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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Si, perché i miei alberghi hanno bisogno di nuovi rifugiati, altrimenti rimangono inutilizzati e non ottengo le sovvenzioni europee.
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Ti farei venire cn me nelle stazioni di notte poi voglio vedere se hai il coraggio di trollare ancora .. intanto un altra risorsa ha accoltellato uno..
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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L'immigrazione NON è una risorsa
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Un vigilante del supermercato gambiano accoltellato da un uomo “di origine straniera”. Secondo me il killer è svedese o olandese sicuro. Per fortuna il carabiniere di Rimini è indagato per eccesso di legittima difesa, come si è permesso a tarpare i sogni di una risorsa. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Giusto per farvi un esempio (ma non quotate per la privacy, che poi ci tenete pure voi): oggi sono stato a fare un'esame in un'asst dalle parti di Via Padova, la zona più multietnica d'Italia probabilmente e sono tornato vivo, quindi...ho preso pure l'autobus due volte in compagnia di tutti i giargiana.
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Muttley vai a viverci fisso, facile passarci ogni tanto per fare un safari
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Abito lì vicino, almeno un 40% dei residenti del mio quartiere è straniero. Nel mio palazzo abitano parecchi extracommunitarians.
Voi vivete di stereotipi. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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https://fobiasociale.com/cosa-fate-a...ri#post2999935 |
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-No ma sono solo giargiana che urlano italia merda- io sono troppo giovane per capire che Milano é da sempre piena di giargiana che fanno ste robe e quindi é tutto normale, non c'é alcuna emergenza :D |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Daytona posso criticarti in quanto moderator o mi bannate? :D
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Sono comunque un utente come un altro, basta che non mi insulti la madre e non ti banna nessuno :V |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Ma non ci sarà un immigrato fobico da invitare nel forum?
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Meriterebbe ovviamente un’enorme trattazione a parte, e oggi in occasione del macabro anniversario qualcosa in giro è reperibile al riguardo, ma al momento non è di questo evento specifico che voglio trattare utilizzandolo invece come mero “spunto” (senza volerne ovviamente sminuire l’impatto e la portata) per introdurre un altro argomento, estremamente attuale.
L’emergenza (sicurezza) che non c’è. Da anni a questa parte in Italia viene sbandierata una supposta emergenza sicurezza, un mondo distopico in cui rischiamo la vita uscendo di casa, indicando a seconda del caso pericoli e untori da linciare. Criminalità rampante che spunta dai tombini, gang che ti aspettano dietro l’angolo per sbudellarti, omicidi, rapine, una supposta gioventù ben più violenta di quella che fu. La percezione di questa emergenza è palesemente diffusa tra la popolazione, facilmente riscontrabile sia sui social (che comunque per loro natura generano una tendenziale percezione distorta della realtà) che nella vita di tutti i giorni. Mettiamolo subito in chiaro: NON c’è un’emergenza sicurezza in Italia da decenni a questa parte, anche se c’è stata tanto tempo fa. Ci sono MOLTE gravi emergenze in atto nel nostro paese, pensate in primis a quella lavorativo-economica (stipendi fermi da trent’anni e carovita/inflazione galoppanti che erodono redditi e risparmi, precariato pervasivo che impedisce di poter anche solo concepire un futuro davanti a sé), a quella sanitaria (sanità pubblica smantellata in favore di quella privata, con conseguenza impossibilità per sempre più persone di accedere a cure adeguate) etc, ma NON certo un’emergenza sicurezza. Ovviamente, il fatto che si parli di un’emergenza inesistente che distragga e convogli altrove l’attenzione pubblica nascondendo sotto al tappeto le reali emergenze, alcune delle quali già elencate, non è assolutamente casuale; e non è certo una prassi nuova, visto che seppur con modalità diverse è quanto già avvenuto in passato, come