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-   -   La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa. (https://fobiasociale.com/la-mia-vittoria-una-testimonianza-la-storia-completa-7941/)

paccello 27-09-2010 20:16

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Clark_Kent (Messaggio 409586)
Direi senz’altro due serie e ben motivate, ovvero con frequentazioni regolari, intimità a tutti i livelli, vacanze assieme, presentazioni ai genitori, regalini & regaloni, progetti a due ecc. ecc.

Leggendo questo devo confessare che penso: che 2 coglioni. Non mi sento maturo nè in grado di reggere queste cose.

sheldom 27-09-2010 21:51

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
ti ringrazio davvero..credo che ogni gesto possa cambiare il corso delle cose e il futuro del mondo..credo che tu abbia contribuito a rendere ognuno di noi migliore..semplicemente con queste parole,parole che non si disperderanno mai ma che troveranno sempre coloro che le leggeranno..

caostotale23 27-09-2010 21:52

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da sheldom (Messaggio 409709)
ti ringrazio davvero..credo che ogni gesto possa cambiare il corso delle cose e il futuro del mondo..credo che tu abbia contribuito a rendere ognuno di noi migliore..semplicemente con queste parole,parole che non si disperderanno mai ma che troveranno sempre coloro che le leggeranno..

E' un post di due anni fa...:eek:

Winston_Smith 27-09-2010 21:53

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da caostotale23 (Messaggio 409711)
E' un post di due anni fa...:eek:

Ti sei perso gli aggiornamenti, non leggere solo il primo post.

Winston_Smith 27-09-2010 21:56

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 409594)
Ecco winston, la cosa particolare è che la gente omette sempre di dire di cosa parla, e spesso non lo ricorda nemmeno.
Quando aprii la mia discussione sullo small talk intuivo quella che in realtà non è solo un problema, ma una vera e propria voragine.
E' come se ci fosse uno scoglio enorme, megagalattico, che vedono solo alcuni e che per altri non esiste. E non è solo la timidezza, non è solo un "blocco mentale".

@Clark Kent: capisco tutte le tue argomentazioni, io probabilmente saprei fare quello che hai fatto tu. Però non saprei fare il resto, a partire dalla parte evidenziata in neretto..c'è proprio un vuoto pneumatico..

Quoto anch'io. Ammesso e non concesso che fossi riuscito a ballare ad un livello perlomeno decente, non so cosa sarei riuscito a farfugliare. Lo so che non si parla di equazioni differenziali, ma il mio problema è proprio che letteralmente non saprei cosa dire, oppure mi spremerei le meningi per dire probabilmente qualcosa di fuori luogo, forzato e balbettando, magari.
Inoltre molto contava l'atmosfera della sala da ballo: se uno ha interessi molto meno "interessanti" per la maggioranza delle donne, diventa molto più difficile, imho (di che czz si parla?).

sheldom 27-09-2010 22:03

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 409713)
Ti sei perso gli aggiornamenti, non leggere solo il primo post.

Grazie winston per avermi difesa!:yes:

Winston_Smith 27-09-2010 22:04

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
De nada, ma cmq non credo che caos volesse attaccare :)

paccello 27-09-2010 23:15

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 409717)
Quoto anch'io. Ammesso e non concesso che fossi riuscito a ballare ad un livello perlomeno decente, non so cosa sarei riuscito a farfugliare. Lo so che non si parla di equazioni differenziali, ma il mio problema è proprio che letteralmente non saprei cosa dire, oppure mi spremerei le meningi per dire probabilmente qualcosa di fuori luogo, forzato e balbettando, magari.
Inoltre molto contava l'atmosfera della sala da ballo: se uno ha interessi molto meno "interessanti" per la maggioranza delle donne, diventa molto più difficile, imho (di che czz si parla?).

Non vorrei essere trito, ma lo small talk, come tante altre cose, si migliora con la pratica, stando con le persone. Meglio se persone non completamente diverse da noi.

HurryUp 28-09-2010 01:47

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Sono del parere che qualunque forma di comunicazione basata sulla correzione dei blocchi attraverso la riprogrammazione del proprio pensiero e l'audace collaudo della propria espressività nelle situazioni sociali estroverse sia un metodo, seppur stimolante e migliore dell'inattività, inadeguato per una razza intelligente. La migliore comunicazione è quella dove si possa comunicare e giustificare (nel senso di spiegare) qualunque blocco in qualunque situazione sociale, cioè tale che si possa dire in un pub "in questa circostanza ho un blocco perchè... etc...", detto non per attirare l'attenzione e la commiserazione, o per girare intorno al problema, ma per dare semplicemente l'informazione neutra della verità senza mascherarla, senza dover sottostare alla convenzione di dover dare un'immagine sicura. Questa è la comunicazione di una razza intelligente, altrimenti non meriteremmo l'intelligenza dataci dalla natura.
Per quanto stimolanti ed esaltanti le gratificazioni date dalla conquista dell'audacia nello sperimentare le possibilità di sblocco insite nei timidi e i risultati, è una soluzione indegna dell'intelligenza umana, che è chiamata a migliorare la qualità della comunicazione superando il più possibile ogni residuo della comunicazione animale fondato sull'immagine e sulla vittoria del più forte o del più scaltro.
PS: non c'è riferimento implicito a casi particolari testimoniati in questo topic.

