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Essere se stessi (cit.)
Si sente sempre dire che per essere "felici" bisogna essere se stessi.
Ma se il mio me stesso è negativo, egocentrico, sprezzante, cattivo e tutti gli aggettivi che fanno dell'uomo una persona da evitare e confinare, vale ancora l'affermazione suddetta? Sto estremizzando certo, ma vorrei sapere cosa ne pensate... |
Re: Essere se stessi (cit.)
Penso che come tutte le frasi fatte abbia un fondo di verità ma al contempo sia usata a sproposito in contesti in cui non si applica.
Se per "essere sé" stessi si intende evitare di fingere quello che non si è al proposito di farsi accettare in certi contesti, certo che è giusta. Ma se vuol dire dare libero sfogo ai propri difetti non credo che questo possa portare lontano. Tutti noi abbiamo dei lati pesanti se non ingestibili per il prossimo e questi è bene tenerli sotto controllo. Come si vede sono due cose diverse. |
Re: Essere se stessi (cit.)
Penso che siano cazzate.
Tanto vale cercare le citazioni dei baci perugina, almeno si mangia qualcosa. |
Re: Essere se stessi (cit.)
Penso che la frase sia vera
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Re: Essere se stessi (cit.)
Penso che questa frase sia utile solo se riferita a qualcuno che si fa troppi problemi ma che ha comunque un buon carattere. Come incoraggiamento. Altrimenti se si comincia a mostrare troppo i propri difetti, nessuno sarà contento.
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Re: Essere se stessi (cit.)
Io sono despresso, i depressi non piacciono a nessuno, quindi non posso essere me stesso. Io ho il DEP, gli evitanti non piacciono a nessuno, quindi non posso essere me stesso. Tutto quello che sono per gli altri è m***a o una scusa per sfruttarmi, quindi non posso essere me stesso :miodio:
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Re: Essere se stessi (cit.)
Le frasi fatte sono quelle cose che vengono dette tanto per dire qualcosa in mancanza d'altro. In un mondo perfetto forse potrebbero funzionare.
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Re: Essere se stessi (cit.)
Non essere sé stessi implica fingere col prossimo. A lungo termine le persone non vogliono attori ma persone genuine.
Al tempo stesso bisogna correggere tutti i comportamenti che rendono impossibile la socializzazione e relazione, se non si vuole essere asociali. In moltre persone fobiche, ad es., ho visto una forte intransigenza che mal si sposa con gli scenari sociali tipici. Poi, se uno ha un disturbo mentale (es. fobia sociale, DEP, depressione, ecc.), è lapalissiano che sia in uno stato patologico e, quindi, il suo essere sé stesso in quell'istante è in una condizione, per definizione, da correggere. Nel momento in cui la persona ha risolto il suo disturbo mentale allora sì che non deve mutare eccessivamente, salvo casi particolari. Io ho mantenuto la mia natura nelle fondamenta caratteriali ma, col tempo, mi sono adattato molto al contesto sociale per trarne maggior beneficio ma io ho anche la fortuna di essere molto assertivo. |
Re: Essere se stessi (cit.)
Quote:
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Re: Essere se stessi (cit.)
i wanna be somebody else , ultimamente quando penso a me stessa mi vengono in mente diffetti fisici, caratteriali ,stanchezza anormale, mancanza di concentrazione , disaventure , insuccessi , voglia di piangere ecc. Non so come possa questo ruolo portare felicita :(
credo che per i normaloni significa sii libero |
Re: Essere se stessi (cit.)
Io credo che prima di essere se stessi bisogna essere capace di apprezzarsi e accettare come siamo fatti.
Con ciò voglio dire che ho sempre interpretato la frase come una sorta di incitamento all'autoaccettazione, necessaria per andare avanti. Quando ci si accetta per come siamo, comprendendo i nostri limiti e non criticandoli, il terreno per un eventuale miglioramento è spianato. In sostanza, non è tanto l'essere se stessi quanto imparare ad accettarsi e, di conseguenza, migliorare. |
Re: Essere se stessi (cit.)
secondo me si per essere felici bisogna essere sempre se stessi, non si deve portare una maschera e recitare per piacere agli altri. essendo noi stessi magari piaceremo a meno persone, ma è meglio avere poche amicizie vere piuttosto che tante finte amicizie.
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Re: Essere se stessi (cit.)
Secondo me per potere esprimere se stessi bisognerebbe conoscere e accettare se stessi...dire che si è dei bastardi e si hanno dei difetti non significa conoscersi.
EDIT: grammatica |
Re: Essere se stessi (cit.)
Personalmente do un'accezione positiva al concetto dell'essere se stessi e con questo intendo essere genuini, sinceri e trasparenti nella relazione col nostro prossimo.
Certo, questo non significa adagiarsi sui propri limiti e difetti, altrimenti la frase "essere se stessi" diverrebbe solo la scusa per non lavorare su di sè e non migliorarsi mai. Mi piace pensarmi come essere in divenire, che cambia sempre, ma che nel contempo impara anche ad accettarsi per ciò che è. Essere se stessi quindi, a mio avviso, unisce assieme l'idea di accettazione e cambiamento, in un proporsi al prossimo in modo schietto e sincero, senza mascherarsi o fingere di essere come non si è, senza adeguarsi ai dettami del mondo esterno che ci vuole per forza duri e tutti d'un pezzo, accettando quindi serenamente la propria delicatezza senza timore o vergogna della propria storia e di quello che si è diventati nel tempo. Io penso che poi vivere fingendo sempre sia anche molto pesante e difficile da sostenere, alla lunga. ciò non toglie che è anche bene evitare di mettere completamente sotto i riflettori le proprie fragilità "coram populo"; esiste sempre il giusto mezzo a seconda dei contesti. L'importante, però, è non perdere di vista se stessi e la propria integrità. Essere se stessi vuol dire anche essere sempre in compagnia di noi stessi, evitando qualsivoglia forma di alienazione da sé... |
Re: Essere se stessi (cit.)
SI ovviamente è inteso come "non fingere", ma nel nostro caso fingiamo già nascondendo il nostro problema. Io ad esempio sono praticamente normale nel 90% dei casi, cioè pur non avendo un lavoro e tanti contatti sociali, faccio una vita tutto sommato normale. Però in determinate situazioni, quando toccano certi tasti, esce il mio... difetto? Ecco in quelle situazioni vorrei saper recitare.
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Re: Essere se stessi (cit.)
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Re: Essere se stessi (cit.)
Essere se stessi la intendo nel senso di accettare di avere anche dei difetti, ma non di assecondarli. Solo non voler diventare qualcosa che non si potrà mai essere. L'estremizzazione dei mei difetti è venuta proprio quando non mi accettavo per quello che ero e dovevo continuamente fingere.
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Re: Essere se stessi (cit.)
Essere se stessi dovrebbe corrispondere allo stato meno faticoso da mantenere, appunto perché è quello spontaneo, senza affettazioni, ritualismi/manierismi di alcun tipo. Ma se ci hanno educati a onorare il padre e la madre sempre e comunque, a non desiderare la donna d'altri, a non commettere atti impuri o anche solo a non ruttare tra la gente e a mostrarsi sempre sorridenti ecc.. Dove posso essere me stesso? Nel mondo sei sogni, quando l'io tutto bello vincolato e costruito dalla cultura e le convenzioni se ne va e lascia posto al macello che costantemente dobbiamo reprimere nell'inconscio. Ecco, qui siamo noi stessi
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Re: Essere se stessi (cit.)
ma io son sempre me stesso, anche quando recito, se non recitassi non sarei più io :interrogativo:
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Re: Essere se stessi (cit.)
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