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La verità sulla verginità maschile
Allora, aprite tutti bene le orecchie, la verità è la seguente. (sottotitolo: ironia)
Non è vero che la verginità è un problema gravissimo, non è nemmeno vero che l'inesperienza è un problema gravissimo. In fondo non si tratta nemmeno di un luogo comune. E' una cosa oggetto di qualche lazzo e qualche competizione quando si è adolescenti. La verità invece è che, su questo punto specifico e in genere su molti altri, i phobics hanno una fottuta paura dei conflitti, di mostrare un proprio pensiero autonomo e della famosa assertività. Vogliono essere invisibili, non spiccare e non distinguersi dalla famigerata normalità. Di contro, ovviamente, hanno un'ombra disgustata da tutto ciò, che tira il freno a mano e induce inibizioni, vergogna, ecc. Insomma, il problema non è la verginità in sé, ma il fatto che i fobici non riescono a non considerarla (ossessivamente e pretestuosamente) un problema. Quindi: continuare a lamentarsi e a discutere sulla verginità è una totale perdita di tempo. Una vera e propria ossessione che distrae dalle cose importanti della vita (che non sono nemmeno la palestra, il lavoro, l'altezza e così via, ma: saper star al mondo come persone e non come cose, rispettarsi (nota bene: non "far finta di rispettarsi") come persone e non come cose, cercare di costruirsi in modo da stimarsi (nota bene: non "stimarsi a prescindere"), sempre come persone e non come cose, valorizzare la propria libertà e il proprio valore/potere per quanto possibile, cercare e accedere a una buona intersoggettività, e varie altre). Il guru presuntuoso che non si capisce che parla a fare, visto che non è un ricercatore o un dottore in materia di verginità e nemmeno di cose e persone, ha parlato. (fine ironia) |
Re: La verità sulla verginità maschile
Non sono d'accordo. Non avevo troppe paranoie sulla verginità prima dei 17 anni, quando quella ragazza mi ha umiliato e preso in giro in modo violentissimo. Poi 19 è successo di quella ragazza che ha rifiutato me e si è messa con uno violento. E infine a 20 anni mi sono addentrato nei gruppi incel e nelle teorie redpill. Direi che c'è stata tutta una serie di eventi. Il mondo ha rifiutato il mio modo di essere e non mi ha rispettato.
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Re: La verità sulla verginità maschile
Ma per te è un problema oppure no ai fini di una relazione? Se sì, di grande o piccola entità? Una donna con un briciolo di sale in zucca (e a cui piaci per gli altri aspetti) che peso le darebbe?
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Re: La verità sulla verginità maschile
Per me non sarebbe un problema, io sono anche disposto ad accettare questa mia "caratteristica". Il problema è che queste donne "con sale in zucca e a cui piaccio" non esistono. Di conseguenza, questa cosa diventa un enorme handicap, e rende impossibile trovare qualcuna. Non tanto per la verginità stessa, quanto per le insicurezze che ne derivano, per il fatto che sia "la prima volta". Se anche esistono ragazze che apprezzano questa cosa, sono pochissime e quindi si tratta di cercare un ago in un pagliaio. La mia attuale condizione di solitudine, anche se la accetto, di certo non mi fa piacere. Onestamente la vedo come una malattia. Ci convivo e cerco di difendermi, ma non mi fa piacere.
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Re: La verità sulla verginità maschile
Non sono d'accordo.
Il sesso è uno dei maggiori piaceri della vita e la sua mancanza nella mia mi provoca decisamente disagio. Fortunatamente non sono più vergine... ma ormai è passato tanto di quel tempo dall'ultima volta che lo ho fatto che mi sento un vergine di ritorno. |
Re: La verità sulla verginità maschile
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Non dico che sia un pregio da apprezzare (cosa un po' fetish), ma che è una cosa sostanzialmente irrilevante. Se c'è intimità personale, quella fisica (in assenza di complicazioni) viene da sé, e se non viene non è per la verginità (che tra l'altro svanisce in fumo nel giro di una maledetta notte). Punto secondo, le persone non sono dio. E' pieno di cretini e cretine, soprattutto alla tua età, e questo è un fatto doloroso, ma nessuno ti vieta di cercare altre persone più decenti e, prima di questo, di evitare di avallare giudizi cretini. Se accetti tu stesso di essere inferiore e inadeguato in quanto vergine, lo proietti nelle tue interazioni. Se elabori un tuo giudizio proprio, più equo e sensato, acquisti sicurezza e autostima, ti senti più leggero e piaci di più. |
Re: La verità sulla verginità maschile
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Re: La verità sulla verginità maschile
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Re: La verità sulla verginità maschile
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Re: La verità sulla verginità maschile
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Re: La verità sulla verginità maschile
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Non ho nessuno che si prenda cura delle mie emozioni, che mi difende o che mi accetta. Questa funzione sarebbe stata svolta dalla mia oneitis, ma più che altro, ormai è solo un fantasma del passato, che io continuo ad inseguire. Ma lei è sempre irreperibile, quindi no, in definitiva sono abbandonato a me stesso. Sì, capisco che sia immaturo restare bloccati alle prese in giro subite in questi anni dell'adolescenza, ma fatto sta che, anche se non ci sono più le prese in giro, i preconcetti, gli stereotipi, tutte queste cose rimangono. E io mi dispero per la mia incapacità ed impossibilità di rientrare in essi. E' fonte di disperazione il fatto che ci siano parecchi uomini più alti di me; che la mia faccia non abbia una forma che piace; che io sia inesperto e non abbia una personalità forte sicura e dominante come invece sarebbe nello stereotipo... Ecco le mie insicurezze buttate giù. Allora mi potrebbe dire qualcuno : "ma che succederebbe se una donna o chiunque altro ti prendesse in giro per queste cose, che tra l'altro non dipendono da te? Non moriresti di certo". Posso concordare sul fatto che un gesto crudele del genere non sarebbe una mia colpa, ma fatto sta che per le persone la mia debolezza e la mia sofferenza vengono prese in giro, sento che la mia dignità viene calpestata e crollo... |
