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Surrounded 20-10-2021 12:33

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Teach83 (Messaggio 2650652)
Se passo entro nelle graduatorie... ma pensare di fare una prova orale è già di per se destabilizzante....

Non so se riuscirò nell'intento.

Se ti può essere di incoraggiamento io ne ho finito uno a Luglio ed è andato oltre le aspettative, ti auguro di entrare nel club di quelli che attendono in graduatoria (il più in alto possibile[emoji28]), forza

Ezp97 20-10-2021 13:09

Io ho sempre lavorato in aziende agricole, una volta in ristorante e una in pizzeria come cameriere, poi tuttofare saltuariamente, giardiniere per una stagione dietro un giardiniere ubriacone mezzo matto e saltuariamente ancora faccio pulizia giardini e siepi. Adesso ogni tanto vado a pulire il cortile a una signora dalle foglie con il soffiatore.
Due colloqui nella mia vita andati tutti e due di merda, ho pensato spesso di emigrare ma a prendere e andare da solo....senza qualifiche I lavori che trovi sono questi. Per fare qualcosa di serio serve la laurea, mettetevelo in testa.
Lavori Seri? Finiti in Italia se non hai diverse qualifiche o raccomandazioni. Lavori di merda? Quanti ne volete, 6 su 7, 10 ore al giorno 800 massimo 1200 euro al mese.
Ultimamente ho pensato di chiedere a qualche rimessa di barche per imparare a mettere le mani sulle barche e sui motori di queste, però non ti prende nessuno senza esperienza ma chi sa aggiustare e costruirle fa i soldi.

Ashitaka 20-10-2021 16:05

re: Una vita da disoccupati
 
Dai, mi aggiungo pur'io al club.

Racconto un po' la mia storia a chi va di leggerla... (scusate il papiello)

37 anni, semplice laurea triennale in studi asiatici (sopratutto giapponese, anche cinese ma quest'ultimo praticamente non lo so)

Comunque a 27 anni sono stato 1 anno in Giappone (a spese della mia famiglia però...) e là ho incontrato la mia futura moglie cinese che mi ha apprezzato per quello che sono.

Dopo varie vicissitudini e la difficoltà a trovare qualcosa in Giappone (per la sponsorizzazione) non avendo speranze in Italia visti i 30 anni mi butto a Londra dove provo a cercare qualche lavoro d'ufficio ma in quel settore la concorrenza è tanta e nemmeno nei call center mi chiamavano. Alla fine ho trovato lavoro in un ristorante giapponese, semi-schiavizzato ma me la sono fatta andare bene. Dopo, tramite un'agenzia giapponese trovo lavoro, sempre in ristorazione ma in una catena internazionale (sempre giapponese). I primi tempi sono stati duri con un manager un po' pazzo e molto "giapponese" con un training da soldato. Ho retto (non potevo certo essere schizzinoso vista l'età) e piano piano sono cresciuto nell'azienda fino a diventare Assistant Kitchen manager con un sacco di responsabilità (fare l'orario/rota allo staff, ordinazioni, comunicazione col management giappo che parlava a stento inglese; aiuto nelle altre sedi. il tutto mentre stavo la maggior parte del tempo in cucina).

Ero super-apprezzato dallo staff e dal management, con la floor manager che pianse quando me ne andai e con anche un "hoola" dallo staff XD

Ma ad un certo punto non reggevo più, vivevo praticamente là dentro con turni massacranti che potevano raggiungere anche le 14 ore e con settimane senza giorni liberi , imprevisti continui con staff poco stabile e quindi con turni/buchi da coprire.

(Seconda parte)

La mia famiglia ha una casa di villeggiatura di mia nonna e ormai non ci va più nessuno (entrambi i nonni morti) e mia madre ha sempre avuto la mezza idea di trasformarla in B&B. Inizia a fare dei lavori in casa e chiede a me se avessi intenzione di gestire la cosa e anche se con qualche dubbio ho accettato volendo scappare da quella situazione, pensando che mal che vada tornavo a Londra tanto al ristorante mi avrebbero ripreso al volo.

Il B&B i primi mesi va più che bene per essere all'inizio, essendo io pratico con internet e simili e con la conoscenza ottima dell'inglese. Ma ecco che i problemi di fobia sociale, e non solo, emergono. Per uno come me vivere nella stessa casa con altri 4-6 ospiti-sconosciuti non era l'ideale e alla fine rimanevo rintanato nella mia stanza appena sentivo ospiti in giro per la casa. E inoltre, il fatto di non essere casa mia pesava, con mia madre e un'altro fratello che ogni tanto venivano durante l'estate. Immaginate la casa con me, mia moglie, mia madre e fratello (disordinato) e altri ospiti....
Mia moglie stava avendo attacchi d’ansia e la cosa non poteva reggere a lungo…

Mia madre anche per difficoltà tecniche (e altro) non ha diviso la casa....

Poi ci si è messo il covid e la voglia di continuare è scemata del tutto.

