MoonwatcherIII |
26-05-2009 17:56 |
Re: l'altra faccia dei raduni
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
(Messaggio 185700)
Non so se per te è uguale, ma una delle cose che più mi blocca è l'indecidibilità del tempo giusto per fare una battuta qualsiasi, perchè ho sempre la preoccupazione che, nel momento in cui farò la battuta, non mi stanno bene a sentire, oppure sta ascoltando l'altro.
Questa preoccupazione non è infondata, infatti mi sono accorto che nella comunicazione di solito prima di intervenire bisogna lanciare un segnale di "aggancio", magari con lo sguardo, oppure deve esserci una continuità tra la fine della battuta sua e la mia (un po' come quando in musica le voci entrano al tempo giusto).
Se c'è più di una persona è inevitabile il problema dell'aggancio nella conversazione. Se invece c'è una sola persona no, perchè tanto lui può ascoltare solo me.
Mi sono accorto, infatti, che io riesco a stare a mio agio in un gruppo, senza avere il problema dell'aggancio, quando c'è uno spirito di sovraffazione ludico (non so come meglio definirlo), cioè quando c'è quasi il gusto di interrompere l'altro, di sopraffarlo con i propri interventi, senza rispettare necessariamente i tempi giusti.
Perciò potrebbe accadere che io mi sciolga con un gruppo dopo essere stato bloccato per due ore... solo perchè la comunicazione del gruppo ha cambiato modalità, cioè sono diventati più "pazzi", più irrispettosi di rispettare i tempi di aggancio: se si verifica questa condizione c'è la probabilità che io riesca a sciogliermi in un gruppo.
|
Mi sembra sensato. Ma oltre al pensiero "quando lo dico?", credo che ciò che mi blocca di più sia anche il pensiero "è davvero utile che lo dica? posso forse farne a meno?" Mi spiego: se mi trovo in una conversazione che riguarda un argomento specifico (penso ad esempio a una riunione di lavoro, ma anche a una conversazione per decidere chessò ad esempio dove andare in vacanza), la conversazione ha un fine, un obiettivo da perseguire. In una normale conversazione di cazzeggio invece questo fine non c'è. E' questo che mi infastidisce e mi spazientisce. Insomma, il mio problema è forse che sono un fanatico della sintesi. :D
Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire
(Messaggio 185701)
Provo:
Perché vi imbarazza il fatto che possa esistere una comunicazione tra gli altri non rivolta esclusivamente a voi (che non è "controllabile" e all'interno della quale può trovare spazio una -presunta- critica/giudizio verso di voi). E in ogni gruppo di tre o più persone in cui vi trovate può a priori esserci comunicazione non rivolta a voi.
Può essere?
|
Può essere. In effetti l'avevo già pensata questa ipotesi: se mi trovo con una sola persona posso tutto sommato "monitorare" le sue reazioni e prevedere se è in disaccordo con quello che voglio dire, se mi trovo in un gruppo ciò è impossibile, ed aumentano le possibilità di essere disapprovato da qualcuno, cosa che evidentemente temo.
Quote:
Originariamente inviata da calinero
(Messaggio 185878)
si chiama la sindrome del broccolatore :baccio:
|
Nel conversare con una ragazza un fine c'è. :D
|