Re: La verità sulla verginità maschile
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Forse la vita è un'avventura anche tragica e non una passeggiata di salute, in cui si sente poco dolore ma si vive in sordina, buttando tutto il negativo sotto il tappeto e drogandosi di stupidaggini, illusioni e ossessioni, di esaltazione o di rabbia vittimista? |
Re: La verità sulla verginità maschile
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Tu che frequenti le spiagge nudiste e conosci il gusto della libertà, non troveresti liberatorio saper dire "sono vergine" senza provare paura o vergogna? Non è un obiettivo più interessante del perdere la verginità andando a mignotte? |
Re: La verità sulla verginità maschile
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Che dovrei fare in pratica secondo te? Cioè come si fa smettere di percepire questa cosa come problema se in tutta la mia vita mi è stato fatto percepire come problema? Posso capire che tutti questi "miti" si possono disfare dalla propria mente, ma molta gente li segue ancora e questo mi destabilizza |
Re: La verità sulla verginità maschile
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Questo rende le cose difficili ai fini di una relazione intima? No, niente affatto. In una relazione intima, o le difficoltà (e francamente avete rotto i coglioni con sta normalità, quindi ti passo solo la 3 e in parte la 2) possono essere accettabili, e segnalarle subito non è un grosso problema, oppure sono inaccettabili, e in ogni caso non ci perdi nulla. Io ho l'impressione che tu non lo sappia nemmeno quali sono le tue vere difficoltà. Di certo l'inesperienza è una foglia di fico e lo è la verginità per chi è vergine. |
Re: La verità sulla verginità maschile
Penso che chi ha la fissa dei difetti, quali che siano, non riesca a provare nemmeno un briciolo di vera compassione per sé e che non voglia saperne di sostenersi come persona che può vivere la propria vita a testa alta con i propri limiti. E' questa crudeltà che vuole nascondere dietro il feticcio dell'attrattività.
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Re: La verità sulla verginità maschile
A volte leggendovi sembra di sentire un gruppo di negri che discute sul modo migliore per passare per bianchi o per diventarlo per togliersi finalmente questa negritudine. E la verginità non è nemmeno la condizione esistenziale che pensate, posto che la pelle scura lo sia.
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Re: La verità sulla verginità maschile
A me fa ridere che un utente che non è vergine (almeno credo) e che quindi non vive il problema in prima persona voglia avere la verità in tasca sul disagio che provano gli uomini vergini.
Come se uno che deambula correttamente si mettesse a spiegare ad un altro che sta sulla sedia a rotelle quali sono i suoi problemi e cosa prova. |
Re: La verità sulla verginità maschile
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Il sesso non è come il calcio che se incontri una squadra che ha zero punti in classifica, ci devi giocare lo stesso e magari perdi pure. Nel sesso si seguono le leggi attrattive, le quali tengono conto della classifica. Se sei messo male in classifica, indipendentemente dalla tua qualità di gioco, la donna non permetterà l'incontro. Quindi la classifica, nel sesso, fa parte del gioco. Nel calcio e negli altri sport è meglio perché si parte da zero a zero, indipendentemente dal palmarès e dalla stagione. Giusto quello che dici: il curriculum è solo la conseguenza di virtù negative. Ma è una conseguenza che viene presa in seria considerazione. "Basta che una abbia sale in zucca". Ma nel sesso governano gli istinti e il sale in zucca serve per altro, non per innamorarsi e venire attratte. |
Re: La verità sulla verginità maschile
Sapete cosa fanno gli uomini cosiddetti “inseriti” lá fuori? Mentono, flexano, dicono quello che conviene fregandosene della coerenza. E scopano.
La verginità non ci definisce, a meno che non sia una scelta volontaria, ed é giusto intraprendere un percorso per intenderla come conseguenza di un reticolato di sentimenti, emozioni e paure su cui lavorare. Ma se proprio viene percepita come un fardello ce ne si può liberare intanto con una escort. É il mestiere più antico del mondo, da millenni serve agli uomini anche per imparare qualcosa sul corpo della donna e sul come gestirne l’incontro col tuo, cose che di certo non si imparano su Youporn. Se da sempre l’uomo fa così, cosa può essere cambiato nella civiltà contemporanea? Tutto questo parlare di sesso non ha fatto altro che inibirci e associarlo ad una condizione di validazione e astratta idealizzazione, magari legata alla connessione emotiva, che corrisponde poco alla realtà (non dico mai, ma poco). Poi bisogna prepararsi a ricevere parecchi due di picche, sviluppare meccanismi di coping, e anche accettare di commettere errori, senza pretendere di trovare la quadra definitiva. Fare costantemente bilanci senza mettere nulla sul piatto non serve. I conti con la propria realtà si fanno dopo anni di pratica, sapendo di aver commesso a volte azioni che non avremmo pensato o voluto fare, ma le commettiamo tutti, a meno di non chiudersi nella propria bolla, e sono quelle che alla fine danno valore ai nostri comportamenti di cui andiamo fieri. |
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