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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Mutevole è il Tutto, tranne Te
Le gocce d'una pioggia temporalesca sono invisibili per quanto cadono veloci e scompaiono nell'impatto al suolo. Le mie giornate erano diventate come quelle stesse gocce: passavano celeri e sparivano nel mare dell'eternità. Ogni tanto un raggio di sole si affacciava, addolcendo quelle giornate rendendole più gocce di rugiada che gocce di pioggia. Ma poi ritornava il temporale. Un giorno però il sole si aprì la via tra le nubi, spintonandole via facendole sparire alla vista, accecandomi. Il tempo iniziò a rallentare fin quasi a fermarsi: l'aria sembro schiarirsi e ogni respiro sembrava dolce come il miele. Nessuna cosa mi attraeva più di quel sole, tanto che mi misi a correre verso di lui per abbracciarlo e baciarlo. Quella stella luminosa e immortale divenne la mia ragione di vita:quella stella sei Tu. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Hai ritrovato la tua ombra, Peter?
L'hai guardata scappar via tra fumi velenosi che a respirare, dan come pena l'incapacità di sognare Poi le sei volato dietro senza ali da spiegare L'hai sentita chiamarti di lontano Ma stavi ascoltando una sveglia ticchettare da acidi gastrici immersi in mare Quel mare che morde e ti strappa via l'aria Non annegare, ricordati di librare Legato con un filo a lei che sta aspettando Non hai finito e non saprai quando Di percorrere aree esposte e di cercare risposte Il veliero pirata non è la tua tana Come un aquilone tu devi volare Più in alto del mare e dei fumi velenosi, Nello spazio superiore la tua ombra è là Su quell'isola mai concepita Vai e ricorda, giovane Peter La seconda stella è sempre la più lontana.. By Chained to dust, scritta poco fa, commenti negativi vietati :timidezza: |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale - mediterraneo
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale siccome i ciottoli che tu volvi, mangiati dalla salsedine; scheggia fuori del tempo, testimone di una volontà fredda che non passa. Altro fui: uomo intento che riguarda in sé, in altrui, il bollore della vita fugace — uomo che tarda all’atto, che nessuno, poi, distrugge. Volli cercare il male che tarla il mondo, la piccola stortura d’una leva che arresta l’ordigno universale; e tutti vidi gli eventi del minuto come pronti a disgiungersi in un crollo. Seguìto il solco d’un sentiero m’ebbi l’opposto in cuore, col suo invito; e forse m’occorreva il coltello che recide, la mente che decide e si determina. Altri libri occorrevano a me, non la tua pagina rombante. Ma nulla so rimpiangere: tu sciogli ancora i groppi interni col tuo canto. Il tuo delirio sale agli astri ormai. Eugenio Montale |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"Nubi di fiato rappreso s'addensano sugli occhi in uno stanco scorrere di ombre e di ricordi: una festa, un frusciare di gonne, uno sguardo, due occhi di rugiada, un sorriso, un nome di donna: Amore Non Ne Avremo." "Il cuore batte con l'orologio, il cervello pulsa nella strada: amore e odio pianto e riso. Un'automobile confonde tutto: vuoto assoluto. Era di passaggio." "Stormo d'ali contro il sole, capitombolo nel vuoto. Desiderio, erezione, masturbazione, orgasmo. Strade silenziose, volti rassegnati: la notte inghiotte la città." "E venne da noi un adolescente dagli occhi trasparenti e dalle labra carnose, alla nostra giovinezza consunta nel paese e nei bordelli. Non disse una sola parola nè fece gesto alcuno: questo suo silenzio e questa sua immobilità hanno aperto una ferita mortale nella nostra consunta giovinezza. Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni." "Lunga è la notte e senza tempo. Il cielo gonfio di pioggia non consente agli occhi di vedere le stelle. Non sarà il gelido vento a riportare la luce, nè il canto del gallo, nè il pianto di un bimbo. Troppo lunga è la notte, senza tempo, infinita." "I miei occhi giacciono in fondo al mare nel cuore delle alghe e dei coralli. Seduto se ne stava e silenzioso stretto a tenaglia tra il cielo e la terra e gli occhi fissi nell'abisso." |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
A Girl The tree has entered my hands, The sap has ascended my arms, The tree has grown in my breast - Downward, The branches grow out of me, like arms. Tree you are, Moss you are, You are violets with wind above them. A child - so high - you are, And all this is folly to the world. Ezra Pound |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
All'amato me stesso
Quattro. Pesanti come un colpo.(Vladimir Majakovskij) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
I never hear the word "Escape" Without a quicker blood! A sudden expectation! A flying attitude! I never hear of prisons broad By soldiers battered down - But I tug, childish, at my bars Only to fail again! Emily Dickinson |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Alla mia nazione Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico ma nazione vivente, ma nazione europea: e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti, governanti impiegati di agrari, prefetti codini, avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi, funzionari liberali carogne come gli zii bigotti, una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino! Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti, tra case coloniali scrostate ormai come chiese. Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti, proprio perché fosti cosciente, sei incosciente. E solo perché sei cattolica, non puoi pensare che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male. Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo. P.P.Pasolini |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Oggi sprofondo nella malinconia pensando a tutto quello che avrebbe potuto essere.