accennato nell’articolo sopra riportato. Se non bastasse il banale buonsenso e l’osservazione della realtà priva di particolari bias (ma la percezione di un fenomeno è ovviamente soggettiva e facilmente manipolabile, e sovente poco ha di reale e concreto) lo confermano le statistiche ISTAT, che nell’arco temporale 2006-2023 hanno visto (seppure altalenante) un costante calo dei reati violenti: http://dati.istat.it/Index.aspx?Data...dccv_delittips un articolo del censis che tratteggia la situazione (negli ultimi anni il trend è più o meno continuato ad essere quello): https://www.censis.it/.../1%C2%B0......ra-come-tratto “Gli italiani sono preoccupati per la presenza della criminalità, dunque, eppure i dati fotografano una situazione in cui i reati sono in diminuzione costante nel tempo: nel 2008 i reati denunciati in Italia erano complessivamente 2.709.888, sono aumentati fino ai 2.892.155 del 2013, per poi diminuire di anno in anno fino a raggiungere il minimo di 2.232.552 reati denunciati nel 2017, con una riduzione del 17,6% rispetto al 2008 e del 10,2% nel solo ultimo anno (fig. 1).” Conferma che la percezione, quindi, non corrisponde sempre alla realtà ed è anzi strumentale a chi, per vari motivi, voglia manipolarla. https://www.ildubbio.news/.../reati-...o-del-25-negli... Questo articolo mostra in modo lucido però un altro elemento: “Il 53% degli italiani teme il rischio di non autosufficienza e l’invalidità, e il 47,7% non è sicuro di poter contare su redditi sufficienti in vecchiaia. In una fase di corsa dell’inflazione, è intensa anche la paura di impoverirsi, per cui il 50,5% degli italiani teme che l’eventualità della morte prematura del percettore di reddito familiare possa tradursi in un tracollo economico e il 47,6% teme di perdere il lavoro e quindi di andare incontro a difficoltà finanziarie. Forti sono anche le preoccupazioni per la salute, che portano il 42,1% della popolazione a temere di dover pagare di tasca propria prestazioni sanitarie impreviste, mentre il 43,3% ha paura di eventuali incidenti o infortuni sul lavoro” Paure anche queste diffuse, ma che a differenza di quella sulla sicurezza sono più che legittime e concrete, di fronte ai problemi sociali ed economici reali (stipendi miserabili, precariato, assenza sempre più ampia dello stato, fasce sempre più ampie della popolazione dirette verso stati di povertà e fasce sempre più ristrette che al contempo si arricchiscono) che la popolazione percepisce, nonostante la narrativa mediatica faccia di tutto per sminuirne la concretezza e la portata, usando qualsiasi strumento di distrazione possibile (ivi inclusa l’emergenza sicurezza che non esiste) per non affrontare il tema. Il tutto è reso più tragicomico dal fatto che a credere alla narrativa della cosiddetta emergenza sicurezza (inesistente) sono in primis le fasce più anagraficamente mature della società, quelle fasce che hanno spesso direttamente vissuto quel periodo tra anni ‘60, ‘70 e ‘80 (magari nell’infanzia, magari nella prima giovinezza) e che quindi dovrebbero vedere ancor più le differenze tra un’Italia che viveva una REALE emergenza sicurezza: ricordiamo che gli attentati che uccidevano decine di civili innocenti erano frequenti all’epoca ed erano molto più frequenti le rapine, le sparatorie, i rapimenti, i violenti scontri tra polizia e manifestanti e in generale il paese era avvolto in una escalation di violenza senza fine, anche il cinema dell’epoca lo rappresenta bene. Certo, è un meccanismo completamente umano provare nostalgia per un passato in cui eravamo giovani, e la memoria personale è ovviamente filtrata con le lenti della nostalgia: “certo, c’era la violenza, ma ero giovane, in forze e ottimista”, ma non può impedire di comprendere il mondo e la realtà di ieri e di oggi. Ed erano certo anni di ottimismo verso il futuro, nonostante la brutale violenza che scuoteva il paese (che nulla, ma proprio nulla, aveva a che fare con la realtà attuale), ed è pure vero che un giovane dell’epoca al netto della classe di appartenenza potesse provare un ottimismo che i giovani d’oggi non hanno; perché nonostante la violenza, la tensione, le bombe e le sparatorie, l’Italia e l’occidente in generale erano ancora luoghi vivi e vitali, dove ogni giorno si conquistavano nuovi diritti, dove i movimenti politici e non solo di massa davano sicurezza e identità ai lavoratori, dove la politica con tutte le sue storture aveva