Alla fine vista la mia età e con nessuna prospettiva mi sono messo a studiare per concorsi superandone uno grosso per Istruttore amministrativo a Roma, ma sono solo idoneo a metà classifica. Visto il profilo generico molto ricercato ed essendo a Roma c’è qualche possibilità di scorrimento di graduatoria. Ma anche se fosse se ne parla fra 2-3 anni se va di lusso…

Per fortuna mia moglie ha trovato lavoro per una buona compagnia e pure in smart-working. Solo che il pensiero di essere “mantenuto” da mia moglie e da mia madre (per certi versi “occupo” una sua casa) mi pesa molto, portandomi ansie e depressioni. Avrei anche dei soldi e la voglia di fregarmene e scappare da tutto e tutti ma la “pressione sociale” da mia moglie e famiglia pure pesa molto. A cui si aggiungono dubbi atroci sul matrimonio (alla fine sono sempre stato abituato a farmi i cazzi miei e avere una persona sempre in giro anche se tranquilla è un bel problema. Col dubbio di aver fatto l’errore più grande della mia vita, ma questo è off-topic…)

E ora mi ritrovo a 37 anni a non sapere nemmeno io quale lavoro cercare e con poca forza di continuare a studiare (ma probabilmente senza scelta). Ci sarebbe un concorso al ministero degli affari esteri adatto a me ma studio poco e male…

Ed eccomi qua, grazie per chi ha letto fino a qua XD

Varano 20-10-2021 18:35

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da limitless (Messaggio 2650550)
ridendo e scherzando questo è il quarto lavoro diverso in un anno :pensando:

Guarda, non me ne parlare...100 lavori 100 miserie. Se ripenso a quando la Fornero e Monti dissero "che noia il posto fisso, è cosi bello cambiare". Ora che fanno? Il mestiere più fisso che esista, i senatori a vita.
Poi mi dicono che ce l'ho su con i vecchi, ma come si fa a non capire che i loro interessi sono in conflitto con i nostri!

Palmiro 20-10-2021 19:33

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Ashitaka (Messaggio 2650725)
Dai, mi aggiungo pur'io al club.

Racconto un po' la mia storia a chi va di leggerla... (scusate il papiello)

37 anni, semplice laurea triennale in studi asiatici (sopratutto giapponese, anche cinese ma quest'ultimo praticamente non lo so)

Comunque a 27 anni sono stato 1 anno in Giappone (a spese della mia famiglia però...) e là ho incontrato la mia futura moglie cinese che mi ha apprezzato per quello che sono.

Dopo varie vicissitudini e la difficoltà a trovare qualcosa in Giappone (per la sponsorizzazione) non avendo speranze in Italia visti i 30 anni mi butto a Londra dove provo a cercare qualche lavoro d'ufficio ma in quel settore la concorrenza è tanta e nemmeno nei call center mi chiamavano. Alla fine ho trovato lavoro in un ristorante giapponese, semi-schiavizzato ma me la sono fatta andare bene. Dopo, tramite un'agenzia giapponese trovo lavoro, sempre in ristorazione ma in una catena internazionale (sempre giapponese). I primi tempi sono stati duri con un manager un po' pazzo e molto "giapponese" con un training da soldato. Ho retto (non potevo certo essere schizzinoso vista l'età) e piano piano sono cresciuto nell'azienda fino a diventare Assistant Kitchen manager con un sacco di responsabilità (fare l'orario/rota allo staff, ordinazioni, comunicazione col management giappo che parlava a stento inglese; aiuto nelle altre sedi. il tutto mentre stavo la maggior parte del tempo in cucina).

Ero super-apprezzato dallo staff e dal management, con la floor manager che pianse quando me ne andai e con anche un "hoola" dallo staff XD

Ma ad un certo punto non reggevo più, vivevo praticamente là dentro con turni massacranti che potevano raggiungere anche le 14 ore e con settimane senza giorni liberi , imprevisti continui con staff poco stabile e quindi con turni/buchi da coprire.

(Seconda parte)

La mia famiglia ha una casa di villeggiatura di mia nonna e ormai non ci va più nessuno (entrambi i nonni morti) e mia madre ha sempre avuto la mezza idea di trasformarla in B&B. Inizia a fare dei lavori in casa e chiede a me se avessi intenzione di gestire la cosa e anche se con qualche dubbio ho accettato volendo scappare da quella situazione, pensando che mal che vada tornavo a Londra tanto al ristorante mi avrebbero ripreso al volo.

Il B&B i primi mesi va più che bene per essere all'inizio, essendo io pratico con internet e simili e con la conoscenza ottima dell'inglese. Ma ecco che i problemi di fobia sociale, e non solo, emergono. Per uno come me vivere nella stessa casa con altri 4-6 ospiti-sconosciuti non era l'ideale e alla fine rimanevo rintanato nella mia stanza appena sentivo ospiti in giro per la casa. E inoltre, il fatto di non essere casa mia pesava, con mia madre e un'altro fratello che ogni tanto venivano durante l'estate. Immaginate la casa con me, mia moglie, mia madre e fratello (disordinato) e altri ospiti....
Mia moglie stava avendo attacchi d’ansia e la cosa non poteva reggere a lungo…

Mia madre anche per difficoltà tecniche (e altro) non ha diviso la casa....

Poi ci si è messo il covid e la voglia di continuare è scemata del tutto.

