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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Giunti a questo punto, se fossi un utente con la fobia sociale, mi farei anche delle domande sul perché siano così diversi. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Dire che sono io a farlo sentire inadeguato è abbastanza assurdo eh. Se si vuole si cambia, è un dato di fatto, salvo casi eccezionali, il resto sono scuse e lo dico da clinico non da opinionista di uomini e donne :) |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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infatti ,puoi avere le competenze ,ti ho solo consigliato di avere giusto un pochino di tatto in più. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Perché ci dovrebbero essere differenze? L'iscrizione ad un forum cosa cambia? Forse qui si accumulano i casi più..."difficili"? |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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statisticamente parlando: un campione “viziato” o polarizzato porta a inferenze scorrette Esempio: i sondaggi telefonici descrivono solo la sottopopolazione che è a casa nelle ore scelte per il sondaggio ed è disponibile a rispondere |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Comunque sia, a questo punto dicci le differenze tra la tua popolazione e quella di questo forum. Ormai sono curioso :mrgreen: |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Come ti dicevo qui su questo forum si parla di sottopopolazione, non è quindi rappresentativo (in generale) se non di chi è iscritto al forum :) Quote:
[Steinert et al., 2013] |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
faccio notare che si parla dell'80% di guarigione e non del solo miglioramento dei sintomi.
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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A maggior ragione per un professionista che lavora nell'ambito sanitario, vista la circostanza, mi aspetterei che capisse quando e se fosse il caso di porsi in veste di esponente da dibattito. Quote:
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Hai un parametro di cosa sia educato o meno abbastanza distorto, si è qui per discutere no? Oppure vuoi tu la mia tastiera? Non ho offeso alcuno nè provocato malamente. Piuttosto non pensi che sia un po' strano il tuo importi come giudice su cosa dire? Non si può affermare che sono solo scuse altrimenti qualcuno si offende? Ma ci rendiamo conto? |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Nel mio caso io penserei di avere di fronte una persona che non ha capito una mazza della mia situazione (magari anche perché non riesco a spiegargliela, eh). |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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"Chi vuole cambiare cambia, punto, inutile raccontarsela sul passato, le scuse anche se validissime son sempre scuse e qui dentro sono in troppi ad autoconvincersi con mille motivazioni valide che non c'è nulla da fare. ------ ripeto, ottime scuse, inattaccabili, ma nel concreto cambiare non vuol dire fare sport, volontariato, parlare con chiunque, pensare sempre positivo ecc... è un cambiamento interiore che richiede tempo, dall'affrontare i sensi di colpa, i complessi d'inferiorità, la vergogna, l'autostima e molto altro, sono queste alcune delle cose da cambiare, la vita è la tua e di sicuro se hai maturato questa posizione inflessibile avrai le tue validissime ragioni, ma così non migliorerai, potrai solo peggiorare, puoi continuare così pensando che sia il male minore, ma così non è." |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Resta comunque il fatto che, pur non condividendo le affermazioni di chi dice che non c'è nulla da fare in maniera aprioristica, anche quelle tipo "Chi vuol cambiare cambia, punto" (come se bastasse solo la volontà) mi sanno di frasi fatte e (queste sì) di scarsa volontà di approfondire la conoscenza della situazione del singolo individuo che si ha davanti. Se sono valide non sono scuse, sono problemi che vanno affrontati e non minimizzati. |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
Almeno piantala di fingere di essere un dottore..grazie
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Se pensi che sia scontato dire "Tutti possono cambiare se lo vogliono davvero", non lo è affatto, gran parte dei miei colleghi sono convinti che, ad esempio, i narcisisti non cambiano (migliorano). Chiaro poi che in quel tutti non si tengono in considerazione le eccezioni.... |
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Non me lo sarei mai aspettato :D |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
Dai, per fortuna è arrivato lui :D ora siamo salvi, possiamo cambiare! :bene::bene:
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E' in effetti un problema che qualsiasi utente di lunga data conosce: le persone che "guariscono" si disiscrivono o smettono di partecipare. E rimangono i casi più complessi. |