una prospettiva, dove c’era speranza. Tutti elementi che nel mondo di oggi individualizzato, lasciato senza riferimenti e prospettive, dove i lavoratori non si concepiscono più tali e non hanno più alcuno strumento (partito, sindacato o altro), dove ci sentiamo tutti soli invece che parte di un insieme mancano e mancano in modo tragico e allarmante. Il nostro è un paese infinitamente meno violento, al netto della percezione (manipolata appositamente per impedire di parlare dei problemi reali, d’altronde la propaganda funziona così da tipo sempre), ma è un paese, come d’altronde ormai buona parte del resto del mondo, avviato a un futuro senza alcuna prospettiva, un paese che vede galoppare povertà, alienazione e isolamento sociale, malattia, regresso sociale. Il problema è che la percezione si mescola e si confonde e spesso abbatte la razionalità, e che quindi la percezione di problemi e insicurezze reali e tangibili (in primis quella economica) si mischiano a percezioni fasulle, come quella sulla sicurezza, per cui si tende a confonderle tra loro e generando effetti sociali deleteri. Siamo terrorizzati da un’ondata di violenza che non c’è, non certo nella portata descritta e percepita, e fatichiamo a inquadrare con lucidità un’ondata di povertà e abbattimento di diritti e tutele sociali che stanno travolgendo, queste sì con estrema violenza, la popolazione (o almeno grossa parte). Certo, non si può escludere che di questo paese le insicurezze economiche e sociali possano effettivamente portare a nuove ondate di violenza e turbolenze sociali (come d’altronde già successo ampiamente in passato), ma al momento non è certo questa la situazione. Occhio perché chi propaganda idee di emergenza violenza e sicurezza scollegate dalla realtà lo fa o per ignoranza o in malafede, non perdete di vista quali sono i reali problemi che la società, il paese e gli individui che lo compongono stanno attraversando con immensa fatica. |
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Tu parli mai con delle ffoo? Io si, e sono i primi a spiegarti che sugli interventi che fanno i soggetti sono cambiati, e spesso sono loro a spiegare che tu, cittadino offeso, devi metterci la faccia a denunciare lasciando nome, cognome, indirizzo e data di nascita, quindi ti rendi identificabile. Dall'altra parte puoi trovarti gente che non ha molto da perdere e sono le stesse istituzioni, a volte, a spiegarti che forse il gioco non vale la candela. Mi dirari che é sempre stato cosí, va bene, ma intanto parliamo di numeri drogati, e non c'é da sentirsi troppo elevati rispetto ai sempliciotti che discutono al bar con la pancia a discutere su numeri non rettificati. Poi il punto del discorso é che é una criminalità che é variata, non é un blob omogeneo, sono le seconde generazioni ad esser spesso al centro del discorso quando si parla di questi fenomeni, per lo meno al nord. É gente non integrata perché non vuole esserlo e sicuramente un sistema prettamente punitivo e repressivo come il nostro non sta funzionando per correggere certe derive. Anzi, mi sembra lo acuisca. Se uno pensa di rischiare la vita a uscire di casa in mezzo ai giargiana in stazione centrale siamo d'accordo essere fuori dalla realtà, perché in senso assoluto sono probabilità irrisorie, peró che ci sia una probabilità aumentata ad essere rapinato a passare in certi quartieri, popolati da branchetti di maranza di seconda generazione, rispetto ad altri luoghi meno popolati da questo tipo di persone é incontrovertibile. Perché dovrei pensare che in questo assetto andrà a finire diversamente che da una banlieuezzazione? Per adesso leggo solo di sala e intellettuali vari che spiegano a noi bestie che non sta succedendo perché no e perché "i dati" dicono di no, peró non ho capito in cosa diverge sta roba da quella che hanno già visto in francia una generazione fa. Riguardo il benaltrismo economico innanzitutto noto che a dati "certi" (per dire) portati per dimostrare che l'autore è obiettivo e parla con dati alla mano eh, non come noi sempliciotti, contrappone un "un tot % degli italiani PENSA e TEME", quindi secondo il ragionamento stesso dell'autore è una percezione e non vale nulla, per me si potrebbe chiudere qui, ma visto che è domenica e ho tempo da buttare sorvolo e proseguo nella lettura. È un fenomeno semplice da spiegare e che ormai sanno pure i muri. La nostra economia, il tessuto produttivo e consuetudini/scelte