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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
In fin dei conti
Dov'è finito ciò che accadde e che fine ha fatto tanta gente? Via via che passa il tempo ci facciamo più sconosciuti. Degli amori non è rimasto nemmeno un segno tra gli alberi. E gli amici se ne vanno sempre. Sono viaggiatori sui binari. Anche se uno esiste per gli altri (senza di loro è inesistente), conta soltanto la solitudine per dirle tutto e fare i conti. José Emilio Pacheco |
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Forse un mattino andando in un'aria di vetro
Forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco. Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi case colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. Eugenio Montale |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Marburgo - Boris Pasternak
lo sussultavo. Divampavo e mi spegnevo. Trepidavo. Formulai allora la richiesta, ma tardi, tremavo tutto, e fu un rifiuto. Mi dispiacque delle sue lacrime! Ero più beato d'un santo. Uscii in piazza. Mi si poteva ritenere nato una seconda volta. Ogni nonnulla aveva vita e, non considerandomi, nel suo significato d'addio s'innalzava. Lo schisto si arroventava e della via la fronte era olivastra e il ciottolo guardava di traverso il cIelo e, quale barcaIolo, il vento fendeva i tigli. E era parvenza ogni cosa. Ma, comunque, io fuggivo i loro sguardi. Non rilevavo i loro saluti. Nulla volevo sapere di ricchezze. Ecco, mi svincolavo per non scoppiare in pianto. L'istinto innato, vecchio-piaggiatore, mi era insopportabile. Andava di soppiatto spalla a spalla e pensava: «Fiamma di ragazzo. Per disgrazia toccherà stargli dietro con tanto d'occhi». Dai un passo, e ancora un altro» - mi ripeteva l'istinto e saggio mi guidava, quale vecchio scolastico, per un folto intatto, impenetrabile, di alberi riscaldati, di lillà e passione. «Imparerai a dare i passi, poi a correre magari», - mi ripeteva e il nuovo sole allo zenit I guardava come insegnino daccapo a camminare I al nativo di un corpo celeste su un altro pianeta. Tutto questo alcuni li abbagliava. Per altri era come se fosse buio pesto. Razzolavano i pulcini tra i ciuffi di giorgine, I grilli e libellule ticchettavano come orologini. Veleggiava un embrice e il meriggio guardava i tetti, senza battere ciglio. E a Marburgo chi fabbricava una balestra, fischiando forte, chi tacendo si preparava alla fiera di Pentecoste. Ingialliva, divorando le nuvole, la sabbia. L'annuncio di tempesta luccicava con le ciglia dei cespugli. E il cielo si aggrumava caduto su un pezzo di amica che arresta il sangue. In quel giorno tutta, dai pettini ai piedi, quale attore tragico in provincia un dramma di Shakespeare, ti portavo con me e ti sapevo a memoria, gironzolavo per la città e ti ripassavo. Quando ti caddi dinnanzi, abbracciati questa nebbia, questo ghiaccio, questa superficie (come sei bella!) -questo vortice d'afa... Di che parli? Torna in te! Tutto è finito. Sei respinto. Qui viveva Martin Lutero. Là i fratelli Grimm. Tetti artigliati. Alberi. Lapidi. E tutto questo rammenta e si protende loro. Tutto è vivo. E tutto è pure parvenza. No, non andrò là domani. Il rifiuto è più assoluto dell'addio. Tutto è chiaro. Siamo pari. La confusione della stazione non è per noi. Che sarà di me, antiche lapidi? Ovunque collocherà la nebbia sacchi da viaggio, in entrambe le finestre sarà incorniciata una luna. Come una viaggiatrice scivolerà l'angoscia per i tomi e con un libro prenderà posto sull'ottomana. Di che ho paura? Come grammatica conosco l'insonnia. C'è con lei un'alleanza. Perché, come l'arrivo di un lunatico, la comparsa temo dei pensieri consueti? Ecco, le notti si siedono e giocano a scacchi con me sul parquet rischiarato dalla luna. Profumo d'acacia e finestre spalancate e, come testimone, la passione incanutisce in un angolo. E il pioppo è il re. lo gioco con l'insonnia. E la regina è l'usignolo. lo anelo all'usignolo. E vince la notte, i pezzi si mettono da parte, il bianco mattino nel volto riconosco. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Tanka
