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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Una roba che scrissi una decina di anni fa, al solito deprimente... peripezie di un giocattolo.
dreamy, morbido pupazzo di gomma, riempito con non so cosa, sfuggendo al proprio destino di rifiuto, abbandonato sopra una panchina di ferro, giocattolo rotto, sgualcito, si è ritrovato nelle mie mani, felicissime di accoglierlo e di tenerlo per sempre con sè. dreamy ha un volto sempre sorridente, - mi pareva un orsetto, arancio, non è mai sfiduciato, eppure il suo baricentro è errato!! dreamy non riesce a tenersi in piedi, cade sempre, inesorabilmente, in avanti, con la faccia che batte a terra. eppure non perde il suo sorriso. dreamy è contento, ottimista, pensa sempre positivo, malgrado l'abbiano lasciato, più volte abbandonato. nonostante sia vecchio e rotto, sa di poter contare su qualcuno che lo accolga tra le mani. almeno fino a quando il suo sorriso non si cancellerà, fino a ridursi in un puntino sospettoso. - dopo dieci anni il suo ricordo mi riaffiora, leggendo vecchi scritti a stento leggibili. - dreamy è un giocattolo, anch'io l'ho abbandonato, non so quando, non so dove, ne' un perchè. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Sventrate intere famiglie
oggi lunedì di intensa macellazione. Una vacca ha partorito un vitello negli occhi la paura di nascere il foro in mezzo il nostro contributo a tranquillizzarlo. Ivano Ferrari. Macello. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Dov'è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant'anni e con la vita avrebbe ancora giocato. Lui che offrì la faccia al vento la gola al vino e mai un pensiero non al denaro, non all'amore né al cielo. Lui sì sembra di sentirlo cianciare ancora delle porcate mangiate in strada nelle ore sbagliate sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore "Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?". |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Giuseppe ungaretti,san martino del carso,questa poesia è quella che mi colpisce più nel profondo in assoluto :
Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Epitaffio
Muori, cane. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Tornando alla grande poesia, questa mi sembra adattissima: Francesco Petrarca, "Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena" Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena, e i fiori e l'erbe, sua dolce famiglia, et garrir Progne et pianger Filomena, e primavera candida e vermiglia. Ridono i prati, e 'l ciel si rasserena; Giove s'allegra di mirar sua figlia; l'aria e l'acqua e la terra è d'amor piena; ogni animal d'amar si riconsiglia. Ma per me, lasso, tornano i più gravi sospiri, che del cor profondo tragge quella ch'al ciel se ne portò le chiavi; e cantar augelletti, e fiorir piagge, e 'n belle donne oneste atti soavi sono un deserto, e fere aspre e selvagge. Parafrasi: Zefiro torna e riconduce il bel tempo, e fiori ed erbe, sua dolce compagnia, ed il garrire delle rondini e il canto dell'usignolo, e primavera limpida e purpurea. Ridono i prati e il cielo si rasserena; Giove si rallegra di guardare sua figlia; l'aria e l'acqua e la terra sono piene d'amore; ogni animale si ripropone ad amare. Ma per me, misero, tornano i più dolorosi sospiri, che dal profondo del cuore muove colei che al cielo se ne portò le chiavi; e il cantare degli uccellini e fiorire dei piani, e nelle belle donne virtuose i gesti dolci sono un'arida realtà, come fiere crudeli e selvagge. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Francesco Petrarca, "La vita fugge et non s'arresta una hora"
La vita fugge, et non s'arresta una hora, et la morte vien dietro a gran giornate, et le cose presenti et le passate mi dànno guerra, et le future anchora; e 'l rimembrare et l'aspettar m'accora, or quinci or quindi, sì che 'n veritate, se non ch'ì ò di me stesso pietate, ì sarei già di questi penser'fòra. Tornami avanti, s'alcun dolce mai ebbe 'l cor tristo; et poi da l'altra parte veggio al mio navigar turbati i vènti; veggio fortuna in porto, et stanco omai il mio nocchier, et rotte arbore et sarte, e i lumi bei che mirar soglio, spenti. Parafrasi: La vita fugge e non si ferma un attimo, e la morte viene dietro a marce forzate, e le cose del presente e del passato mi danno conflitti, e anche quelle del futuro. Ricordare il passato e attendere il futuro mi angoscia, ora da una parte ora dall'altra, cosicchè in verità se io non avessi pietà di me stesso, io mi sarei già tirato fuori da questi pensieri. Mi torna alla memoria se qualche momento dolce ebbe mai il mio cuore triste, e poi dall'altra parte (il futuro) vedo i venti contrari al mio navigare. Vedo la tempesta nel porto (nell'ultimo periodo della mia vita), e stanco ormai il mio timoniere (la mente e ragione), e spezzati l'albero e le corde, e privi di luce i begli occhi (di Laura) che ero solito ammirare. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Gaio Valerio Catullo, "Vivamus mea Lesbia"
