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Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Qualche mese fa mi sono imposto di seguire un corso di formazione gratuito.
Purtroppo ho notato che questi corsi di formazione sono frequentati quasi esclusivamente da persone molto estroverse con lo scopo di conoscere nuove persone, tuttavia nello specifico, alcuni miei compagni di corso si conoscevano già avendo frequentato altri corsi insieme. Ovviamente io mi sono sempre sentito come un pesce fuor d'acqua, non avevo il coraggio di interagire con gli altri, stavo sempre sulle mie e non parlavo mai con gli altri nè intervenivo durante le lezioni facendo domande ai docenti e mostrando interesse per gli argomenti trattati. Insomma, un oggetto sconosciuto, alienato dal contesto sociale che si era formato in classe. Ricordo che durante uno degli ultimi giorni del corso mi trovavo in classe con cinque persone con le quali non avevo mai avuto modo di scambiare una parola (con qualcun altro, assente quel giorno, avevo avuto modo di chiacchierare). Insomma, questa persona inizia a parlare di un tizio che aveva partecipato ad un altro corso, il quale non parlava mai e se ne stava per i fatti suoi, e racconta che alla fine del corso se n'era andato via senza salutare gli altri. Il docente fa "ma perchè c'eri?!?!!?" riferendosi al tizio di cui parlava la corsista. Il docente in questione è un antipatico presuntuoso, uno che sparla dei corsisti degli altri corsi... Inoltre questa persona "silenziosa" veniva incolpata di aver mandato un messaggio sul gruppo whatsappp del corso chiedendo di fare una rimpatriata. Un altro ragazzo tira in ballo un altro ex compagno di corsi "silenzioso" che non parlava mai con nessuno, reo di avergli mandato un messaggio chiedendogli se si organizzasse una cena tra compagni del corso. Alla fine del racconto tutto disprezzoso fa "io non gli ho proprio risposto! Ma se durante il corso non ha mai detto una parola! Ma chi ti conosce!!!" Nei giorni scorsi un tizio mi ha fatto notare che sono molto timido e che quelli silenziosi gli stanno antipatici, infatti disse a un nostro compagno che all'inizio gli stava antipatico perchè non parlava mai. Poi in un'altra occasione usava il telecomando del condizionatore come per cambiare canale puntandolo verso di me dicendo "ma non cambi?" e poi ha fatto così :miodio: e io sorridevo ma pensavo dentro di me "ma perchè non te ne vai a fanc....?" Un po' li capisco, in effetti mi sento in colpa di essere così silenzioso e asociale, capisco che questo comportamento può sembrare irritante. In conclusione, ho avuto la conferma che questi corsi sono frequentati da persone molto socievoli che cercano di creare nuove amicizie e pertanto non sopportano e tendono ad isolare chi invece magari frequenta i corsi solo perchè gli interessa l'argomento trattato o chi parla poco perchè timido, introverso o sociofobico. C'è molto disprezzo verso chi è introverso da parte di chi invece è molto estroverso. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Ho fatto anch'io una serie di corsi per l'apprendistato. Anch'io ho avuto problemi di questo tipo. La soluzione che ho trovato negli ultimi corsi è stata quella di cominciare a partecipare alla lezione dalla prima domanda che fa l'insegnante (di solito in questi corsi gli insegnanti continuano a far domande alla classe) e ad ogni domanda rispondere sempre io prima di tutti. È facile, di solito gli altri alle prime domande dei prof stanno zitti. In questo modo è più facile rompere il ghiaccio, perché rispondere alle prime domande è vista come una cosa difficile, quindi vieni visto come coraggioso, non come quello che "non ha mai parlato".
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
quello del telecomando è stato veramente un idiota, che rabbia certa gente, avresti dovuto mandarlo a fanc...
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Che poi alla fine questa è per me l' unica cosa effettivamente giustificabile. Nel senso se non hai mai parlato con nessuno è effettivamente fuori luogo chiedere una rimpatriata:nonso: |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Viviamo nel regno dei pregiudizi
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Età di questi soggetti?
