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Winston_Smith 19-03-2015 06:50

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Ippocrates (Messaggio 1476078)
Ho visto che nel thread non è citata ...vige troppo patriottismo ..troppo Montale e Alighieri :D

L'Eccelso non è mai troppo :occhiali:

Emil 02-04-2015 21:21

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
In fin dei conti


Dov'è finito ciò che accadde
e che fine ha fatto tanta gente?

Via via che passa il tempo
ci facciamo più sconosciuti.

Degli amori non è rimasto
nemmeno un segno tra gli alberi.

E gli amici se ne vanno sempre.
Sono viaggiatori sui binari.

Anche se uno esiste per gli altri
(senza di loro è inesistente),

conta soltanto la solitudine
per dirle tutto e fare i conti.


José Emilio Pacheco

Emil 11-04-2015 18:50

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Forse un mattino andando in un'aria di vetro


Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


Eugenio Montale

Bluevelvet93 14-04-2015 11:40

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Marburgo - Boris Pasternak

lo sussultavo. Divampavo e mi spegnevo.
Trepidavo. Formulai allora la richiesta,
ma tardi, tremavo tutto, e fu un rifiuto.
Mi dispiacque delle sue lacrime! Ero più beato d'un santo.

Uscii in piazza. Mi si poteva ritenere
nato una seconda volta. Ogni nonnulla
aveva vita e, non considerandomi,
nel suo significato d'addio s'innalzava.

Lo schisto si arroventava e della via la fronte
era olivastra e il ciottolo guardava di traverso
il cIelo e, quale barcaIolo, il vento fendeva
i tigli. E era parvenza ogni cosa.

Ma, comunque, io fuggivo
i loro sguardi. Non rilevavo i loro saluti.
Nulla volevo sapere di ricchezze.
Ecco, mi svincolavo per non scoppiare in pianto.

L'istinto innato, vecchio-piaggiatore,
mi era insopportabile. Andava di soppiatto spalla a spalla
e pensava: «Fiamma di ragazzo. Per disgrazia
toccherà stargli dietro con tanto d'occhi».
Dai un passo, e ancora un altro» - mi ripeteva l'istinto
e saggio mi guidava, quale vecchio scolastico,
per un folto intatto, impenetrabile,
di alberi riscaldati, di lillà e passione.

«Imparerai a dare i passi, poi a correre magari», -
mi ripeteva e il nuovo sole allo zenit
I guardava come insegnino daccapo a camminare
I al nativo di un corpo celeste su un altro pianeta.

Tutto questo alcuni li abbagliava. Per altri
era come se fosse buio pesto.
Razzolavano i pulcini tra i ciuffi di giorgine,
I grilli e libellule ticchettavano come orologini.

Veleggiava un embrice e il meriggio guardava
i tetti, senza battere ciglio. E a Marburgo
chi fabbricava una balestra, fischiando forte,
chi tacendo si preparava alla fiera di Pentecoste.

Ingialliva, divorando le nuvole, la sabbia.
L'annuncio di tempesta luccicava con le ciglia dei cespugli.
E il cielo si aggrumava caduto
su un pezzo di amica che arresta il sangue.

In quel giorno tutta, dai pettini ai piedi,
quale attore tragico in provincia un dramma di Shakespeare,
ti portavo con me e ti sapevo a memoria,
gironzolavo per la città e ti ripassavo.

Quando ti caddi dinnanzi, abbracciati
questa nebbia, questo ghiaccio, questa superficie
(come sei bella!) -questo vortice d'afa...
Di che parli? Torna in te! Tutto è finito. Sei respinto.

Qui viveva Martin Lutero. Là i fratelli Grimm.
Tetti artigliati. Alberi. Lapidi.
E tutto questo rammenta e si protende loro.
Tutto è vivo. E tutto è pure parvenza.
No, non andrò là domani. Il rifiuto
è più assoluto dell'addio. Tutto è chiaro. Siamo pari.
La confusione della stazione non è per noi.
Che sarà di me, antiche lapidi?

Ovunque collocherà la nebbia sacchi da viaggio,
in entrambe le finestre sarà incorniciata una luna.
Come una viaggiatrice scivolerà l'angoscia per i tomi
e con un libro prenderà posto sull'ottomana.