Alla fine vista la mia età e con nessuna prospettiva mi sono messo a studiare per concorsi superandone uno grosso per Istruttore amministrativo a Roma, ma sono solo idoneo a metà classifica. Visto il profilo generico molto ricercato ed essendo a Roma c’è qualche possibilità di scorrimento di graduatoria. Ma anche se fosse se ne parla fra 2-3 anni se va di lusso…

Per fortuna mia moglie ha trovato lavoro per una buona compagnia e pure in smart-working. Solo che il pensiero di essere “mantenuto” da mia moglie e da mia madre (per certi versi “occupo” una sua casa) mi pesa molto, portandomi ansie e depressioni. Avrei anche dei soldi e la voglia di fregarmene e scappare da tutto e tutti ma la “pressione sociale” da mia moglie e famiglia pure pesa molto. A cui si aggiungono dubbi atroci sul matrimonio (alla fine sono sempre stato abituato a farmi i cazzi miei e avere una persona sempre in giro anche se tranquilla è un bel problema. Col dubbio di aver fatto l’errore più grande della mia vita, ma questo è off-topic…)

E ora mi ritrovo a 37 anni a non sapere nemmeno io quale lavoro cercare e con poca forza di continuare a studiare (ma probabilmente senza scelta). Ci sarebbe un concorso al ministero degli affari esteri adatto a me ma studio poco e male…

Ed eccomi qua, grazie per chi ha letto fino a qua XD

Non hai la possibilità di richiedere il reddito di cittadinanza, in via temporanea? Tieni conto che le famiglie con figli sono agevolate (se in affitto ancora di più) . Se non rientri nella fascia di reddito, esistono assegni famigliari e agevolazioni per chi ha figli . Devi chiedere all'INPS.
Altrimenti, ti consiglio di iscriverti in tutte le agenzie del lavoro della tua zona (soprattutto Adecco che è la migliore in assoluto) . Ti basta anche un contratto di un solo mese con loro per avere diritto a agevolazioni, sempre per famiglie, che eroga il fondo Ebitemp (quello che finanzia le agenzie) ma solo per gli iscritti in A.dL.

Ashitaka 20-10-2021 19:55

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Palmiro (Messaggio 2650819)
Non hai la possibilità di richiedere il reddito di cittadinanza, in via temporanea? Tieni conto che le famiglie con figli sono agevolate (se in affitto ancora di più) . Se non rientri nella fascia di reddito, esistono assegni famigliari e agevolazioni per chi ha figli . Devi chiedere all'INPS.
Altrimenti, ti consiglio di iscriverti in tutte le agenzie del lavoro della tua zona (soprattutto Adecco che è la migliore in assoluto) . Ti basta anche un contratto di un solo mese con loro per avere diritto a agevolazioni, sempre per famiglie, che eroga il fondo Ebitemp (quello che finanzia le agenzie) ma solo per gli iscritti in A.dL.

Non ho figli, e per il RDC penso di non avere i requisiti perché dei soldi in banca ce li ho, e mia moglie con il suo nuovo lavoro (da circa 3 mesi) guadagna abbastanza bene. E non sono nemmeno in affitto ma in comodato d'uso gratuito nella casa di mia madre e mio zio usata come B&B. Diciamo che non sto proprio con l'acqua alla gola ma più che altro mancanza di autostima e "vergogna" se per esempio voglio comprare qualcosa per me stesso, e in questo caso non chiederei i soldi a mia moglie, né attingerei ai "fondi".

Ezp97 20-10-2021 21:20

Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2650824)
L'alternativa non manca mai, è fuori da quella porta.
Non riesco ad accettarla.
Non voglio mandare email, nemmeno tenere il telefono accesso e più di tutto uscire dalla mia camera.
E non voglio presentarmi a nessun colloquio, agenzie, uffici, non voglio parlare con nessuno.
Mi fa sentire terribilmente male anche solo considerarlo.
Il mio riscatto personale non esiste, è solo sopravvivenza, non ho nessuna qualità.
È doloroso non riuscire a vivere decentemente, ma è quello vivere?
Perché se è quello allora la vita non fa per me.
Sto qua seduto a consumare due spicci di corrente, mangiando gli avanzi un giorno si e un giorno no.
E ho sempre quella alternativa fuori dalla porta che mi sembra peggio di questo.
Quindi è finita, non c'è alternativa.

Non puoi fare più quello che ti piace in questo paese...

Varano 20-10-2021 21:26

re: Una vita da disoccupati
 
Uno stato completamente ripiegato su se stesso, una società malata e depressa quella italiana, un boom economico non lo vedremo mai noi altri. L’unica preoccupazione è mantenere la facciata di un paese civile, ma la spinta propulsiva è inesistente, manca vitalità, entusiasmo, quella voglia di fare che sembrava pervadere il nostro paese fino agli anni 90/00


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edward00767 20-10-2021 21:29

re: Una vita da disoccupati
 
Anche oggi mi hanno dato del parassita, sono un parassita ok, ho scelto io di essere nato così? Non mi pare... E io che mi ci sbatto ancora a cercare di migliorarmi, vedendo certi atteggiamenti dei lavoratori mi pare che sia sempre più ostile questo mondo, ma come si fa, voglio sentire l'esperienza di un fobico totale che sia riuscito ad inserirsi in un lavoro stando in mezzo alle persone, sono curioso.

cancellato22544 20-10-2021 21:33

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da edward00767 (Messaggio 2650895)
Anche oggi mi hanno dato del parassita, sono un parassita ok, ho scelto io di essere nato così? Non mi pare... E io che mi ci sbatto ancora a cercare di migliorarmi, vedendo certi atteggiamenti dei lavoratori mi pare che sia sempre più ostile questo mondo, ma come si fa, voglio sentire l'esperienza di un fobico totale che sia riuscito ad inserirsi in un lavoro stando in mezzo alle persone, sono curioso.

