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Amici a parte..
Sono due giorni che sono ripiombata nella desolazione più totale a seguito di una telefonata avuta con mio padre, dove è tornato a galla il tema lavoro.
Vabbè che mio padre mi da per persa/fallita, ma a parte questo ed a parte il fatto che mi sento pure io un po fallita, effettivamente la sociopatia (ammesso che sia tale) si porta dietro pure la questione: LAVORO. Nel senso che mi vedo diversa dagli altri, che alla fine si..senza sputare sul lavoro, però sembrano felici di chiudersi in uffici dalla mattina alla sera, perdendo ogni forma di tempo libero..io non voglio lavorare così, l'idea di stare 8 ore chiusa con altra gente seduta su una sedia mi angoscia, vorrei crearmi un lavoro diverso, più dinamico, più libero, ma non per questo più facile..è che non credo proprio nell'idea di dover frequentare un ufficio dove magari capitano volte che stai pure senza far niente, o di dover andare tutti i giorni alle stessa ora, quando magari un giorno potrei rendere di più andando a lavoro 2 ore prima ed il giorno dopo andando più tardi ed uscendo più tardi, o ancora non andando un giorno e lavorare il doppio quello successivo.. In tutto questo quadro poi c'è la mia autostima a zero, che mi vede sempre incapace, brutta ed il peggio del peggio e quindi se pure io abbia dei talenti per iniziare a fare qualcosa di mio, comunque poi mi perdo in un bicchiere d'acqua (poi diciamo che col lavoro ci sono sempre le interazioni sociali e quelle purtroppo sono una gran rottura di ca**). Comunque questa storia del lavoro mi sta terrorizzando a tal punto che mi rovina le giornate! Voi come state messi? Che rapporto avete col lavoro? Qualcuno è riuscito a trovare il suo posticino felice in questo mondo? :testata: |
Re: Amici a parte..
Potrei sposarti :riverenza:
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Re: Amici a parte..
io vado tutti i giorni in ufficio...felice? Non credo, ma ci sono costretto per avere dei soldi in cambio. Certo mi piacerebbe essere autonomo come lavoro, ma questo comporta anche altre responsabilità. Io quando esco dall'ufficio, stacco completamente ed il lavoro non esiste. Se sei autonomo non è così, se mandi avanti un'attività devi sempre stare sul pezzo e non hai orari di lavoro.
Avrei potuto fare un lavoro diverso e magari viaggiare, ma da ragazzino ero troppo spaurito e poco intraprendente e quindi ora vado tutti i giorni in ufficio. Lavoro tranquillo, monotono, senza prospettiva. Ma sicuro e con stipendio fisso, ferie, permessi, tutti i mesi. |
Re: Amici a parte..
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Re: Amici a parte..
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Si sopravvive, intanto si pensa ad un'alternativa... |
Re: Amici a parte..
Io mi sono rassegnato al mio lavoretto 8 ore giorno per 5 giorni a settimana, purtroppo non sono in grado di reggere le pressioni superiori che sarebbero richieste da un lavoro autonomo.
Teoricamente avrei la possibilità di fare qualcosa di più stimolante sempre all'interno del lavoro attuale, mi è anche stato proposto, comporterebbe la possibilità di uscire spesso, vedere altre persone, avere maggiore autonomia nel gestirsi e guadagnare di più, ma anche lì vado a scontrarmi con i miei problemi, l'ansia, lo stress del dover interagire con tante persone e altre piccole fobie assortite. Quest'opzione me la lascio comunque aperta per un prossimo futuro, spero di riuscire almeno a provarci. |
Re: Amici a parte..
Sto messo male...
Ho lasciato il lavoro in famiglia un anno fa,ho sbroccato! Non voglio più fare quel lavoro, ho anche rifiutato proposte perchè solo l'idea mi mandava in depressione. Sto cercando con molta fatica di trovare qualcosa di diverso,ma sembra difficile. Non so come finirà,perchè dentro di me sono determinato a non tornare al lavoro precedente, ma se non trovo altro l'alternativa è rovistare nei rifiuti(cosa che non escludo). Vorrei semplicemente un lavoro a cui possa dare dedizione,anche se anche a me l'idea di stare otto ore in un posto mi da un po' fastidio(anche facendo un lavoro che mi piace),ma poi ci si abitua. Naturalmente c' di mezzo tutta la mia situazione mentale fatta per metà di ossessioni e per l'altra metà di blocchi e fobie. Io provo a restare positivo, e spero che mi arrivi qualcosa incontro se no sono cazzi... Non quotate grazie - non quotate grazie |
Re: Amici a parte..
io passo otto ore rinchiuso in una fabbrica a tener d'occhio una macchina gigante, un minimo di distrazione potrei finire dentro ai rulli anche io... magari potessi permettermi un lavoro d'ufficio seduto comodamente davanti a un pc..
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Re: Amici a parte..
