electricfuneral |
16-10-2011 18:53 |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire
(Messaggio 612561)
Cmq, scherzi a parte, secondo me il meccanismo fondamentale è semplicemente quello:
[U]Il timido non sa comunicare[/U]---> Gli altri non gli accordano condivisione e rispetto (il che è una forma di esclusione indiretta) ---> lui si sente a disagio nel gruppo ----> non è incentivato a partecipare ---> tende ad isolarsi (cioè ad autoescludersi) ---> il che conferma il pregiudizio negativo altrui ...e riattiva il ciclo.
Chi è che comincia ad escludere? In questo caso il gruppo.
Nel caso in cui il timido sia fondamentalmente un introverso (il che è ciò che accade di solito) a quanto detto si sovrappone la tendenza ad autoescludersi causata dalla necessità di avere grandi quantità di tempo da passare da solo con se stesso per sentirsi bene.
Ma l'autoesclusione introversa (voluta) è tutta un'altra cosa dall'autoesclusione fobica (non voluta e causata dalla mancanza di rispetto & condivisione altrui).
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non sono d'accordo,il timido sa comunicare,e sopratutto dimostra di volerlo,di voler socializzare,solo che quando lo fa si nota la timidezza o si percepisce una poca abitudine a parlare in gruppo,il resto che hai detto e' giusto..
quindi per me sono gli altri che escludono,perche' hanno i pregiudizi,essendo razzisti,ma essendo anche ipocriti e senza cervello manco se ne accorgono,una volta che il timido si sente piu' a disagio (per via del comportamento altrui) tende ad escludersi rimanendo sulle sue,questo fa si che gli altri si convincano che avevano ragione,e' proprio un "vergognoso",e' asociale,e da li' inizia la caccia.....
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