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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1587280)
L'ideale a cui dobbiamo tendere dovrebbe essere quello di cambiare queste disposizioni inconsce e arrivare a ricevere questi input dandogli un valore ben diverso da quello che siamo abituati a fare.
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Devono cambiare anche gli input, però, e allo scopo può essere utile cercare le condizioni migliori perché ciò possa avvenire.
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1587280)
A parte l'anonimato, penso che non tutte le affermazioni che tu fai siano validate da evidenze empiriche: quando esprimi i tuoi gusti in merito letterario, musicale o altro, necessiti forse del vaglio dell'oggettività? Si tratta di tuoi gusti personali e non credo che avere o meno pareri favorevoli ti condizioni.
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In teoria ci sarebbe un'oggettività anche in quel campo :occhiali:
Ad ogni modo, visto che si stava parlando del valore come persona, i gusti letterari, musicali, ecc. non concorrono a definirlo in misura rilevante, di solito, per cui che uno si esprima a favore dei Depeche Mode o del Banco del Mutuo Soccorso non conta molto in questo ambito. Questo a meno di eccessi o particolari "fisse" per determinate creazioni musicali o letterarie, che infatti evito di esprimere dal vivo nella modalità in cui lo faccio qui.
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1587280)
L'ideale sarebbe quindi riuscire a fare lo stesso con la propria personalità, con le proprie opinioni non fondate su prove inconfutabili eccetera. Cosa ha spinto diverse persone, giudicate dai più come visionari e fuori di cabeza, a portare avanti con convizione progetti e idee? Pensa a quante attività imprenditoriali sono nate si sono sviluppate sulla base del nulla di fatto, attorniate dalla contrarietà e dallo scetticismo dei contemporanei, per poi rivelarsi di successo.
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Bisogna anche convincere qualcuno a finanziarti, di solito, per iniziare un'attività (quindi convincerlo del tuo valore come persona). E in un'attività imprenditoriale bisogna saper vendere il proprio prodotto (quindi convincere gli altri del suo valore).
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1587280)
Stiamo parlando di cose diverse: non ho mai accennato al razzismo scientifico di lombrosiana memoria, ma a quel naturale e anche istintivo sentimento di diffidenza che coglie al giorno d'oggi molte persone sulla scia dell'insicurezza economica e sociale. Se proprio vogliamo dirla tutta è più che verosimile che certe categorie di persone (per motivi non certo genetici) finiscano incontro a fenomeni di disgregazione sociale che ne minano la stabilità di gruppo e le rendono più proclivi ad atti di illegalità, ma paura e discrimazione (diverse dalla prudenza) non hanno mai aiutato. Così come non aiuta al fobico avere paura degli altri...tu ti senti meglio quando sei in ansia?
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No, ma anche fingere di non avere paura quando invece ce l'ho non aiuta.
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1587280)
Il fatto che esistano tendenze e abitudini più diffuse di altri costituisce un problema nel momento in cui sei tu a dargli valore e a conferirgli uno status di prim'ordine.
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Eh certo, l'unico che può conferire status a certe tendenze sono io, come le considerano gli altri non conta nulla... Ti ricordo che nella socializzazione non si può prescindere da cosa pensano, fanno e dicono gli altri, visto che è con loro che bisogna socializzare.
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1587280)
Io potrei sentirmi parte di una minoranza perché ho smesso di bere e vivo in un paese dove tutti bevono per socializzare...sono forse stato escluso dalle dinamiche di socializzazione collettiva? No, certo però che se io inizio a pensare che le cose funzionino solo così e ad attribuire allo status del bere un'importanza fondamentale, sono il primo a tracciare il perimetro della mia autoesclusione.
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Non mi pare esista un forum di persone Maiavutounpartneroamiciperchésonoastemio.com.
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1587280)
Ovviamente ci sono vari gradi: se non possiedi certi requisiti non puoi accedere a determinate posizioni (parliamo di lavoro, burocrazia, credito), ma nell'ambito della socializzazione è tutto più sfumato e il permanere di abitudini di massa è solo il prodotto di un immobilismo di comodo, non di un ordinamento stabilito per via legale da apposite macchine normative. E ripeto che tante dei diktat sociali che qui sembrano venire descritti con minuziosa e rigida caparbietà dai più catastrofisti, io non li vedo, o magari non li vedo a tutti i livelli sociali né tanto meno li vedo così vincolanti come dicono altri.
E, absit iniuria verba, credo di avere un po' più di socialità dell'utente medio del forum.
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Non so a quali "diktat sociali" tu ti riferisca. Per quanto mi riguarda, se non ricordo male, anche tu non eri lontano dal condividere senza troppe "sfumature" l'affermazione che un uomo timido e insicuro ha meno opportunità di ricevere feedback positivi e di instaurare una relazione rispetto a uno che non lo è. Se poi hai cambiato idea e ora lo consideri un diktat sociale formulato in astratto, potresti anche dire cosa ti ha fatto mutare opinione.
Se ti riferisci ad altro, sarebbe il caso di discutere e vagliare le singole affermazioni, invece di liquidarle tutte in blocco frettolosamente come parto della mente disturbata di persone che teorizzano cose che non vivono. Poi, magari, dopo potranno risultare anche tutte false o esagerate.
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Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 1587280)
Non stai enunciando una verità matematica, ma solo una tua opinione. Basta la mia opinione in disaccordo con la tua a mettere in dubbio la scientificità delle tue prove.
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Due opinioni di norma non si confermano né smentiscono l'una con l'altra. Il riferimento a dati oggettivi e consistenti invece può fare pendere la bilancia verso l'una o l'altra.