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Sapete vincere?
Ho la sensazione che chi abbia (quasi) sempre perso, abbia poi la naturale tendenza a farsi sfuggire le vittorie di mano, o non godersele, o trasformarle in sconfitte
In ogni ambito ed nel modo più esteso possibile, dallo sport alle emozioni ai rapporti con gli altri Che ne pensate? |
Re: Sapete vincere?
penso che quando perdiamo in qualcosa la cosa migliore da fare è accettarlo senza darsi troppe colpe. Un mio consiglio è vivere sta vita in modo semplice senza farsi troppi problemi godersi sia le sconfitte che le vittorie e prendere le sconfitte come delle lezioni per poi non sbagliare più. :)
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Re: Sapete vincere?
Sì sono d'accordo. Da una parte, se non ci si crede abbastanza è più facile lasciarsi sfuggire le occasioni, dall'altra quando le cose succedono (perché ogni tanto succedono) non si riesce a godersele.
Però dire "godersele" non deve essere riduttivo, non è solo una questione di essere felici per qualcosa, ma di riuscire ad attivare quei meccanismi che dagli eventi positivi della vita fanno discendere un consolidamento dell'autostima. |
Re: Sapete vincere?
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Re: Sapete vincere?
Io amo Colui che si vergogna se il dado cade in suo favore, e si domanda: "ho barato?". (Così parlò Zarathustra, Friedrich Nietzsche)
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Re: Sapete vincere?
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Ricordo di bambino, quelli apparentemente insignificanti che ti porti dietro per sempre Avevo vinto un bel giocattolo alle giostre, ma ne scelsi uno meno bello Ancora oggi mi domando il perché.. E sono triste per non aver scelto quello più bello |
Re: Sapete vincere?
quando vinco sminuisco alla grande l impresa anche quando è palese la superiorità :D , ma perchè so che nn ha importanza nn è per fare il buono a tutti i costi è che è cosi e basta , vittorie sconfitte hanno poca importanza , il fatto è che nn mi son mai goduto una vittoria per davvero perchè ritengo che nn ha senso godere per " robe passeggere" , ammetto che mi farebbe bene invece godere quando c è da godere .
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Re: Sapete vincere?
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Re: Sapete vincere?
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Re: Sapete vincere?
a parte che già di base non mi piace stare al centro dell'attenzione :sisi: , però diciamo riesco ad apprezzare meglio i traguardi e a non sminuirmi molto se non quando dico la semplice e pura verità. Però penso anche che noi stessi siamo i giudici più severi di noi stessi e magari le altre persone guardandoci da fuori possono darci una visione più veritiera e meno severa, a prescindere che sia più positiva o più negativa rispetto alla nostra visone.
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Re: Sapete vincere?
Succede anche a me...
Forse per questioni di abitudine, autostima e condizionamenti si pensa che siano troppo per noi e, inconsciamente, che ad ambirci o ottenerle possa far poi seguito qualcosa di brutto e comunque, anche qualora le si ottengano, si finisce per considerarle non nostre vere vittorie, meritate e ripetibili, ma, per le stesse ragioni, fortuiti eventi fortunati facilmente destinati a non durare. |
Re: Sapete vincere?
E nemmeno perdere.
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Re: Sapete vincere?
Quando mi capita qualcosa di bello cerco spesso di assaporarne il momento.
Quando non accade è perché qualcosa dentro non mi permette di essere felice. |
Re: Sapete vincere?
mi sono obbligato nel lavoro ad essere un vincitore, almeno in quello ci riesco, il problema e' che l'euforia dura 1 secondo, mentre una cosa andata male ci penso per ore :miodio:
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Re: Sapete vincere?
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Re: Sapete vincere?
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Re: Sapete vincere?
Da non sottovalutare pure l'imbarazzo che si prova quando si vince. Sei al centro dell'attenzione, è un'esposizione personale, potresti suscitare invidia, potresti aver fatto involontariamente uno sgarbo a qualcuno, qualcuno potrebbe criticare i tuoi modi di fare, e così via all'infinito.