Winston_Smith 28-09-2010 11:12

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Dovrebbe esserci più gente che la pensa come te, HurryUp, sono serio. Fanculo alla vittoria del più forte e del più scaltro, usciamo dalla giungla.

Robedain 28-09-2010 11:14

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 409884)
Sono del parere che qualunque forma di comunicazione basata sulla correzione dei blocchi attraverso la riprogrammazione del proprio pensiero e l'audace collaudo della propria espressività nelle situazioni sociali estroverse sia un metodo, seppur stimolante e migliore dell'inattività, inadeguato per una razza intelligente. La migliore comunicazione è quella dove si possa comunicare e giustificare (nel senso di spiegare) qualunque blocco in qualunque situazione sociale, cioè tale che si possa dire in un pub "in questa circostanza ho un blocco perchè... etc...", detto non per attirare l'attenzione e la commiserazione, o per girare intorno al problema, ma per dare semplicemente l'informazione neutra della verità senza mascherarla, senza dover sottostare alla convenzione di dover dare un'immagine sicura. Questa è la comunicazione di una razza intelligente, altrimenti non meriteremmo l'intelligenza dataci dalla natura.
Per quanto stimolanti ed esaltanti le gratificazioni date dalla conquista dell'audacia nello sperimentare le possibilità di sblocco insite nei timidi e i risultati, è una soluzione indegna dell'intelligenza umana, che è chiamata a migliorare la qualità della comunicazione superando il più possibile ogni residuo della comunicazione animale fondato sull'immagine e sulla vittoria del più forte o del più scaltro.
PS: non c'è riferimento implicito a casi particolari testimoniati in questo topic.

Il tuo discorso è interessante, significherebbe poter parlare a chiunque come un libro aperto dei propri problemi senza doversene vergognare ma, anzi, aspettandosi un aiuto solidale da parte dei presenti.
Significa poter dire sempre e liberamente ciò che si prova, ciò che si pensa senza più paura del giudizio altrui...
Ma questo implica un radicale cambio di mentalità nella coscienza collettiva dell'umanità, basato sulla fiducia, il rispetto e l'amore incondizionato verso il prossimo: la situazione attuale è che spesso non ci fidiamo l'uno dell'altro, ci sentiamo divisi e separati per tanti motivi, c'è poca sana e vera comunicazione...

MoonwatcherII 28-09-2010 17:15

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
CK il tuo modello di superuomo "vincente" non ci ha convinto del tutto, lo troviamo poco umano ed anche poco intelligente. :D

Scherzi a parte, a me continua a fare un po' effetto il fatto che dici che la terapia ha tirato fuori la tua parte emotiva, la capacità di "sentire" piuttosto che di capire, ma in tutti i tuoi post io ho sempre avvertito e continuo ad avvertire una grandissima capacità di riflessione, ma proprio poca emotività. Esattamente l'opposto insomma. Probabilmente mi dirai che è stato stupefacente anche per te scoprire come queste due "anime" possano coesistere in te, magari mi dirai anche che dipende dal mezzo di comunicazione. A me però stride lo stesso. :)

Winston_Smith 28-09-2010 17:30

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410090)
CK il tuo modello di superuomo "vincente" non ci ha convinto del tutto, lo troviamo poco umano ed anche poco intelligente. :D

Scherzi a parte, a me continua a fare un po' effetto il fatto che dici che la terapia ha tirato fuori la tua parte emotiva, la capacità di "sentire" piuttosto che di capire, ma in tutti i tuoi post io ho sempre avvertito e continuo ad avvertire una grandissima capacità di riflessione, ma proprio poca emotività. Esattamente l'opposto insomma. Probabilmente mi dirai che è stato stupefacente anche per te scoprire come queste due "anime" possano coesistere in te, magari mi dirai anche che dipende dal mezzo di comunicazione. A me però stride lo stesso. :)

O magari l'emotività la mette in evidenza solo con le donne...scherzo :D

Clark_Kent 29-09-2010 14:02

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 407724)
Io invece avrei anche problemi nel tener desto l'interesse durante la conversazione, perché non credo di avere granché da dire, o almeno di non avere granché di abbastanza interessante per lei da dire.

Considero i tuoi post fra gli interventi più lucidi, sensati e intelligenti che ho visto sul forum. Nessuna persona è così vuota da non poter assolutamente dare qualcosa agli altri, men che meno un uomo che dimostra qualità come le tue. Se hai queste doti possiedi probabilmente già tutto quello che ti serve per avvicinare una donna con la parola e il linguaggio. Probabilmente, non hai ancora trovato il modo di utilizzarle per i tuoi scopi, che è una cosa bene diversa da ritenere di non possederle affatto!

Clark_Kent 29-09-2010 14:10

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 409594)
Ecco winston, la cosa particolare è che la gente omette sempre di dire di cosa parla, e spesso non lo ricorda nemmeno.
Quando aprii la mia discussione sullo small talk intuivo quella che in realtà non è solo un problema, ma una vera e propria voragine.
E' come se ci fosse uno scoglio enorme, megagalattico, che vedono solo alcuni e che per altri non esiste. E non è solo la timidezza, non è solo un "blocco mentale".

@Clark Kent: capisco tutte le tue argomentazioni, io probabilmente saprei fare quello che hai fatto tu. Però non saprei fare il resto, a partire dalla parte evidenziata in neretto..c'è proprio un vuoto pneumatico..