Vivamus, mea Lesbia, atque amemus, rumoresque senum severiorum omnes unius aestimemus assis. Soles occidere et redire possunt; nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda. Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum. Dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit, cum tantum sciat esse basiorum. Trad: Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo, e i brontolii dei vecchi arcigni tutti insieme non stimiamoli un soldo. I giorni possono tramontare e tornare; ma noi quando cade la breve luce della vita, dobbiamo dormire una sola interminabile notte. Dammi mille baci, poi altri cento, poi altri mille, poi ancora altri cento, poi di seguito mille, poi di nuovo altri cento. Quando poi ne avremo dati molte migliaia, confonderemo le somme, per non sapere, e perchè nessun malvagio ci possa invidiare, sapendo che esiste un dono così grande di baci. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Felicità
Dentro le mascelle di una via sassosa un bambino - nemmeno tanto magro - sgozzava una coppia di inoffensivi vecchietti e le finestre illuminate si spegnevano; il sangue dipingeva il bambino - nemmeno malvestito - che ripulendo il coltello esclamò: è fatta! Ivano Ferrari. La franca sostanza del degrado. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Catullo, "Ille mi par esse deo videtur"
Ille mi par esse deo videtur, ille, si fas est, superare divos, qui sedens adversus identidem te spectat et audit dulce ridentem, misero quod omnis eripit sensus mihi: nam simul te, Lesbia, aspexi, nihil est super mi postmodo vocis, lingua sed torpet, tenuis sub artus flamma demanat, sonitu suopte tintinant aures, gemina teguntur lumina nocte, Otium, Catulle, tibi molestum est; otio exsultas nimiumque gestis; otium et reges prius et beatas perdidit urbes. Traduzione: A me sembra pari a un dio, anzi, se è lecito, superare gli dèi, colui che, sedendo a te di fronte, incessantemente ti guarda e ti ascolta mentre dolcemente gli sorridi; a me misero questo toglie completamente i sensi: infatti non appena te, o Lesbia, vedo, non mi resta più un filo di voce, la lingua s'intorpidisce, tenue dentro le membra una fiamma discende, d'un loro stesso suono rimbombano le orecchie, entrambi gli occhi son coperti dalla notte. L'ozio, o Catullo, a te è pericoloso; per l'ozio ti esalti e troppo gioisci, l'ozio sia i re sia le città un tempo beate ha mandato in perdizione. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. ” Montale Ho riscoperto questa poesia dopo anni, bellissima |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non verremo alla meta ad uno ad uno,
ma a due a due. Se ci conosceremo a due a due, noi ci conosceremo tutti, noi ci ameremo tutti e i figli un giorno rideranno della leggenda nera dove un uomo lacrima in solitudine. Paul Eluard |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La poesia che non ho scritto (Raymond Carver)
Ecco la poesia che volevo scrivere prima, ma non l’ho scritta perché ti ho sentita muoverti. Stavo ripensando a quella prima mattina a Zurigo. Quando ci siamo svegliati prima dell’alba. Per un attimo disorientati. Ma poi siamo usciti sul balcone che dominava il fiume e la città vecchia. E siamo rimasti lì senza parlare. Nudi. A osservare il cielo schiarirsi. Così felici ed emozionati. Come se fossimo stati messi lì proprio in quel momento. Bob Dylan's Dream (Bob Dylan) Mentre viaggiavo su un treno diretto ad ovest Mi sentii assonnato in cerca di un po’ di pace E feci un sogno che mi rese triste, riguardo me stesso ed i miei pochi amici Con gli occhi lucidi guardavo la stanza Dove i miei amici ed io avevamo trascorso molti pomeriggi Dove insieme ci riparavamo dalle tempeste, ridendo e cantando fino alle prime ore della mattina Vicino alla vecchia stufa a legna dove appoggiavamo i nostri cappelli, le nostre parole erano dette, le nostre canzoni cantate, dove non desideravamo niente ed eravamo completamente soddisfatti parlando e prendendo in giro il mondo fuori Con i nostri cuori frequentati dal caldo e dal freddo, non avremmo mai pensato di potere diventare vecchi. Pensavamo di poter sedere per sempre divertendoci Ma le possibilità erano di una su un milione. Così come era semplice distinguere il nero dal bianco, altrettanto semplice era distinguere il giusto dallo sbagliato. E le nostre scelte erano poche e non ci sfiorava il pensiero Che l'unica strada che percorrevamo potesse mai frantumarsi o dividersi. Quanti anni sono passati ed andati, e quante scommesse sono state perse e vinte, e quante strade sono state prese da tanti amici, che non ho più rivisto. Io spero, spero, spero invano, di potere semplicemente tornare a sederci in quella stanza di nuovo. Diecimila dollari darei volentieri senza ragione perché le nostre vite tornassero come quelle di una volta |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
