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Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Mi piacerebbe raccogliere un lista di meccanismi (quei processi consci ed inconsci di cui parlan sempre le psicoterapeute) tipici delle persone con il disturbo evitante; invito tutti ad illustrarli meglio possibile, e anche a suggerire un metodo per sovvertirli. [poi è normale che non tutti si identificheranno appieno con l'altro, ma mi pare che ci siano molti processi in comune].
Per esempio, prima di una situazione di "pericolo", vengo colto da un grave malessere ansiogeno e lo faccio inconsciamente per richiamare l'attenzione dei miei genitori e sentire la loro protezione. |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Ma meccanismi di autodifesa?
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Nono, quello era un esempio; parlo di tutti i meccanismi, i processi, le caratteristiche (la mia terapeuta li chiama meccanismi), tipo manipolare qualcuno perché faccia qualcosa al posto tuo, sensi di colpa sistematici, colmare il vuoto affettivo con musica/arte/robecreative, lasciare che le situazioni scorrano guardando come vanno a finire senza prendere una decisione (subire gli eventi), far del male sistematicamente una persona che ti ama, filtrare mentalmente ogni possibile risposta in un dialogo e scegliere quella migliore in base all'effetto che si vuol fare all'interlocutore, le deformazioni della necessità di essere accettati, l'imbarazzo verso il mondo, boh, sono infiniti.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Son cose che si fanno a sia a livello conscio che inconscio, ma sempre senza una volontà diretta di fare quella determinata cosa.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Oh bhe...ma son talemente tanti che secondo me uno nemmeno se ne rende conto...io sinceramente non ci ho mai pensato,ma il meccanismo piu naturale che partorisco, è quello di appoggiarmi alla presenza di qualcuno di cui mi fido..quindi si innesca automaticamente una sorta di dipendenza molto profonda.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
a mio avviso, declinare inviti mondani, avanzando ipotesi di inutilità o, peggio ancora, evidenziando il basso livello sociale/intellettivo di TUTTI i presenti (che non corrisponde a realtà), senza esclusione di nessuno.
Oppure, farsi prendere da malori improvvisi (non so se consci o inconsci) che non permettono di compiere azioni evidentemente ansiogene per il soggetto. Essere eternamente insoddisfatti. Non riuscire a cogliere la realtà per quella che è effettivamente e, quindi, non viverla veramente. Non saper amare e non riuscire ad avere la percezione di essere amati. Non vivere intimamente e profondamente qualsiasi rapporto, soprattutto quello di coppia. Se me ne vengono altri, li scriverò. |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Riguardo alle relazioni sentimentali invece creo un'intimità talmente intensa che trasforma la relazione in un porto franco, con conseguente dipendenza. Poi, dopo un determinato periodo nasce la necessità (e questa è davvero inspiegabile), di mandare tutto a puttane, dilaniare la compagna, ed abbandonarla (senza rendersene conto) dopo o prima di averla tradita. |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Riguardo alle relazioni sentimentali invece creo un'intimità talmente intensa che trasforma la relazione in un porto franco, con conseguente dipendenza.
Poi, dopo un determinato periodo nasce la necessità (e questa è davvero inspiegabile), di mandare tutto a puttane, dilaniare la compagna, ed abbandonarla (senza rendersene conto) dopo o prima di averla tradita.[/QUOTE] E' proprio così!!! Vorrei sapere, però, una cosa: ma il tradimento, a tuo avviso, fa parte del disturbo? O è soltanto un modo di fare tipicamente tuo? Grazie. |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Io ho tradito puntualmente tutte le ragazze con cui sono stato da quando ho questo disturbo, non so se sia proprio una caratteristica specifica, ma di sicuro il disturbo influisce.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Si, se lo trovi scrivilo, grazie. Tu soffri di D.E.P. John?
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Mazza oh.che brutto disturbo che abbiamo...spero di nn diventare infedele tutto d'un colpo.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
non sò cosa vuol dire "disturbo evitante di personalità" EVITANTE DI PERSONALITà ?!! cioè eviti cosa, riguardo la personalità ?!!
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Il disturbo evitante di personalità è una variante estrema della fobia sociale, è poco plausibile che una persona affetta da questo disturbo si metta a tradire il proprio partner visto che già il fatto di essere riuscito ad avere un partner con questo tipo di disturbo è un' impresa titanica...
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
In primo luogo il disturbo evitante della personalità NON E' AFFATTO UNA VARIANTE ESTREMA DELLA FOBIA SOCIALE; poi sinceramente io non entro neanche nella tua logica del genere "che ha il dep è poco plausibile che faccia questo, è poco plausibile che faccia quello...".