Prospettiva da "Due punti" Si sono incrociati come estranei, senza un gesto o una parola, lei diretta al negozio, lui alla sua auto. Forse smarriti O distratti O immemori Di essersi, per un breve attimo, amati per sempre. D'altronde nessuna garanzia Che fossero loro. Sì, forse, da lontano, ma da vicino niente affatto. Li ho visti dalla finestra E chi guarda dall'alto Sbaglia più facilmente. Lei è sparita dietro la porta a vetri, lui si è messo al volante ed è partito in fretta. Cioè, come se nulla fosse accaduto, anche se è accaduto. E io, solo per un istante Certa di quel che ho visto, cerco di persuadere Voi, Lettori, con brevi versi occasionali quanto triste è stato. Wislawa Szymborska |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Il 16 maggio 1973 da "La fine e l'inizio" Una delle tante date Che non mi dicono più nulla. Dove sono andata quel giorno, che cosa ho fatto - non lo so. Se lì vicino fosse stato commesso un delitto - non avrei un alibi. Il sole sfolgorò e si spense Senza che ci facessi caso. La terra ruotò E non ne presi nota. Mi sarebbe più lieve pensare Di essere morta per poco, piuttosto che ammettere di non ricordare nulla benché sia vissuta senza interruzioni. Non ero un fantasma, dopotutto, respiravo, mangiavo, si sentiva il rumore dei miei passi, e le impronte delle mie dita dovevano restare sulle maniglie. Lo specchio rifletteva la mia immagine. Indossavo qualcosa d'un qualche colore. Certamente più d'uno mi vide, Forse quel giorno Trovai una cosa andata perduta. Forse ne persi una trovata poi. Ero colma di emozioni e impressioni. Adesso tutto questo è come Tanti puntini tra parentesi. Dove mi ero rintanata, dove mi ero cacciata - niente male come scherzetto perdermi di vista così. Scuoto la mia memoria - Forse tra i suoi rami qualcosa Addormentato da anni Si leverà con un frullo. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La Nature est un temple où de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles; L'homme y passe à travers des forêts de symboles Qui l'observent avec des regards familiars. Comme de long échos qui de loin se confondent Dans une ténébreuse et profonde unité, Vaste comme la nuit et comme la clarté, Les pafums, les couleurs et les sons se répondent. Il est des parfums frais comme des chairs d'enfants, Doux comme del hautbois, verts comme les prairies, - Et d'autres, corrompus, riches et triomphants, Ayant l'expansion des choses infinies, Comme l'ambre, le musc, le benjoin et l'encens, Qui chantent les transports de l'esprit et des sens. Charles Baudelaire, "Correspondances", "Les Fleurs du Mal" Omaggio alle mie Langhe con la poesi più simbolista di Charles http://www.industriadelturismo.com/w...he-300x224.jpg |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Scrivere un curriculum Che cos'e' necessario? E' necessario scrivere una domanda, e alla domanda allegare il curriculum. A prescindere da quanto si e' vissuto e' bene che il curriculum sia breve. E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti. Cambiare paesaggi in indirizzi e malcerti ricordi in date fisse. Di tutti gli amori basta quello coniugale, e dei bambini solo quelli nati. Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu. I viaggi solo se all'estero. L'appartenenza a un che, ma senza perche'. Onorificenze senza motivazione. Scrivi come se non parlassi mai con te stesso e ti evitassi. Sorvola su cani, gatti e uccelli, cianfrusaglie del passato, amici e sogni. Meglio il prezzo che il valore e il titolo che il contenuto. Meglio il numero di scarpa, che non dove va colui per cui ti scambiano. Aggiungi una foto con l'orecchio in vista. E' la sua forma che conta, non cio' che sente. Cosa si sente? Il fragore delle macchine che tritano la carta Wislawa Szymborska |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Solo e pensoso i più diserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti, e li occhi porto per fuggire intenti ove vestigio uman l’arena stampi. Altro schermo non trovo che mi scampi dal manifesto accorger de le genti, perché ne li atti d’allegrezza spenti di fuor si legge com’ io dentro avampi. Sì ch’io mi credo omai che monti et piagge e fiumi e selve sappian di che tempre sia la mia vita, ch’è celata altrui. Ma pur sì aspre vie né si selvagge cercar non so, ch’Amor non venga sempre ragionando con meco, e io con lui. F.Petrarca ----- Solo e pensieroso cammino con lentezza per i campi più deserti e giro lo sguardo per sfuggire luoghi dove si vedono tracce umane. Non trovo altro riparo che mi salvi dal fatto che gli altri si accorgano della mia condizione perché negli atti tristi che compio si vede da fuori come io bruci dentro. Così io credo ormai che monti e campagne, fiumi e boschi sappiano già di quale tipo sia la mia vita che nascondo agli altri. Tuttavia non riesco a trovare strade così aspre e difficili in modo che l’amore non mi segua parlando con me e io con lui. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Dono
