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Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Thread che spero non degeneri in scontri tra utenti (non si sa mai).
Alcune domande che mi sono venute riflettendo, o cercando di riflettere su questa espressione. Per voi cosa significa piangersi addosso? Perché è qualcosa che (mi sembra) di solito viene giudicato male? È giusto giudicare male chi si piange addosso (comunque si definisca la cosa)? Come rapportarsi con chi si piange addosso? |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Per me è quando il comfort supera la voglia di riscatto
Quando si pensa troppo a quello che può succedere e si costruiscono blocchi su blocchi, si finisce rintanati con il terrore di fare il primo passo perchè si ha in mente catastrofi invece che quello di positivo che può succedere, ci si focalizza solo sulle negatività ignorando tutto il resto, infine ci si piange addosso e si incolpa il mondo, la società, il lavoro, gli elementi e Saturno che è allineato con venere Senza la zona comfort si è costretti a muovere il culo, quando non si ha soldi o qualcuno che ti mantiene non c è altra possibilità se non quella di rimboccarsi le maniche, può peggiorare la situazione si ma può anche migliorarla e far scoprire parti di sè che non si pensava di avere Onestamente ho preferito un crollo mentale derivato da stress perchè provavo a mettermi in piedi invece che averlo stando sdraiato a letto |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Capisco anche chi ha problemi seri e ha paura di peggiorare la situazione, ma no quelli la che pensano solo a fare la bella vita senza fare niente.
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Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Piangersi addosso, secondo me, significa lamentarsi con una certa costanza di una situazione o di un problema, in modo passivo e senza mai arrivare a un punto.
Giudicare non è mai la cosa più gentile da fare, anche se prima o poi ci caschiamo tutti. L'autocommiserazione, finché resta un pensiero, non può essere giudicata. Tuttavia può diventarlo se viene condivisa in continuazione, perché è il parlarne incessantemente che porta gli altri a farsi forzatamente un'idea. A volte questa idea non è positiva, e credo che non lo sia per due motivi principali. Il primo, più semplice, è che si percepisce una sofferenza, e non è mai bello vedere una persona procurarsi ulteriore dolore. L'istinto è quello di consigliarle di risolvere i problemi invece che lamentarsi, o, quando non è possibile, di trovare un modo migliore per conviverci più serenamente. Il secondo, invece, dipende da quanto il lamento viene condiviso. Nelle giuste dosi può essere uno sfogo utile e necessario. Tuttavia, quando si superano i limiti, il rischio è che diventi l'unico argomento, così ingombrante da non lasciare spazio nei rapporti. Amicizie, parentele e conoscenze rischiano di diventare estremamente sbilanciate e a senso unico. C'è il pianto, ma non ci sei più tu (e per "tu" intendo sia l'interlocutore che la persona che si confida). Come aiutare? Non c'è una risposta univoca, dipende. A volte alcune persone reagiscono bene all'ironia, altre preferiscono un approccio più deciso ma empatico, mirato a spronare. Non lo so davvero, ci sono troppi fattori in gioco. Non escludo che, in alcuni casi, la cosa migliore da fare sia allontanarsi, anche solo per non convalidare continuamente quel comportamento. |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
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Il dolore puo' coprire l'intero spettro delle nostre emozioni quindi a mio giudizio non può essere considerato "male" il soggetto, né chi soffre puo' essere considerato un debole. Se si possiede un minimo di empatia credo che la premura, il raccontare la storia che l'altro sta vivendo ma con parole tue (più fredde, perchè chi soffre è spesso caldo), aiuti molto a diminuire il dolore. |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
È un'espressione che dice molto di chi la utilizza per riferirsi a qualcun altro, ma ben poco di chi la "riceve" secondo me.
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Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Per me può piangersi addosso pure chi si è rotto un'unghia. Non c'è una graduatoria che permette a taluni di farlo perché hanno ''problemi veri'' e ad altri no.
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Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
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Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Dipende dai motivi. Io no lo consiglierei come stile di vita, non lo trovo funzionale e conveniente, però ognuno faccia come vuole, finché è addosso a se, liberissimi.
Poi se sono futili motivi è meglio che abbia il buon senso di piangersi addosso ( o addosso ad altri che li condividono) e non addosso a me, per rispetto e creanza, ma non tutti ce l'hanno, perché sono beceri. |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Significa dare la colpa a: genetica, genitori, compagni di scuola, datori di lavoro, società, stato, il succo del discorso è guardare la pagliuzza nell'occhio dell'altro senza vedere la trave infilata nel nostro,
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Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Il popolo ebraico ha ribaltato la questione, perseguitati per duemila anni si sono risi addosso, senza disperarsi, facendo della positività e comicità un metodo di sopravvivenza.
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Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
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Sono convinto che se tu potessi faresti immediatamente cambio con la vita di Sammy Basso, vero? Magari rispondi pure di "sì". |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Mi sa che la persona che citi ha fatto proprio quello che dico io e non quello che dici tu :bene:
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Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Invece di buttare anni con auto guarigioni psicologi come ho fatto io, andate a farvi prescrivere i farmaci adatti e campate
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Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
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Concordo con chi dice che è una zona di comfort per evitare di mettersi in gioco. Non una buona zona e piacevole in cui stare, ma meglio di dover affrontare il mondo.
Anche se è un termine un po' vago, perché c'è chi si piange addosso anche per motivi oggettivi e irrimediabili (ma veramente oggettivi e irrimediabili, non perché l'ha deciso lui) e in quel caso che gli puoi dire... È un modo per ricavare un po' di sollievo da una situazione dolorosa. |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
E' un'espressione che non mi fa impazzire. Soprattutto se detta da chi vorrebbe aiutare... e che invece spesso finisce per giudicare.
Troppe volte viene usata con superficialità e paternalismo. Non mi azzarderei mai di dire ad una persona, soprattutto di cui non conosco bene la situazione, di non autocommiserarsi e darsi da fare. Anche perchè una persona può piangersi addosso e allo stesso tempo fare sforzi immani, non lo possiamo sapere. Invece si da per scontato che chi si piange addosso sta a grattarsi le palle lamentandosi senza far niente. Poi non sempre c'è una soluzione immediata ai problemi, e quando non si può fare nulla è leggitimo lamentarsi, anche solo per sfogarsi. |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
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Io quando mi piango addosso è quando mi sento inutile, quando penso di non riuscire a concludere nulla e di conseguenza mi chiudo e non faccio più niente. |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
Per me non funziona proprio così, mi ritrovo ad autocommiserarmi ma allo stesso tempo cerco di fare qualcosa con gli strumenti di cui dispongo, le mie lamentele sono parentesi che fanno parte di uno lavoro piu' o meno costante.
La lamentela può essere anche frutto di uno sforzo che non ha portato risultati (quindi una specie di pausa/sfogo) oppure può far parte di una passività continua e totale, ma in questo caso di mezzo ci può essere un problema serio di depressione. Insomma bisogna capire bene caso per caso, per questo è bene cercare di non giudicare troppo velocemente e avere tatto quando una persona si lamenta di una problematica. |
Re: Piangersi addosso: cos'è e come reagirvi?
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