1 Alto lassù tutto il giardino è luna, luna di oro. Ma più dolce è sfiorare la tua bocca nell'ombra. 2 Nella penombra la voce dell'uccello è ammutolita. Vai per il tuo giardino e ti manca qualcosa. 3 La coppa altrui, la spada che fu spada in altra mano, la luna della strada, dimmi, forse non bastano? 4 Sotto la luna la tigre d'oro e d'ombra si guarda gli artigli. Non sa che al far del giorno hanno straziato un uomo 5 Triste la pioggia quando cade sul marmo, triste essere terra e non essere i giorni dell'uomo, il sonno, l'alba. 6 Non esser morto, come altri del mio sangue, in guerra. Essere colui che nella vana notte conta le sillabe (Jorge Luis Borges; L'oro delle tigri) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Walt Whitman "Sussurri di morte celeste"
Sussurri di morte celeste odo sommessi, Labiali dicerie della notte, sibilanti corali, Passi che gentilmente salgono, mistiche brezze dall'alito mite e soave. Gorgoglii di fiumi invisibili, flussi d'una corrente che scorre, eternamente scorre (O è sciaguattìo di lacrime? le smisurate acque delle lacrime umane?) Vedo, vedo appena verso il cielo, grandi masse di nuvole. Malinconicamente lente ruotano, silenziose si espandono, si fondono Con qualche stella ogni tanto che mesta appare e scompare, Velata, lontanissima. (O forse un parto, qualche solenne nascita immortale; Ai confini impenetrabili alla vista, Un'anima che passa.) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Spiaggia bretone
Riunito è tutto ciò che vedemmo, a prender congedo da te e da me: il mare, che scagliò notti alla nostra spiaggia, la sabbia, che con noi l’attraversò di volo, l’erica rugginosa lassú, tra cui ci accadde il mondo Paul Celan |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non sono niente.
Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo. Finestre della mia stanza, della stanza di uno dei milioni al mondo che nessuno sa chi è (e se sapessero chi è, cosa saprebbero?), vi affacciate sul mistero di una via costantemente attraversata da gente, su una via inaccessibile a tutti i pensieri, reale, impossibilmente reale, certa, sconosciutamente certa, con il mistero delle cose sotto le pietre e gli esseri, con la morte che porta umidità nelle pareti e capelli bianchi negli uomini, con il Destino che guida la carretta di tutto sulla via del nulla[...] Da Tabaccheria,Fernando Pessoa |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
I find no peace, and all my war is done.
I fear and hope. I burn and freeze like ice. I fly above the wind, yet can I not arise; And nought I have, and all the world I season. That loseth nor locketh holdeth me in prison And holdeth me not, yet can I scape no wise, Nor letteth me live nor die at my device, And yet of death it giveth me occasion. Without eyen I see, and without tongue I plain. I desire to perish, and yet I ask health. I love another, and thus I hate myself. I feed me in sorrow, and laugh in all my pain; Likewise displeaseth me both life and death, And my delight is causer of this strife. (I find no peace, Sir. Thomas Wyatt) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"Non c'è niente di più bello al mondo
del respirare Allora me ne sto qua spaparazzato sul divano a godermi la respirazione" (Mirco Stefanon) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"Ogni cosa, puoi dirlo, è assai più buia
di quanto avevi immaginato, in questa casa dove ti han detto di aspettare che tornino gli amici tumultuosi. Vai da una stanza all'altra e dunque aspetti. I muri sono stanchi, oscuri gli angoli. Torneranno gli amici appassionati. Non è dolore, non è ira o noia ma un rancore nel fondo della testa che ora sembra noia ora dolore. Fuori dei vetri vedi ancora i tetti. Dentro, dove sei tu, non vedi più. Se non, contro i soffitti, dai cortili qualche filo di lume o dalla bruma il chiaro della città verso cena. Puoi, quando vuoi, accendere la luce, leggere un libro, fumare, pensare ad altro, intanto che il tuo tempo passa." (un triste Franco Fortini) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Di salmastro e di terra
Di salmastro e di terra è il tuo sguardo. Un giorno hai stillato di mare. Ci sono state piante al tuo fianco, calde, sanno ancora di te. L’agave e l’oleandro. Tutto chiudi negli occhi. Di salmastro e di terra hai le vene, il fiato. Bava di vento caldo, ombre di solleone − tutto chiudi in te. Sei la voce roca della campagna, il grido della quaglia nascosta, il tepore del sasso. La campagna è fatica, la campagna è dolore Con la notte il gesto del contadino tace. Sei la grande fatica e la notte che sazia. Come la roccia e l’erba, come terra, sei chiusa; ti sbatti come il mare. La parola non c’è che ti può possedere o fermare. Cogli come la terra gli urti, e ne fai vita, fiato che carezza, silenzio. Sei riarsa come il mare, come un frutto