L'hanno persa e danno la colpa a te, Se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te, Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi. Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa, O essendo calunniato, non ricambiare con calunnie, O essendo odiato, non dare spazio all'odio, Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio; Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni; Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo, Se sai incontrarti con il Trionfo e la Rovina E trattare questi due impostori allo stesso modo. Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi, O guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte, E piegarti a ricostruirle con strumenti logori. Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce, E perdere, e ricominciare dal principio e non dire mai una parola sulla tua perdita. Se sai costringere il tuo cuore, tendini e nervi A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti, E a tenere duro quando in te non c'è più nulla Tranne la Volontà che dice loro: "Tenete duro!" Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù, O passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con il popolo, Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi, Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo. Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi, Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa, E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio! Se - Kipling |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
io dirò un giorno i vostri ascosi nascimenti: A, nero vello al corpo delle mosche lucenti che ronzano al di sopra dei crudeli fetori, golfi d'ombra; E, candori di vapori e di tende, lance di ghiaccio, bianchi re, brividi di umbelle; I, porpore, rigurgito di sangue, labbra belle Che ridono di collera, di ebbrezze penitenti; U, cicli, vibrazioni sacre dei mari verdi, quiete di bestie ai campi, e quiete di ampie rughe che l'alchimia imprime alle fronti studiose. O, la suprema Tromba piena di stridi strani, silenzi attraversati dagli Angeli e dai Mondi: - O, l'Omega, ed il raggio violetto dei Suoi Occhi! En Français A noir, E blanc, I rouge, U vert, O bleu: voyelles, Je dirai quelque jour vos naissances latentes: A, noir corset velu des mouches éclatantes Qui bombinent autour des puanteurs cruelles, golfes d'ombre; E, candeurs des vapeurs et des tentes, lances des glaciers fiers, rois blancs, frissons d'ombelles; I, pourpres, sang craché, rire des lèvres belles dans la colère ou les ivresses pénitentes; U, cycles, vibrement divins des mers virides, paix des pâtis semés d'animaux, paix des rides que l'alchimie imprime aux grands fronts studieux; O, suprême Clairon plein des strideurs étranges, silences traversés des Mondes et des Anges: - O l'Oméga, rayon violet de Ses Yeux! Arthur Rimbaud- Voyelles Quando hai allucinazioni su questa poesia mentre sei sotto effetto anestesia poche ore dopo essere stato operato, capisci che in effetti il buon Arthur aveva raggiunto il suo scopo |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Nous sommes en des temps infâmes
Viviamo in tempi infami dove il matrimonio delle anime deve suggellare l'unione dei cuori; in quest'ora di orribili tempeste non è troppo aver coraggio in due per vivere sotto tali vincitori. Di fronte a quanto si osa dovremo innalzarci, sopra ogni cosa, coppia rapita nell'estasi austera del giusto, e proclamare con un gesto augusto il nostro amore fiero, come una sfida. Ma che bisogno c'è di dirtelo. Tu la bontà, tu il sorriso, non sei tu anche il consiglio, il buon consiglio leale e fiero, bambina ridente dal pensiero grave a cui tutto il mio cuore dice: grazie! Nous sommes en des temps infâmes Où le mariage des âmes Doit sceller l'union des coeurs ; A cette heure d'affreux orages Ce n'est pas trop de deux courages Pour vivre sous de tels vainqueurs. En face de ce que l'on ose Il nous siérait, sur toute chose, De nous dresser, couple ravi Dans l'extase austère du juste, Et proclamant d'un geste auguste Notre amour fier, comme un défi. Mais quel besoin de te le dire ? Toi la bonté, toi le sourire, N'es-tu pas le conseil aussi, Le bon conseil loyal et brave, Enfant rieuse au penser grave, A qui, tout mon coeur dit : merci! Paul Verlaine, Nous sommes en des temps infame |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Canzoniere CXXXIV
Pace non trovo e non ho da far guerra e temo, e spero; e ardo e sono un ghiaccio; e volo sopra 'l cielo, e giaccio in terra; e nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio. Tal m'ha in pregion, che non m'apre nè sera, nè per suo mi riten nè scioglie il laccio; e non m'ancide Amore, e non mi sferra, nè mi vuol vivo, nè mi trae d'impaccio. Veggio senz'occhi, e non ho lingua, e grido; e bramo di perire, e chieggio aita; e ho in odio me stesso, e amo altrui. Pascomi di dolor, piangendo rido; egualmente mi spiace morte e vita: in questo stato son, donna, per voi. Francesco Petrarca |
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