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Si, purtroppo è così, ed essendo gli introversi in minoranza si richiede che siano essi ad adattarsi e non viceversa. |
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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[ipnosi] La maggior parte degli approcci psicoterapeutici si basa sull’utilizzo della parola, partendo dal presupposto che la rinarrazione di sé, l’espressione dei vissuti emotivi e la rielaborazione delle esperienze vissute siano curative e capaci di produrre un cambiamento positivo. Deve però essere considerato, che molto spesso i traumi, in particolar modo di matrice arcaica, tendono a bloccarsi e fissarsi in quella che viene denominata fase preverbale di elaborazione e pertanto è arduo accederci attraverso la verbalizzazione (parola). Ciò è particolarmente vero nei casi, per esempio, di abuso o maltrattamento infantile: in questi casi il trauma si fissa sul corpo in un’epoca in cui la parola non è ancora in grado di dare un senso a quanto sperimentato ed è lì che il trauma si radica diventando indicibile e del specificatamente innarrabile in quanto verificatosi in antecedenza all’avvento della parola e dunque non può essere verbalizzato. Anche in fasi evolutive successive a quella preverbale, le esperienze shoccanti si congelano a livello di memoria sensoriale e non riescono a evolvere fino al mondo della rappresentazione verbale. Il trauma è spesso muto, costituito da sensazioni corporee sconnesse, destabilizzanti e scarsamente controllabili. Di fronte a situazioni di questo genere, l’approccio psicoterapeutico classico diventa arduo e rischia di destabilizzare ulteriormente i pazienti già fragili, i quali, di fronte all’impossibilità di narrasi come richiesto, potrebbero irrigidirsi o battere in ritirata. dominio/sottomissione, l'autostima, la vergogna, i sensi di colpa sono alcuni degli aspetti su cui si lavora con chi soffre di fobia sociale, alcune persone, le più giovani soprattutto, riescono ad ottenere ottimi risultati anche in brevi periodi, mentre chi ha un pensiero radicato da più anni tendenzialmente richiede anni di terapia. I meccanismi specifici dipendono da paziente a paziente (ad esempio ognuno ha i suoi traumi), per qualcuno si tratta di concentrarsi molto più sulla rabbia, per altri sull'intelligenza emotiva, non c'è una regola, solo il clinico che conosce la storia del paziente sa cosa "smuovere" |
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nn è detto che tutti cerchino le stesse cose .... nn è una critica è solo un pensiero . è come se i "medici" cercano di curare la gente e farla diventare quasi tutta simile , perchè bene o male sanno che certe cose fanno stare tranquilli e rendere la vita vivibile , me domando , ma se qualcuno nn vuole stare tranquillo? XD ... o viene abbandonato o nn so faccio esempi estremi solo perchè in effetti esistono e molte volte vengono appunto categorizzati come " da abbandonare" solo perchè nn hanno un risvolto voluto .... i classici fallimenti medici o per meglio dire , il loro naturale svolgimento , che molte volte nn è accettato da chi cura .... ribadisco che sono casi rari o cmq nn legati a sto sito , in caso qualcuno si senta preso in causa .... parlo per casi estremi per vagliare ogni possibilità |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
La vera difficoltà non è tanto curare il trauma, quanto risolvere le dinamiche alla base delle quali i traumi si autoperpetuano.
Non è un discorso per tutti ma imho vale per tantissimi qui dentro. Se ad esempio alla base del trauma c'è un' "anormalitá" neurologica tale da rendere meno compatibili con la società per come è costituita (senza voler sputare nel piatto in cui mangio e pur consapevole che esistono e sono esistite società ben peggiori sfido chiunque a non riconoscere elementi patologici nell'odierna organizzazione sociale, a partire dal sistema educativo e lavorativo), lo sforzo di adattamento comporterà necessariamente il riacuirsi del trauma. Ciò detto, comprendo che alla base dei post di DrPsiche c'è il desiderio sincero di motivare al cambiamento chi risulta rassegnato prima ancora di un numero ragionevole di tentativi; tuttavia la derubricazione della problematica a un atto di mero sforzo di volontà risulta minimizzante al punto da risultare giocoforza offensivo nei confronti di chi da svariati lustri litiga con le proprie problematiche. Mi stupisce che un dottore non se ne renda conto, ma solo fino a un certo punto, dacché di dottori capre ne ho conosciuti a josa. |
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Quando si parla di traumi non vuol dire che la risoluzione degli stessi generi guarigione, altrimenti "rimossi" i traumi e tutti guariti in una sola seduta, il fatto che grazie all'ipnosi sia vantaggioso e talvolta sia l'unico modo di poterli elaborare, è un'evidenza scientifica in grado di permetterti di lavorare meglio con il paziente. L'ipnosi, nella maggior parte degli approcci, è uno strumento integrato nella terapia, non l'unica terapia. Quote:
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