Non si tratta di dimenticanza voluta né certo mi comporto così per reticenza. Non solo ho un’idea molto vaga e generale di quella conversazione, ma se per ipotesi mi trovassi in una situazione simili seguirei probabilmente un filo del tutto diverso.

Per chiudere con le richieste di conoscere cosa esattamente dissi o feci in un particolare momento, sintetizzo qui la conclusione a cui arrivai alla fine della terapia:

L’obiettivo non è dare una risposta alle domande “cosa faccio ora?”, “cosa le dico adesso?”, bensì arrivare ad una condizione dove non ha più senso porsi quelle particolari domande

Detto con una metafora automobilistica, è come guidare finalmente da esperti, senza pensare più ad acceleratore, frizione e cambio ma con un automatismo interiore che ci permettere di scegliere di volta in volta l’azione più opportuna. Nessuno si preoccupa di informarsi se in una certa strada qualcuno prima di lui ha messo la prima o la terza, bensì si sforza di acquisire quelle capacità che gli permettano di valutare da solo quel che è più giusto fare, a seconda dei singoli casi.

In punto chiave non è quindi un saper fare (cosa faccio, dove vado, cosa le dico, dove la porto, come mi vesto ecc. ecc.) bensì un essere: trovarsi cioè in uno stato senza blocchi mentali, senza limiti autoimposti senza inutili inibizioni, senza paure superflue. Raggiunta questa condizione tutto il resto diventa superfluo perché le qualità che permettono di relazionarci con successo sono state definitivamente interiorizzate, sono cioè una specie di zainetto che ci segue sempre, qualunque cosa facciamo e ovunque andiamo. Alcuni ci nascono, questo è fuori di dubbio, ma io mi metto fra quei fortunati: per me invece si tratta di abilità acquisite, da adulto, per mezzo di una terapia psicologica mirata.

Tornando al caso nostro, questo non si significa parlare a vanvera con il cervello in folle, bensì comunicare in modo tendenzialmente sano e naturale, senza preoccuparsi di gestire una conversazione come una partita di scacchi (pianificando mosse e contromosse) e senza l’ossessione che ogni parola venga pesata con il bilancino, implacabilmente giudicata e valutata, magari con il tormento che una virgola di più o di meno possa provocare una catastrofe. Semplicemente, comunicare per esprimere ciò che proviamo in modo autentico, senza maschere, tatticismi, secondi fini e così via.
Di una faccenda mi accorgo bene nel mio stato attuale: poche cose sono tanto evidenti (e risultano tanto scopertamente innaturali e repulsive) quanto una persona che parla cercando di seguire alla lettera un copione, o sforzandosi di aderire ad una scaletta mentale già preparata. Ovviamente ciò non vuol dire essere imprudenti, rinunciare agli spazi privati o venir meno ad un sano buon senso.

Clark_Kent 29-09-2010 14:14

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410090)
CK il tuo modello di superuomo "vincente" non ci ha convinto del tutto, lo troviamo poco umano ed anche poco intelligente. :D

Scherzi a parte, a me continua a fare un po' effetto il fatto che dici che la terapia ha tirato fuori la tua parte emotiva, la capacità di "sentire" piuttosto che di capire, ma in tutti i tuoi post io ho sempre avvertito e continuo ad avvertire una grandissima capacità di riflessione, ma proprio poca emotività. Esattamente l'opposto insomma. Probabilmente mi dirai che è stato stupefacente anche per te scoprire come queste due "anime" possano coesistere in te, magari mi dirai anche che dipende dal mezzo di comunicazione. A me però stride lo stesso. :)

Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 410096)
O magari l'emotività la mette in evidenza solo con le donne...scherzo :D

Entrambe le osservazioni sono verissime e l'ipotesi di Winston Smith è meno scherzosa di quel che sembra.

Immaginiamo che io rievochi sul forum un momento particolarmente bello ed emozionante fra i tantissimi che ho vissuto. Poniamo che lo descriva utilizzando tutta l’espressività di cui potrei essere capace, così da darne un quadro vivido e realistico, che renda perfettamente tutte le emozioni e le sensazioni. Immaginiamo inoltre che questo racconto non si limiti ad una semplice traccia, ma che sia una narrazione efficace, colma di struggimento, emotività e trasporto.

Che senso avrebbe tutto questo? Direi nessuno:

Non avrebbe infatti utilità per me stesso, poiché quelle vicende sono legate a conquiste ormai ben consolidate, quindi non aggiungerebbe nulla al mio percorso personale. Non avrebbe utilità per chi legge, poiché la sola descrizione del risultato lascia di solito il tempo che trova, ed anzi rischia di alimentare dispetto, rabbia, invidia o perlomeno un sordo rosicare a vuoto.

Se invece descrivo il percorso che ho fatto per arrivare a quella specifica situazione la cosa mi sembra molto diversa, perché do informazioni utilissime per qualcuno che vorrebbe seguire i miei passi. Ovvio che tutto ciò deve essere comunicabile e non limitarsi ad una serie di immagini seducenti, per quanto belle esse possano essere. Quindi devo trasmettere il mio messaggio in modo chiaro e ordinato, usando argomentazioni ben costruite e passaggi logici chiari. Diversamente tutto sarebbe inutile.

Si tratta di due campi del tutto diversi: se comunico con un donna in rapporto sentimentale, uso il linguaggio per trasmettere emozioni, nella vita di tutti i giorni, come appunto in questo caso, lo impiego per trasmettere informazioni.