Se stai cercando di migliorarti non farti abbattere da chi ti giudica. Tu sai come stai, tu conosci i tuoi sforzi.
So che non è facile non lasciarsi influenzare da questi giudizi, ma devi proseguire per la tua strada, cercando il meglio PER TE. Lo devi a te stesso, perché purtroppo la rabbia che provi a loro non nuoce minimamente, mentre nuoce solo a te.
Mi spiace molto.

cancellato22544 20-10-2021 21:43

re: Una vita da disoccupati
 
Io lavoro perché altrimenti finisco sotto un ponte.
Non tutti hanno la possibilità di essere mantenuti.

Varano 20-10-2021 21:50

re: Una vita da disoccupati
 
Per me è diventata una sfida con me stesso, @FA…ho scelto di proposito un lavoro in cui non mi identificherò mai, ho scelto un lavoro che odio per darmi la motivazione a non finire schiavo delle abitudini, passo ogni singolo giorno sveglio fino a tardi a studiare alternative al lavoro.


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cancellato22544 20-10-2021 22:03

re: Una vita da disoccupati
 
Sì certo. Raccontatela così. Se ti fa stare meglio.

Varano 20-10-2021 22:40

re: Una vita da disoccupati
 
Comunque non è normale lavorare full time e stare con le pezze al culo, adesso aumenterà tutto ancora e già è aumentata parecchio la benzina e l’energia, c’è qualcosa che non va…quelle case che ci sono nelle nostre città sono state comprate da gente che lavorava meno di noi.

Ezp97 21-10-2021 08:23

Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2650942)
Comunque non è normale lavorare full time e stare con le pezze al culo, adesso aumenterà tutto ancora e già è aumentata parecchio la benzina e l’energia, c’è qualcosa che non va…quelle case che ci sono nelle nostre città sono state comprate da gente che lavorava meno di noi.

Ieri sera 10 euro allo scooter 5.82 litri con 10 euro...da pazzi

Ezp97 21-10-2021 08:24

Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2650921)
Io non ci credo, è la scusa e la risposta più comune al problema.
Non finiresti sotto un ponte, faresti probabilmente richiesta per un mantenimento statale per la condizione di povertà.
Troveresti un lavoro in nero, faresti le pulizie per cinquanta centesimi l'ora.
I lavoratori sono sopravvissuti, sono persone che se la cavano, chi finisce davvero sotto un ponte?
Io probabilmente, chi è fortemente motivato a non lavorare.
Il mantenuto cos'è? Sono un digiunatore, non possiedo belle cose, puoi dire lo stesso di te che lavori?
Si immagina il mantenimento come l'amaca sulla spiaggia.
Siamo onesti, non è una possibilità, avreste l'ansia nel farvi mantenere.
Perché infondo realizzate come sia una condizione, per voi, più tossica del lavorare.

@Varano: non finire schiavo delle abitudini, è una risposta molto più onesta.

Io lavoro in nero infatti perché i miei i soldi per la ricarica al telefono, per l'abbigliamento, per mantenermi lo scooter, non me li danno mica...che poi sia una rottura di coglioni lavorare e che considerare il lavoro un valore sono cazzate non ci piove.

claire 21-10-2021 09:00

re: Una vita da disoccupati
 
C'è gente a cui piacciono un sacco di cose che a me fanno schifo, dal mangiare agli hobby e divertimenti. Come penso a tutti.
O che comunque fanno un sacco di cose che io non farei nemmeno sotto tortura, o frequentano persone che io non vorrei nemmeno incrociare per strada.
So gusti.
É così difficile credere che a qualcuno possa non fare vomitare il lavoro?
Magari gli piace proprio, perché ha studiato per anni in quell'ambito e ha passione di fare quella roba lì nelle sue giornate invece di altro.
O magari semplicemente gli fa più schifo l'alternativa di chiuso in camera tutti i giorni; e alzarsi vestirsi e andare in mezzo alla gente a fare qualcosa e pensare a qualcosa di diverso dal rimuginare su se stesso, lo preferisce.


É proprio così surreale e malato?

Io mi stupisco di più che la gente paghi per fare ginnastica :D

Equilibrium 21-10-2021 09:17

re: Una vita da disoccupati
 
Per i pigri lavorare è un toccasana!

franz90 21-10-2021 09:33

Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2650899)
Se fosse anche soltanto qualcosa di accettabile, non deve per forza piacere.
Cioè molti di voi utenti lo fate comunque, lo accettate, vi candidate a cose tediose mettendovi difronte a quelle realtà.
E non lo fate per la fame, credo che molti qui potrebbero campare sul mantenimento.
E lo fate, un primo lavoro non permette l'indipendenza economica.
Quindi per cosa lavorate? La possibilità di pagarsi un vizio ogni tanto?
Per non rimanere in casa e sentirsi umiliati dai propri parenti, sicuro, ma non è uguale?
Perché dovrei mettermi in prima linea e patire cosi?
Cosa c'è la fuori per persone senza qualità come lo sono io.
Fa più male farsi dare del parassita o vivere dello stress e intima disperazione nel mondo del lavoro?
Questi sono i pensieri che non mi fanno muovere.

Quelli che possono campare di mantenimento, come già detto in altri post, sono pochi.

Nightlights 21-10-2021 09:44

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2650899)
Fa più male farsi dare del parassita o vivere dello stress e intima disperazione nel mondo del lavoro?

