Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Rifaccio il permaloso: VF sta per Veri Fobici? Se così fosse, dimostri 0 empatia verso chi, come me, ha dovuto affrontare molti e gravi problemi e nonostante tutto ha avuto la forza e la voglia di reagire. Quote:
Sono processi inconsci, dipende si da dove nasci il fatto che tu ti ponga in modo diverso da altri. Non ti viene insegnato a gesticolare o a urlare, sono cose che apprendi perchè le vedi fare dove cresci. Ma stiamo esulando, perchè in realtà che l'italiano gesticoli c'entra poco con la comunicazione. Il messaggio che deve passare è che la maggior parte della comunicazione è paraverbale, aldilà del contesto culturale. Non c'è Stato dove l'uomo comunichi in maggior parte con la componente verbale. Deve anche passare il messaggio che queste sono regole naturali. Tribe, accusandomi ha espressamente paragonato me e Biomotivato attraverso il MODO di porsi ("stesso stile, prodighi di consigli, ecc"), non attraverso ciò che effettivamente scriviamo. Segno che anche qui fra utenti problematici e che vorrebbero una comunicazione più verbale che paraverbale, le sensazioni che si provano "a pelle" leggendo determinati modi di porsi superano ciò che effettivamente si scrive. Andare contro queste regole basilari è pretendere di andare contro natura. |
Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
Dipende da come viene detto, mi da fastidio quando viene detto come se fosse un grave difetto o addirittura una colpa.
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Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
non vorrei gettare benzina sul fuoco ma almeno per me ormai è palese che la felicità sia una condizione mentale per lo più indipendente rispetto a fattori "esterni". questa conclusione sulla base del fatto che in quei brevi periodi in cui mi sentivo, non dico felice ma quantomeno sereno, a livello esterno non era cambiato assolutamente niente nella mia vita.Io sto cercando di recuperare quella condizione (condizione che allo stesso tempo devo impegnarmi a conquistare con le azioni, in modo da creare quei feedback interni positivi,che mi permettano di "solidificare" questo stato mentale, come sostituire una cattiva abitudine con una buona, ma se la cattiva abitudine è radicata molto in prodondità è difficile estirparla, come si dice, l'erba cattiva non muore mai, bè , a costo di usare l'agent orange su di me io la distruggerò.)
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Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
Io non la considero una mancanza di rispetto, mi sembra semplicemente la constatazione di un dato di fatto. :nonso:
Ps. Sono timida :D |
Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Relativamente alla parte in grassetto (1): quindi alla fine mi sembra che ciò che è cambiato in realtà è avvenuto dentro di te, il cambiamento esterno è stato il catalizzatore di una comprensione interiore che ti ha dato la forza e quel minimo di sicurezza per fare delle cose , o no? Relativamente alla parte in grassetto (2) ti dico: La prima cosa è l'accettazione della tua situazione attuale (non la rassegnazione, l'accettazione), in secondo luogo bisogna accettare la possibilità di cambiare come una possibilità reale e non velleitaria,in terzo bisogna imparare a parlarsi in un'altra maniera per evitare i cortocircuiti di pensiero consolidati dall'abitudine a sentirsi in un certo modo ("come mi sento"<--come io sento me stesso) Non ho facili ricette, a parte questa ->1 Kg di Amore - 500 gr di Lealtà - 300 gr di Pazienza - 250 gr di Dolcezza - 250 gr di Comprensione - 200 gr di Bontà - 200 gr di Fiducia. CUOCERE A FUOCO LENTO E MESCOLARE PER TUTTA LA VITA!!!! :D Agli apici della depressione mi sentivo in una situazione definitiva e irreversibile, la depressione aveva preso il controllo totale di me, secondo me si sarebbe potuto notare anche a livello neurologico, non so come dire,il mio cervello lavorava in modalità "depressa". poi in qualche modo è passata e mi sono accorto che io non ero la mia depressione. Prova a leggerti questo: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/psiche/guardarsidentro.pdf a me ha aiutato a capire delle cose e di certo non ti verrò a dire che se non aiuta te è per la tua mancanza di volontà, non ti verrò a dire che siamo gli artefici del nostro destino o altro ma di sicuro non mi smuovo sul fatto che ad un certo punto il modo in cui rielaboriamo la realtà nella nostra mente dipende da noi, anche se questo modo "disfunzionale" di elaborarla dipende sicuramente da esperienze negative pregresse. Poi ad esempio una cosa che a me ha aiutato per un pò è stata la meditazione (pratica che ti può