MoonwatcherII 29-09-2010 15:56

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
La tua argomentazione mi ha convinto CK.

(mi ha convinto che quello che pensavo è vero :D)

too_shy 29-09-2010 16:09

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
lo psicologo di clark kent deve essere un superman per aver fatto un lavoro così buono, sopratutto se si pensa che, almeno su questo forum, nessuno di quelli che hanno fatto anni di terapia ha mai raggiunto risultati anche solo minimamente paragonabili ai suoi.

MoonwatcherII 29-09-2010 16:16

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Ma poi soprattutto risultati così stravolgenti in così poco tempo.

Mah...

http://1.bp.blogspot.com/_KADlG1ngwS...tumbleweed.jpg

Robedain 29-09-2010 17:13

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Clark_Kent (Messaggio 410428)

L’obiettivo non è dare una risposta alle domande “cosa faccio ora?”, “cosa le dico adesso?”, bensì arrivare ad una condizione dove non ha più senso porsi quelle particolari domande

In punto chiave non è quindi un saper fare (cosa faccio, dove vado, cosa le dico, dove la porto, come mi vesto ecc. ecc.) bensì un essere: trovarsi cioè in uno stato senza blocchi mentali, senza limiti autoimposti senza inutili inibizioni, senza paure superflue. Raggiunta questa condizione tutto il resto diventa superfluo perché le qualità che permettono di relazionarci con successo sono state definitivamente interiorizzate, sono cioè una specie di zainetto che ci segue sempre, qualunque cosa facciamo e ovunque andiamo. Alcuni ci nascono, questo è fuori di dubbio, ma io mi metto fra quei fortunati: per me invece si tratta di abilità acquisite, da adulto, per mezzo di una terapia psicologica mirata.

Tornando al caso nostro, questo non si significa parlare a vanvera con il cervello in folle, bensì comunicare in modo tendenzialmente sano e naturale, senza preoccuparsi di gestire una conversazione come una partita di scacchi (pianificando mosse e contromosse) e senza l’ossessione che ogni parola venga pesata con il bilancino, implacabilmente giudicata e valutata, magari con il tormento che una virgola di più o di meno possa provocare una catastrofe. Semplicemente, comunicare per esprimere ciò che proviamo in modo autentico, senza maschere, tatticismi, secondi fini e così via.

Senza parole... :clap:

Winston_Smith 29-09-2010 21:58

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Clark_Kent (Messaggio 410423)
Considero i tuoi post fra gli interventi più lucidi, sensati e intelligenti che ho visto sul forum. Nessuna persona è così vuota da non poter assolutamente dare qualcosa agli altri, men che meno un uomo che dimostra qualità come le tue. Se hai queste doti possiedi probabilmente già tutto quello che ti serve per avvicinare una donna con la parola e il linguaggio. Probabilmente, non hai ancora trovato il modo di utilizzarle per i tuoi scopi, che è una cosa bene diversa da ritenere di non possederle affatto!

E soprattutto, forum /= vita reale.

barclay 29-09-2010 23:11

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Il motivo per cui ritengo inutili le storie di successo è che, per quanto in buona fede possa essere chi le scrive, qui si dialoga fra nickname…

notime 29-09-2010 23:15

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
se non credi a quello che scrivono gli altri utenti, che ci stai a fare ancora qui?

oloaP 30-09-2010 06:26

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Clark_Kent (Messaggio 410429)
Se invece descrivo il percorso che ho fatto per arrivare a quella specifica situazione la cosa mi sembra molto diversa, perché do informazioni utilissime per qualcuno che vorrebbe seguire i miei passi.

Il tuo risultato è ammirevole, ma dopo ever letto il thread mi sento in dovere di esprimere una critica.

(semplificando, cercando di non finire nella superficialità)
Avevi un gran bisogno di comunicare con le donne, dopo la terapia hai colto molte soddisfazioni. Esperienze simili a quelle di un "collezionista", o un "bulimico" del sesso, che da nulla ha ottenuto tutto. Come un poveraccio che vince al Superenalotto e inizia a spendere, comprando anche oggetti inutili, di cui non ha bisogno.

Un comportamento simile è comprensibile, mi sembra giusto "rifarsi" di esperienze deluse da tempo, ma non lo considero una piena vittoria.
Gli utenti del forum che pensano solo a farsi una donna vedono in te una storia di successo, ma farsi una donna non è avere una vita, ne rappresenta solo una parte.
Sarebbe più utile adesso, se desideri condividere le tue esperienze, raccontare come la scoperta emotiva si può anche trasformare in una conoscenza sentimentale.

Grazie in anticipo.

MoonwatcherII 30-09-2010 11:21

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 410697)
E soprattutto, forum /= vita reale.

