Originariamente inviata da Gummo98
(Messaggio 2384036)
Il capitalismo non è statico, è dinamico sempre e comunque. WTO, sviluppo tecnologico e affini non spiegano esaustivamente il passaggio dal capitalismo del '900 a quello odierno. Così come non si può spiegare il passaggio da quello puramente laissez faire dell'800 a quello successivo individuando particolari avvenimenti storici (Es. crisi del '29 e nascita del New Deal), gli spostamenti avvengono in maniera più sottile, anche se per 100 anni non accadesse assolutamente nulla, né guerre, né crisi, né cambi di governo, i rapporti di forza continuerebbero a mutare per conto loro, portandoci a società sempre diverse.
Ad esempio in questi giorni leggevo un po' il pensiero di Gianfranco La Grassa, marxista italiano un po' eclettico, che però descrive il mutamento in atto del capitalismo contemporaneo così:
Il produttore si separa dai mezzi di produzione nell’accumulazione originaria: i proprietari diventano rentiers, dediti alla speculazione mentre, in basso, la socializzazione dei processi produttivi fa emergere la figura dell’operaio combinato.
Il che alla fine è un po' quello che scriveva Idiota. La fantomatica figura del padrone scompare, trasfigurandosi in rentier (gestore delle proprie liquidità, alla fine, disinteressato di tutto il resto), si scava un abisso ancora più profondo fra chi richiede la forza lavoro e chi la offre (i dipendenti), quindi in basso si accentua la guerra fra poveri, esasperata dall'arrivo di nuove tecnologie che rendono sempre più superflua la mente e la mano dell'uomo, creando un malcontento sociale di cui iniziamo soltanto a vedere le prime avvisaglie. "L'eredità del nonno" giustamente citata da Milo è uno dei palliativi che ci consentono di portare avanti una vita dignitosa, ma non durerà per sempre.
Comunque credo che non esista un marxista che scambi Marx per un superuomo; tutti dicono che ha sbagliato qualcosa e la sua 'legge sul crollo inevitabile del capitalismo' è una delle più contestate. Questo però non danneggia di per sé l'impianto di Marx, anzi è una cosa amarissima... Se il sistema non crolla da sé l'unica speranza è nelle masse, ma se le masse sono soggiogate allora siamo destinati a cadere sotto il peso della macchina capitalista.
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