finanziarie non sono altro che l'espressione di una tendenza al tirare a campare più che essere volti all'innovazione e alla competizione. In un paese di tira-bulloni, camerieri e pizzaioli e che basa la propia ricchezza non sul reddito ma sul patrimonio e sull'eredità delle case del nonno che negli anni buoni per l'evasione rognava quando hanno messo l'iva, perché almeno un po' di tasse é stato costretto a pagarle, dove vogliamo andare? Si impari a fare qualcosa di apprezzato dal mercato in primis e poi specializzato in qualcosa, e si entri nell'ottica di essere in competizione per agguantarsi una RAL migliore ogni tot anni con una formazione e aggiornamento continuo, per sgomitare meglio. Nei paesi industrializzati e dove pagano meglio fanno cosí. Hanno un altro approccio mentale al lavoro, sia dal lato imprenditore, sia dal lato dipendente. Altre vie non mi risultano per vedersi aumentare il proprio salario. L'unica cosa buona é che avendo tante pmi che tirano a campare siamo meno soggetti agli scossoni economici a cui invece lo sono economie piú avanzate e industrializzate, come abbiamo visto negli ultimi anni, ma uscendo da un'ottica prettamente difensiva il contro é che tirando a camapre si rimane in questa stagnazione. Potrei dirti che non c'é alcuna emergenza economica, perché queste dinamiche sono note da decenni e una persona che sceglie certi percorsi é consapevole di essere sostituibile e di avere un salario "murato" giá da qundo inizia e che al limite potrà vedersi ballare i 2/300€ di anzianità nel corso di una vita lavorativa, ma fondamentalmente si entra tirando bulloni/servendo ai tavoli/facendo la commessa e si farà quello per un'intera vita. Di buono è che non c'è da reinventarsi ogni tanto, tirare a campare è meno rischioso e comporta un minor sforzo in un'intera vita lavorativa. Sono scelte. L'autore ad esempio cosa propone? |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Ma tu davvero credi che in un paese come il nostro, da sempre regno dell'omertà e della corruzione (a nord come a sud) la gente abbia smesso di denunciare proprio in questi ultimi anni? Siamo seri e obiettivi, l'illegalità è pratica diffusa in questo paese così come la sua copertura, il suo insabbiamento e la rinuncia a denunciare (per paura, per inefficienze della legge, per lungaggini burocratiche, per i cavilli del sistema), e questo accade da molto molto tempo.
Tra l'altro hai presente quanti reati vengono scoperti anche grazie ai sistemi di video sorveglianza che un tempo invece passavano tranquillamente inosservati, ignorati e quindi misconosciuti tranne che a coloro che li subivano? Non è una questione di ideologia, di credere a chi, ma di avere una visione ad ampio raggio e di dare alle parole il loro valore corretto: se mi parli di emergenza, mi stai parlando di un cosa ben precisa, ovvero un peggioramento di una condizione. Da una condizione A si passa a una condizione B, la condizione B è peggiore. Capito il concetto? E' questo ciò che io nego, che ci sia stato un peggioramento, e con me l'autore dell'articolo. E' vero che la maggioranza dei reati viene proporzionalmente commessa da cittadini stranieri (in prevalenza clandestini), ma questi non hanno portato un aumento della totalità di crimini. E' di questo che si sta parlando. C'é stato un passaggio del testimone: prima erano i poveri autoctoni, poi i terroni, adesso gli immigrati. Cosa lega queste tre categorie di persone? E' come dire che tu prima hai in casa un'infestazione di blatte, poi di cimici, poi di formiche...fa differenza che siano le une o le altre? Forse devi prima pulire meglio casa così rischi meno infestazioni. Parimenti si può dire per problemi strutturali come la criminalità: devi eliminare le cause reali che creano queste "infestazioni", ma il motivo per cui non le si elimina è forse perché sono così radicate e così allineate ad altre strutture importanti e "necessarie" da rendere il contrasto al crimine un processo lungo e farraginoso con esiti di successo molto incerti, il rapporto tra costi e benefici potrebbe essere totalmente squilibrato al punto tale da generare un senso di rinuncia il più delle volte. Però risulta un ottimo asset per vincere le elezioni facendo leva sul voto di protesta. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Io sarò banale e poco articolato, ma i precursori dell’apertura culturale e mentale della Svezia come sono messi ai giorni nostri?