L'osservazione di CK su di te è una delle sue poche pienamente condivisibili. Quando dici "io non ho nulla di interessante da dire" ti sottovaluti. :yes:

MoonwatcherII 30-09-2010 11:34

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 410722)
Il motivo per cui ritengo inutili le storie di successo è che, per quanto in buona fede possa essere chi le scrive, qui si dialoga fra nickname…

Sì, ma infatti, una storia di "successo" (?) raccontata su un forum in forma anonima, per quanto si possa credere alla buona fede di chi scrive, resta pur sempre una storia raccontata su un forum in forma anonima. :laugh:

Finché CK non verrà allo scoperto, svelando la persona che si nasconde dietro il nick, e magari portando testimonianze di persone che hanno assistito alla sua "vittoria", ci saranno sempre ragionevoli dubbi sulla sua storia. Per quel che ne sappiamo potrebbe anche essere affetto da disturbo di sdoppiamento della personalità, e quindi essere effettivamente in buona fede. :D

Non tiriamo fuori le solite obiezioni sul fatto che negare è un alibi psicologico per non ammettere la possibilità del cambiamento. Ma io non posso credere a qualcosa solo perché mi fa comodo, ci credo se ho le prove che è vera, in caso contrario non posso credere né che è vera né che è falsa, al limite sospendo il giudizio.

Io credo alla possibilità del cambiamento. Ma le persone non cambiano in modo radicale da oggi a domani, e neppure in qualche mese, i tempi sono lunghi. I dubbi perciò permangono.

Winston_Smith 30-09-2010 11:41

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410818)
L'osservazione di CK su di te è una delle sue poche pienamente condivisibili. Quando dici "io non ho nulla di interessante da dire" ti sottovaluti. :yes:

Per un buon 90% delle donne, almeno, penso proprio di sì, invece. Girls just wanna have fun (cit.), in generale: io gli farei due ovaie così, e poi già le sento che si lagnerebbero che non parlo abbastanza con i loro amici, che non si esce abbastanza...bisogna cercare la nicchia che non ragiona così, ma sono molte meno di quello che si pensi, se si va a vedere bene e si cerca di conoscere meglio i loro gusti e interessi.

MoonwatcherII 30-09-2010 11:48

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Uhm, 90% fra le teenagers, forse. Poi la percentuale cala con l'aumentare dell'età.

Comunque dipende molto da che vita le vorresti far fare, se la vuoi proprio murare viva in casa e leggerle un canto della Divina Commedia al giorno la percentuale è anche troppo bassa. :D

Winston_Smith 30-09-2010 11:52

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410829)
Uhm, 90% fra le teenagers, forse. Poi la percentuale cala con l'aumentare dell'età.

Non credo, purtroppo. A meno che per aumentare dell'età tu non intenda oltre i 50-60 anni...:D

Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410829)
Comunque dipende molto da che vita le vorresti far fare, se la vuoi proprio murare viva in casa e leggerle un canto della Divina Commedia al giorno la percentuale è anche troppo alta. :D

Come hai fatto a indovinare? :D
No, ovviamente, ma penso che la gran parte dopo un po' si annoierebbe anche con le uscite tipo pizza, cinema o passeggiata di cui si parlava nel topic di boom76, "Sabato scorso". Comincerebbero a fare come la Mondaini, "non conosciamo mai nessuno", "sempre io e te, tu e io"...e poi, ripeto, io non parlo molto e su quello che dico, spesso, la soglia di attenzione altrui è bassa.

P.S.: Murarla viva no, ma un canto della Commedia al giorno...non male come idea :D

MoonwatcherII 30-09-2010 12:46

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
E io penso che avrebbe ragione lei, ma non perché tu sei poco interessante, ma proprio perché la vita di sola coppia sarebbe una solitudine a due, il modo migliore per perpetuare tutto quello che abbiamo passato (ok, per una volta uso il plurale, ma la solitudine dovrebbe essere una delle poche cose che ci accomunano e su cui mi sento di generalizzare :D). Non è che si debba per forza frequentare tutti i giorni la comitiva di estroversoni, ma da quello a pizza, cinema, passeggiata, divano, ne passa.

MarcheseDelGrillo 30-09-2010 15:04

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Cari ragazzi,

è da un po' che non passavo per di qui. Vedo che ci sono nuovi utenti e - purtroppo - vedo che ce ne sono anche molti dei "vecchi".

Vedo anche che questa discussione è dura a morire... meglio così. Perchè è stato proprio da qui che ho preso lo spunto ed il coraggio per compiere un passo molto importante, un passo che avrei dovuto fare molto molto tempo fa: trovarmi un bravo psicoterapeuta e iniziare, finalmente, a mettermi in discussione.

Mi crea un po' di dispiacere vedere la rassegnazione di molti.
Sono oramai passati due anni e più dalla prima testimonianza di Clark Kent e ancora c'è chi si ostina a sminuire, banalizzare o negare.
Prendere tutto per oro colato e non porsi il minimo dubbio è da perfetti stupidi, di questo bisogna rendervene conto, ma non è forse altrettanto stupido non porsi il minimo dubbio circa le proprie "verità" e il proprio modo di vedere le cose?

Per quanto ne sappiamo, Clark potrebbe essere un tizio stipendiato dall'associazione nazionale psicologi, incaricato di far pubblicità agli psicoterapeuti. Così come potrebbe essere una persona uscita dalla propria gabbia mentale che racconta, serenamente e senza il minimo tornaconto, la sua esperienza. Personalmente opto per la seconda possibilità, ma è giusto che ognuno decida con la propria testa.

Io, che in questo forum ci sono stato per ben due anni prima di iniziare la terapia a febbraio 2010 (e che quindi, sicuramente, non sono un fake), posso dirvi che mi sento molto molto molto molto meglio rispetto a prima. I miei blocchi stanno piano piano scomparendo, non grazie ad una magia, ma grazie alla scienza, che può farci vedere gli eventi della vita e noi stessi da punti di vista sconosciuti e mai presi in considerazione.