Di che ho paura? Come grammatica
conosco l'insonnia. C'è con lei un'alleanza.
Perché, come l'arrivo di un lunatico,
la comparsa temo dei pensieri consueti?

Ecco, le notti si siedono e giocano a scacchi
con me sul parquet rischiarato dalla luna.
Profumo d'acacia e finestre spalancate
e, come testimone, la passione incanutisce in un angolo.

E il pioppo è il re. lo gioco con l'insonnia.
E la regina è l'usignolo. lo anelo all'usignolo.
E vince la notte, i pezzi si mettono da parte,
il bianco mattino nel volto riconosco.

Emil 16-04-2015 20:39

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Tanka


1

Alto lassù
tutto il giardino è luna,
luna di oro.
Ma più dolce è sfiorare
la tua bocca nell'ombra.

2

Nella penombra
la voce dell'uccello
è ammutolita.
Vai per il tuo giardino
e ti manca qualcosa.

3

La coppa altrui,
la spada che fu spada
in altra mano,
la luna della strada,
dimmi, forse non bastano?

4

Sotto la luna
la tigre d'oro e d'ombra
si guarda gli artigli.
Non sa che al far del giorno
hanno straziato un uomo

5

Triste la pioggia
quando cade sul marmo,
triste essere terra
e non essere i giorni
dell'uomo, il sonno, l'alba.

6

Non esser morto,
come altri del mio sangue,
in guerra. Essere
colui che nella vana
notte conta le sillabe


(Jorge Luis Borges; L'oro delle tigri)

cancellato15851 20-04-2015 23:11

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Blue_Moon (Messaggio 1330309)
Ghiannis Ritsos

Sera grigia

Mi duole in petto la bellezza; mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito; mi duole
questo colore sulla nube – viola plumbeo
viola repellente; il mezzo anello della luna
che brilla appena – mi duole. Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati. Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile, – mi fa male il tempo.

Che bella, me l'ero dimenticata.

cancellato15732 20-04-2015 23:59

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Walt Whitman "Sussurri di morte celeste"

Sussurri di morte celeste odo sommessi,
Labiali dicerie della notte, sibilanti corali,
Passi che gentilmente salgono, mistiche brezze
dall'alito mite e soave.
Gorgoglii di fiumi invisibili, flussi d'una corrente
che scorre, eternamente scorre
(O è sciaguattìo di lacrime? le smisurate acque delle
lacrime umane?)

Vedo, vedo appena verso il cielo, grandi masse di
nuvole.
Malinconicamente lente ruotano, silenziose
si espandono, si fondono
Con qualche stella ogni tanto che mesta appare e
scompare,
Velata, lontanissima.

(O forse un parto, qualche solenne nascita
immortale;
Ai confini impenetrabili alla vista,
Un'anima che passa.)

Emil 26-04-2015 17:50

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Spiaggia bretone

Riunito è tutto ciò che vedemmo,
a prender congedo da te e da me:
il mare, che scagliò notti alla nostra spiaggia,
la sabbia, che con noi l’attraversò di volo,
l’erica rugginosa lassú,
tra cui ci accadde il mondo

Paul Celan

berserk 26-04-2015 18:55

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso voler essere niente.
A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo.
Finestre della mia stanza,
della stanza di uno dei milioni al mondo che nessuno sa chi è
(e se sapessero chi è, cosa saprebbero?),
vi affacciate sul mistero di una via costantemente attraversata da gente,
su una via inaccessibile a tutti i pensieri,
reale, impossibilmente reale, certa, sconosciutamente certa,
con il mistero delle cose sotto le pietre e gli esseri,
con la morte che porta umidità nelle pareti e capelli bianchi negli uomini,
con il Destino che guida la carretta di tutto sulla via del nulla
[...]

Da Tabaccheria,Fernando Pessoa

Garrus_92 27-04-2015 00:29

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
I find no peace, and all my war is done.
I fear and hope. I burn and freeze like ice.
I fly above the wind, yet can I not arise;
And nought I have, and all the world I season.

That loseth nor locketh holdeth me in prison
And holdeth me not, yet can I scape no wise,
Nor letteth me live nor die at my device,
And yet of death it giveth me occasion.

Without eyen I see, and without tongue I plain.
I desire to perish, and yet I ask health.
I love another, and thus I hate myself.
I feed me in sorrow, and laugh in all my pain;

Likewise displeaseth me both life and death,
And my delight is causer of this strife.