La domanda delle domande. Parlando per me, al momento, è molto peggio la seconda opzione.
Dopo alcune cose successe in ambito lavorativo tra mobbing ecc ad un certo punto si è come rotto qualcosa dentro di me a livello mentale, non ho più l'entusiasmo e la voglia di sopportare acidità scazzi e rotture di palle, che avevo prima. Sono in una situazione, in cui posso permettermi di campare di lavori saltuari e risparmi messi da parte.
Per alcuni sono fortunato, in parte sarà vero, ma la cosa va vista da diverse prospettive, perché per altri sarebbe inaccettabile vivere come vivo io.
A un certo punto un bel chissenefrega ci sta tutto, quando sto bene io di quello che possono pensare gli altri sono arrivato a fregarmene abbastanza.





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Marc96 21-10-2021 09:59

re: Una vita da disoccupati
 
1 allegato(i)
Io prima avevo un ansia pazzesca, adesso comincio a stare tranquillo( anche con l'aiuto dei farmaci, prendo 9mg di Invega, 10 mg di Abilify e 200 mg di Fevarin) e poi è come se avessi lavorato finora con gli investimenti realizzati da me.
Al massimo quando finirò la laurea metterò su un'attività di progettazione( il big if è da fobico e evitante ci riuscirò?)

Questo è l'andamento previsto( non per vantarmi, c'è molto lavoro dietro)

Teach83 21-10-2021 12:56

Ma cos'è quel bel grafico ? L'andamento dei tuoi investimenti nei prossimi decenni ?
Io per i prossimi trent'anni non sono così sicuro di cosa succederà a livello finanziario, metti che scoppia una nuova bolla immobiliare e finiamo di nuovo col culo all'aria.

Marc96 21-10-2021 13:05

re: Una vita da disoccupati
 
Si è l'ansamem dei miei investimenti azionari, per me è quasi un lavoro, solo che finito di studiare penso metterò su uno studio di progettazione, è un business light dal punto di vista del capitale richiesto e che può dare buoni ritorni e potrei stare più tranquillo forse
Studio di progettazione elettrica e termotecnica.
Gli investimenti non coinvolgo immobiliare

cancellato22544 21-10-2021 18:31

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da spezzata (Messaggio 2651201)
Magari avere un minimo di rispetto verso condizioni e stati d'animo che non conosci non sarebbe male eh. Dico magari eh... è incredibile quanto in un forum come questo dove la gente dovrebbe se non altro sentirsi meno aggredita e più compresa, le dinamiche sono esattamente uguali identiche a quelle che si hanno con gente che c'è là fuori.

Lui è stato prima di tutto aggressivo non rispettando la condizione di chi è costretto a lavorare perché finisce sotto un ponte.
Quindi che gli devo rispondere? Che continui a raccontarsela e a non rispettare chi vive questa condizione, se ciò lo fa sentire meglio e migliore di chi ogni mattina deve andare a lavorare perché non ha chi lo mantiene.
Ma no, certo, la comprensione va solo a chi non lavora.

Su una cosa hai ragione: no, non conosco la condizione di chi può farsi mantenere.
Ma a differenza sua io la diversità la rispetto e non gli sto solo a dire "beato te che puoi farti mantenere". Ma pretendo altrettanto rispetto e non sentirmi dire che vado a lavorare perché sono felice di farlo, senza sapere tutto quello che devo affrontare a lavoro. E solo perché non ho alternativa, come molte altre persone.

Ezp97 21-10-2021 19:14

Più tardi si comincia e meglio è a lavorare perché quando inizi finisce tutto e un giorno libero ti sembra chissà cosa...

edward00767 21-10-2021 19:43

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Ezp97 (Messaggio 2651232)
Più tardi si comincia e meglio è a lavorare perché quando inizi finisce tutto e un giorno libero ti sembra chissà cosa...

Invece avere tutto il tempo a disposizione ti uccide dentro, io se non avessi questa maledetta paura di affrontare le persone mi sarei già buttato in quel mondo...
Secondo me ritagliare i tuoi spazi te li fa godere molto di più, il contrario ti porta a non capire più niente, a non scandire il tempo, a farti pensare cose strane...

cancellato22544 21-10-2021 19:51

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da spezzata (Messaggio 2651238)
Non mi pare proprio che FolleAnonimo sia stato irrispettoso nei tuoi confronti o nei confronti dell'utenza in generale. Sembrava più che stesse cercando di intavolare una conversazione chiedendo l'opinione di chi lavora, chiedendo i vostri punti di vista, di certo non mi pare che abbia detto che si sente migliore di te, visti i suoi post depressivi mi par proprio di no. Non mi è sembrato aggressivo per niente. Semmai sei stata decisamente più irrispettosa tu con il tuo "raccontatela, se ti far star meglio" che sa tanto di "io alla tua età", "lavora che ti passa", "muovi il culo", "non hai lavoro perché sei pigro" e tutte quelle cavolate inopportune che la gente spara di tanto in tanto verso altra gente che non conosce neppure. Lui non è te. Te lavori? Bene. Buon per te.



Quando parlavo di "condizione" e di "stato d'animo" non mi riferivo al mantenimento, intendevo che alla fine non conosci i problemi personali dell'utente (che magari saranno anche diversi dai tuoi, che dici?) e non conosci neanche le sue difficoltà nell'approccio o non approccio al lavoro e come si senta veramente a al riguardo. Per quanto riguarda il "farsi mantenere" forse magari ti farebbe bene conoscere anche qualche situazione esterna alla tua in quanto dubito che farsi mantenere sia bello e uguale per tutti. In stile villa a Ibiza. Ma di quale rispetto parli? Non mi pare tu abbia detto "beato te che puoi farti mantenere" (che poi non mi sa granché di rispetto), ti sei espressa con tutt'altre parole: "raccontatela, se ti fa stare meglio". Semmai scendi tu dal tuo piedistallo "io lavoro quindi sono meglio di te". Magari non dici questo, ma il modo con cui ti esprimi denota una certa superiorità al riguardo. Ah e non mi pare che FolleAnonimo abbia detto che la gente lavora perché è felice di farlo.