Un giorno così felice. La nebbia si alzò presto, lavoravo in giardino. I colibrì si posavano sui fiori del quadrifoglio. Non c'era cosa sulla terra che desiderassi avere. Non conoscevo nessuno che valesse la pena d'invidiare. Il male accadutomi, l'avevo dimenticato. Non mi vergognavo al pensiero di essere stato chi sono. Nessun dolore nel mio corpo. Raddrizzandomi, vedevo il mare azzurro e vele. Czeslaw Milosz |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Oblio
Chiusi nei vetri della serra Scordano i fiori come splende il sole com'è fresca la brezza quando spira. Konstantinos Kavafis |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il dolore
Il dolore è un postino grigio, silenzioso, col viso asciutto, gli occhi d'un azzurro chiaro, dalle sue spalle fragili pende la borsa, il vestito è scuro e consumato. Nel suo petto batte un orologio da pochi soldi; timidamente sguscia di strada in strada, si stringe ai muri delle case, sparisce in un portone. Poi bussa. E ha una lettera per te. Attila Jozsef |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
in cammino di Hermann Hesse
Non esser triste, presto sarà notte, e sul paese pallido vedremo fresca la luna sorridere furtiva e poseremo, mano nella mano. Non esser triste, presto verrà il tempo che avremo pace. Le nostre croci stanno a due sul margine lucente della via, e piove e nevica e il vento viene e va. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Sotto una piccola stella
Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità. Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio. Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia. Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria. Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante. Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo. Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa. Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito. Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto. Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino. Perdonami, speranza braccata, se a volte rido. Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua. E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia, immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto, assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato. Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo. Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte. Verità, non prestarmi troppa attenzione. Serietà, sii magnanima con me. Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico. Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado. Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque. Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna. So che finché vivo niente mi giustifica, perché io stessa mi sono d'ostacolo. Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche, e poi fatico per farle sembrare leggere. Wislawa Szymborska |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Make me a picture of the sun -
So I can hang it in my room. And make believe I'm getting warm When others call it "Day"! Draw me a Robin - on a stem - So I am hearing him, I'll dream, And when the Orchards stop their tune - Put my pretense - away - Say if it's really - warm at noon - Whether it's Buttercups - that "skim" - Or Butterflies - that "bloom"? Then - skip - the frost - upon the lea - And skip the Russet - on the tree - Let's play those - never come! Emily Dickinson Fammi un quadro del sole - Così potrò appenderlo nella mia stanza. E far finta di scaldarmi Quando gli altri lo chiamano "Giorno"! Disegnami un Pettirosso - su un ramo - Così ascoltandolo, sognerò, E quando i Frutteti cesseranno il canto Metterò la mia finzione - via - Dimmi se è davvero - caldo a mezzogiorno - Se Ranuncoli - che "svolazzano" - O Farfalle - che "fioriscono"? Poi - salta - il gelo - sul prato - E salta il Rossiccio - sull'albero - Facciamo finta che - non arrivino mai! Here the frailest leaves of me HERE the frailest leaves of me and yet my strongest lasting, Here I shade and hide mu thoughts, I myself do not expose them, And yet they expose me more than all my other poems. Walt Whitman Qui le più fragili mie foglie Qui le più fragili mie foglie, e tuttavia quelle che più forti resisteranno, qui copro e nascondo i miei pensieri, non voglio rivelarli, e tuttavia essi mi rivelano più che tutti gli altri miei versi. |
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