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Originariamente inviata da Takkuri
(Messaggio 1646522)
Ma anche no. Solo perché mi piaccio e non voglio cambiare non vuol dire che io sia un eremita autarchico a sé stesso bastante.
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E non vuol nemmeno dire che, nell'analizzare la radice dei comportamenti altrui, si debba ricorrere a spiegazioni che rasentano la paranoia complottista per cui gli altri agiscono solo in base a situazioni di comodo/mantenimento di privilegi e non in base a semplici gusti personali.
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Originariamente inviata da Myway
(Messaggio 1646567)
Io credo che serva analizzarsi, capire come si è , capire cosa cercano nella maggioranza dei casi gli altri, vedere cosa ci impedisce di interagire con loro in modo normale, vedere cosa possiamo o vogliamo cambiare di noi stessi, come possiamo fare se alcune cose di noi non possiamo o non vogliamo cambiarle, cosa succede nei rapporto con gli altri se resta la forte timidezza ecc....il primo passo credo sia questo....
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Dici bene, ma a me pare di vedere troppi post che invece mirano ad analizzare come sono gli altri e cosa vogliono o dovrebbero cambiare di loro stessi.
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 1646594)
E nel vergognarsene non è che c'entri per caso il fatto che presentarsi come inesperto a >= 30 anni, soprattutto se non per propria scelta, di norma provoca come reazione facce sconcertate?
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Bisognerebbe cercare di rendersi indipendenti dalle reazioni altrui, specie quando sono semplici facce sconcertate...e del resto vogliamo questa o quella cosa perché questa o quella cosa ci fa stare bene, o solo per desiderio di non passare come "strani"?
Sul fatto che non sia del tutto per propria scelta poi, avanzerei qualche dubbio...
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 1646594)
Se io penso che il mio modo di essere non abbia nulla che non va in sé e per sé, questo dovrebbe implicare che non sia interessato a instaurare un certo tipo di relazione con le persone? :nonso:
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No, ma si può benissimo interagire con gli altri anche quando il nostro modo di essere "provoca come reazioni facce sconcertate".
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 1646594)
Resta comunque il seguente dato di fatto: chi si trova ad avere un carattere considerato poco "valido" dalle convenzioni sociali dominanti deve comunque assoggettarsi a un percorso impervio e con poche possibilità di riuscita, o cercando di adattarsi ai modelli sociali a cui risulta refrattario, o cercando persone che non li seguano o non li reputino così importanti.
Lamentarsi della difficoltà di un tale percorso, e auspicare che si faccia quanto possibile e quanto giusto per renderlo meno impervio, mi pare assolutamente legittimo, naturale e ben poco contestabile.
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Trovo contraddittorio quanto meno il fatto che si faccia una scelta e poi ci si lamenti dei downside che questa comporta. Se io amo il junk food e desiderio consumarne parecchio, sarebbe assai contraddittorio che mi lamentassi di ingrassare e di non essere in perfetta forma fisica.
Io stesso sto prendendo coscienza della mia peculiarità nell'approccio alla questione sentimentale, il mio non sentirmi tagliato per le relazioni esclusive, è un percorso ancora in divenire e che non ho completamente accettato e formulato nella mia testa, ma sta di fatto che un domani, qualora sia arrivato ad una sua totale accettazione, dovrà sobbarcarmi tutte le possibili conseguenze negative che questo potrà implicare.
Auspico al massimo di non sentirmi giudicato come "deviato" dalle persone, ma questa per me non è la vera conseguenza negativa, ce ne sono molte altre (una su tutte potrebbe essere il dover rinunciare a chi ti piace, solo perché questa persona non condivide la tua visione in materia di relazionalità).
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 1646594)
Mi pare quasi lapalissiano ammettere di non essere emotivamente autosufficiente, tanto lapalissiano che fatico a pensare a persone che possano essere definite tali.
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Difficile ma non impossibile.
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 1646594)
Si devono o no trovare delle persone le cui inclinazioni siano compatibili con la propria personalità, se si vogliono avere delle relazioni?
E ci si può lamentare di avere difficoltà a trovarle, o che ce ne siano (molto) poche, o si commette lesa maestà di qualcuno?
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Già risposto sopra: se prendo decisioni "importanti", mi dovrò anche assumere responsabiità importanti e possibili conseguenze negative. Ma, detto ciò, nel momento in cui capisco che sono in pochi a pensarla come me e desidero trovare una nicchia di spiriti "eletti", ha poi tutta questa importanza sapere come pensa e agisce la maggioranza della gente al di fuori di questa nicchia?
Ripeto l'esempio di prima: sono poligamo e voglio avere più relazioni contemporaneamente ma il 99% è monogama...cerco quell'1% di persone simili: una volta trovato ha davvero senso per me giudicare come appecoronati gli altri 99? Finché non ricevo da parte loro concrete discriminazioni in base alle mie scelte, per me va tutto bene. Non pretendo che il resto dell'umanità la pensi come me, e non ho bisogno del loro pieno appoggio per essere pienamente convinto di quello che professo.
Del resto, se fossi gay, mica avrei bisogno che tutti gli altri seguissero il mio orientamento per sentirmi soddisfatto, mi basterebbe non essere discriminato.
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
(Messaggio 1646668)
Stai rivelando il naturale contrasto tra bisogno di appartenenza e bisogno di individuazione, contrasto che non ha mai fine nel corso della vita.
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Esattamente