PS: ricordati che come non sa lui di cosa passi al lavoro, di certo non sai nulla tu di come se la passa lui a casa.

Citami dove avrei detto queste cose. Altrimenti stai parlando a vanvera.


Giusto per la cronaca, in risposta a me:
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2650921)
Io non ci credo, è la scusa e la risposta più comune al problema.
Non finiresti sotto un ponte, faresti probabilmente richiesta per un mantenimento statale per la condizione di povertà.
Troveresti un lavoro in nero, faresti le pulizie per cinquanta centesimi l'ora.
I lavoratori sono sopravvissuti, sono persone che se la cavano


Texas 21-10-2021 20:33

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da edward00767 (Messaggio 2650895)
Anche oggi mi hanno dato del parassita, sono un parassita ok, ho scelto io di essere nato così? Non mi pare... E io che mi ci sbatto ancora a cercare di migliorarmi, vedendo certi atteggiamenti dei lavoratori mi pare che sia sempre più ostile questo mondo, ma come si fa, voglio sentire l'esperienza di un fobico totale che sia riuscito ad inserirsi in un lavoro stando in mezzo alle persone, sono curioso.

Per curiosità, chi ti ha dato del parassita? In famiglia o conoscenti?

cancellato22544 21-10-2021 20:37

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da spezzata (Messaggio 2651250)
Ho citato ciò che hai detto. Che altro dovrei citarti? Le altre sono le mie interpretazioni. Sei libera di contestarle. Mi hai quotato tutto il post giusto per evitare la conversazione. Io forse scriverò a vanvera ma almeno qualcosa scrivo.



Ciò che ha detto FolleAnonimo (non me lo quota): "Io non ci credo, è la scusa e la risposta più comune al problema. Non finiresti sotto un ponte, faresti probabilmente richiesta per un mantenimento statale per la condizione di povertà. Troveresti un lavoro in nero, faresti le pulizie per 50 centesimi l'ora. I lavoratori sono sopravvissuti, sono persone che se la cavano"

Spiegami cosa c'è di sbagliato o offensivo in questo. Non faresti cosi? Tu stessa hai detto che non conosci la condizione di chi può permettersi di essere mantenuto. Lavori perché altrimenti finiresti sotto un ponte no? Se tu perdessi il lavoro saresti la fuori a cercarti un lavoro perché non puoi farti mantenere no? Inoltre, molte persone che lavorano da un po' magari su certe cose si son fatti lo zoccolo come si dice dalle mie parti, interpretando ciò che dice FolleAnonimo, sono diventati almeno un po' più forti o forse no ma sono là fuori e lui questo non riesce a farlo.

Ho scritto: non gli sto solo a dire beato te che ti fai mantenere. Appunto. Non glielo scrivo.
Tu mi hai accusato di avergli scritto di muovere il culo e robe assimilabili.
Di offensivo ha detto che non è vero quello che ho scritto: "io non ci credo".
Stai montando un caso su cose che non ho mai detto. Rileggi la conversazione:

Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2650899)
Cioè molti di voi utenti lo fate comunque, lo accettate, vi candidate a cose tediose mettendovi difronte a quelle realtà.
E non lo fate per la fame, credo che molti qui potrebbero campare sul mantenimento.
E lo fate, un primo lavoro non permette l'indipendenza economica.
Quindi per cosa lavorate? La possibilità di pagarsi un vizio ogni tanto?
Per non rimanere in casa e sentirsi umiliati dai propri parenti, sicuro, ma non è uguale?

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Originariamente inviata da Ortica (Messaggio 2650910)
Io lavoro perché altrimenti finisco sotto un ponte.
Non tutti hanno la possibilità di essere mantenuti.

Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2650921)
Io non ci credo, è la scusa e la risposta più comune al problema.
Non finiresti sotto un ponte, faresti probabilmente richiesta per un mantenimento statale per la condizione di povertà.
Troveresti un lavoro in nero, faresti le pulizie per cinquanta centesimi l'ora.
I lavoratori sono sopravvissuti, sono persone che se la cavano, chi finisce davvero sotto un ponte?
Io probabilmente, chi è fortemente motivato a non lavorare.
Il mantenuto cos'è? Sono un digiunatore, non possiedo belle cose, puoi dire lo stesso di te che lavori?
Si immagina il mantenimento come l'amaca sulla spiaggia.
Siamo onesti, non è una possibilità, avreste l'ansia nel farvi mantenere.
Perché infondo realizzate come sia una condizione, per voi, più tossica del lavorare.

@Varano: non finire schiavo delle abitudini, è una risposta molto più onesta.

Quote:

Originariamente inviata da Ortica (Messaggio 2650923)
Sì certo. Raccontatela così. Se ti fa stare meglio.

Quindi? Dove gli ho detto alza il culo? Gli ho contestato quello che ha detto a me, ovvero che io mento quando dico che se non lavorassi finirei sotto un ponte e che questa è l'unica motivazione per cui io lavoro.

Ma ti prego, citami dove gli ho detto di muovere il culo e che io sono superiore a lui perché io lavoro.

edward00767 21-10-2021 20:39

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da Texas (Messaggio 2651253)
Per curiosità, chi ti ha dato del parassita? In famiglia o conoscenti?

