Re: Ma perchè?
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Re: Ma perchè?
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A me è capitato qualche volta (anche qui estremamente rari e sporadici) di essere contattato da utentesse femmine ma non ho mai minimamente lontanamente assolutamente ravvisato intenti broccolatori L'uomo invece, checcé ne dica dekker, secondo me sotto sotto ci spera sempre di fare il colpaccio, magari in modo inconscio |
Re: Ma perchè?
Ragazzi tutti all'Olgettina offro io!!
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Re: Ma perchè?
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Ovviamente per gentilezze intendo ad esempio quello che diceva nsssp prima, cioé il mostrare un comportamento "moderato" o l'evitare di fare battute che potrebbero essere prese per il verso sbagliato. Comunque è certamente un argomento OT rispetto a ciò di cui si sta discutendo in questo topic. |
Re: Ma perchè?
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Re: Ma perchè?
Per il concorso: mp originali propongo la mia composizione:
Oh mirabile utentessa, l'elevata virtù che traspare dalla vostra incomparabile prosa con cui onorate questo luogo di desolazione, vi permetterà di perdonare l'ardire che mi ha condotto verso la vostra preziosa casella mp. Notti d'inquieta insonnia hanno preceduto la decisione di mettervi a parte della mia più intima vita tramite una missiva privata. Oh!!! La piaga che apriste nel mio petto non mi concede tregua, il sentimento che preme il mio cuore è troppo prepotente, vasto, geloso avido per poter essere ancora celato senza che arrechi permanenti al mio equilibrio psichico ed intellettivo! Oh questo terribile sentimento che senza posa tiranneggia il mio animo acceso! Acceso da cosa? Cosa non lo so! So solo che le vostre parole dischiusero un mondo d'armonie celestiali nel mio petto, che con un tremito divino trasmesso a tutto il corpo, hanno cantato l'amore! "sacra poesia, solo alimento degli animi generosi che tramandano dalla solitudine i loro canti sovrumani fino alle più tarde generazioni, spronandole con le voci e co' pensieri spirati dal cielo ad altissime imprese" Non cito l'Ortis per vano sfoggio di cultura letteraria, la ferrigna consistenza dell'arma che posa accanto alla mia tastiera testimonia il terribile proposito che porterò a compimento se la mia missiva privata umida di lacrime non otterrà la risposta agognata! Convincente? Beh forse un po' troppo romanticismo patetico e svenevole, però originale no?... :D |
Re: Ma perchè?
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Re: Ma perchè?
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Bravo cmq, scrivi bene :P |
Re: Ma perchè?
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mediamente se capitasse a noi, ci prenderemmo tutto il tempo per rispondere a 100 mp di altrettante donne. perché per un uomo vale la legge dei grandi numeri, non può permettersi di essere selettivo come una donna. può esserlo in seguito, ma all'inizio no. |
Re: Ma perchè?
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Re: Ma perchè?
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vedere una donna che offre invece, è rarissimo. senza contare che "ti offro da bere" è un modo per rimorchiare. e siccome le donne, molto raramente, rimorchiano (si fanno rimorchiare invece) ecco spiegata l'asimmetria. Quote:
fare i cavalieri era un modo per dimostrare apprezzamento e interesse che tutti potevano fare. c'era un garbo diverso. siccome bisognava seguire delle regole, e tempi più dilatati, c'era anche un modo di conoscersi più ponderato. adesso più sei sborone e arrogante più fai colpo. (generalizzo, ma è così). chi fa il cavaliere passa per fesso o rischia di diventare uno zerbino. l'uomo è nato per dimostrare ciò che è in base a quello che fa, non in base a quello che dice. oggi invece viene giudicato per quello che dice, per il suo comportamento inconscio, non per le scelte che comportano azioni. in pratica non ha nessun modo per dimostrare di essere un buon partner, viene scelto senza lui ci possa fare nulla. se a te pare bello, a me no. è una femminilizzazione odiosa che tra l'altro ha reso gran parte delle ns. generazioni come molli e irresponsabili. e le coppie si lasciano molto di più. Quote:
i puttanoni ammazzano l'erotismo. la pudicizia era spesso apparenza per eccitare l'uomo. il corteggiamento era un gioco regolato, ora è guerriglia urbana, senza nessuna regola, dove nessuno si prende responsabilità tanto si può far tutto. bella merda. ^^ Quote:
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Re: Ma perchè?