Muttley hai qualche statistica da salottino? |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Certo che si
https://www.macrotrends.net/global-m...ate-statistics https://www.statista.com/statistics/...mitted-crimes/ Ovviamente sono statistiche da salottino solo perché non confermano quello che pensate voi. Sarebbe anche interessate ricevere controstatistiche, dati e smentite ma finora le mie richieste non hanno ricevuto risposta. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Qua dice cose ben diverse, le fonti sono Il Guardia, Euromews e una delle tante inchieste della bbc, che non direi proprio siano testate sovraniste cattiviste.
Ne trovi a bizzeffe, lo sanno tutti, anche i tuoi amici https://www.theguardian.com/world/20...in-five-charts https://www.euronews.com/my-europe/2...hest-in-europe https://youtu.be/ORl7l-7_YMQ?si=KVHo4GOQGfzbRS6J https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...09cbe2244d.jpg |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Ma poi cosa vuol dire, se il crimine interno viene rimpiazzato da quello degli immigrati va bene? Robe da matti
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Quote:
Over the past decades, the number of reported crimes in Sweden generally increased, which can be explained by several factors: a significant increase in the Swedish population, which naturally results in more crime and convicted criminals, as well as a new culture of reporting crimes to the authorities. Considering the last 10 years, the total number of reported crimes increased slightly from 2015 to 2020, but the number of crimes per 100,000 inhabitant remained relatively stable. Despite this, Sweden has received increased international attention due to increasing gang violence in its biggest cities Stockholm, Gothenburg and Malmö. Insomma, sono aumentati gli omicidi, relativamente a gruppi specifici e ad aree specifiche. Chissà perché però, quando fai notare al sovranista medio, che in Italia gli omicidi sono molti meno (1900 nel '91, 300 e qualcosa nel 2024, 30 a Milano nel 99, 2 nel 2024) ti risponde che gli omicidi non contano, non sono un campione esaustivo della criminalità perché una volta c'erano tanti omicidi ma erano criminali che si ammazzavano tra di loro mentre oggi il cittadino comune ha più paura perché più facile bersaglio della criminalità spicciola...ebbene, gli omicidi non contano, però se si parla della Svezia invece contano, vero? |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Quote:
Mai letto da parte tua una singola parola contro chi è veramente responsabile per le inefficienze del sistema statale, ovvero gli evasori fiscali, ma forse non essendo in generale poveri ti stanno simpatici. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Ma certo che mi stanno sul cazzo gli evasori fiscali e per me visto che mi prendono dallo stipendio fino all’ultimo centesimo sono per digitalizzare e tracciare tutto quanto, ma qua parliamo non solo di mantenere violenti criminali ecc, ma anche dell’insulto alla cultura e alla dignità della popolazione che viene accettata in silenzio o peggio ancora incoraggiato da certe fazioni politiche solo per fare un dispetto agli avversari.
