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Moonwatcher 08-10-2011 01:07

Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
 
In genere un po' e un po' secondo me (e intendo un po' e un po' all'interno dello stesso gruppo e dello stesso set di relazioni).

Who_by_fire 08-10-2011 02:47

Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 612572)
Bisogna capire se questo mancato accordo sussista realmente oppure sia la percezione del timido/introverso, inevitabilmente condizionata dalla sua idealizzazione dei rapporti umani, a farglielo intendere come tale.

Io propenderei per "sussiste realmente". Infatti tale sensazione non è sempre presente nello stesso modo e con la stessa intensità con tutti i gruppi di persone, ma dipende fortemente dal gruppo e dalla situazione specifica.

Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 612568)
Ok, così concordo, con la correzione che ho fatto: secondo me basta anche solo che non ci sia condivisione perché si senta a disagio.

Zì, zì, zono d'accordo! (Come sei preciso! :laugh: )

Sampei80 08-10-2011 03:05

Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 612561)
Cmq, scherzi a parte, secondo me il meccanismo fondamentale è semplicemente quello:

Il timido non sa comunicare---> Gli altri spesso inconsciamente non gli accordano condivisione e rispetto (il che è una forma di esclusione indiretta) ---> lui si sente a disagio nel gruppo ----> non è incentivato a partecipare ---> tende ad isolarsi (cioè ad autoescludersi) ---> il che conferma il pregiudizio negativo altrui ...e riattiva il ciclo.

Chi è che comincia ad escludere? In questo caso il gruppo.

Nel caso in cui il timido sia fondamentalmente un introverso (il che è ciò che accade di solito) a quanto detto si sovrappone la tendenza ad autoescludersi

Ho aggiustato pure io:D

Non sono così sicuro che il timido non sappia comunicare, secondo me pensa che le cose gli andranno male perchè pensa che non sia in grado di comunicare(poca fiducia nelle sue capacità, cioè in se stesso) inoltre questo malpensare lo porta agli inizi dell'interazione anche ad avere una percezione distorta di quello che fanno gli altri nei suoi confronti(qui inizia l'autoesclusione), il timido si sente minacciato e inizia a prendere ancor di più le distanze, gli altri solo allora, seppur inconsciamente, lo escludono indirettamente.
Insomma spesso il timido è mal predisposto, prevenuto, pensa che gli andrà male e poi gli và effettivamente male...magiaa:D

Quote:

causata dalla necessità di avere grandi quantità di tempo da passare da solo con se stesso per sentirsi bene.
direi anche per farsi grandi quantità di paranoie sul perchè non viene accettato

bunker 08-10-2011 10:42

Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
 
io escludo purtroppo, ne ho avuto la riprova anche ieri:piangere:

Winston_Smith 10-10-2011 11:18

Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
 
Quote:

Originariamente inviata da LanternaVerde (Messaggio 612385)
E un meccanismo causa effetto che viene alimentato da ambo le parti, ma solo chi lo ha iniziato, se ne prende atto (consapevolezza) può interromperlo, perchè il problema è suo (del timido).
Che poi non sia facile risolverlo, questo è un altro paio di maniche.

La domanda del topic non è quali siano le maggiori probabilità di interrompere questo meccanismo, ma se sia più il timido a escludere il contatto con gli altri o viceversa. E la risposta credo non possa essere che entrambe le cose o comunque nessuna più dell'altra.

Winston_Smith 10-10-2011 11:22

Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 612561)
Cmq, scherzi a parte, secondo me il meccanismo fondamentale è semplicemente quello:

Il timido non sa comunicare---> Gli altri non gli accordano condivisione e rispetto (il che è una forma di esclusione indiretta) ---> lui si sente a disagio nel gruppo ----> non è incentivato a partecipare ---> tende ad isolarsi (cioè ad autoescludersi) ---> il che conferma il pregiudizio negativo altrui ...e riattiva il ciclo.

Chi è che comincia ad escludere? In questo caso il gruppo.

Nel caso in cui il timido sia fondamentalmente un introverso (il che è ciò che accade di solito) a quanto detto si sovrappone la tendenza ad autoescludersi causata dalla necessità di avere grandi quantità di tempo da passare da solo con se stesso per sentirsi bene.

Ma l'autoesclusione introversa (voluta) è tutta un'altra cosa dall'autoesclusione fobica (non voluta e causata dalla mancanza di rispetto & condivisione altrui).

Sono abbastanza d'accordo con questa interpretazione. Il fatto che il timido possa realizzare una profezia che si autoavvera nel vedere confermati i propri timori o che possa percepire un sentimento di ostilità/estraneità altrui sopravvalutandolo, ci sta certamente, ma non è certamente l'unica modalità con cui si realizza l'esclusione, né le altre persone mancano di responsabilità in questo (in generale): non mi pare siano una rarità i giudizi di gente che si scoccia di avere a che fare con persone poco comunicative (secondo i loro standard).
La descrizione di queste dinamiche è poi resa ancora più difficile dal fatto che spesso restano a un livello inconscio e inespresso.

Miki NFx2 14-10-2011 13:24

Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
 
Nel mio caso sono io che escludo volontariamente o inconsciamente poi diventa normale venire esclusi...è inutile incazzarsi(parlo sempre per me)se poi si è i primi a evitare troppi contatti...cmq...un po sto provando a migliorarmi:timidezza::ciao:

electricfuneral 16-10-2011 18:53

Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 612561)
Cmq, scherzi a parte, secondo me il meccanismo fondamentale è semplicemente quello:

[U]Il timido non sa comunicare[/U]---> Gli altri non gli accordano condivisione e rispetto (il che è una forma di esclusione indiretta) ---> lui si sente a disagio nel gruppo ----> non è incentivato a partecipare ---> tende ad isolarsi (cioè ad autoescludersi) ---> il che conferma il pregiudizio negativo altrui ...e riattiva il ciclo.

Chi è che comincia ad escludere? In questo caso il gruppo.

Nel caso in cui il timido sia fondamentalmente un introverso (il che è ciò che accade di solito) a quanto detto si sovrappone la tendenza ad autoescludersi causata dalla necessità di avere grandi quantità di tempo da passare da solo con se stesso per sentirsi bene.

Ma l'autoesclusione introversa (voluta) è tutta un'altra cosa dall'autoesclusione fobica (non voluta e causata dalla mancanza di rispetto & condivisione altrui).

non sono d'accordo,il timido sa comunicare,e sopratutto dimostra di volerlo,di voler socializzare,solo che quando lo fa si nota la timidezza o si percepisce una poca abitudine a parlare in gruppo,il resto che hai detto e' giusto..
quindi per me sono gli altri che escludono,perche' hanno i pregiudizi,essendo razzisti,ma essendo anche ipocriti e senza cervello manco se ne accorgono,una volta che il timido si sente piu' a disagio (per via del comportamento altrui) tende ad escludersi rimanendo sulle sue,questo fa si che gli altri si convincano che avevano ragione,e' proprio un "vergognoso",e' asociale,e da li' inizia la caccia.....


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