Mi è stato diagnosticato il disturbo evitante da una psicoterapeuta, non da un sito internet, ed ho riportato la mia esperienza; quindi non è poco plausibile, è un fatto. Un altro fatto è che ogni persona è differente, di conseguenza i disturbi psichici agiscono in modo diverso su ognuno; la tua è una logica che non porta da nessuna parte. |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
La sua è una logica abbastanza plausibile se ci pensi bene....Noi evitanti fatichiamo a stare a contatto cn le persone, quindi è anche facile pensare che avere rapporti sia molto difficile se non quasi impossibile.Io penserei piu a un disturbo secondario.nel nostro caso.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
No, è assolutamente retrograda, e soprattutto inutile.
Vedi, il fatto è proprio che secondo me non esiste un NOI EVITANTI, esistono persone che, nonostante abbiano lo stesso disturbo, sono limitate in modi estremamente diversi in base a centinaia di fattori (il modo in cui è insorto, il grado di intensità, i disturbi collaterali, il lasso di tempo intercorso dalla nascita del disturbo ad oggi...); inoltre la mia terapeuta, leggendomi parte delle descrizione dal DSM-IV, mi ha fatto notare che era stato riscontrato che molte persone affette dal disturbo evitante intraprendevano relazioni sentimentali, e, a causa del benessere indotto dal rapporto non consideravano neanche l'ipotesi di soffrire di un qualche malfunzionamento psichico. Se diciamo "generalmente una persona affetta da questo disturbo dovrebbe avere problemi ad instaurare una relazione intima" sono d'accordo. Ma posso testimoniare che per non è stato affatto un'impresa titanica avere dei partner, e che vivo questo aspetto con normalità, a priori del mio disturbo; quello che voglio dire è che non serve a nulla mettere dei paletti. |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
La seconda non l'ho scritta io...
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Comunque, tornando al quesito - base, a mio parere un altro MECCANISMO è cercare a tutti i costi di non farsi ritrarre in alcun modo (es. farsi fotografare, farsi videoregistrare, ecc.)...che ne pensate?
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Sotto trovate i requisiti del disturbo evitante di personalità, chi ha relazioni sociale senza gravi difficoltà non può avere questo disturbo, quindi altro che tradimenti!
F60.6 - Disturbo evitante di personalità [301.82] -------------------------------------------------------------------------------- Un omaggio agli amici evitanti che ci tengono compagnia sul forum Disturbo evitante di personalità L'evitante desidera delle strette relazioni interpersonali ma ne è anche spaventato.Questi individui evitano i rapporti e le occasioni sociali perchè temono l'umiliazione connessa con il fallimento ed il dolore connesso con il rifiuto.Diversi studi sembrano dimostrare che la personalità schizoide è una variante del disturbo evitante di personalità, e che alcuni elmenti della fobia sociale generalizzata e del disturbo evitante siano sovrapponibili e che quindi questi 2 disturbi probabilmente fanno parte di uno spettro che fa da ponte tra l'asse I e l'asse II. I criteri diagnostici del DSM-IV per il disturbo evitante di personalità sono: Un quadro pervasivo di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza, e ipersensibilità al giudizio negativo, che compare entro la prima età adulta, e che comprende almeno 4 dei seguenti elementi: 1) evita attività lavorative che implicano un significativo contatto interpersonale, poichè teme di essere criticato, disapprovato o rifiutato 2) è riluttante nell'entrare in relazione con persone, a meno che non sia certo di piacere 3) è inibito nelle relazioni intime per il timore di essere umiliato o ridicolizzato 4) si preoccupa di essere criticato o rifiutato in situazioni sociali 5) è inibito in situazioni interpersonali nuove per sentimenti di inadeguatezza 6) si vede come socialmente inetto, personalmente non attraente, o inferiore agli altri 7) è insolitamente riluttante ad assumere rischi personali o ad ingaggiarsi in qualsiasi nuova attività, perchè questo può rilevarsi imbarazzante Psicoanaliticamente parlando La timidezza e l'evitamento difendono nei confronti dell'imbarazzo, dell'umiliazione, del rifiuto e del fallimento. La vergona sembra essere un'esperienza affettiva centrale per questi pazienti, i quali temono ogni situazione in cui si trovano costretti a rivelare aspetti di sé che li rendono vulnerabili (e per questo si nascondono). Questi individui si vedono deboli, incapaci di competere, fisicamente o mentalmente inadeguati, disordinati, disgustosi, incapaci di controllare le funzioni corporee o esibizionisti. Questo disturbo sembra derivare da molte differenti esperienze evolutive in varie età, dato che la vergogna è presente già dall'ottavo mese di vita, quando c'è l'angoscia per la presenza di un estraneo. Gli individui con uno stile di attaccamento evitante di solito da bambini si sono sentiti rifiutati dai caregiver e per questo in età adulta hanno paura a sviluppare relazioni d'amore. Altre aggiunte (probabile ripetizione x alcuni punti) Nella popolazione generale si colloca tra lo 0,5 e l’1%. Sale però al 10% in campioni di pazienti ambulatoriali in cliniche per malattie mentali. Il comportamento evitante spesso inizia nell’infanzia e nella fanciullezza con timidezza, isolamento, e timore degli estranei e situazioni nuove. Sebbene la timidezza nella fanciullezza sia spesso un precursore del Disturbo Evitante, nella maggior parte degli individui tende a svanire gradualmente con la crescita. Al contrario, gli individui che sviluppano il Disturbo Evitante di Personalità possono diventare progressivamente più timidi ed evitanti durante l’adolescenza e la prima età adulta quando le relazioni sociali con persone nuove diventano particolarmente importanti. Con l’andare del tempo tuttavia, i tratti di personalità evitanti tendono ad attenuarsi. Questo disturbo caratterizza un gruppo di individui con ritiro sociale distinti dai pazienti schizoidi. Il paziente evitante, diversamente da quello schizoide, desidera delle strette relazioni interpersonali ma ne è anche spaventato. Questi individui evitano le relazioni e le occasioni sociali perché temono l’umiliazione connessa con il fallimento ed il dolore connesso con il rifiuto. Il loro desiderio di relazioni non può essere immediatamente evidente per il loro modo di presentarsi timido e schivo. __________________http://i30.tinypic.com/k3q3x5.gif no mex privati qui |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Hahahaha, allora grazie Alex2, adesso sono guarito, non sono più evitane.
