vorrei essere normale
penso che sia il bisogno di tutti, l'essere ''normale'', come tutti quelli che hanno una vita ''normale'' i cui problemi sono i soldi e la salute.
Vorrei poter fare una conversazione, trattando qualsiasi argomento, senza aver paura di arrossire, sudare, sentirmi a disagio, trasmettere insicurezza. Vorrei poter andare da una ragazza e provarci come nei film e, se va male, magari non starci male e pensarci all'infinito. Vorrei non avere tanti difetti ed essere così selettivo Insomma vorrei essere una persona comune ma sana di mente |
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Re: vorrei essere normale
Riuscirci da soli è impossibile, la fobia sociale non ti lascia mai...quando pensi di averla scansata torna, quando la senti al massimo dell'intensità ti provoca ansia e depressione, quindi te ne fai una ragione e ti accomodi insieme a lei stando il più possibile attento a non rubargli troppo spazio. Da soli senza aiuto, tu fai un gol portando a termine un azione volenterosa, coraggiosa, convinta, lei te ne fà 3 sbucando da punti dove non te l'aspetteresti, il risultato sarà sempre una sconfitta.
Bisogna conoscerla in tutti i suoi aspetti, e imparare a capire/conoscere il modo di rapportarsi degli altri che non la sentono, imparare copiando e sentendosi sempre di più "in parte" nella socialità, senza che la parte di noi socialansiosa si attivi, bisogna far finta che non esista. Si deve essere il più razionali possibile ed evitare di avere sempre la spia dell'ansia accesa quando si avvicina alla socialità e di farla scatenare ad ogni soffio d'aria che esce dalla bocca di un amico/a. Tutto questo percorso però và programmato in uno/due/tre anni insieme ad uno psicologo specializzato in fs, con cui ci si trovi in empatia e con cui ci si veda il più frequentemente possibile. Curarla al 100% è molto difficile, la timidezza e l'introversione che spesso l'attivano rimangono ancorate spesso dentro di noi, sempre pronte a dargli voce. Quello che invece è possibile fare, è disattivare il canale che porta ad accendere sempre la fs. Il percorso con lo psicologo porta a questo. |
Re: vorrei essere normale
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psicologa a pagamento completo con cui mi sono trovato malissimo psichiatra tramite ticket che mi dava mediciniali ma, discutevamo solo se funzionavano, e parlavamo pochissimo dei miei problemi psicologa del consultorio con cui mi sono trovato benissimo, ma che ho dovuto interrompere perchè mi disse che dopo 2 anni si doveva interrompere per lasciare spazio ad altri pazienti, peccato Vorrei provare di nuovo, ma non so che tipo di percorso seguire. |
Re: vorrei essere normale
Dipende cosa intendi con la fobia dello psicologo...
Ci sono diverse sfaccettature di paure verso l'aprirsi con uno specialista. C'è chi teme l'aprirsi come paura di tirare fuori le debolezze, chi teme i giudizi, chi la non possibile risoluzione della problematica una volta che si è aperto ecc. ecc. E x ognuna di esse c'è la soluzione. Però c'è un'altra cosa da aggiungere. Se non si fà un primo passettino verso il coraggio e la voglia di levarsi dai piedi la fs, è impossibile distruggere la fobia sociale, ti calpesterà sempre più senza esitazione. E tu la lascerai fare. Chiudere gli occhi e buttarsi a volte serve. Soprattutto se sotto c'è qualcuno che vuole prenderti al volo. |
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Grazie |
Re: vorrei essere normale
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Re: vorrei essere normale
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Quanto al quesito infatti, forse non sono stato chiaro ma io non intendevo chiedere perchè gente coi nostri problemi, magari sopra i 30 anni, non prova il suicidio, ma capire qual'è la spinta che ci aiuta ad evitare atti insensati. |
Re: vorrei essere normale
mi sarebbe piaciuto tantissimo come a tutti ovviamente...
ma non sono nato normale e come si sa non posso morire normale... |
Re: vorrei essere normale
Mi piacerebbe molto.