Comunque si, alla gente in generale chi si comporta in modo leggermente deviante dà fastidio. Secondo me è perché ci vedono delle caratteristiche di se stessi che loro per primi non accettano. Tutti hanno dentro insicurezze e timidezze e cose per cui si sentono sbagliati , vederle negli altri fa scattare certe reazioni, come quelle che hai descritto. Io ammetto di essere ed essere stata infastidita e critica verso atteggiamenti degli altri che non sopportavo in me stessa. Con mia madre lo faccio continuamente, ma anche con altri succede. Anche sul lavoro, andrei bene ad avere tutti alunni standard che non mi creano disturbo e non mi rovesciano gli schemi, che non mi fermano la lezione e non creano imprevisti, sarei una che va dritta. Ho dovuto lavorare(e devo ancora), sull'accettazione del diverso e sull'inclusione.Non si può se non ti metti in discussione. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Voglio dire una cosa ma non voglio essere frainteso. Penso addirittura che questo nostro tipo di problemi sia socialmente anche peggio di problemi più fisici, posso fare l'esempio di una persona sulla sedia a rotelle che ha sicuramente molte più difficoltà anche pratiche è ovvio, ma prendiamo in considerazione la situazione di due persone tristi ed abbattute che stanno per conto proprio, una in sedia a rotelle e una come noi sana e senza problemi apparenti. Le persone intorno o che potrebbero incontrare la persona sulla sedia a rotelle capirebbero, "poverino, è triste e abbattuto perché è in quella condizione, stiamogli vicino e facciamolo sentire parte di qualcosa, è solo sulla sedia a rotelle è pur sempre una persona che prova emozioni e ha bisogno di qualcuno vicino" , noi invece? Personalmente posso dire di essere stato trattato più e più volte al contrario, allontanato, deriso, sgridato per il mio essere, perché poi si crea un circolo vizioso, altri ci vedono malissimo perché per loro non esistono motivi per sentirsi così e noi chi chiudiamo ancora di più.
Bisognerebbe andare oltre, anche il ragionamento fatto a riguardo della persona in sedia a rotelle è sbagliato ma è una cosa che molti fanno, bisognerebbe guarda e capire la persona, non agire solo perché "poverino è sulla sedia a rotelle quindi come si può non volergli bene" bisogna voler bene alla persona, capire la persona e non guardare solo la sua condizione. Quando più persone capiranno questo allora ci sarà più bontà e disponibilità verso gli altri e le persone che avranno un problema fisico o mentale verranno viste per come sono, persone che provano sentimenti e che ne fanno provare agli altri, non dei corpi ambulanti portatori di qualcosa da schernire o da compatire in base alla situazione. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Ma dissento sul "bisogna voler bene" a tutti. Tu vuoi bene a tutti?Ti starà sulle palle qualcuno. Secondo me il vedere una persona al di là dei suoi handicap si realizza pienamente quando si può dire:"mi sta antipatico" anche se è cieco, in sedia a rotelle, fobico, depresso, down. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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In realtà più reagiscono con rabbia e più si sono sentiti feriti da un "rifiuto" che si sono immaginati. Per non parlare del disagio che capita quando c'è silenzio tra due persone...e che a quanto pare alcuni di loro non riescono a sopportare. E con questo non voglio giustificare, quanto umanizzare. Meno si umanizza e più si rinforza il grande giudice interno che abbiamo dentro e che ci bastona. Più si umanizza e più si realizza che non dipende tutto da noi quanto dalla loro capacità di interagire con gli altri. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Ovvero bisogna guardare di più come sono veramente le persone e non trattarle in un certo modo solo per un loro problema (sott'inteso, visto che all'inizio ho scritto di non voler essere frainteso a riguardo delle disabilità perché non volevo fare due pesi e due misure, che ci può essere quello in sedia a rotelle st*onzo da mandare a quel paese come il "fobico" st*onzo da mandare a quel paese, ma è qualcosa che riguarda la persona e prescinde i problemi), poi ci potrebbe essere anche più vera disponibilità e vera bontà da parte di chi vede la persona con i problemi, ma non è automatico o un obbligo solo vivi e lascia vivere anziché fare lo st*onzo e ferire gli altri. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
Sarebbe bello dire "abbiate pazienza, ma io non parlo con gli idioti :nonso:"
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Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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Non pensare che io nn ti capisca, ho fatto anchio un corso e ho dovuto abbandonarlo proprio per la depressione del mio stare sempre zitto! Alla fine dipende sempre da persona a persona ma e inegabile che un introverso abbia piu disprezzo che un estroverso ma e normale, perche' risulta piu noiosa. |
Re: Ecco cosa pensano dei "timidi", esperienza in gruppo sociale
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