Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2654200)

Le prime volte sarà successo con i genitori, probabilmente.

Si teme di essere smascherati perché le risposte potrebbero essere conflittuali, ad esempio, e non si "sa" esprimere la rabbia, o anche la semplice sicurezza.

Originariamente inviata da edward00767 (Messaggio 2654197)

Oggi ho dormito tutto il giorno... Che spreco di ossigeno

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2654218)

Una persona decide che sei qualcosa che offende o è inadatto alla sua realtà.
La singola pietra può essere il divertimento altrui ai tuoi danni, questo è il giudizio e magari si può superare.
Sono il pregiudizio, le offese, occhiatacce, essere trattati come sub umani.
Il problema è la sentenza, cioè che diventi definitivo e accettato da un gruppo di persone.
In questo caso sono più pietre, definizioni che ti si attaccano addosso.
Non puoi più uscire di casa senza sapere che ti vedranno cosi.
Potrebbero decidere di picchiarti, umiliarti, aprire "campi di lavoro", e ci sarebbero applausi.
Ecco cosa si deve temere da un giudizio.
La privazione della tua libertà, essere spogliato di tutto, diventare meno di un essere umano.

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2654254)

Anche l'indifferenza fa male è vero, bisogna trovarsi qualcuno con cui condividere se stessi.

Originariamente inviata da claire (Messaggio 2654290)

La mia ex psicologa mi disse "non è delle attenzioni degli altri che si deve aver paura, ma della loro indifferenza. Da giovane sono svenuta in mezzo alle strisce pedonali per un calo di pressione, nessuno di fermò, mi schivavano e proseguivano, quando mi sono ripresa da sola ho raggiunto il negozio dall'altro lato della strada per chiedere un bicchiere d'acqua. Il titolare "oh signorina ma era lei! L'ho vista, a terra, ma non l'ho riconosciuta, pensavo fosse solo una drogata".

Originariamente inviata da Eracle (Messaggio 2654281)

Con tutta l'ipocrisia che posso avere in quanto umano anch'io.

Originariamente inviata da Bluevelvet93 (Messaggio 2654292)

Originariamente inviata da claire (Messaggio 2654290)

La mia ex psicologa mi disse "non è delle attenzioni degli altri che si deve aver paura, ma della loro indifferenza. Da giovane sono svenuta in mezzo alle strisce pedonali per un calo di pressione, nessuno di fermò, mi schivavano e proseguivano, quando mi sono ripresa da sola ho raggiunto il negozio dall'altro lato della strada per chiedere un bicchiere d'acqua. Il titolare "oh signorina ma era lei! L'ho vista, a terra, ma non l'ho riconosciuta, pensavo fosse solo una drogata".

Originariamente inviata da Teach83 (Messaggio 2654323)

Queste insegnati drogate che si permettono pure di insegnare ! Che vergogna !
Io ti avrei certamente notato... per stirarti col mio monopattino firmato Louis vuitton ® !

Originariamente inviata da claire (Messaggio 2654330)

Ma non è successo a me, leggi bene :D

Originariamente inviata da limitless (Messaggio 2654336)

Sto na chiavica, mi hanno detto che devo fare il tampone

Originariamente inviata da JR_Reloaded (Messaggio 2654212)

Il fobico spesso è anche un introverso, l'introverso ha di sovente una sensibilità o una razionalità ( anche una sensorialità e un'intuito) spiccatamente profondi che rivolge verso se stesso più che verso l'esterno, questo comporta un osservarsi, analizzarsi, giudicarsi molto, e un essere molto duri con se stessi. L'estroverso lo è meno, rivolge gran parte della sua energia, del suo pensiero, del suo intuito e sensibilità verso l'esterno, questo per natura gli impedisce di soffermarsi troppo a "rimuginare" su se stesso e a chiedersi cosa l'altro possa pensare di lui ecc (anche se ovviamente lo fanno anche loro, di sovente quando si ritrovano soli, ecco perchè l'estroverso non riesce a stare tanto tempo da solo, invece per l'introverso questo è un meccanismo naturale, lo fa costantemente, in ogni situazione, anche quando è in compagnia, intendo il meccanismo di auto analizzarsi, osservarsi e giudicarsi perchè ha per natura il "focus" spostato dall'esterno verso l'interno, come un faro che non è puntato sul mondo esterno ma su di se).