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Re: Testimonianza di una ex femminista
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E' chiaro che se non si può fare assolutamente nulla o il provvedimento da attuare è complicato è inutile dare suggerimenti. Non è l'equivalente di dire al ragazzo mingherlino quando lo menano "bisogna imparare a difendersi" senza poi chiarire nemmeno cosa di preciso debba fare e come farlo. Se lo sappiamo tutti che conviene usare la catena ed è una cosa che si sa fare, è evidente che questa rappresenta una limitazione della libertà, ma se non si riesce a rendere sicuro un posto mica si può dare la scorta a tutti quelli che vogliono essere liberi di non mettere la catena alla bici. Alla fine anche se tieni la porta di casa spalancata e qualcuno entra in casa e porta via qualcosa è lui nel torto, ma che si fa ci si arrabbia con chi suggerisce di ricordarsi scrupolosamente di chiudere a chiave? :nonso: Per me è comprensibile e anche ragionevole se poi dopo un po' gli diranno in giro "ma te la vai a cercare" se uno insiste nel lasciare la casa aperta dicendo che vuole essere libero di farlo e continua a lamentarsi all'infinito di subire furti. |
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Per quanto riguarda l'esempio delle strisce pedonali, se attraversi senza guardare sulle strisce pedonali o in un semaforo pedonale e ti investono è colpa del guidatore. Se attraversi dove capita e non guardi allora è anche colpa tua. |
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Re: Testimonianza di una ex femminista
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Tu sei a conoscenza di questa cosa... Come ti comporti? Com'è piú corretto comportarsi secondo te tenendo conto che la situazione attuale questa è. 1) Li lasci in giro dicendo che è un tuo diritto farlo e che in una comunità ideale dovresti poter comportarti cosí. 2) Te ne prendi cura limitando la tua libertà di non farlo che una comunità ideale dovrebbe concederti, visto che puoi e sai farlo. Per me ê piú morale tenere il secondo tipo di comportamento, anche se nel caso li rubino non è colpa tua in relazione a certe leggi stipulate. Rconosco che se qualcuno ha da ridire sulla tua condotta, nel caso specifico in cui sei perfettamente consapevole di tutte queste variabili in gioco, ha ragione. Per te no. Non so se ponendo questa questione morale a molte persone daranno piú ragione a me o a te. Faccio un altro esempio per chiarire quello che intendo. Se un amico ti presta l'auto, esci e lasci le chiavi nell'auto volontariamente e non per dimenticanza o altro. Si fregano l'auto e tu racconti all'amico che è un tuo e suo diritto comportarsi cosí, è solo colpa del ladro. Secondo te questa persona non darà alcuna colpa o responsabilità a te per questa condotta e la darà tutta al ladro come sostieni? |
Re: Testimonianza di una ex femminista
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Re: Testimonianza di una ex femminista
A Cristì, la stai buttando in caciara!
Nessuno accusa la bicicletta di imprudenza. Dai su |
Re: Testimonianza di una ex femminista
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:miodio: Quote:
:miodio: Non avete nessun diritto di essere arrabbiate con il genere maschile, manco per niente. Quote:
No, dipende dal sessismo, dai pregiudizi e dai ruoli di genere, che, flash news!, sono portati avanti da persone di entrambi i sessi. E in certi casi danneggiano anche alcuni uomini. Quote:
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E ci mancherebbe altro (cit.) Ma per curiosità, 'sto copia incolla di banalità sessiste da dove viene? |
Re: Testimonianza di una ex femminista
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Si parlava del diritto del proprietario della bicicletta di lasciarla incustodita. In una situazione ideale questo diritto dovrebbe garantirlo la comunità, ma non ci troviamo in una situazione ideale, le scelte morali perciò finiranno col dover essere prese al di fuori di un contesto in cui la legalità è assolutamente garantita. Esistono le Favelas, ora un tizio che dice "ho il pieno diritto di andare a passeggio là con la mia famiglia" e che è anche perfettamente consapevole della situazione e non prende alcuna precauzione e poi lo impallinano insieme alla famiglia io credo che si possa sostenere che se l'è andata a cercare anche se dal punto di vista legale i colpevoli sono quelli che li hanno impallinati. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
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Quello che succede dopo se lo meritano? :interrogativo: |
Re: Testimonianza di una ex femminista
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:interrogativo: |
Re: Testimonianza di una ex femminista
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Non lo meriterebbero neanche dei criminali veri, figuriamoci delle persone che al massimo fanno del male a loro stesse. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
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Comunque c'è responsabilità quando c'è cosapevolezza ed è chiaro che la persona riesce ad agire, ci sono un mucchio di casi dove non c'è o c'è imperizia, e credo che là si è tutti d'accordo. Però se una persona è recidiva e insiste pur conoscendo tutto e potendo agevolmente evitare di frequentare un posto o certe persone, non condivido questa posizione qua, un po' la giudicherò male, ancora di più se mette in pericolo altri o beni di altri per difendere un diritto che dovrebbe esserci ma si sa tutti che la comunità non riesce a garantire nemmeno lontanamente. C'è una legalità ideale e una concreta, ora il problema viene a crearsi quando un agente morale deve compiere delle scelte sapendo che non ci troviamo nella prima situazione e questa legalità non è garantita, le scelte più corrette per me vengono drasticamente modificate. In questo ambito qua credo di essere più orientato al pensiero di destra che di sinistra. Nel caso della sparatoria comunque penso che ci sia una responsabilità molto minore, se viene proprio aggredita lei da questo tipo di uomini qua, e continua ad andarsi a ficcare in relazioni simili avendo a disposizione tutti i dati, il cervello e la capacità di evitarlo e insiste solo perché "bisogna difendere questo diritto" non potrò essere d'accordo con questo atteggiamento qua. Queste situazioni qua mi disturbano un po' e più di un po'. Poi quelle dove c'è una donna che s'è messa con un tipo che si presentava bene poi scopre di chi si tratta lo molla e questo inizia a rompere le balle, pedinarla e così via, lo denuncia e la cosa evolve e va a finire male ha tutta la mia solidarietà. Qua bisogna fare qualcosa, ma in generale, perché anche se sono casi più sporadici, cose del genere capitano anche a certi uomini. Per difendersi bisognerebbe non frequentare più nessuno ma la cosa risulta troppo drastica ed onerosa e non facilmente attuabile. |
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Re: Testimonianza di una ex femminista
Dico una cosa riguardo agli oppressi e agli oppressori che secondo me vale in qualsiasi ambito, quindi non ne faccio una questione di femminismo, sessismo o quant'altro; NESSUNO ha diritto o deve avere diritto a sentirsi oppresso o chiamare oppressore qualcuno per delle situazioni che riguardano il passato. Altrimenti il mondo sarebbe una vendetta continua e nessuno potrebbe andare avanti.