Sento che il lavoro che mi aspetta è ancora lungo, ma posso dirvi con certezza che, negli ultimi mesi, la mia visione delle cose sta lentamente mutando: la vita non è più un dramma nel quale recito la parte della vittima. E mi sembra già un grande risultato.

Tutto questo, ovviamente, comporta sacrifici e sofferenze. Qualcuno si è detto stupito (se non incredulo) di risultati così strabilianti conseguiti in così poco tempo: se sapeste la fatica emotiva che comporta una psicoterapia fatta con impegno e convinzione... e si tratta di un'esperienza unica e personale, in minima parte oggettivabile e narrabile agli altri.

Personalmente, questi primi mesi di terapia sono stati costellati da momentacci di depressione e scoramento come forse mai li avevo vissuti in vita mia.. non immaginate i pianti che mi sono fatto nello studio del mio terapeuta. Ma tutta questa sofferenza è servita per farmi capire molte cose delle quali, adesso, sto iniziando a vedere i frutti.

Non posso far altro che ringraziare pubblicamente Clark per la sua testimonianza, senza la quale - molto probabilmente - non mi sarei mai deciso a fare questo importantissimo passo.

La scelta sta a noi: darci la possibilità di una vita più ricca ed appagante, o non darcela. Il resto, se mi permettete, sono chiacchiere per indorarsi la pillola.



Saluti a tutti.

Winston_Smith 30-09-2010 15:13

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410878)
E io penso che avrebbe ragione lei, ma non perché tu sei poco interessante, ma proprio perché la vita di sola coppia sarebbe una solitudine a due, il modo migliore per perpetuare tutto quello che abbiamo passato (ok, per una volta uso il plurale, ma la solitudine dovrebbe essere una delle poche cose che ci accomunano e su cui mi sento di generalizzare :D). Non è che si debba per forza frequentare tutti i giorni la comitiva di estroversoni, ma da quello a pizza, cinema, passeggiata, divano, ne passa.

Ah ecco.
Sia ben chiaro, non ho detto che sarebbe mia intenzione troncare i ponti con tutto il mondo esterno.
Però non mi sento in grado di assicurare tutto questo background sociale di conoscenze, nè so fino a che punto riuscirei a stare dietro a una sua eventuale comitiva (soprattutto questo).
Bene, allora tutti i discorsi sul mio fascino, sulla profondità intellettuale (bum!) delle cose che dico, si rivelano per quello che sono: roba inutile, perché se anche possono essere apprezzate da qualche anima buona, NON BASTANO.

Cioè, io da solo non basto, devo portarmi appresso almeno 5-6 persone con relative conoscenze: che strano, eppure a me basterebbe una ragazza, fosse anche orfana senza nessun amico.

krool 30-09-2010 15:54

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
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Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 410955)
Ah ecco.
Sia ben chiaro, non ho detto che sarebbe mia intenzione troncare i ponti con tutto il mondo esterno.
Però non mi sento in grado di assicurare tutto questo background sociale di conoscenze, nè so fino a che punto riuscirei a stare dietro a una sua eventuale comitiva (soprattutto questo).
Bene, allora tutti i discorsi sul mio fascino, sulla profondità intellettuale (bum!) delle cose che dico, si rivelano per quello che sono: roba inutile, perché se anche possono essere apprezzate da qualche anima buona, NON BASTANO.

Cioè, io da solo non basto, devo portarmi appresso almeno 5-6 persone con relative conoscenze: che strano, eppure a me basterebbe una ragazza, fosse anche orfana senza nessun amico.

Winston, anche io penso che i tuoi interventi siano tra i migliori del forum. Di cose da dire ne avresti dieci volte più di me.
E' vero che da solo non basti, ma non per tutte, non è detto. Continua a cercare, anche su internet.

MoonwatcherII 30-09-2010 16:45

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
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Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 410955)
eppure a me basterebbe una ragazza, fosse anche orfana senza nessun amico.

Winnie, parli con uno che l'ha sempre pensato. Ma è un vero desiderio che viene da dentro oppure è la paura che spinge a pensare questo? Nel mio caso propenderei per la seconda. Un minimo di vita sociale (un minimo neh, non dobbiamo snaturare la nostra natura introversa :D) è indispensabile quanto la ragazza.

Myway 30-09-2010 17:26

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
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Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410985)
Winnie, parli con uno che l'ha sempre pensato. Ma è un vero desiderio che viene da dentro oppure è la paura che spinge a pensare questo? Nel mio caso propenderei per la seconda. Un minimo di vita sociale (un minimo neh, non dobbiamo snaturare la nostra natura introversa :D) è indispensabile quanto la ragazza.

Simili questioni hanno occupato anche la mia mente.
Credo che il desiderare una ragazza che ci basti ed a cui noi bastiamo, sia fondamentalmente una speranza forzata per molti di noi, non avendo alternative attuabili.
Un minimo di vita sociale alternativa e/o complementare alla ragazza penso sia necessaria ad un certo punto del rapporto, magari superata la fase iniziale dei baci ed abbracci continui, anche un hobby o le partite a calcetto o qualche altra coppia da ferquentare, magari per un cinema o una cena ogni tanto non credo siano in fondo cose irraggiungibili.