In famiglia, vivo con mia nonna da quando sono bambino, e i parenti mi hanno sempre visto come un peso, ora che dovrei lavorare diventa sempre peggio, mi fanno sentire uno schifo.

Palmiro 21-10-2021 21:16

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2650921)
Io non ci credo, è la scusa e la risposta più comune al problema.
Non finiresti sotto un ponte, faresti probabilmente richiesta per un mantenimento statale per la condizione di povertà.
Troveresti un lavoro in nero, faresti le pulizie per cinquanta centesimi l'ora.
I lavoratori sono sopravvissuti, sono persone che se la cavano, chi finisce davvero sotto un ponte?
Io probabilmente, chi è fortemente motivato a non lavorare.
Il mantenuto cos'è? Sono un digiunatore, non possiedo belle cose, puoi dire lo stesso di te che lavori?
Si immagina il mantenimento come l'amaca sulla spiaggia.
Siamo onesti, non è una possibilità, avreste l'ansia nel farvi mantenere.
Perché infondo realizzate come sia una condizione, per voi, più tossica del lavorare.

@Varano: non finire schiavo delle abitudini, è una risposta molto più onesta.

Un mantenimento statale è assolutamente insufficiente per una vita dignitosa. Purtroppo non ci sono vie di fuga : l'unico modo per non farsi mantenere dai genitori, per una persona comune che non abbia capacità sopra la media o un bel capitale da investire, è abbassarsi a fare praticamente qualsiasi lavoro (con stipendio superiore ai 1000 euro al mese), rinunciando anche a una parte del tempo libero, o in alternativa fare due lavori part time . Non ci sono davvero altre strade percorribili.
Siamo arrivati a un punto che uno stipendio non basta nemmeno per coprire le spese.

andre71to 21-10-2021 22:43

re: Una vita da disoccupati
 
Io ho 50 anni..cosa credete mi diverta a non fare nulla tutto il giorno? Eppure per piu' di due anni mi ero messo a fare le pulizie (anche in luoghi poco carini...) per cooperative...solo che poi non ce l'ho fatta piu'...non e' che abbia provato due giorni eh...ma piu' di due anni....ma se uno non sta bene non puo' far piu' di tanto...e ad un certo punto si arriva al limite...dopo il quale si deve mollare :(:(

Palmiro 21-10-2021 23:04

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da andre71to (Messaggio 2651328)
Io ho 50 anni..cosa credete mi diverta a non fare nulla tutto il giorno? Eppure per piu' di due anni mi ero messo a fare le pulizie (anche in luoghi poco carini...) per cooperative...solo che poi non ce l'ho fatta piu'...non e' che abbia provato due giorni eh...ma piu' di due anni....ma se uno non sta bene non puo' far piu' di tanto...e ad un certo punto si arriva al limite...dopo il quale si deve mollare :(:(

Mi dispiace, purtroppo ingoiare rospi in continuazione e piegare sempre la schiena alla lunga danneggia gravemente la serenità di una persona... Capisco quello che provi..

Surrounded 21-10-2021 23:29

re: Una vita da disoccupati
 
Non per fare il suo avvocato, che non ne ha bisogno, ma Ortica non ha mica detto a FolleAnonimo che è un pappamolle che non ha voglia di lavorare ma solo che non tutti hanno la possibilità di essere mantenuti, una famiglia (che sia stronza o meno) alle spalle che offre loro un tetto sulla testa e un piatto da mangiare. Non ha escluso mica che uno mantenuto possa star male, non ha scritto mantenuto = felicità, ma soltanto che lui l'alternativa a "fare le pulizie per 50 cent l'ora" ce l'ha, una persona che è sola e vive grazie al suo lavoro magari no.
Per inciso: io lavoro ma non sono indipendente, non vivo da solo, non posso permetterlo. E non mi sono ritenuto offeso dalle sue parole.

Equilibrium 22-10-2021 00:02

re: Una vita da disoccupati
 
Bho, uno che da praticamente del fesso e dell'ingenuo a chi lavora invece niente fa.

cancellato22544 22-10-2021 13:21

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da spezzata (Messaggio 2651308)
Infatti. Ho scritto che non gli hai scritto "beato te che ti fai mantenere", che non sarebbe stato bello, gli hai scritto di peggio: "raccontatela, se ti fa stare meglio".
"Io alla tua età", "lavora che ti passa", "muovi il culo", "non hai lavoro perché sei pigro"... io non ti ho "accusata" di nulla, quelle sono le mie interpretazioni di ciò che hai detto, del tuo "raccontatela, se ti fa stare meglio". Infatti ho detto che la tua frase sapeva tanto di: "muovi il culo" e altro. Sà di superiorità, tipica di chi lavora e mette sotto occhio scrutatore gli altri che non lo fanno. Poi se sia vero o no non lo so, prendiamola per un no...Non ti piacciono le mie interpretazioni? Bene: "raccontatela, se ti fa stare meglio" significa "raccontati le tue bugie, per giustificarti". Se non ti piace neppure questo allora sappi che la tua frase è svalutante, svaluta le esperienze altrui. Anzi, casomai svaluta le non esperienze altrui visto che si parla di chi non lavora. Svaluta FolleAnonimo e svaluta chiunque non lavora per qualunque motivo. E magari FolleAnonimo se lo merita, dopo averti detto che menti quando dici che lavori altrimenti finiresti sotto un ponte, non lo so. Sta di fatto che la tua frase è svalutante nei confronti di chiunque è senza lavoro e a me non piace e la trovo offensiva perché non prende in considerazione tutta una serie di motivi che ci sono sul perché certa gente non lavora. Che sono molti visto che le persone che non lavorano sono tante, sono tutte diverse e vivono tutte in contesti diversi. Meno male che ci pensi tu con il tuo "raccontatevela, se vi fa stare meglio". Grazie, grazie davvero.