Comunque lo sbandieri tu che guardi ai grafici dici ah non è aumentato tutto a posto |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Leggi bene la parte in grassetto del quote in inglese
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Dunque vediamo un po':
1) Se non ci fossero così tanti immigrati ci sarebbero sicuramente meno reati. 2) Anche una parte degli italiani che emigravano hanno creato parecchi problemi nei luoghi dove sono andati (soprattutto quelli provenienti da alcune aree del paese). Andiamo avanti con i luoghi comuni che però sono la realtà dei fatti? Le persone oneste ed i criminali ci sono dappertutto, ma ciò che contraddistingue le diverse zone del pianeta è proprio la densità di gente non proprio per bene che ci può essere in un posto rispetto ad un altro, e chi dice che non è così mente sapendo di mentire. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
I mistificatori che negano il macello a giro perché non lo dice l'istat sono esilaranti, gente che vive in una realtà fittizia costruita dalla negazione e su dati opinabili, privi di credibilità
Quelli a capodanno in piazza duomo a milano erano tutti ingegneri portoghesi https://1001movienights.com/wp-conte...hy-1.gif?w=300 |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Altro giro altra corsa, le solite incomprensioni che ogni tanto capitano
https://www.ilrestodelcarlino.it/fer...parco-0d17dc43 |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
@muttley
Ma possibile mi chiedo io, che siano tutti scemi, a non vedere le vere emergenze e pensare che sia un emergenza la sicurezza? Aspetta, cosa? Potrebbero essere TUTTE delle emergenze? No, fuori discussione, l’emergenza sicurezza NON ESISTE, l’articolo è molto chiaro. Intanto se c’è un’emergenza sicurezza non lo decide l’esimio giornalista, non lo decidono i dati ufficiali, e non lo decide il confronto con un altro periodo storico. Lo decidono le persone che si sentono insicure ad un livello giudicato emergenziale. Oggi. E sono tante. Se vuoi le contiamo. Quindi per tante persone c’è un’emergenza sicurezza, a dispetto di chi ha ripetuto per tutto l’articolo che non esiste emergenza, come se questo termine avesse un’accezione univoca e oggettiva (e ti segnalo che la definizione di emergenza non è quella che hai dato tu), salvo poi definire gravi emergenze quelle economico-lavorative (10 mila miliardi di ricchezza privata) e sanitaria (SSN eccellenza mondiale). Quindi si può discutere su tutto. La differenza sta nel fatto che nessuno nega i vari problemi che ha l’Italia, però qualcuno si deve strappare le vesti per dire che se ti senti insicuro sei prima di tutto un ignorante, secondo non hai memoria (e ci scommetto le palle che il giornalista avrà 30 anni o giù di li), e terzo sei RAZZISTA!!! Ma veniamo ai dati riportati, che ammetto per me essere quasi insignificanti. Non ho voglia di parlarne di nuovo, ma constato ogni giorno con i miei occhi quanto la maggior parte delle azioni (micro)criminose commesse non abbia assolutamente neanche la più lontana possibilità di entrare in una statistica ufficiale. Tu dirai che è sempre successo, ma ti faccio notare una cosa, e puoi chiedere conferma se conosci qualcuno del settore: prima della diffusione delle telecamere su praticamente tutto il territorio urbano, le forze dell’ordine erano molto più aggressive, molto semplicemente perché non lo veniva a sapere nessuno. Non sto dicendo che sia una cosa giusta, ma è un fatto. Hanno le mani legate, come diciamo noi buzzurri leghisti fascisti razzisti kukluxkaln trump orban eccertera. Ad ogni modo ha poco senso parlare di Italia in generale, perché la percezione di insicurezza è strettamente correlata al contesto in cui si vive. Se sono un boscaiolo in un paesino di montagna mi sentirò più tranquillo rispetto a se faccio la cassiera in centro città e torno a casa con l’autobus delle 23. I grandi centri metropolitani, i luoghi affollati, i mezzi di trasporto, sono catalizzatori di occasioni per i delinquenti. Chi li frequenta si sentirà più insicuro. Dove vivo io praticamente tutte le case al piano terra hanno le inferriate. Significherà qualcosa o sono tutti paranoici? Quando spiega con la supponenza che vi accomuna “è un meccanismo completamente umano provare nostalgia per un passato in cui eravamo giovani” forse non si rende conto che è proprio questo uno dei problemi. Ovvero l’invecchiamento