[http://www.etimo.it/gifpic/11/6e0780.png] |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Dovrò avvisare la mia terapeuta.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Per quanto riguardo il fatto che il disturbo evitante di persomalità non sia una variante estrema della fobia sociale invito a leggere il seguente sito: http://www.msd-italia.it/altre/manua...5/1911663.html
Non è detto che il tuo psicoterapeuta abbia fatto la diagnosi corretta, io ne sò qualcosa..., comunque invece di rispondermi con risate inviterei a risposte più costruttive, non sono parole mie sono degli esperti del settore |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Questo vale un pò per tutte le patologie.ma in esse cè sempre una componente che le accomuna tutte...nel nostro caso l'evitamento., per questo mi ritrovo ad esser d'accordo cn alex., tendenzialmente se una persona soffre di questo disturbo ha grosse difficoltà di partorire un rapporto con un altra persona..Poi ci son casi estremi in cui il disturbo limita completamente le relazioni sentimentali e non e in altri (forse nel tuo caso) in cui si riesce a superare la prima soglia dell' evitamento...che scatta però successivamente con l'allontanamento delle stesse dalla propria vita. |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Comunque la mia intenzione non è sminuire le problematiche di Morningshep, volevo solo far notare il paradosso di un tradimento in un disturbo che comporta difficoltà relazionali al massimo livello, tendenzialmente se uno/a trova un/a partner se lo tiene ben stretto visto che intessere rapporti intimi è fonte di un'ansia così potente
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Ascolta Alex2, due persone che non condividono la stessa logica in un ragionamento, non potranno mai essere costruttive. Tu ne sai qualcosa quanto ne posso sapere io, tu puoi incollare tanti collegamenti internet quanti ne posso incollare io.Il fatto è che a me non importa di dire "non sei evitante" a qualcuno [qualcuno a cui tra l'altro a cui è stato diagnosticato il disturbo da una persona che, a differenza di me e di qualche sito internet, ha il titolo (e la conoscenza diretta del soggetto) per esprimere il suo parere, se vogliamo seguire la tua di logica], proprio perché voglio essere costruttivo, confrontarmi e trovare problemi in comune, e capire determinate cose che magari qualcuno ha già capito prima di me.
Io quando penso a me stesso non penso ad Un evitante, quando mi presento a qualcuno non dico "ciao, sono evitante"; ho determinati problemi, qualcuno li ha chiamati così per facilitarne la comprensione e la cura, tutto qua. |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Ok Morning, abbiamo due punti di vista diversi sulla questione, ovviamente tu fidati della tua psicoterapeuta che sicuramente ha più conoscenze di me in merito, è stato comunque un piacere confrontarmi con te...
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
adesso non so più se sono evitante o fobico, moornigship aiutami a capire :baccio:
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Stiamo a discutere ore sul fatto che una determinata persona è evitante (nonostante nessuno di noi ha il titolo di farlo), a chi serve?
Ci confrontiamo su problemi comuni e cerchiamo di capire qualcosa? |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Mi capita tutto quello che hai detto. |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Abbiamo a disposizione una fonte inesauribile del sapere, internet ! |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
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Non è possibile.. succede pure a me... |
Re: Meccanismi tipici del disturbo evitante.
Io mi fido di me stessa, ancora prima che della mia psichiatra.e come morning non ho mai avuto grosse problematiche con il sesso opposto.,ma non per questo non evito tutto il resto...e il resto è praticamente tutta una vita sociale...neinte, lavoro, niente amici,niente di niente...perchè fatico a rimanerci in contatto...Mentre nei rapporti piu intimi,divento quasi normale.
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