Invidio un po' chi lo è stato almeno in parte, io sono così da sempre, anzi una volta ero molto peggio. |
Re: vorrei essere normale
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Se ti dico che io temevo anche il buonumore del mio labrador perchè mi faceva trasudare la tristezza paragonata alla sua allegria ci credi? Lì però c'era di mezzo anche la dep. X la fobia sociale, anch'io temevo i rapporti con chiunque, miei compresi a volte; vicini di casa, ex amici, parenti erano il mio incubo ovviamente... Quote:
Se hai bisogno di motivazione, mi trovi in chat, ciao :) |
Re: vorrei essere normale
Crystal, non ho capito se tu sei guarito o stai guarendo, o in che situzaione ti trovi
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Re: vorrei essere normale
Sono guarito dalla depressione, e stò guarendo dalla fobia sociale.
Ho delle buone basi su cui lavorare. Se ripenso a qualche anno fà e alle sensazioni negative che provavo nell'affrontare certi contesti e paragono lo stato attuale delle cose devo dire che sono migliorato parecchio sotto quell'aspetto. Palestra, commissioni, avere a che fare con 1-2 persone non mi crea la minima ansia. Riesco ad interagire senza problemi, e la mente inizia pian piano a lavorare più fluida, è una sensazione bella perchè non provavo da una decina d'anni e curiosa perchè la mia testa crea e non giudico nulla, anzi spesso mi auto-valuto positivamente. |
Re: vorrei essere normale
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Hai mai pensato di non farcela? Ti preoccupava/preoccupa l'idea di un lungo percorso per uscirne? Ti ha condizionato l'età? grazie |
Re: vorrei essere normale
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Re: vorrei essere normale
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Dopotutto anche quella mentale e' malattia/problema di salute ( a meno che sia normale ansia/timidezza). Poco conosciuto nelle sue problematiche e soprattutto che gode di poca simpatia rispetto a malattie piu' tradizionali del corpo (questo si'). Comunque non penso siamo i soli a non avere una vita rose e fiori. |
Re: vorrei essere normale
troppi verbi condizionali male male :male:
nn se va da nessuna parte coi condizionali solo nelle favole della disney |
Re: vorrei essere normale
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Releghiamo finalmente la parola "normale" al reparto "fantascienza": la vita, la natura, chiamiamola come vuoi, si arricchisce di anormalità, cioè di errori nella trasmissione del dna. Quando questi "errori" producono organismi "diversi" in alcune caratteristiche, interviene la selezione naturale: se questi individui sono atti all'adattamento agli elementi circostanti sono "promossi" di pieno diritto alla continuazione della diramazione della specie. Se sei vivo sei normale. La selezione ha promosso come pregi quelli che tu chiami "difetti". Ora parliamo del "mentale". Della sfera mentale in realtà ben poco si conosce. Viene adottata l'aggettivo mentale a tutte le malattie (appunto dette della sfera mentale) che hanno come radice la psicosi: bipolarismo, schizofrenia, cioè uno disturbo che non, come il tuo, "esagera" la gestione emotiva delle sensazioni, ma che crea situazioni che oggettivamente non esistono: cioè tu sei uno di quelli che arrossisce di fronte a una situazione esistemte e oggettiva, il "malato mentale" vede e sente situazioni che non esistono (elicotteri mandati dall'intelligence per farti fuori, voci che percepisci che in realtà non sono prodotte da alcuna bocca ecc. ecc.). I tuoi sono problemi del sistema nervoso, non della "mente". I tuoi non sono "difetti", se vogliamo chiamarli più correttamente sono "abreazioni" (cioè reazioni comportamentali esagerate) che partono dalla muscolatura involontaria. Tu non sei "timido", ti comporti da timido, ma ci puoi far poco, perché si, siamo sul piano del comportamento, ma del comportamento della muscolatura "involontaria" (la muscolatura involontaria è quella che ti fa respirare anche se dormi e anche se non "ti metti" a respirare respiri lo stesso, è frutto della muscolatura involontaria che il tuo cuore batta sebbene tu non glielo imponga). In una parola: tu non sei timido, nessuno lo è, tu ti comporti da timido, in questo mi sto rifacendo al primo comportamentismo "skinneriano". Salto a piè pari da consigli sul comportamentismo e la sua importante efficacia (esporti a situazioni che ti producono "fughe" emotive spesso, in maniera crescente, in modo di desensibilizzare