di scoglio, e non dici parole e nessuno ti parla. Cesare Pavese |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Io sono una forza del Passato. Solo nella tradizione è il mio amore. Vengo dai ruderi, dalle chiese, dalle pale d'altare, dai borghi dimenticati sugli Appennini o le Prealpi, dove sono vissuti i fratelli. Giro per la Tuscolana come un pazzo, per l'Appia come un cane senza padrone. O guardo i crepuscoli, le mattine su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo, come i primi atti del Dopostoria, cui io assisto, per privilegio d'anagrafe, dall'orlo estremo di qualche età sepolta. Mostruoso è chi è nato dalle viscere di una donna morta. E io, feto adulto, mi aggiro più moderno di ogni moderno a cercare fratelli che non sono più. P.P.P. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Una pietra
Vieni, che io ti dica a bassa voce di un bambino che ricordo, immobile come rimase a distanza dalle altre vite. Non ha raggiunto al mattino quelli che giocavano fra gli alberi a moltiplicare l'universo. Né per la spiaggia ha corso verso una luce più intensa. Tuttavia, guarda, ha proseguito la sua via ai piedi della duna, tracce di passi ne sono la prova tra i cardi e il mare. Lì accanto puoi vedere empirsi dell'acqua che raddoppia il cielo l'orma dei passi più grandi di una compagna sconosciuta. Yves Bonefoy |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il sorriso
C'è un sorriso d'amore, E c'è un sorriso della seduzione, Un sorriso c'è dei sorrisi Dove s'incontrano quei due sorrisi. C'è un aggrottamento dell'odio, E c'è un aggrottamento di disdegno, Ed un aggrottamento c'è degli aggrottamenti Di cui invano tentate di scordarvi, Poiché a fondo nel profondo del cuore penetra, E affonda nelle midolla delle ossa - E mai nessun sorriso fu sorriso, Ma solo quel sorriso solo, Sorriso che dalla culla alla fossa Sorridere si può una volta sola; Quando è sorriso, Ha fine ogni miseria. William Blake |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La scarogna
Per sollevare un sasso così greve, ci vuole, Sisifo, la tua possanza, alla mia impresa mi do con costanza, ma lunga è l'Opera, il tempo assai breve. Lungi dai cippi di uomini celebri, nei pressi di un cimitero isolato, come un tamburo che a lutto è velato, percuote il cuore una sua marcia funebre. Quanti gioielli dormono sepolti, nelle tenebre e nell'oblio avvolti, mai rivelati da piccone o sonda! Quanti fiori vanno esalando invano un profumo dolce come l'arcano in una solitudine profonda! (I fiori del male; Charles Baudelaire) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Qui giacciono i miei cani
Qui giacciono i miei cani gli inutili miei cani, stupidi ed impudichi, novi sempre et antichi, fedeli et infedeli all'Ozio lor signore, non a me uom da nulla. Rosicchiano sotterra nel buio senza fine rodon gli ossi i lor ossi, non cessano di rodere i lor ossi vuotati di medulla et io potrei farne la fistola di Pan come di sette canne i' potrei senza cera e senza lino farne il flauto di Pan se Pan è il tutto e se la morte è il tutto. Ogni uomo nella culla succia e sbava il suo dito, ogni uomo seppellito è il cane del suo nulla. (D'annunzio) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
You, wind of march
Sei la vita e la morte. Sei venuta di marzo sulla terra nuda ‒ il tuo brivido dura. Sangue di primavera ‒ anemone o nube ‒ il tuo passo leggero ha violato la terra. Ricomincia il dolore. Il tuo passo leggero ha riaperto il dolore. Era fredda la terra sotto povero cielo, era immobile e chiusa in un torpido sogno, come chi più non soffre. Anche il gelo era dolce dentro il cuore profondo. Tra la vita e la morte la speranza taceva. Ora ha una voce e un sangue ogni cosa che vive. Ora la terra e il cielo sono un brivido forte, la speranza li torce, li sconvolge il mattino, li sommerge il tuo passo, il tuo fiato d’aurora. Sangue di primavera, tutta la terra trema di un antico tremore. Hai riaperto il dolore. Sei la vita e la morte. Sopra la terra nuda sei passata leggera come rondine o nube, il torrente del cuore si è ridestato e irrompe e si specchia nel cielo e rispecchia le cose ‒ e le cose, nel cielo e nel cuore soffrono e si contorcono nell’attesa di te. È il mattino, è l’aurora, sangue di primavera, tu hai violato la terra. La speranza si torce, e ti attende ti chiama. Sei la vita e la morte. Il tuo passo è leggero. Cesare Pavese |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
E allora mi sono guardato negli occhi.
Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l’ultimo Altro, anzi l’unico e vero Se stesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra diluita (quasi naufraga) di quel solito niño tardivo che vegeta segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d’amore ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all’indecenza. Elsa Morante |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Anche James Joyce moriva in questo giorno, nel lontano 1941.
Tutto è sciolto A birdless heaven, sea-dusk and a star Sad in the west; And thou, poor heart, love’s image, fond and far, Rememberest: Her silent eyes and her soft foam-white brow And fragrant hair, Falling as in the silence falleth now Dusk from the air. Ah, why wilt thou remember these, or why, Poor heart, repine, If the sweet love she yielded with a sigh Was never thine? |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Naufraghi
Nàufraghi sugli scogli ognuno narra a sé solo – la storia di una dolce casa perduta, sé solo ascolta parlare forte sul deserto pianto del mare – Triste orto abbandonato l’anima si cinge di selvagge siepi di amori: morire è questo ricoprirsi di rovi nati in noi. Antonia Pozzi |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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"Non riesco nemmeno a trarre un senso da tutti questi giorni che abbiamo vissuto insieme: sono qui, in questa pausa di solitudine, come un po’ d’acqua ferma per un attimo sopra un masso sporgente in mezzo alla cascata, che aspetta di precipitare ancora. Vivo come se un torrente mi attraversasse; tutto ha un senso di così immediata fine, e è sogno che sa d’esser sogno, eppure mi strappa con così violente braccia via dalla realtà." (Antonia Pozzi, Lettere) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La tentazione
Più vivo di così non sarai mai, te lo prometto. Per la prima volta vedrai i pori schiudersi come musi di pesce e potrai ascoltare il mormorio del sangue nelle gallerie e sentire la luce scivolarti sulle cornee come lo strascico di un abito; per la prima volta avvertirai la gravità pungerti come una spina nel calcagno e per l’imperativo delle ali avrai male alle scapole. Ti prometto di renderti talmente vivo che la polvere ti assorderà cadendo sopra i mobili, che le sopracciglie diventeranno due ferite fresche e ti parrà che i tuoi ricordi inizino con la creazione del mondo. Nina Cassian |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
LA STRADA CHE NON PRESI
di Robert Frost Due strade divergevano in un bosco giallo e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo a guardarne una fino a che potei. Poi presi l’altra, perché era altrettanto bella, e aveva forse l’ aspetto migliore, perché era erbosa e meno consumata, sebbene il passaggio le avesse rese quasi simili. Ed entrambe quella mattina erano lì uguali, con foglie che nessun passo aveva annerito. Oh, misi da parte la prima per un altro giorno! Pur sapendo come una strada porti ad un’altra, dubitavo se mai sarei tornato indietro. Lo racconterò con un sospiro da qualche parte tra anni e anni: due strade divergevano in un bosco, e io – io presi la meno percorsa, e quello ha fatto tutta la differenza. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"Reclamo la mia inappartenenza.