occupare anche solo 10 min al giorno), per te sarà una sciocchezza, ma se ti dicono: prova a fare meditazione per un mese e noterai dei cambiamenti (poi nel mio caso inizialmente è stato un cambiamento negativo perchè mi sono reso conto di quanto ero incasinato e di quanta merda avevo dentro, successivamente, quando ho iniziato a vedere dei veri cambiamenti positivi, mi sentivo a posto, ho smesso di farla e mi son trovato punto e a capo, e anche oggi che non la faccio mi chiedo:perchè?dipende da me e basta)ma se non lo fai perchè ti dici "tanto a me non serve, è una cazzata, con me non funziona", in quel caso dipende SOLO DA TE, da chi dovrebbe? queste sono tutte resistenze che si oppongono al cambiamento perchè nonostante tutto il malessere, probabilmente sei in una situazione che conosci molto bene e che inconsciamente ti tranquillizza, perchè il cambiamento implica il dover affrontare delle novità e si ha paura di queste novità perchè potrebbero significare l'ennesimo fallimento (altro concetto disfunzionale). |
Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
Cito una parte estratta dal link che avevo postato prima, riguardante il libero arbitrio:
La terapia del "come se" Uno degli eventi più importanti nella mia evoluzione di terapeuta è stata la scoperta di un libro del filosofo Hans Vaihinger, oggi quasi dimenticato intitolato Die Philosophie des Als-Ob (1924). Pubblicato per la prima volta nel 1911, ha avuto l'effetto di una bomba scientifica, e ha ampiamente influenzato, ad esempio, il pensiero di Alfred Adler e, in misura minore, quello di Freud. In un totale di ottocento pagine Vailhinger fornisce una pletora di esempi, tratti da innumerevoli contesti, in cui mostra che,riguardo alla natura del reale, lavoriamo sempre e inevitabilmente con ipotesi non dimostrate e non dimostrabili, e tuttavia giungiamo a risultati concreti. Una di queste ipotesi, ad esempio, è la convinzione che gli esseri umani siano dotati di libero arbitrio. Non c'è e mai ci sarà alcuna prova che le cose stiano così. Tuttavia non c'è mai stata nè mai ci sarà, ne può esserci, una società i cui membri non si comportino "come se" le cose stessero così, perchè se non credessimo tutti nel libero arbitrio le interazioni umane sarebbero dominate dal caos, le persone sarebbero prive di responsabilità e quindi, di ordine. Il libro di Vaihinger si conclude con l'affermazione, per molti scandalosa, che la verità è soltanto l'errore più utile. Mi sono reso conto per la prima volta della natura "come se" di determinati interventi terapeutici nel corso della mia formazione in ipnosi. Se l'ipnotista ottiene la levitazione di una mano, la mano naturalmente non è diventata più leggera dell'aria, ma il soggetto si comporta "come se" le cose stessero così, e la sua esperienza è che le cose stanno così. Se si riesce a convincere una persona inibita e spaventata a comportarsi come se le altre persone fossero spaventate e bisognose di rassicurazioni, ciò può determinare quasi istantaneamente un cambiamento nella natura dell'interazione di quella persona con altri, indipendentemente dal fatto che gli altri siano o meno "davvero" spaventati. Questa ipotesi del "come se" è servita allo scopo e, secondo le parole di Vailhinger, ora "cade" indipendentemente dal fatto che gli altri siano "veramente" spaventati, e senza bisogno di insight. |
Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Se dovessi rispondere io alla domanda che hai posto a muttley ti direi tautologicamente che "qualcuno ha semplicemente scelto di essere felice e lo è diventato", non è necessario che succeda qualcosa di preliminare oppure è riuscito a fare questa scelta a seguito di una brutta esperienza (lutti,perdite,ecc ecc), magari aveva toccato il fondo e il suo organismo ha reagito in questa maniera, magari si era semplicemente stancato di essere infelice oppure gli è successo qualcosa di inaspettatamente positivo,infinite strade portano allo stesso risultato. |
Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
XL, ti faccio una domanda personale, e sono serio: fai uso di sostanze psicoattive?
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Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
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Su quanto hai scritto adesso sono d'accordo, non sono d'accordo sul fatto che per te la felicità dipenda da qualche risultato esterno, ma mica posso farti cambiare idea su questo, per quanto riguarda muttley non lo so... |
Re: Dire a un timido che è timido: reazioni
Sinceramente quando incontro un timido sono solito dire: ''Ma quantoo sei timido, sei peggio di me'' :mrgreen:
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