(I find no peace, Sir. Thomas Wyatt)

Angus 05-05-2015 20:57

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"Non c'è niente di più bello al mondo
del respirare
Allora me ne sto qua spaparazzato
sul divano
a godermi la respirazione"

(Mirco Stefanon)

Angus 05-05-2015 22:36

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"Ogni cosa, puoi dirlo, è assai più buia
di quanto avevi immaginato, in questa
casa dove ti han detto di aspettare
che tornino gli amici tumultuosi.
Vai da una stanza all'altra e dunque aspetti.
I muri sono stanchi, oscuri gli angoli.
Torneranno gli amici appassionati.
Non è dolore, non è ira o noia
ma un rancore nel fondo della testa
che ora sembra noia ora dolore.
Fuori dei vetri vedi ancora i tetti.
Dentro, dove sei tu, non vedi più.
Se non, contro i soffitti, dai cortili
qualche filo di lume o dalla bruma
il chiaro della città verso cena.
Puoi, quando vuoi, accendere la luce,
leggere un libro, fumare, pensare
ad altro, intanto che il tuo tempo passa."

(un triste Franco Fortini)

Emil 28-05-2015 21:27

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Di salmastro e di terra

Di salmastro e di terra
è il tuo sguardo. Un giorno
hai stillato di mare.
Ci sono state piante
al tuo fianco, calde,
sanno ancora di te.
L’agave e l’oleandro.
Tutto chiudi negli occhi.
Di salmastro e di terra
hai le vene, il fiato.

Bava di vento caldo,
ombre di solleone −
tutto chiudi in te.
Sei la voce roca
della campagna, il grido
della quaglia nascosta,
il tepore del sasso.
La campagna è fatica,
la campagna è dolore
Con la notte il gesto
del contadino tace.
Sei la grande fatica
e la notte che sazia.

Come la roccia e l’erba,
come terra, sei chiusa;
ti sbatti come il mare.
La parola non c’è
che ti può possedere
o fermare. Cogli
come la terra gli urti,
e ne fai vita, fiato
che carezza, silenzio.
Sei riarsa come il mare,
come un frutto di scoglio,
e non dici parole
e nessuno ti parla.

Cesare Pavese

darkside 09-06-2015 01:13

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Io sono una forza del Passato.
Solo nella tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle chiese,
dalle pale d'altare, dai borghi
dimenticati sugli Appennini o le Prealpi,
dove sono vissuti i fratelli.
Giro per la Tuscolana come un pazzo,
per l'Appia come un cane senza padrone.
O guardo i crepuscoli, le mattine
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
come i primi atti del Dopostoria,
cui io assisto, per privilegio d'anagrafe,
dall'orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno di ogni moderno
a cercare fratelli che non sono più.
P.P.P.

Emil 28-06-2015 21:34

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Una pietra

Vieni, che io ti dica a bassa voce
di un bambino che ricordo,
immobile come rimase
a distanza dalle altre vite.

Non ha raggiunto al mattino
quelli che giocavano fra gli alberi
a moltiplicare l'universo.
Né per la spiaggia ha corso
verso una luce più intensa.
Tuttavia, guarda, ha proseguito
la sua via ai piedi della duna,
tracce di passi ne sono la prova
tra i cardi e il mare.

Lì accanto puoi vedere empirsi
dell'acqua che raddoppia il cielo
l'orma dei passi più grandi
di una compagna sconosciuta.

Yves Bonefoy

Emil 19-12-2015 20:03

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Il sorriso

C'è un sorriso d'amore,
E c'è un sorriso della seduzione,
Un sorriso c'è dei sorrisi
Dove s'incontrano quei due sorrisi.

C'è un aggrottamento dell'odio,
E c'è un aggrottamento di disdegno,
Ed un aggrottamento c'è degli aggrottamenti
Di cui invano tentate di scordarvi,

Poiché a fondo nel profondo del cuore penetra,
E affonda nelle midolla delle ossa -
E mai nessun sorriso fu sorriso,
Ma solo quel sorriso solo,

Sorriso che dalla culla alla fossa
Sorridere si può una volta sola;
Quando è sorriso,
Ha fine ogni miseria.