il barbaro richiamo senza terra l’accoglienza al vento che devasta e libera presenza l’occhio rivoltato al poi il corpo abbandonato al suo deserto. Reclamo l’odio senza oggetto l’amore che ne stilla senza colpa il furore che abita il silenzio. Reclamo la parola la sua notte. La mia riconoscenza" (Marco Rovelli) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Francis Turner
Io non potevo correre né giocare quand'ero ragazzo. Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa, non bere - perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato. Eppure giaccio qui blandito da un segreto che solo Mary conosce: c'è un giardino di acacie, di catalpe e di pergole addolcite da viti - là, in quel pomeriggio di giugno al fianco di Mary - mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, l'anima d'improvviso mi fuggì. (Edgar Lee Masters; Antologia di Spoon River) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
So che si può vivere
non esistendo, emersi da una quinta, da un fondale, da un fuori che non c’è se mai nessuno l’ha veduto. So che si può esistere non vivendo, con radici strappate da ogni vento se anche non muove foglia e non un soffio increspa l’acqua su cui s’affaccia il tuo salone. So che non c’è magia di filtro o d’infusione che possano spiegare come di te s’azzuffino dita e capelli, come il tuo riso esploda nel suo ringraziamento al minuscolo dio a cui ti affidi, d’ora in ora diverso, e ne diffidi. So che mai ti sei posta il come – il dove – il perché, pigramente rassegnata al non importa, al non so quando o quanto, assorta in un oscuro germinale di larve e arborescenze. So che quello che afferri, oggetto o mano, penna o portacenere, brucia e non se n’accorge, né te n’avvedi tu animale innocente inconsapevole di essere un perno e uno sfacelo, un’ombra e una sostanza, un raggio che si oscura. So che si può vivere nel fuochetto di paglia dell’emulazione senza che dalla tua fronte dispaia il segno timbrato da Chi volle tu fossi…e se ne pentì. Ora, uscita sul terrazzo, annaffi i fiori, scuoti lo scheletro dell’albero di Natale, ti accompagna in sordina il mangianastri, torni indietro, allo specchio ti dispiaci, ti getti a terra, con lo straccio scrosti dal pavimento le orme degli intrusi. Erano tanti e il più impresentabile di tutti perché gli altri almeno parlano, io, a bocca chiusa. (Montale) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Bellissima. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Papaveri in ottobre
Nemmeno le nubi assolate possono fare stamane Gonne così. Né la donna in ambulanza, Il cui rosso cuore sboccia prodigioso dal mantello Dono, dono d'amore Del tutto non sollecitato Da un cielo Che in un pallore di fiamma accende i suoi Ossidi di carbonio, da occhi Sbigottiti e sbarrati sotto cappelli a bombetta. O Dio, chi sono mai Io da far spalancare in un grido queste tarde bocche In una foresta di gelo, in un'alba di fiordalisi. Sylvia Plath |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non sei gli altri
Non ti potrà salvare ciò che scrissero coloro che la tua paura implora; tu non sei gli altri e ora ti vedi centro del labirinto ordito dai tuoi passi. Non ti potrà salvare l'agonia di Gesù o di Socrate né il forte Siddharta d'oro che accettò la morte in un giardino, al declinar del giorno. Polvere è anche la parola scritta dalla tua mano o il verbo che pronuncia la tua bocca. Non c'è pietà nel Fato e la notte di Dio è sconfinata. La tua materia è il tempo, l'incessante tempo. Sei ogni solitario istante. Borges |
I felt a Funeral, in my Brain,
And Mourners to and fro Kept treading – treading – till it seemed That Sense was breaking through – And when they all were seated, A Service, like a Drum – Kept beating – beating – till I thought My Mind was going numb – And then I heard them lift a Box And creak across my Soul With those same Boots of Lead, again, Then Space – began to toll, As all the Heavens were a Bell, And Being, but an Ear, And I, and Silence, some strange Race Wrecked, solitary, here – And then a Plank in Reason, broke, And I dropped down, and down – And hit a World, at every plunge, And Finished knowing – then – Emily Dickinson |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"Mia debolezza, debolezza mia,
ma che devo fare con te? Ho cinquant’anni e tremo quando tuona, e sbaglio ancora posto come quando sbagliai banco all’asilo. Ho un corpo trapunto da graffe, il sonno come un campo di macerie, la forza che si sbriciola, la memoria in frantumi, e in questo Grande Sfascio l’unica intatta resti tu, mia ferita, mio Graal, codice a barre di un estraneo che è leso, che è fallato, che è costretto a essere me. Mia debolezza, talpa del nemico, creaturina indifesa che mi rendi indifeso, il solo, vero premio della morte sarà saperti morta insieme a me, mio motore, mio orrore, mia consustanziale sconfitta. — Valerio Magrelli, Raccoglimento |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"M'illumino d'ansia..