il meccanismo situazione-reazione; per farti un esempio è come le barzellette: se ti raccontano una barzelletta che ti fa scompisciare la prima volta che la senti, la 10a volta che la senti ti farà sorridere, la centesima ti annoierà, perché l'elemento sorpresa (reazione) è stato desensibilizzato). Ora passiamo al consiglio: non so se sono autorizzato a farlo e non so se fai uso di psicofarmaci. Lo faccio attraverso il racconto sommario della mia timidezza e di come l'ho vinta diventando una persona addirittura estroversa e anche, spero poco, invadente. Avevo una timidezza "bloccante", che estrinsecavo in comportamenti veramente eclatanti tipo far finta di non vedere alcune persone abbassando la testa e entrando in un mutismo che mi faceva considerare decisamente un disadattato. Non andavo in discoteca perché mi vergognavo di ballare, abbozzavo interesse per una ragazza in spiaggia, ma se capitava che ci stava e prendeva l'iniziativa per darmi un bacio fuggivo con una scusa (quasi sempre un improvviso mal di pancia frutto di qualche digestione rivelatasi difficile con bruciori insostenibili). Non andavo dal dentista sebbene alcune carie continuassero a scavare, perché all'ingresso della sala d'attesa me ne fuggivo. Mi hanno sempre detto che le benzodiazepine (mi si perdoni la pubblicità) sono farmaci di "copertura", cioè coperto il problema e passato l'effetto i problemi tornavano. In parte è vero, in parte no. L'esempio è dal dentista: prendevo benzo per avere il coraggio di farmi curare il dente. Una volta passato l'effetto della benzo comunque il dente era curato. Ho cominciato a rubare i tavor di mia madre: in questo modo ho cominciato a ballare, ho cominciato, sempre durante la "copertura" a baciare le ragazze, ad avere un contatto sociale meno emotivo quindi più "ben accetto". Ora dopo svariati contatti e ingressi in discoteca, subentrava un feedback, e se non ero "coperto" da benzodiazepina, erano comunque i nuovi amici e le ragazze a spingermi a ballare o comportarmi come mi conoscevano sotto l'effetto del tavor. Una volta "lanciato" gli automatismi di movimento che si erano instaurati quando ero sotto effetto di farmaci psicotropi, comunque si attivavano; un po' come il terrore della bici: la conduci con la tranquillità indotta da un farmaco ma poi, anche senza farmaco ormai la sai guidare a vita. Ciò mi fa dire che farmaci di coprimento come le benzodiazepine mi hanno in realtà regalato un'identità sociale che non potevo permettermi. Ovviamente il percorso corretto sarebbe associare alle benzodiazepine una psicoterapia cognitivo-comportamentale, ma al tempo non me la potevo permettere. Le "benzo" mi hanno reso un animale sociale, sconfitto la timidezza definitivamente. Oltre a togliermi quell'aria di pesce bollito quando il mio interesse per una ragazza era esagerato, in pratica facendomela diventare quasi indifferente per poi "riprendere" il discorso, forte dei discorsi "dopati" ma avvenuti, senza benzo. E' per questo che ringrazio questi farmaci. E' per questo che dico che al contrario di ciò che afferma la letteratura medica è meglio utilizzarli "a progetto", non regolarmente 2 o 3 volte al giorno per garantire copertura. Spero abbia letto tutto. Spero ti sia in qualche modo di ausilio. |
Re: vorrei essere normale
D'accordo su tutta la prima parte che è scientifica e reale, anche se come dici tu una volta passato l'iniziale selezione di buon funzionamento dell'essere umano, quindi è considerato idoneo ad essere "vivo", sorgono una marea di altri problemi che madre natura non prevede. Diciamo che è un secondo step, in cui possiamo auto-valutarci e vedere che voto prendiamo. Se ci valuteremo male, oggettivamente o soggettivamente le cose andranno male, diversamente filerà tutto (o quasi) liscio.
Sulla seconda parte posso dire che è una tua esperienza personale e da quello che ho capito tu non sei di indole introversa e/o timida. C'è stato qualcosa che ha incasinato le tue sicurezze nella socialità e che ti ha fatto percepire troppa ansia rispetto ai contesti sociali. Essendo reattiva dunque, è bastato una benzodiazepina x sistemare tutto. La fobia sociale maturata sull'introversione fin da piccoli, e ben radicata in noi stessi è un avversario ben più ostico da affrontare, perchè ha 10000 sfaccettature che il solo tavor o xanax non sistema. Ci vuole un percorso terapeutico come base, a cui poi si possono associare farmaci riduci-ansia. |
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