William Blake

Emil 03-01-2016 01:13

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
La scarogna


Per sollevare un sasso così greve,
ci vuole, Sisifo, la tua possanza,
alla mia impresa mi do con costanza,
ma lunga è l'Opera, il tempo assai breve.

Lungi dai cippi di uomini celebri,
nei pressi di un cimitero isolato,
come un tamburo che a lutto è velato,
percuote il cuore una sua marcia funebre.

Quanti gioielli dormono sepolti,
nelle tenebre e nell'oblio avvolti,
mai rivelati da piccone o sonda!

Quanti fiori vanno esalando invano
un profumo dolce come l'arcano
in una solitudine profonda!

(I fiori del male; Charles Baudelaire)

Angus 07-01-2016 04:22

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Qui giacciono i miei cani

Qui giacciono i miei cani
gli inutili miei cani,
stupidi ed impudichi,
novi sempre et antichi,
fedeli et infedeli
all'Ozio lor signore,
non a me uom da nulla.
Rosicchiano sotterra
nel buio senza fine
rodon gli ossi i lor ossi,
non cessano di rodere i lor ossi
vuotati di medulla
et io potrei farne
la fistola di Pan
come di sette canne
i' potrei senza cera e senza lino
farne il flauto di Pan
se Pan è il tutto e
se la morte è il tutto.
Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito,
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla.

(D'annunzio)

Emil 11-01-2016 22:08

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
You, wind of march


Sei la vita e la morte.
Sei venuta di marzo
sulla terra nuda ‒
il tuo brivido dura.
Sangue di primavera
‒ anemone o nube ‒
il tuo passo leggero
ha violato la terra.
Ricomincia il dolore.

Il tuo passo leggero
ha riaperto il dolore.
Era fredda la terra
sotto povero cielo,
era immobile e chiusa
in un torpido sogno,
come chi più non soffre.
Anche il gelo era dolce
dentro il cuore profondo.
Tra la vita e la morte
la speranza taceva.
Ora ha una voce e un sangue
ogni cosa che vive.
Ora la terra e il cielo sono
un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d’aurora.
Sangue di primavera,
tutta la terra trema
di un antico tremore.

Hai riaperto il dolore.
Sei la vita e la morte.
Sopra la terra nuda
sei passata leggera
come rondine o nube,
il torrente del cuore
si è ridestato e irrompe
e si specchia nel cielo
e rispecchia le cose ‒
e le cose, nel cielo e nel cuore
soffrono e si contorcono
nell’attesa di te.
È il mattino, è l’aurora,
sangue di primavera,
tu hai violato la terra.
La speranza si torce,
e ti attende ti chiama.
Sei la vita e la morte.
Il tuo passo è leggero.


Cesare Pavese

ultranoia 11-01-2016 22:22

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
E allora mi sono guardato negli occhi.
Raramente ci si guarda, con se stessi,
negli occhi, e pare che in certi casi
questo valga per un esercizio estremo.
Dicono che, immergendosi allo specchio
nei propri occhi – con attenzione cruciale
e al tempo stesso con abbandono –
si arrivi a distinguere finalmente
in fondo alla pupilla
l’ultimo Altro, anzi l’unico e vero Se stesso,
il centro di ogni esistenza e della nostra,
insomma quel punto che avrebbe nome Dio.
Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi,
io non ho scorto altro che
la piccola ombra diluita (quasi naufraga)
di quel solito niño tardivo
che vegeta segregato dentro di me.
Sempre il medesimo, con la sua domanda d’amore
ormai scaduta e inservibile,
ma ostinata fino all’indecenza.

Elsa Morante

Suicitazzo 13-01-2016 10:03

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Anche James Joyce moriva in questo giorno, nel lontano 1941.


Tutto è sciolto


A birdless heaven, sea-dusk and a star
Sad in the west;
And thou, poor heart, love’s image, fond and far,
Rememberest:

Her silent eyes and her soft foam-white brow
And fragrant hair,
Falling as in the silence falleth now
Dusk from the air.

Ah, why wilt thou remember these, or why,
Poor heart, repine,
If the sweet love she yielded with a sigh
Was never thine?