.....Ardo proprio" |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Vedo il mio corpo agire
e nutrirsi;è un padron attivo e ostinato,un duro padrone a cui non si sfugge e di cui non intendo gli scopi. Non crede a nulla,costui, se non alla propria continuazione e come a una sciocca speranza di immortalità feriale. Anna Banti |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"Nature" is what We see -
The Hill - the Afternoon - Squirrel - Eclipse - the Bumble bee - Nay - Nature is Heaven - "Nature" is what We hear - The Bobolink - the Sea - Thunder - the Cricket - Nay - Nature is Harmony - "Nature" is what We know - But have no Art to say - So impotent our Wisdom is To Her Sincerity - Traduzione: "Natura" è ciò che vediamo - La Collina - il Pomeriggio - Lo Scoiattolo - l'Eclissi - il Bombo - Di più - la Natura è Cielo - "Natura" è ciò che udiamo - Il Bobolink - il Mare - Il Tuono - il Grillo - Di più - la Natura è Armonia - "Natura" è ciò che sappiamo - Ma non abbiamo l'Arte di dire - Così impotente è la nostra Sapienza Di fronte alla Sua Sincerità - °°° Nessun Romanzo che si venda Potrebbe catturare tanto un Uomo - Quanto l'attenta lettura di Quello suo individuale - È la Finzione - che diluisce in plausibilità Il nostro - Romanzo. Quando è piccolo abbastanza Da crederci - Non è vero? °°° Non bisogna essere una camera - per essere Infestati - Non bisogna essere una Casa - Il Cervello - ha Corridoi che vanno al di là Di un Luogo Materiale - Assai più sicuro a Mezzanotte - incontrare Un Fantasma Esterno - Che con uno Interiore - confrontare - Quel più freddo - Ospite - Assai più sicuro, attraverso un'Abbazia - galoppare - Da Pietre inseguiti - Che senza luna - nel proprio Io imbattersi - In un luogo solitario - Il nostro Io - dietro di Noi - Celato - Ci dovrebbe spaventare - al massimo grado - L'Assassino - nascosto nel Nostro Appartamento - Degli Orrori essere il minore - Il Prudente - ha con sé una Rivoltella - Spranga la Porta - E non vede uno Spettro Superiore - Più vicino - °°° Emily Dickinson |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ciò che resta
Mi svuoto dei nomi degli altri. Mi svuoto le tasche. Mi svuoto le scarpe e le lascio sul ciglio della strada. Di notte metto indietro gli orologi; apro l'album di famiglia e mi guardo da bambino. A che giova? Le ore hanno fatto il loro dovere. Dico il mio nome. Dico addio. Le parole si inseguono nel vento. Amo mia moglie ma la caccio. I miei genitori si alzano dai troni nelle stanze lattee delle nuvole. Come posso cantare? Il tempo mi dice ciò che sono. Cambio e resto lo stesso. Mi svuoto della mia vita e rimane la mia vita. Mark Strand |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Scritto a matita in un vagone piombato
Qui, in questo convoglio, io Eva con mio figlio Abele Se vedrete mio figlio maggiore Caino, figlio di Adamo, ditegli che io Dan Pagis Prima vennero Prima vennero per gli Ebrei, e io non dissi nulla perché non ero Ebreo. Poi vennero per i Comunisti io non dissi nulla perché non ero Comunista. Poi vennero per i Sindacalisti, e io non dissi nulla perché non ero Sindacalista. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa. Martin Niemöller |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"[...] there's a secret:
don't except too much of Humanity, they have been practicing hatred for centuries, it's passed down refined and perfected [...]there is no hell except on earth. Once you accept this premise you will be free to exist on your own terms and you will never know loneliness and death will be as nothing. Consider yourself blessed in the dark. " ·C.Bukowski |
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