Ovviamente se , come accade spesso, il fulcro del rapporto è nella vita sociale che si fa , allora il discorso cambia.

paccello 30-09-2010 17:33

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Ci si lamenta che non si ha idea di cosa dire ad una ragazza e poi si vorrebbe un rapporto strettissimo con questa eventuale ragazza. Come se ci dovesse salvare, come se lì si iniziasse a vivere. Essere "vivi" anche al di fuori dell'essere in coppia, ovvero avere questa benedetta vita sociale (c) almeno minima e avere degli interessi, non vivere chiudendo la porta all'osservazione del mondo e del prossimo, sono cose che CONTRIBUISCONO alla possibilità di averla, una ragazza. Un rapporto 1-1 troppo stretto, esempio, tra una ragazza non tro*a ma nemmeno virgin superstar ed un fobico o cmq timidoinesperto non rischia altrimenti di essere una cosa soffocante e dominata dall'imbarazzo? Perchè leggo qualcuno dire "a me basterebbe", ma poi non si saprebbe cosa caspio dire/fare con lei, perchè si è insicuri e/o perchè non ci si stima, ma allora...?

MoonwatcherII 30-09-2010 17:46

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
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Originariamente inviata da MarcheseDelGrillo (Messaggio 410945)
Cari ragazzi,

è da un po' che non passavo per di qui. Vedo che ci sono nuovi utenti e - purtroppo - vedo che ce ne sono anche molti dei "vecchi".

Vedo anche che questa discussione è dura a morire... meglio così. Perchè è stato proprio da qui che ho preso lo spunto ed il coraggio per compiere un passo molto importante, un passo che avrei dovuto fare molto molto tempo fa: trovarmi un bravo psicoterapeuta e iniziare, finalmente, a mettermi in discussione.

Mi crea un po' di dispiacere vedere la rassegnazione di molti.
Sono oramai passati due anni e più dalla prima testimonianza di Clark Kent e ancora c'è chi si ostina a sminuire, banalizzare o negare.
Prendere tutto per oro colato e non porsi il minimo dubbio è da perfetti stupidi, di questo bisogna rendervene conto, ma non è forse altrettanto stupido non porsi il minimo dubbio circa le proprie "verità" e il proprio modo di vedere le cose?

Per quanto ne sappiamo, Clark potrebbe essere un tizio stipendiato dall'associazione nazionale psicologi, incaricato di far pubblicità agli psicoterapeuti. Così come potrebbe essere una persona uscita dalla propria gabbia mentale che racconta, serenamente e senza il minimo tornaconto, la sua esperienza. Personalmente opto per la seconda possibilità, ma è giusto che ognuno decida con la propria testa.

Io, che in questo forum ci sono stato per ben due anni prima di iniziare la terapia a febbraio 2010 (e che quindi, sicuramente, non sono un fake), posso dirvi che mi sento molto molto molto molto meglio rispetto a prima. I miei blocchi stanno piano piano scomparendo, non grazie ad una magia, ma grazie alla scienza, che può farci vedere gli eventi della vita e noi stessi da punti di vista sconosciuti e mai presi in considerazione.

Sento che il lavoro che mi aspetta è ancora lungo, ma posso dirvi con certezza che, negli ultimi mesi, la mia visione delle cose sta lentamente mutando: la vita non è più un dramma nel quale recito la parte della vittima. E mi sembra già un grande risultato.

Tutto questo, ovviamente, comporta sacrifici e sofferenze. Qualcuno si è detto stupito (se non incredulo) di risultati così strabilianti conseguiti in così poco tempo: se sapeste la fatica emotiva che comporta una psicoterapia fatta con impegno e convinzione... e si tratta di un'esperienza unica e personale, in minima parte oggettivabile e narrabile agli altri.

Personalmente, questi primi mesi di terapia sono stati costellati da momentacci di depressione e scoramento come forse mai li avevo vissuti in vita mia.. non immaginate i pianti che mi sono fatto nello studio del mio terapeuta. Ma tutta questa sofferenza è servita per farmi capire molte cose delle quali, adesso, sto iniziando a vedere i frutti.

Non posso far altro che ringraziare pubblicamente Clark per la sua testimonianza, senza la quale - molto probabilmente - non mi sarei mai deciso a fare questo importantissimo passo.

La scelta sta a noi: darci la possibilità di una vita più ricca ed appagante, o non darcela. Il resto, se mi permettete, sono chiacchiere per indorarsi la pillola.



Saluti a tutti.

Eccolo lì, lo aspettavo al varco. :D

Caro ragazzo, :D

innanzitutto ti ringrazio per la tua testimonianza, interessante ed utile come ogni altra esperienza positiva.

Fatti i doverosi ringraziamenti, io credo che ogni testimonianza sia relativa e vada presa per quello che è, e in merito a quella di Clark io resto coi miei dubbi, che tali erano alla prima lettura, tali restano ora e tali credo resteranno per sempre, a meno della presentazione di prove evidenti. Tu dici che lui potrebbe essere un fake o che la sua storia possa essere genuina e che opti per la seconda, beh io non opto né per l'una né per l'altra, perché mi sembrerebbe una fondamentale disonestà intellettuale prendere qualsivoglia delle due posizioni.

I miei dubbi sono tanti e basati su tanti elementi: il fatto che non ho letto da nessun'altra parte di un cambiamento tanto radicale avvenuto in così poco tempo; della sua conoscenza approfondita e specialistica della materia; del tono generale, estremamente pacato e distaccato, anche troppo, con cui CK scrive. Tutto ciò NON può non farmi venire dei dubbi.