Emil 14-01-2016 22:41

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Naufraghi

Nàufraghi sugli scogli
ognuno narra
a sé solo – la storia di una dolce casa
perduta,
sé solo ascolta
parlare forte
sul deserto pianto
del mare –

Triste orto abbandonato l’anima
si cinge di selvagge siepi
di amori:
morire è questo
ricoprirsi di rovi
nati in noi.


Antonia Pozzi

Nidjek0 14-01-2016 22:48

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
-

Angus 14-01-2016 23:17

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Emil (Messaggio 1667466)
Naufraghi

Nàufraghi sugli scogli
ognuno narra
a sé solo – la storia di una dolce casa
perduta,
sé solo ascolta
parlare forte
sul deserto pianto
del mare –

Triste orto abbandonato l’anima
si cinge di selvagge siepi
di amori:
morire è questo
ricoprirsi di rovi
nati in noi.


Antonia Pozzi

Non è una poesia, ma...

"Non riesco nemmeno a trarre un senso da tutti questi giorni che abbiamo vissuto insieme: sono qui, in questa pausa di solitudine, come un po’ d’acqua ferma per un attimo sopra un masso sporgente in mezzo alla cascata, che aspetta di precipitare ancora. Vivo come se un torrente mi attraversasse; tutto ha un senso di così immediata fine, e è sogno che sa d’esser sogno, eppure mi strappa con così violente braccia via dalla realtà."

(Antonia Pozzi, Lettere)

Emil 16-01-2016 14:21

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
La tentazione


Più vivo di così non sarai mai, te lo prometto.
Per la prima volta vedrai i pori schiudersi
come musi di pesce e potrai ascoltare
il mormorio del sangue nelle gallerie
e sentire la luce scivolarti sulle cornee
come lo strascico di un abito; per la prima volta
avvertirai la gravità pungerti
come una spina nel calcagno
e per l’imperativo delle ali avrai male alle scapole.
Ti prometto di renderti talmente vivo che
la polvere ti assorderà cadendo sopra i mobili,
che le sopracciglie diventeranno due ferite fresche
e ti parrà che i tuoi ricordi inizino
con la creazione del mondo.


Nina Cassian

Myway 16-01-2016 14:38

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
LA STRADA CHE NON PRESI

di Robert Frost

Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.

Poi presi l’altra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l’ aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata,
sebbene il passaggio le avesse rese quasi simili.

Ed entrambe quella mattina erano lì uguali,
con foglie che nessun passo aveva annerito.

Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.

Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io –
io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza.

Angus 22-01-2016 03:01

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"Reclamo la mia inappartenenza.
il barbaro richiamo senza terra
l’accoglienza al vento che devasta
e libera presenza
l’occhio rivoltato al poi
il corpo abbandonato al suo deserto.
Reclamo l’odio senza oggetto
l’amore che ne stilla senza colpa
il furore che abita il silenzio.
Reclamo la parola
la sua notte.
La mia riconoscenza"

(Marco Rovelli)

Emil 22-01-2016 22:06

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Francis Turner

Io non potevo correre né giocare
quand'ero ragazzo.
Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa,
non bere -
perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Eppure giaccio qui
blandito da un segreto che solo Mary conosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe e di pergole addolcite da viti -
là, in quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary -
mentre la baciavo con l'anima sulle labbra,
l'anima d'improvviso mi fuggì.


(Edgar Lee Masters; Antologia di Spoon River)

Angus 10-02-2016 19:40

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
So che si può vivere
non esistendo,
emersi da una quinta, da un fondale,
da un fuori che non c’è se mai nessuno
l’ha veduto.
So che si può esistere
non vivendo,
con radici strappate da ogni vento
se anche non muove foglia e non un soffio increspa
l’acqua su cui s’affaccia il tuo salone.
So che non c’è magia
di filtro o d’infusione
che possano spiegare come di te s’azzuffino
dita e capelli, come il tuo riso esploda
nel suo ringraziamento
al minuscolo dio a cui ti affidi,
d’ora in ora diverso, e ne diffidi.
So che mai ti sei posta
il come – il dove – il perché,
pigramente rassegnata al non importa,
al non so quando o quanto, assorta in un oscuro
germinale di larve e arborescenze.
So che quello che afferri,
oggetto o mano, penna o portacenere,
brucia e non se n’accorge,
né te n’avvedi tu animale innocente
inconsapevole
di essere un perno e uno sfacelo, un’ombra
e una sostanza, un raggio che si oscura.
So che si può vivere
nel fuochetto di paglia dell’emulazione
senza che dalla tua fronte dispaia il segno timbrato
da Chi volle tu fossi…e se ne pentì.
Ora,
uscita sul terrazzo, annaffi i fiori, scuoti
lo scheletro dell’albero di Natale,
ti accompagna in sordina il mangianastri,
torni indietro, allo specchio ti dispiaci,
ti getti a terra, con lo straccio scrosti
dal pavimento le orme degli intrusi.
Erano tanti e il più impresentabile
di tutti perché gli altri almeno parlano,
io, a bocca chiusa.