Insomma, se si è abituati a rimuginare lo si farà in ogni situazione. Infatti una cosa che cerco di ricordarmi è che l'unico modo per non essere criticati è non fare nulla. Se ottieni qualcosa, se finisci davanti ad altri, qualcuno che ti critica ci sarà sempre. |
Re: Sapete vincere?
In me si attiva abbastanza spesso il cosiddetto sistema competitivo.
Delle volte ho l'impressione che sia anche questo un altro problema da risolvere, forse sarebbe meglio inquadrare le cose non in un'ottica competitiva, ma in un'ottica in cui c'è uno scopo o un obiettivo (questo me lo dico sempre, però riesco a farlo di rado, oggi come oggi davvero viene reso complicato dare queste letture alternative qua). Con gli obiettivi o gli scopi non si vince o perde contro qualcuno, si raggiungono o non si raggiungono delle mete, almeno così ci si mette in cammino. E' come scalare una montagna, una cosa è pensare "vorrei raggiungere la vetta per guardarmi il panorama da lassù" altra pensare "voglio raggiungere la vetta come tizio e caio perché così dimostro di esser bravo come loro". Chissà, io mi rovino anche il piacere che potrei provare in una scalata del genere se inizio a pensare che c'è una competizione. Io lo ammetto, non sono una persona competitiva, ricavo più disturbo che piacere dal pensare che certi giochi sono a somma zero, direi perciò che non solo non so vincere, mi disturba proprio che esistano per forza giochi in cui c'è chi vince e c'è chi perde. Quando osservo e vedo che certe organizzazioni sono costruite su questo vorrei squartarle a mannaiate, compresa quella scolastica. E' vero che egoisticamente io vorrei ottenere certe cose, ma non mi dispiacerebbe affatto che le ottenessero tutti, anzi. Non ricavo piacere dallo stare "sopra" e inoltre ricavo molto dispiacere dallo stare "sotto". Tra i due posso preferire lo star "sopra" ma ammetto che se dovessi trovarmi "molto sopra" la cosa mi infastidirebbe e vorrei riequilibrarla. Quindi meglio cimentarsi in giochi che non sono a somma zero secondo me visto che in me già si attiva molto spesso questo meccanismo qua e mi fa stare più male che bene. Anche per questo forse amo di più le attività in cui non è ben definito chi sta sopra e chi sotto, che so quelle artistiche per esempio, anche se in attività competitive come lo sport c'è stato qualcuno che saggiamente ha espresso l'idea che l'importante non è vincere ma partecipare (pensando magari che non tutti gli atleti psicologicamente sono persone competitive). Io non so vincere, ma mi sa che se insisto nella direzione "imparare a farlo", conoscendomi un po', peggioro la situazione. Questa cosa penso che bisogna cercare di smontarla il più possibile, certo a volte non so come fare, però mi sembra che sia questa qua la strada giusta per me. Chi vede avversari ovunque e inoltre è disturbato dalla presenza di avversari è meglio che non incentivi o pensi troppo a queste cose qua credo. Non so se sono mai stati fatti esperimenti del genere, ma penso che a seconda del tipo di individuo, delle performance risultino peggiori o migliori solo in base al fatto che la persona sappia che può esserci un avversario. Immaginate di dover svolgere un test, ora se pensate di doverlo fare solo voi (sapete che non ci sono avversari da battere) riuscireste a svolgerlo meglio o peggio? Secondo me a seconda del tipo di individuo la presenza di un avversario (solo sapere che ci sia, anche se non si deve interagire con questo) può migliorare o peggiorare la qualità della performance. Per le persone competitive l'idea che ci siano gli avversari incentiva la qualità delle performance (finiscono col far meglio sapendo che c'è qualcuno da battere), per quelle non competitive la presenza di avversari disturba e fa svolgere peggio il compito. |
Re: Sapete vincere?
Una vittoria alla fin fine è anche una responsabilità.
Soprattutto se da essa nascono aspettative per le "giocate" future. |
Re: Sapete vincere?
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