E gia e una cosa difficile . Siamo troppo giovani per rinunciare ai sogni ma un po vecchi per essere irresponsabili e mantenuti. Vorrei trovare le giuste parole di saggezza per chiarirti o darti un po di sostegno. Se una cosa e importante lo si deve fare in qualche modo indipendemente dalle aspettative . E un rischio se no si chiamerebbe schiaccia il bottone . Non puoi sapere come andra a finire .
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Re: Amici a parte..
Condivido con te la voglia di mettermi in proprio aprendo una mia attività e facendo quello che mi piace e vorrei fare, scegliendo con chi condivedere il mio lavoro e a chi dedicarlo.
Tuttavia, forse diversamente da te, non avendo grandi esperienze lavorative alle spalle la vita d'ufficio non mi sembra così tremenda. Magari si tratta di un lavoro brutto e non adatto a noi, però da qualche parte bisogna partire. Fosse anche solo per mettere da parte i soldi necessari per avviare un'attività. ps. Mai lavorato come cameriere? A fare quello ti muovi un casino.. :) |
Re: Amici a parte..
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Re: Amici a parte..
È il mio problema più grande. In realtà ne ho tanti di problemi, ma questo mi fa stare malissimo. Se non lavori ti guardano come se fossi un alieno, come qualcuno che non ha il diritto di stare al mondo e questo aumenta le paranoie che già si hanno...
Non mi sento capace di far nulla, autostima sotto i piedi, sensi di colpa a non finire e mi rendo conto di non avere un futuro. Più ho paura della realtà e più voglio nascondermi da tutto e tutti :testata: |
Re: Amici a parte..
No, autonoma mai! Il mio lavoro ideale è quello il più possibile noioso e ripetitivo in modo da farlo perché devo e poi, uscita da lì, non ci penso più. La cosa fondamentale per me è avere un decente rapporto coi colleghi e non avere troppe responsabilità. Per il resto io lavoro perché devo, se posso evitare il più possibile di stressarmi meglio.
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Re: Amici a parte..
Non ho ancora trovato il mio posto felice, vorrei fare un lavoro che mi piaccia e mi dia soddisfazione, un lavoro dove il tempo vola e possa mettere tutta me stessa. Purtroppo non ho idea ancora di quale sia la mia meta ma credo che per ora mi basti sperimentare e vedere un po cosa so fare, mettermi alla prova. La cosa che mi pesa e' relazionarmi continuamente con i colleghi e superiori (che non mi piacciono e temo mi prendano in giro) e' davvero una fatica immane perche devi farti piacere tutto e tutti mentre non ho interesse a parlare con loro. Anche salutare e sorridere a tutti e' faticoso
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Re: Amici a parte..
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Re: Amici a parte..
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Si può però rifiutare anche di irrigidirsi in senso opposto,ovvero restare a fare un mestiere che si odia solo perchè soldisosoldi, per poi finire per sbroccare come ho fatto io. |
Re: Amici a parte..
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Re: Amici a parte..
Il problema sono anche le troppe ore che fanno pesare un lavoro che non piace. Con 4 ore si sentirebbe meno il peso e occuperemmo altra gente.
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Re: Amici a parte..
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Re: Amici a parte..
Il discorso lavoro è proprio un disastro, sotto tutti i punti di vista, a fine luglio sono disoccupato da un'anno ormai, l'ultimo lavoro fatto, l'estate scorsa appunto, era di pulire/mantenere/costruire impianti e tubazioni di piscine, quando si trattava di pulire le piscine sai che noia, tutto il giorno da solo sotto il sole, se il lavoro andava liscio non era male, ma comunque mi imbattevo in quel senso totale di solitudine che mi faceva pensare alla morte di continuo, per poi non parlare di quando andavo in cantiere, mai usato attrezzi da cantiere, e in mezzo ad altri operai ero proprio un pesce fuor d'acqua, sempre con un'ansia e uno stress incredibile di sbagliare o fare figuraccie.
Dopo qualche mese passato in casa, grazie a mia madre, faccio una prova di mezza giornata in un pub/ristorante piuttosto elegante (che tra l'altro odio l'eleganza e la gente altolocata, quindi già un posto che non fa per me), comunque ho provato uno stress elevato che sono andato quasi in palla, tra il posto nuovo, il lavoro nuovo da imparare (mai fatto il cameriere), alcune persone tedesche da cui prendere l'ordine e l'ansia/fobia come ciliegiona, fatto sta che a fine turno me ne sono andato con felicità, e ho ripreso a ''respirare''. Passati diversi giorni, non avendomi fatto sapere nulla la responsabile del ristorante faccio un tiro di sollievo e penso ok meglio cosi, poi qualche giorno dopo ancora, la responsabile contatta mia madre e le chiede cosa ho deciso, cosa un pò strana, difatti mi lascia un pò perplesso, più che altro per il fatto di dare a me la decisione di lavorarci o no, ed io ovviamente ho detto di no, non ce l'avrei fatta a reggere due turni al giorno per tutta la settimana, era troppo per il mio cuore. La fobia e l'ansia/depressione sono proprio debilitanti sotto certi punti di vista, non si può vivere cosi... non è vita... :miodio: |
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