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Morte professionale
... che poi sto titolo non è neanche tanto corretto visto che dovrebbe presupporre una vita professionale prima, comunque...
Dunque, ho 34 anni compiuti, non lavoro. Ho avuto un'esperienza lavorativa di alcuni mesi subito dopo laureato e poi solo qualche stage non pagato. Il mio curriculum si presenta male anche perchè le poche esperienze lavorative (includendo gli stage) sono in aree diverse tra loro e quindi non risulta un'acquisizione di professionalità come si aspetterebbero le aziende vista la mia età. Senza considerare che la formazione, dove ho speso un sacco, si è protratta per molto tempo (il mio non era uno studio propriamente intensivo, ma più diluito nel tempo :ridacchiare:) e pure sto fatto non deve essere ben visto. Gli unici lavori che sembrano passare oltre questi limiti sono quelli dove c'è di mezzo la vendita, ma io non sono mica portato per quei lavori lì :miodio:. C'è in ballo un'opzione call center da 5 ore al giorno, ma io 5 ore di chiacchiere le accumulo in 5 anni (forse), altro che un giorno (anzi mezza giornata). Avrei un'idea per favore qualcosa in proprio ma per ora mi sembra molto vaga e fumosa. C'è qualcuno che è inguaiato come me o peggio? E se si aprisse una sezione del forum per aiutare gli utenti disoccupati a trovare lavoro? Non dico di mettere gli annunci di lavoro ovviamente, ma scambiare consigli, suggerimenti, ecc. Dopo tutto tra le prime cose (io direi proprio la prima) dove crea problemi la fobia sociale c'è proprio il discorso lavoro. E se ci si potesse scambiare proposte di collaborazione lavorativa tra utenti, in base alla zona, settori di interesse, ecc.? Sto esagerando? |
Re: Morte professionale
Sul mio curriculum c'è una sola esperienza lavorativa: uno stage non retribuito (tra l'altro ormai inutile perchè non mi sento più capace di fare quel tipo di lavoro che mi piaceva anche molto) fatto subito dopo la laurea, poi 4 anni di vuoto totale.
Ai tempi di quello stage mi sentivo in grado di fare qualsiasi cosa, uscivo di casa tranquillamente, riuscivo a reggere lavoro e colleghi senza troppe ansie, anzi ero tranquilla... ma ora mi sembra passato un secolo, la lunga inattività mi ha fatto regredire a livelli che non immaginavo. Le opportunità di lavoro già sono quelle che sono e vabbè non è colpa nostra, se poi ci mettiamo che l'esperienza non c'è, i 30 sono passati e l'ansia ci ammazza... Credo che riguardo il lavoro quelli messi davvero male qui siamo pochi, per fortuna loro, leggo di gente che sì ha problemi di vario tipo ma comunque riesce ad uscire di casa e lavorare :nonso: o quanto meno a portare curriculum in giro... io non riesco nemmeno in quello perchè se mi va di culo finisce che mi chiamano ma non riesco comunque a lavorare. :testata: Vado nel pallone già a pensare a come devo organizzarmi per raggiungere il posto, gli autobus, gli orari, avrò le competenze per quel lavoro? e se mi ammalo e non posso recarmi al lavoro come devo comportarmi? i colleghi, i clienti mi tratteranno male? farò figure indimenticabili? e se mi saltano le staffe e mando a quel paese il capo? Ho avuto delle opportunità recentemente ma le ho rifiutate, sono una miserabile :miodio: mi aspetta un futuro da mantenuta depressa o da morta di fame comunque depressa. :piangere: |
Re: Morte professionale
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Cioè sta cosa mi smonta dall'inizio. Perciò non sono completamente d'accordo con chi dice: 'ormai è tardi devi buttarti sul primo lavoro che ti si presenta davanti', perché se non ti piace, non ti senti pronto e in più c'hai l'ansia, quanto puoi resistere? Io ancora credo che bisogna provare a fare qualcosa che ci piace, che ci ispira, non so come faccio a crederci ancora ma non posso fare altrimenti. |
Re: Morte professionale
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Re: Morte professionale
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Re: Morte professionale
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ma quando fra 100 anni non ci saranno più i tuoi come pensi di fare? Non sarebbe meglio iniziare a pensare a qualche lavoro? Ti dico questo perché anche per me lavorare è uno sforzo titanico, anche se non faccio il minatore, è vorrei abbandonarlo ogni minuto della giornata, però la paura di rimanere solo e disoccupato è ancora peggio.. questo per me, eh..non voglio fare la morale.. |
Re: Morte professionale
Io pure non sono messa benissimo. Ho 30 anni e ho lavorato meno di un anno in tutta la vita, credo. Sto cercando disperatamente qualcosa da fare (non so bene cosa, anche se prediligo lavori d'ufficio visto che mi piace usare il computer), ma non riesco a trovare niente. Il problema è che dai 30 anni in poi è difficile trovare qualcosa di stabile... Tutti cercano ragazzi giovani da formare e si aspettano che tu a 30 anni sappia già fare tutto. Non so davvero dove sbattere la testa. Spero vivamente di riuscire a trovare qualcosa entro fine anno.
