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Re: Nuovo virus cinese
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Re: Nuovo virus cinese
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Re: Nuovo virus cinese
Un medico si è informato sulle terapie domiciliari precoci.
E gli sono sorti un sacco di dubbi. Dubbi che sicuramente i dubbiosi dubitanti di tutto, si saranno posti in merito alle domiciliari e ai protocolli proposti dai fautori. "Quali sono i protocolli delle cure domiciliari precoci? Se da un lato le vaccinazioni stanno contribuendo a ridurre le ospedalizzazioni e i malati gravi di covid19, dall'altro si è creato un fronte opposto che crede che l'utilizzo di certe cure precoci possano portare alla guarigione completa nella quasi totalità dei casi. Sono certo che tutti i miei colleghi aderenti alle terapie domiciliari precoci, a partire dal fondatore, hanno come scopo principale quello di curare BENE i pazienti, EVITARE le ospedalizzazioni, IMPLEMENTARE la medicina territoriale e SALVARE vite umane. Per far fronte alla pandemia ed evitare le ospedalizzazioni è necessario un intervento serio e concreto di rinforzo della sanità sul territorio. Sono davvero contento che ci sia un movimento che finalmente metta alla luce le enormi carenze della medicina territoriale come quello delle UCDL. Tuttavia certi modi di agire di chi porta avanti le cure domiciliari Covid mi lasciano perplesso e mi pongono degli interrogativi. Perché il comitato non ha preso una posizione netta sulle vaccinazioni? Forse perché il loro scopo è basato solo sull’implementazione della medicina territoriale e sulla creazione di un protocollo nazionale di cura covid19 a domicilio. Così almeno si legge nel loro sito. Sembra che sia passato un altro tipo messaggio, un po' fuorviante tra i non addetti ai lavori, e non solo: visto che esistono le cure domiciliari che funzionano al 100%, non mi vaccino e non mi faccio iniettare nessun “siero sperimentale”. Il vaccino si è dimostrato efficace nel prevenire la malattia severa, evita le ospedalizzazioni ed i morti. I pazienti che attualmente sono ricoverati in terapia intensiva nel 90% non sono vaccinati. Con la mancata vaccinazione c’è il considerevole rischio di un aumento dei malati non precedentemente immunizzati che richiederanno molte più risorse umane sul territorio. Non parliamo solo di medici. Chi si occupa di cure domiciliari come pensa di affrontare questo numero crescente di malati che si affida ciecamente alle loro cure? Specie quando le risorse sono enormemente limitate e l’implementazione di specialisti sul campo richiederebbe una programmazione di una decina di anni. Ho avuto la netta sensazione che nella loro comunità non ci sia una posizione univoca né su terapie né su protocolli, specie dopo aver letto il post di Biologi per la Scienza scritto da "un infiltrato" all’interno di un gruppo territoriale. Dopo la pubblicazione di questo post infatti il comitato ha provveduto a limitare l'uso della chat territoriale (vedi foto) per la presenza di “eccessivi argomenti fuori tema”. Magari perché qualcuno non si è attenuto ai protocolli (dittatura sanitaria anche da quelle parti??). Perché non viene pubblicato il protocollo (o schema terapeutico), condiviso peraltro con professori d’oltreoceano? Non sarebbe meglio sapere come vengono curati questi pazienti a casa? Uno schema terapeutico con intestazione TDC19 è stato condiviso, forse per errore o per opera di un altro infiltrato, ed arrivato anche a chi non appartiene al comitato. Dopo averlo visionato e considerato quello ufficiale utilizzato dai medici “autorizzati” alle terapie domiciliari precoci, mi sono venute in mente ulteriori domande. Nlla fase della malattia lieve, detta fase 1 (sintomi simil-influenzali), sembra che verrebbe indicato, oltre l’uso dei FANS e vari integratori (zinco, vit C, D, Resveratrolo), anche la somministrazione di azitromicina e idrossiclorochina, quest’ultima previa firma del consenso informato e rilascio dell’informativa al paziente in quanto farmaco off-label. Le evidenze scientifiche sono oramai chiare sull'inefficacia della idrossiclorochina, da sola o in combinazione con azitromicina, con maggior rischio di complicanze, come aritmie cardiache. Va bene informare il paziente e fargli firmare il consenso. Ciò non toglie che bisogna controllare cosa accade, specie a livello elettrocardiografico. Come opereranno i medici? ECG a domicilio per la valutazione del QT quotidiano? E se i pazienti in fase 1 cominciano ad aumentare, riuscirebbero a monitorarli tutti sparsi sul territorio? Basteranno le USCA? Nello schema terapeutico inoltre si legge l'uso di enoxaparina a vari dosaggi sul peso corporeo, già dalla fase 1. Vista l’eterogeneità dei medici appartenenti al comitato che avrebbero condiviso lo schema terapeutico sulla base delle loro esperienze - agopuntori, chirurghi, anestesisti, cardiologi, odontoiatri, medici di MMG in pensione, oculisti, medici del lavoro, dello sport, medici specialisti in auricoloterapia, medici estetici ed ambientali, pneumologia, dermatologia, medicina aeronautica e spaziale, e varie altre specialità, se ne contano 208 sparsi in tutto il territorio italiano - saranno tutti formati e capaci di gestire e curare a domicilio con il corretto dosaggio di anticoagulante un carico notevole di pazienti, molti dei quali non vaccinati, fiduciosi delle cure