Se in passato, da millenni o secoli, c'è stata una situazione di ingiustizia tra due parti, questo non giustifica rancore o vendette nel presente, se non ovviamente perché una situazione di ingiustizia si protrae ancora oggi. Se i nostri antenati europei han fatto le peggio cose col colonialismo, questo non giustifica una rivalsa odierna degli africani contro gli europei. Non c'è nessun diritto a riguardo,nessun oppresso e nessun oppressore. Se io nasco donna e fino a un tempo abbastanza recente, le donne han dovuto subire una situazione non paritaria, non è che io oggi ho diritto a chiamare gli uomini oppressori. Semmai mi posso lamentare laddove ancora oggi non ci sia una parità di fondo e nel caso non mi vengano date opportunità o subisca delle ingiustizie,con quelle persone che partecipano o creano una situazione ingiusta. Se io sono un ebreo e scrivo un libro intitolato "io i nazi li detesto" probabilmente è comprensibile e ne ho il diritto, magari spiegando che io di nazisti non ne ho visto manco uno e non ho subito ingiustizie, ma mi sto immedesimando in persone della mia realtà sociale che ai tempi le subirono. Ma se scrivo un libro intotolato "io i tedeschi di questa generazione li detesto perché i loro antenati erano nazisti" allora il nazista sono io. |
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Re: Testimonianza di una ex femminista
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Re: Testimonianza di una ex femminista
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Re: Testimonianza di una ex femminista
Ma determinate cose sono ingiuste.
Ad esempio per arruolarsi in polizia alle donne è richiesta una forza minima minore di quella richiesta ai maschi. Ora se la forza fisica minima serve per fare qualcosa nello svolgere quel ruolo là dovrebbe essere fissata uguale per tutti, maschi e femmine, chi supera il test viene preso indipendentemente dal sesso. Se non occorre averla questa forza, lo si tolga di mezzo come parametro discriminatorio. Che non ci siano poi tante donne che hanno una certa forza fisica non giustifica il fatto che la si abbassi per dare pari opportunità, questo modo di dare pari opportunità è ingiusto per me. Se un maschio fisicamente è forte quanto una donna media e la donna media non viene scartata a monte per questo, non dovrebbe essere scartato a monte nemmeno questo maschio qua. Che poi non si vedono tante donne quanto i maschi ricoprire quel ruolo perché si è fissato un parametro che si ritiene indispensabile per svolgere quel ruolo, non è motivo di discriminazione. Un tempo delle donne venivano pagate per allattare altri bambini, si potrebbe mai osservare un maschio svolgere questa mansione? E il fatto che non lo si vede rappresenta un qualcosa che si può associare alla discriminazione? :nonso: Se poi si vogliono dare opportunità alle persone con una certa stazza fisica dovranno rientrarci tutti, maschi e femmine. C'è un modo scorretto basato sulla statistica di dare pari opportunità, ma le pari opportunità dovrebbero essere basate su certi criteri indipendenti dal sesso, il sesso non dovrebbe rientrare in questi criteri, se servono le tette col latte e tu non ce le hai sei tagliato fuori, punto, poi sotto puoi avere anche il pisello o altro, non dovrebbe avere importanza. Si concorre per svolgere una mansione, chi ha i requisiti viene preso, dovrebbe funzionare così, se si vogliono impiegare le persone in modo paritario bisogna creare altre mansioni apposite dove però possono concorrere tutti. Se le persone con un certo corpo vanno considerate una sorta di handicappate, vanno considerate tutte così, maschi e femmine. Il fatto poi che la maggioranza delle femmine risulta così e solo una minoranza di maschi è irrilevante. Si favorirà la maggioranza di femmine "handicappate" e non si darà questa opportunità (ingiustamente) alla minoranza dei maschi solo perché la maggioranza costruita in base a questa divisione sessista è più prestante fisicamente. Questo modo di ragionare è diffuso in ambito femminista.. Siccome c'è una maggioranza di maschi che ha piú potere si deduce erroneamente che questo potere lo hanno tutti e con questo modo di interpretare la parità la minoranza opposta di maschi che hanno pochi requisiti maschili (timidi e cosí via) e pochissimo potere e non sono neanche femmine, risulta quella piú colpita socialmente. Viene riconosciuta come la parte oppressiva con molti poteri e privilegi in quanto comunque è composta da maschi, ed estromessa in quanto tale da ogni discorso paritario non avendo né potere né privilegi effettivi. Per questo poi sono proprio i maschi piú svantaggiati che spesso si coalizzano e si mettono a criticare queste forme di femminismo, non è casuale secondo me questa ostilità presente in certi gruppi come quello degli uomini beta, che ho scoperto da poco. |
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