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Re: Morte professionale
Vivo male il lavoro e non mi sento assolutamente in grado, per tutti gli aspetti fobici che ha.
Ma non ho provato altre strade, avevo avuto qualche piccola esperienza di stage e altro, ed erano andate malissimo.Così sono rimasta a fare supplenze ma l'idea di passare di ruolo mi terrorizza. Quest'anno ho avuto una brutta esperienza ad un'assemblea che mi ha confermato le insicurezze. Sto da 9anni con un piede dentro e uno fuori, e nonostante i disagi che le supplenze brevi creano, le preferisco ad un incarico di lungo termine. E vivo sempre in attesa di combinarla grossa, essere buttata fuori graduatoria e li, boh.Coraggio di provare altro non ce l'ho. Nella mia vita non ci sono state tante cose, la mia storia degli ultimi 10anni è stata scritta dai contratti di supplenza, gli anni passati per me sono "l'anno della da Vinci","l'inverno della Marconi","quel dicembre della Oriani","l'anno che ho perso l'incarico di sostegno",... Ho un'identità professionale frammentaria all'inverosimile, ed è l'unica che sento di avere, quella lavorativa. |
Re: Morte professionale
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Di fatto ho poi scelto l'opzione espatrio, ma nei primi tempi ho ugualmente sperimentato degli intoppi dovuti alla consueta ansia da prestazione (lavorativa), quindi gli inizi non sono stati facilissimi, indipendentemente da un contesto esterno più favorevole. Anche qui il mio consiglio consiste nel cercare di conoscersi e nel domandarsi quanto realmente si voglia lavorare, quanto i propri blocchi siano di impedimento all'affermazione professionale, prima ancora di prendersela con tutte le crisi del mondo. |
Re: Morte professionale
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Re: Morte professionale
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Però si, trovare lavoro dopo i 30 è un casino, anche io ho si qualche anno di esperienza, ma in pratica non so fare nulla se non cose basilari che saprebbe far chiunque dopo un mese di formazione. E anche io tendo a rifiutare pure le occasioni che mi si presentano, del tipo "quel lavoro è troppo lontano", "è un call center, col cazzo", "li pagano poco". E più passa il tempo più mi rendo conto di pensarci sempre di meno e di non preoccuparmi. Della serie, andiamo incontro al baratro serenamente senza farsi il sangue amaro. |
Re: Morte professionale
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Re: Morte professionale
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:mrgreen: |
Re: Morte professionale
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Re: Morte professionale
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Al lavoro ci penso però, eccome se ci penso... io vorrei lavorare, so che avere qualcosa da fare anche saltuariamente mi farebbe stare meglio ma vedo così tanti muri davanti a me... e il più imponente è la mia testa. :testata: |
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Re: Morte professionale
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Re: Morte professionale
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Che vi piaccia o meno, per lavori di basso cabotaggio si preferisce il giovane ed è anche giusto che sia così. Perché spendere di più se Tizio e Caio sanno fare la stessa cosa? Se dovessi perdere lavoro, non me la prenderei certo con chi mi dice ciò ma me la prenderei di più con chi mente dicendomi che ho le stesse opportunità di un ventenne per poi arrabbiarmi quando viene scelto quest'ultimo. |
Re: Morte professionale
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Da questo punto di vista, le aziende,secondo me, potrebbero avere uno sguardo un po' più possibilista verso il candidato e mettere alla prova le motivazioni di quest'ultimo. Potrebbero, forse, trarne vantaggio pure loro senza perdite significative. Sono molto aperte invece con chi viene proposto per via di conoscenze indipendentemente dalle sue capacità e motivazioni. Forse da questo punto di vista ci potrebbe essere una cultura un po' diversa in Italia. |
Re: Morte professionale
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Contesto le uscite insofferenti al primo approccio realista da risposta piccata "vedremo quando capiterà a te" perché ci dev'essere sempre la fiera dell'empatia e naturalmente solo per un fobico. Il patto di prova si può fare anche in un'assunzione regolare, anche per mesi. Sconsiglio l'offerta del lavorare gratis: un'azienda potrebbe benissimo sfruttarti e poi dirti ciao. Quote:
Alla fine, se si parla d'impiego generico, uno vale l'altro e se posso aiutare l'amico di un amico, lo preferisco rispetto ad uno sconosciuto. |
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