Ma soprattutto il punto fondamentale: anche presupponendo che fosse vera, se ne può forse dedurre che abbia validità generale? Certamente no, dato che qualunque psicologo (e la logica) ti potrebbe confermare che tanto più i problemi di un soggetto sono ramificati e consolidati tanto maggiore è il tempo necessario a sovvertire certi meccanismi. Resterebbe cioè un caso particolare. E allora a che serve? Ben venga la diffusione della conoscenza relativa la psicoterapia, volta ad eliminare la cappa d'ignoranza e di pregiudizio che purtroppo è diffusa. Ma io non vorrei che il topic avesse il risultato opposto a quello che vorrebbe avere, cioè di scoraggiare chi tentasse una terapia e sull'onda della lettura di questo resoconto lo facesse con aspettative troppo alte, col solo risultato di incorrere in una inutile frustrazione se non vedrà i risultati che si aspetta.

Un altro appunto che vorrei fare al tuo post è relativo al punto in cui dici "se sapeste la fatica emotiva che comporta una psicoterapia fatta con impegno e convinzione", come se tu fossi l'unico che abbia intrapreso una psicoterapia o l'unico che la fa con impegno e convinzione. Senza sminuire i tuoi problemi o banalizzarli (rileggendo i tuoi post ho appurato che i tuoi blocchi erano più o meno limitati alla relazione col sesso opposto, e comunque neppure tanto invalidanti), ti ricordo che non tutti partiamo dallo stesso livello, quindi non ha senso che chi parte dal nono gradino di una scala venga qui a dire a chi si trova al primo gradino che è facile, che basta che ci metta impegno e convinzione per salire in cima alla scala. Perché altrimenti sei tu quello che sminuisce. :tongue:

Personalmente, dopo un periodo di autoanalisi durato circa un anno, ho iniziato una psicoterapia più o meno nello stesso momento in cui l'hai iniziata tu. Anche per me la storia di CK è stata di incoraggiamento, pur tuttavia ho mantenuto uno sguardo critico e ci sono andato con aspettative piuttosto basse. Anche per me dei miglioramenti negli ultimi tempi ci sono stati, sicuramente sta servendo a mettermi in discussione, a cambiare il modo di vedere le cose, a mettere alla luce alcune mie convinzioni e a lavorarci sopra. Ma sicuramente, come per te, so che il lavoro da fare è ancora lungo.

Saluti a te. :)

Winston_Smith 30-09-2010 21:14

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
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Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410985)
Winnie, parli con uno che l'ha sempre pensato. Ma è un vero desiderio che viene da dentro oppure è la paura che spinge a pensare questo? Nel mio caso propenderei per la seconda. Un minimo di vita sociale (un minimo neh, non dobbiamo snaturare la nostra natura introversa :D) è indispensabile quanto la ragazza.

Ho già detto prima e lo ripeto (vedo che repetita iuvant, cit.) che non pretendo di chiudere in casa nessuno e che non voglio chiudermi totalmente al mondo esterno. Un minimo di vita sociale ci sta tutto. Il problema è: quel minimo di vita sociale che potrei riuscire a offrire basterà? ed eventualmente riuscirò a stare appresso alle sue, di conoscenze?
Non penso di essere completamente dominato dalla paura se dico che preferisco selezionare le mie amicizie, e se preferisco la qualità e la profondità al numero di rapporti: "pochi ma buoni" dovrebbe essere una caratteristica degli introversi, no? Il problema è a quale ragazza potrebbe andar bene un'offerta di amicizie da parte mia non nulla, ma comunque limitata.

Quote:

Originariamente inviata da paccello (Messaggio 411009)
Perchè leggo qualcuno dire "a me basterebbe", ma poi non si saprebbe cosa caspio dire/fare con lei, perchè si è insicuri e/o perchè non ci si stima, ma allora...?

E in più aggiungo che il problema è che l'insicurezza è generata dal fatto che a me basterebbe, ma a lei???? Per me è lì il problema, se fossi sicuro che a lei andasse bene così avrei risolto.
E ripeto per l'ennesima volta, per "così" non intendo murati vivi in casa e in fuga da tutti gli altri.

Robedain 30-09-2010 21:27

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Basare la propria vita interamente su un'altra persona (nel più classico dei casi il fidanzato/a) escludendo gli amici o comunque il resto del mondo è molto pericoloso e ti donerà una felicità illusoria: infatti, quando questa persona ti lascerà o tu la lascerai, cosa ti rimarrà, chi ti rimarrà? Ti ritroverai sol@ come un cane e, forse, allora capirai il tuo sbaglio...

Winston_Smith 30-09-2010 21:29

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Robedain (Messaggio 411126)
Basare la propria vita interamente su un'altra persona (nel più classico dei casi il fidanzato/a) escludendo gli amici o comunque il resto del mondo è molto pericoloso e ti donerà una felicità illusoria: infatti, quando questa persona ti lascerà o tu la lascerai, cosa ti rimarrà, chi ti rimarrà? Ti ritroverai sol@ come un cane e, forse, allora capirai il tuo sbaglio...

Ma ce l'hai con me?

Allora scrivo turco? Mica ho detto che voglio chiudermi completamente al mondo esterno.

E poi lo sai che possono lasciarti anche gli amici?


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