della popolazione che da un senso di impotenza rispetto al gestire situazioni potenzialmente critiche come un’aggressione, un furto, una rapina, un’effrazione eccetera. Io stesso che sono relativamente giovane mi rendo conto che ho paura a mettermi in situazioni che da ragazzino affrontavo tranquillamente. Riguardo agli omicidi, non c’entrano nulla con quello di cui si sta parlando. Le persone non pensano di vivere in un mondo distopico dove si rischia la vita uscendo di casa, come si diverte a prendere per il culo il demente che ha scritto quell’articolo. Semplicemente vorrebbero stare tranquille. Io in Sardegna, nella provincia di Nuoro, provincia col più alto tasso di omicidi, mi sento sicurissimo. Non ho paura di essere ucciso più che nel comune di Milano. Vado in giro tranquillamente in piena notte, mentre a Milano non vado in giro tranquillo neanche di giorno. Quindi la propaganda governativa (o antigovernativa, francamente non ho capito chi ci dovrebbe guadagnare) che fine fa quando vado in Sardegna? Divento improvvisamente acculturato e razionale? No sono lo stesso ignorante di prima. Un’ultima cosa che proprio non mi spiego. Siamo in un forum di fobia sociale. Se uno scrive che ha paura ad alzare il telefono per ordinare la pizza si scomodano tutte le teorie psicologiche di questo mondo per rassicurarlo e dirgli che va tutto bene, che è normale, che succede a tutti, che i pizzaioli sono cattivi. Mentre se uno ha paura di essere vittima di un crimine è una merda umana, becero ignorante, razzista schifoso, elettore di Salvini, evasore fiscale, eccetera… |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Hai confermato quello che noi si dice da sempre: è una questione di percezioni, non è un fatto oggettivo. Le percezioni sono la conseguenza del tipo di persona che si è, della storia che si vive e, soprattutto, dell'età. L'Italia è un paese di anziani, che hanno una sensibilità ai rischi del micro crimine molto più elevata rispetto ai giovani.
Sono tutte cose che l'articolo che ho linkato ha spiegato in modo molto più prolisso ma dettagliato, e non mi pare che il tuo intervento le contraddica. Anche perché per intervenire sul problema, come ho spiegato prima, bisogna intervenire sulle reali cause: il clandestino che ti perseguita al parco è tante volte l'ultimo anello di una catena che parte molto più in alto (il crimine organizzato), ma mi pare che nessuno voglia soffermarsi sulla genesi complessa e articolata del problema bensì farne solo una questione di sfoghi e discorsi di pancia. Ma a molti va bene così, specialmente chi sulla percezione di insicurezza capitalizza consensi elettorali ma alla fine non fa nulla (anche perché non si fa nulla con certe promesse, tipo blocchi navali eccetera). |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Anche perché oggi rispetto al passato molte situazioni vengono a galla più facilmente con i social, con gli smartphone che ti permettono di riprendere tutto, con le telecamere più presenti rispetto al passato... Fino a venti anni fa la situazione era molto diversa, c'era meno diffusione e quindi attenzione mediatica su alcune problematiche. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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Come si dice, l’offerta crea la domanda, se gli si vende che tanto qualcuno li salva e poi dopo è una pacchia questi si metterebbero in mare pure su un materassino gonfiabile. Comunque non farà tanto figo, ma ci sarebbero tanti anziani soli o poveri da aiutare magari di fronte o sotto casa, lo so che le storie su Instagram fanno meno hype che con l’africano sul gommone sicuro però giusto per ricordarlo |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
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E gli anziani soli o poveri vengono aiutati comunque da moltissime associazioni e volontari. |
Re: L'immigrazione NON è una risorsa
Io proprio non riesco a spiegarmi perché le persone comuni, che votano la sinistra, avvertono questo bisogno di difendere gli immigrati a prescindere.
Posso capirlo da parte dei politici di sinistra, per prendere i voti, ma dalle persone comuni proprio non riesco a comprenderlo. Le idee politiche si formano in base ai propri interessi, e il mio interesse principale è quello di mantenere uno standard di qualità della vita buono. |
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