(Montale)

Josef K. 15-02-2016 16:57

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Emil (Messaggio 1668121)
La tentazione


Più vivo di così non sarai mai, te lo prometto.
Per la prima volta vedrai i pori schiudersi
come musi di pesce e potrai ascoltare
il mormorio del sangue nelle gallerie
e sentire la luce scivolarti sulle cornee
come lo strascico di un abito; per la prima volta
avvertirai la gravità pungerti
come una spina nel calcagno
e per l’imperativo delle ali avrai male alle scapole.
Ti prometto di renderti talmente vivo che
la polvere ti assorderà cadendo sopra i mobili,
che le sopracciglie diventeranno due ferite fresche
e ti parrà che i tuoi ricordi inizino
con la creazione del mondo.


Nina Cassian


Bellissima.

EMC 19-02-2016 15:52

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Papaveri in ottobre


Nemmeno le nubi assolate possono fare stamane
Gonne così. Né la donna in ambulanza,
Il cui rosso cuore sboccia prodigioso dal mantello

Dono, dono d'amore
Del tutto non sollecitato
Da un cielo

Che in un pallore di fiamma accende i suoi
Ossidi di carbonio, da occhi
Sbigottiti e sbarrati sotto cappelli a bombetta.

O Dio, chi sono mai
Io da far spalancare in un grido queste tarde bocche
In una foresta di gelo, in un'alba di fiordalisi.

Sylvia Plath

Emil 21-03-2016 23:04

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Non sei gli altri

Non ti potrà salvare ciò che scrissero
coloro che la tua paura implora;
tu non sei gli altri e ora ti vedi centro
del labirinto ordito dai tuoi passi.
Non ti potrà salvare l'agonia
di Gesù o di Socrate né il forte
Siddharta d'oro che accettò la morte
in un giardino, al declinar del giorno.
Polvere è anche la parola scritta
dalla tua mano o il verbo che pronuncia
la tua bocca. Non c'è pietà nel Fato
e la notte di Dio è sconfinata.
La tua materia è il tempo, l'incessante
tempo. Sei ogni solitario istante.

Borges

Bernardo Soares 09-04-2016 10:50

I felt a Funeral, in my Brain,
And Mourners to and fro
Kept treading – treading – till it seemed
That Sense was breaking through –

And when they all were seated,
A Service, like a Drum –
Kept beating – beating – till I thought
My Mind was going numb –

And then I heard them lift a Box
And creak across my Soul
With those same Boots of Lead, again,
Then Space – began to toll,

As all the Heavens were a Bell,
And Being, but an Ear,
And I, and Silence, some strange Race
Wrecked, solitary, here –

And then a Plank in Reason, broke,
And I dropped down, and down –
And hit a World, at every plunge,
And Finished knowing – then –


Emily Dickinson

cancellato15851 17-04-2016 16:12

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"Mia debolezza, debolezza mia,
ma che devo fare con te?
Ho cinquant’anni e tremo
quando tuona, e sbaglio ancora posto
come quando sbagliai banco all’asilo.
Ho un corpo trapunto da graffe,
il sonno come un campo di macerie,
la forza che si sbriciola, la memoria in frantumi,
e in questo Grande Sfascio l’unica intatta resti tu,
mia ferita, mio Graal, codice a barre
di un estraneo che è leso,
che è fallato, che è costretto
a essere me.
Mia debolezza, talpa del nemico,
creaturina indifesa che mi rendi indifeso,
il solo, vero premio della morte
sarà saperti morta insieme a me,
mio motore,
mio orrore,
mia consustanziale sconfitta.
— Valerio Magrelli, Raccoglimento

Matteo829 17-04-2016 16:23

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"M'illumino d'ansia..
.....Ardo proprio"

berserk 18-04-2016 10:05

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Vedo il mio corpo agire
e nutrirsi;è un padron
attivo e ostinato,un duro
padrone a cui non si sfugge
e di cui non intendo gli scopi.
Non crede a nulla,costui,
se non alla propria
continuazione e come
a una sciocca speranza
di immortalità feriale.


