza e paura, e la maschera che essa pretende finisce con schiacciarti e toglierti il respiro se non dai aria a ciò che sei in realtà... show yourself, destroy your fears, release your mask, come diceva Freddy Mercury..quindi Essere tutta la vita, è l'unico modo per uscire dalla patologia.
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Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Stai dicendo che inizialmente dobbiamo indossare una maschera, fingere, e che piano piano dobbiamo far trasparire il nostro vero volto? Non mi sembra molto sensato: usare un cavallo di troia caratteriale per far breccia nei cuori altrui. E una volta entrati nelle grazie degli altri, che si fa? Si ritorna al nostro carattere originale! Rischi che questi altri ti prendano per uno schizofrenico. Meglio cercare e tentare di essere. Il contatto con gli altri non può farci che bene certo ma rischiando di ottenere la loro approvazione ad ogni costo non si vive che in funzione di questa: non si può andare a genio a tutti! |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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Il cavallo di troia ci tocca: se mi presento come quello sfigato, solitario, senza esperienze, con interessi insoliti non potrò pretendere di avere successo, le qualità per le quali sento di meritare la stima non potranno mai essere apprezzate con un immagine così negativa. |
Re: Essere o apparire? APPARIRE!
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