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Re: Ma perchè?
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..... se mi trovassi 100mp solo di utentesse.... li cancellerei tutti :cool: |
Re: Ma perchè?
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Posto che l'immagine del cavalier galantuomo per me è di impronta fortemente patriarcale, anzi mi rimanda addirittura all'immagine dell'uomo cacciatore che lascia la donna in caverna ad allattare la prole :D La donna timida e sprovveduta che arrossisce ad un'occhiata maschile, che si lascia scostare la sedia al ristorante, o aprire la portiera dell'auto. L'idea è che l'uomo si ponga su un gradino più alto rispetto alla donna! Ma perchè dovresti offrirmi tu da bere? posso pagarmi da sola la consumazione. Queste non sono gentilezze, sono solo modi subdoli per aver potere sulla donna. Io ho potere su di te perchè ti offro la cena, perchè so farti arrossire con un complimento. Ecco, questa è l'immagine del cavalier conquistatore, che per fortuna si sta per estinguere visto che oggi la donna comincia a tirar fuori le palle, non ha più intenzione di farsi mantenere dal padre o dal marito. Io non rimpiango i vecchi sistemi patriarcali, voi non so. |
Re: Ma perchè?
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Re: Ma perchè?
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io sono anti-femminista, o meglio, anti-neofemminismo. per me il fatto che si usi la concezione "patriarcale" con accezione negativa vale tanto come usare un'accezione negativa alla parola "animismo". nel senso che patriarcale è un tratto di una cultura valido tanto come tutti gli altri e giudicabile solo in ottica relativa, mai assoluta. una delle cose che imputo al neofem è la sua concezione universalista (alla pari ovviamente di altre idee universaliste) che si scontra col mio relativismo culturale. questa premessa è doverosa. Quote:
senza tecnologia stareste ancora nella caverna, perché è a tecnologia che ha sopperito alle vs. debolezze fisiche e ha reso superfluo il ruolo di "cacciatore" e "guerriero". Quote:
inoltre questo discorso è molto razionale, ma nella realtà delle cose per lo stesso motivo per cui ad una donna non piace avere l'iniziativa negli approcci, non vuole neanche essere trattata alla pari. sono solo balle di facciata. i rapporti "liberal" tra i sessi contrastano con l'emotività femminile. ella pretende delle attenzioni e delle considerazioni in più per una "legge di mercato" che è biologica. la donna VALE di più. per questo è sempre valso il "women first". come dice Camille Paglia, il sesso dominante è la donna perché l'uomo deve rendersi straordinario ai suoi occhi per essere degno delle sue attenzioni. ora mi sembra invece che a rivendicazioni di parità si siano però tenuti in essere i privilegi precedenti. quello che tu racconti è una visione idealistica della parità sessuale che non è stata raggiunta e non sarà mai raggiunta perché i sessi sono psicologicamente differenti, con esigenze differenti e tempi differenti. io non ce la faccio a non essere un pochino cavaliere, pur essendo uno che è schietto e pure boccacesco nel parlare (non mi piacciono gli uomini melliflui). per me una donna è una donna, per quanto paritario io sia, e mi piace in quanto donna non in quanto essere neutro. mi piace offrire la cena o da bere ogni tanto, e mi piace mandare fiori. sono un dominatore maschilista? non me ne importa nulla. :) Quote:
è un rito. è come portare un regalo ad un ospite più ricco di te, non ti chiedi se se lo può permettere da solo. la visione pragmatica e materialista della vita è limitante, ti fa agire solo in base a convenienza. Quote:
ma in realtà è semplicemente il concetto di Dono che è antropologicamente antico quanto l'uomo. nella nostra società è un concetto di difficile comprensione visto che è il mercantilismo a dominare, il reciproco vantaggio. io cmq ho offerto da bere anche ad amici per ragioni di ospitalità. Quote:
per fortuna di eccezioni ce ne son tante. ma la donna che tira fuori le palle mi sembra un gorilla che si batte il petto per mascherare una profonda mancanza di autostima. si vergogna dei suoi tratti femminili e critica gli uomini troppo maschili salvo poi lamentarsi che gli altri non han le palle. Quote:
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il femminismo andava bene fino ad un certo punto, è da una trentina d'anni che ha sbordato riducendo la figura maschile a inutile suppellettile buona sola a quanto si adegua ai gusti femminili. beh io personalmente non ci sto, a me non interessa se una vuole autodeterminarsi, i miei gusti devono contare tanto quanto i suoi. ti lascio con un pensiero di T.Terzani: Una guerra a cui non ero abituato, essendo vissuto per più di venticinque anni in Asia, era la guerra dei sessi, combattuta in una direzione soltanto: le donne contro gli uomini. Seduto ai piedi di un grande albero a Central Park, le stavo a guardare. Le donne: sane, dure, sicure di sé, robotiche. Prima passavano sudate, a fare il loro jogging quotidiano in tenute attillatissime, provocanti, con i capelli a coda di cavallo; più tardi passavano vestite in uniforme da ufficio – tailleur nero, scarpe nere, borsa nera con il computer – i capelli ancora umidi di doccia, sciolti. Belle e gelide, anche fisicamente arroganti e sprezzanti. Tutto quello che la mia generazione considerava «femminile» è scomparso, volutamente cancellato da questa nuova, perversa idea di eliminare le differenze, di rendere tutti uguali e fare delle donne delle brutte copie degli uomini. Folco, mio figlio, anche lui cresciuto in Asia, mi aveva raccontato che, pochi giorni dopo essere arrivato da studente alla New York University Film School, aveva cercato di aprire la porta di un'aula per lasciar passare una sua compagna e quella lo aveva freddato, dicendo: "Ehi, tu, credi che io non sia capace di aprire questo cazzo di porta da sola?" Avevo pensato che fosse un'eccezione. No. Era la regola. E più le donne svillupano muscoli e arroganza, piu gli uomini si fanno impauriti e titubanti. Se sono necessari per concepire un figlio, capita loro di essere convocati per la bisogna e rimandati a casa dopo l'uso. Il risultato? una grande infelicità, mi sembrava, specie se quello che mi capitava di osservare in silenzio, da sotto l'albero o dalla mia finestra, era il secondo atto della stessa storia: tante donne sole, sui quaranta, cinquant'anni , molte con la sigaretta in bocca, a portare a spasso un cane che mi pareva avesse il nome di qualche loro uomo che non c'era più. "Bill, vieni qui da me", "No, Bill, non traversare la strada da solo", "Avanti, Bill, vieni, ora andiamo a casa." Erano le stesse donne che anni prima correvano per costruirsi dei bei corpi, ora comunque attempati; le stessa donne che avevano investito la loro gioventù nel preteso sogno di una libertà guerriera, finita ora in solitudine, piccoli tic, tante rughe e almeno per me che osservavo, in una pesante malinconia. Mi venivano spesso in mente le donne indiane, ancora oggi così femminili, così diversamente sicure di sé, così più donne a 40, 50 anni che a 20. Non atletiche, ma naturalmente belle. Davvero, l'altra faccia della luna. E poi, le donne indiane, come le europee della generazione di mia madre, mai sole; sempre parte di un contesto familiare, parte di un gruppo, mai abbandonate a se stesse. Dalla finestra assistevo spesso a un vero proprio trasloco: una ragazza che, da una qualche parte d'America, arrivava a New York con tutta la sua vita in una borsa. La immaginavo leggere gli annunci economici di un giornale, trovarsi una camera d'affitto, una palestra in cui fare aerobica e un impiego davanti allo schermo di un computer. La immaginavo, durante la pausa pranzo, andare in una salad bar a mangiare, in piedi, con una forchetta di plastica, verdure biologiche messe con delle pinze in una vaschetta e pagate a peso. E la sera? Un corso di Kundalini Yoga che promette di risvegliare tutte le energie sessuali per quell'atto un tempo potenzialmente divino e ora ridotto, nel migliore dei casi, a una prestazione sportiva... a punteggio: John batte Bob quattro a due. Alla fine anche quella ragazza, attratta come una falena dalle luci di N. York sarebbe finita nel grande falò di umanità che ricarica in continuazione questa particolarissima città. Fra dieci, vent'anni potrà toccarle di essere una di quelle tristissime donne che osservavo, silenziose e impaurite, senza un amico o un familiare aspettare nelle poltroncine dell'MSKCC (ospedale oncologico famosissimo, n.d.r.) di essere operate o di avere il responso di un qualche preoccupante esame." |
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