Anna Banti

Abuela 28-04-2016 19:35

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"Nature" is what We see -
The Hill - the Afternoon -
Squirrel - Eclipse - the Bumble bee -
Nay - Nature is Heaven -
"Nature" is what We hear -
The Bobolink - the Sea -
Thunder - the Cricket -
Nay - Nature is Harmony -

"Nature" is what We know -
But have no Art to say -
So impotent our Wisdom is
To Her Sincerity -


Traduzione:

"Natura" è ciò che vediamo -
La Collina - il Pomeriggio -
Lo Scoiattolo - l'Eclissi - il Bombo -
Di più - la Natura è Cielo -
"Natura" è ciò che udiamo -
Il Bobolink - il Mare -
Il Tuono - il Grillo -
Di più - la Natura è Armonia -

"Natura" è ciò che sappiamo -
Ma non abbiamo l'Arte di dire -
Così impotente è la nostra Sapienza
Di fronte alla Sua Sincerità -

°°°

Nessun Romanzo che si venda
Potrebbe catturare tanto un Uomo -
Quanto l'attenta lettura di
Quello suo individuale -
È la Finzione - che diluisce in plausibilità
Il nostro - Romanzo. Quando è piccolo abbastanza
Da crederci - Non è vero?

°°°

Non bisogna essere una camera - per essere Infestati -
Non bisogna essere una Casa -
Il Cervello - ha Corridoi che vanno al di là
Di un Luogo Materiale -
Assai più sicuro a Mezzanotte - incontrare
Un Fantasma Esterno -
Che con uno Interiore - confrontare -
Quel più freddo - Ospite -

Assai più sicuro, attraverso un'Abbazia - galoppare -
Da Pietre inseguiti -
Che senza luna - nel proprio Io imbattersi -
In un luogo solitario -

Il nostro Io - dietro di Noi - Celato -
Ci dovrebbe spaventare - al massimo grado -
L'Assassino - nascosto nel Nostro Appartamento -
Degli Orrori essere il minore -

Il Prudente - ha con sé una Rivoltella -
Spranga la Porta -
E non vede uno Spettro Superiore -
Più vicino -

°°°

Emily Dickinson

Emil 04-06-2016 22:01

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Ciò che resta

Mi svuoto dei nomi degli altri. Mi svuoto le tasche.
Mi svuoto le scarpe e le lascio sul ciglio della strada.
Di notte metto indietro gli orologi;
apro l'album di famiglia e mi guardo da bambino.

A che giova? Le ore hanno fatto il loro dovere.
Dico il mio nome. Dico addio.
Le parole si inseguono nel vento.
Amo mia moglie ma la caccio.

I miei genitori si alzano dai troni
nelle stanze lattee delle nuvole. Come posso cantare?
Il tempo mi dice ciò che sono. Cambio e resto lo stesso.
Mi svuoto della mia vita e rimane la mia vita.

Mark Strand

Emil 02-07-2016 14:22

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Scritto a matita in un vagone piombato

Qui, in questo convoglio,
io Eva
con mio figlio Abele
Se vedrete mio figlio maggiore
Caino, figlio di Adamo,
ditegli che io

Dan Pagis




Prima vennero

Prima vennero per gli Ebrei,
e io non dissi nulla
perché non ero Ebreo.
Poi vennero per i Comunisti
io non dissi nulla
perché non ero Comunista.
Poi vennero per i Sindacalisti,
e io non dissi nulla
perché non ero Sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa.

Martin Niemöller

cancellato15732 01-09-2016 16:04

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"[...] there's a secret:
don't except too
much of Humanity,
they have been
practicing hatred
for centuries,
it's passed down
refined and
perfected
[...]there is no hell
except on
earth.
Once you accept
this premise
you will be free to
exist
on your own terms
and you will never
know loneliness
and death will be as
nothing.
Consider yourself
blessed in the
dark. "

·C.Bukowski


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