Quote:

Originariamente inviata da Elle_ (Messaggio 2651316)
Io non capisco questo astio verso i mantenuti, ma secondo voi a tutti i mantenuti fa piacere essere on questa condizione ? Se voi lavorate è perché avete trovato lavoro ma c'è chi non riesce a trovarlo,chi non riesce ad inviare le candidature perché si sente morire dall'ansia , ecc
Risparmiate questo disprezzo e questi giudizi perché non sapete niente di come possano sentirsi le persone

Di nuovo: rileggete lo scambio. Perché avete dato delle interpretazioni che non stanno né in cielo né in terra.

Allora ve lo rispiego.
Lui chiede: perché lavorate?
Io rispondo: lavoro perché mi tocca, non ho nessuno che mi mantiene e sennò finisco sotto un ponte.
Lui risponde: non è vero che lavori per quello, lavori perché ti piace.
Io: raccontatela pure che la gente lavora sempre perché ti piace, e non esiste gente che lavora perché deve.

Richiedo: dove ho scritto qualcosa di offensivo verso chi non lavora?

In pratica lui mi accusa di mentire, io rispondo, la stronza sono io perché a quel punto rispondo piccata. Pazzesco.

cancellato22544 22-10-2021 13:28

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2651382)
No @Ortica non mi fa sentire meglio.
Se hai letto aggressività hai ragione, ma non è contro di te, o chiunque altro del forum.
È disperazione di una persona impotente contro la società, contro tutto, contro l'universo stesso.
Ma è anche speranza, che sia vero, che le mie stesse parole siano realtà.
Non abbastanza per farmi sentire meglio, quasi per non farmi sentire peggio.
Questo lavoro non può e non deve fare la differenza, quello del sottopagato, quello di chi avvita tappi di dentifricio.

Quello che ti contesto è che non puoi decidere te perché gli altri lavorano. Non vuoi/non riesci a lavorare? Benissimo, per fortuna tua hai chi ti mantiene. Ti fa soffrire? Lo immagino, ma non è questo che ti contesto.
Non puoi dirmi che lavoro perché da mantenuta starei peggio. No, io lavoro perché non ho una famiglia che possa mantenermi, sono io che do soldi a loro. Non tutti hanno una famiglia, ho sempre vissuto di sussidi, per cui conosco benissimo questo mondo. Se dico che se non lavoro finisco in strada è perché non ci sono alternative.
Che tu mi venga a dire che dico cazzate e che lo faccio perché mi piace, beh, mi permetti di dirti che mi fa girare ampiamente i coglioni visto che io per il lavoro soffro da morire?
Poi arriva @spezzata che legge una risposta, gli attribuisce a vanvera un significato (ancora non ho capito sulla base di che visto che dallo scambio è più che evidente a che si riferisce alla sua accusa a me di mentire) e mi accusa di denigrare chi non lavora e di sentirmi superiore.
Vabbé, lasciamo stare...

cancellato22544 22-10-2021 13:34

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2651382)
non credo al lavoratore che è convinto che senza il suo lavoro sparirebbe nel abisso.

@spezzata,questo va bene? Accusare così gli altri va bene?
Non posso dirgli raccontatela? Continua a raccontarsi che tutti quelli che lavorano lo fanno perché lo vogliono fare e non perché in alcuni casi si è costretti. È così difficile accettare che c'è chi è costretto?

claire 22-10-2021 14:36

re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2651382)
È disperazione di una persona impotente contro la società, contro tutto, contro l'universo stesso.
.

Questo io l'avevo capito.
Più che altro è un'opera di convincimento di te stesso, che lavorare è più brutto della realtà che vivi, e anche questo lo posso capire.

É che universalizzare la cosa può avere effetti negativi su coloro che hanno una storia personale diversa e stanno provando a farcela , e il lavoro ê un mezzo che cercano di usare. Leggere che è orribile e non dovrebbe essere così, che dovrebbero essere liberi di non fare pulizie e lavorare in catena di montaggio, non gli fa bene.
Secondo me.
Non perché non sia vero, ma perché proprio non è il caso di trattare da schiavi (anche se in buona fede) quelli che prima che del lavoro dipendente ,sono già schiavi dei propri problemi e vicende, per loro riuscire a "mantenersi" può essere la chiave di volta di una vita che non può reggersi altrimenti. E non solo per "i soldi".
Lo trovo solo inopportuno e potenzialmente dannoso per i fragili, non giusto o sbagliato.

Quelli che lavorano senza problemi particolari nel farlo, invece, credo possano sopravvivere alla tua critica al lavoro. E anzi in certi singoli casi non ci sta neanche male. Se si risentono pazienza. Probabilmente hanno anche le risorse emotive per sopravvivere all'eventuale disoccupazione.
Ci sono persone che hanno iniziato a lavorare quando se la sono sentita, e poi se la cavano senza troppi drammi, che poi tuonino paternalisticamente verso i mantenuti che fino a ieri erano, amen.
É per altri che le parole possono essere pietre.
Imho.

Varano 22-10-2021 15:09

re: Una vita da disoccupati
 
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