domiciliari? Dagli ultimi studi (ATTACC, ACTIV-4a e REMAP-CAP) si è visto che l’utilizzo dell’anticoagulante a dosaggio terapeutico porta ad un miglioramento della prognosi nella malattia, ma in quella moderata. Il dosaggio intermedio di eparina (50% delle dosi terapeutiche) ha rischi superiori di inconvenienti e non conferisce nessun vantaggio rispetto alla dose profilattica. Nel caso del trattamento a domicilio, il corretto dosaggio terapeutico che verrà prescritto dove sarà annotato? Eventuali rischi emorragici, come saranno valutati? E in caso di insufficienza renale, è previsto un dosaggio differente o una differente eparina? Nello schema non è specificato. Se io fossi un paziente, ci terrei a sapere che chi usa certi farmaci non si sia occupato in tutta la sua carriera di integratori o di estetica del viso con botulino. E il nonnetto 80 enne cardiopatico? Nel protocollo sono inseriti i criteri di una eventuale ospedalizzazione? Sono stratificati i pazienti per rischio? I parametri vitali, la visita, l’esame obiettivo, la semplice ispezione del paziente verranno annotati in una sorta di diario/cartella clinica? Anche perché così si possono ricavare dei dati importanti per il futuro, invece di richiederli ai pazienti su fb. Si legge oramai un po’ ovunque che i medici della terapia domiciliare curano a distanza con ottimi risultati. Credo che questo si possa fare fino ad un certo punto. Siamo sempre esseri umani, non vetture che collegano la centralina a facebook che fa l’autodiagnosi. La visita e l’esame obiettivo del paziente, specie quando in fase 2 sono necessari. L’intervento medico a domicilio, se adeguato, potrebbe evitare molti ricoveri ospedalieri ma ciò non toglie che chi peggiora, necessita l’ospedalizzazione. Il 100% di guarigioni con il protocollo cure domiciliari purtroppo è una balla colossale, altrimenti lo stesso schema terapeutico non avrebbe previsto una evoluzione della malattia, visto il successo dei farmaci nella fase precoce. Io, da medico ospedaliero, avrò un diario clinico, una traccia di dati e parametri, il bilancio idrico, una grafica per conoscere l’andamento del paziente a casa, come è stato curato, in modo da impostare la migliore terapia? Anche solo per capire che decorso sta prendendo la malattia e valutare l’inizio di una ventilazione non invasiva o eventualmente intubare e ventilare meccanicamente, prima che sia troppo tardi. Perché tutte queste domande? 1. Perché la sicurezza del paziente è la priorità di qualsiasi medico. 2. Perché la nostra società è fortemente MALATA per la ricerca del colpevole in qualsiasi ambito. La metto dal punto di vista medico legale: nel caso in cui il paziente peggiori, diventi critico, sviluppi una polmonite batterica resistente agli antibiotici su polmonite covid, magari per errato utilizzo di antibiotici o farmaci prescritti a dosaggi non ottimali e che poi purtroppo ci lascia le penne per ulteriori complicanze, di chi sarà la colpa? Di chi intuba o di chi ha sbagliato qualcosa prima? Chiedo per un amico." Post di Filippo Testa Specialista in Anestesia e Rianimazione |
Re: Nuovo virus cinese
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Con la differenza che con l'acqua fino al collo ci siamo tutti... |
Re: Nuovo virus cinese
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Comunque prendo una fonte di dubbi a mo' di esempio: Quote:
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Re: Nuovo virus cinese
Le cure domiciliari con cortisone, eparina e antibiotici funzionano bene, ma solo una piccola parte dei medici si prende la responsabilità di prescriverle.
Solo che vanno fatte prima di subito, alla conoscenza della positività o tuttalpiù ai primissimi sintomi, se aspetti troppo potresti ancora stare benino ma essere nel giro di pochi giorni già morto. La tempestività è tutto con questo piccolo demone di virus. |
Re: Nuovo virus cinese
Ma come fai 🤣 io non mi ricordo cos'ho mangiato oggi
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Re: Nuovo virus cinese
Ho stima infinita per la memoria di Winston.
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Re: Nuovo virus cinese
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Non so se è giusto |
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Re: Nuovo virus cinese
Una parte di me tutto sommato non proverebbe scandalo di fronte ad un acutizzarsi della violenza contestataria dei no (s)pass/vax vari, anzi mi farebbe pensare ad un ritorno degli anni di piombo, anni terribili ed eccitanti insieme. Ripeto: una parte di me, quella irrazionale e alla ricerca dell'eccitazione fine a se stessa...
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Nuovo virus cinese
Mi raccomando domani a bloccare i treni dei poveri pendolari in nome della libertà!
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Re: Nuovo virus cinese
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Re: Nuovo virus cinese
Winston è spaventato (non uso il termine fobia perché poi parte l'accusa di diagnosi) dalle diagnosi, ma la psicologia sociale esiste , c'eggente che studia da decenni i fenomeni sociali da un punto di vista psicodinamico e ci sono tante trattazioni e studi accademici in merito, (feci pure un esame all'uni mi sa ), insomma non è roba da ciarlatani dell'ultima ora, per carità ce ne saranno in mezzo, ma in sé è roba seria.
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