Originariamente inviata da muttley
(Messaggio 3021586)
Ripropongo un grande classico tratto dalla Bibbia della RP
Ormai è giunto il momento di dirlo esplicitamente, senza tanti giri di parole: la vagina va tassata.
Mi pare giusto così, dal momento che il pertugio femmineo si può considerare a tutti gli effetti un capitale idoneo a produrre ricchezza, nonché contemporaneamente un bene mobile di lusso, visto che spesso consente una vita facile e sfarzosa a chi la porta.
Un minimo di contributo all’erario è doveroso.
Abbiamo detto e ridetto fino alla nausea che la liberazione sessuale ha portato grossi danni alla nostra società e ha creato una situazione pesantemente sfavorevole per una grossa fetta di uomini, contemporaneamente dando un grosso vantaggio alle donne che, con la scusa del “la vagina è mia e ne faccio quello che voglio” ,hanno oggigiorno il potere di controllare il mercato di una delle risorse più importanti, ovvero il sesso.
Grazie alla loro vagina le donne possono non solo ottenere gentilezze e trattamenti di favore, ma possono ottenere molteplici vantaggi economici e arricchirsi.
Cullandosi sugli allori, per giustificare i propri privilegi non fanno altro che ripetere che “il sesso non è un diritto”. Ok, ma se il sesso non è un diritto bisogna prendere atto che è un privilegio, è un lusso.
E quindi paghino per questo lusso di cui dispongono.
Così come paga chi ha un’auto costosa, uno yacht o degli immobili.
Visto che lo stupro è reato e di tornare in cucina come facevano le nostre nonne non ne hanno voglia, visto che ormai è evidente che la vogliono dare sempre agli stessi, come e quando vogliono, visto che continuano a parlare della loro vita sessuale in termini di utilizzo di un bene e non come comportamento responsabile all’interno di una società, rimane solo una cosa da fare, e cioè riconoscere il valore economico del loro bene-organo riproduttivo e tassarlo.
E’ tempo di istituire l’ IRVAG – imposta regionale vaginale.
Una tassa sulla vagina che servirà per pagare le prostitute agli uomini che non sono abbastanza attraenti per avere sesso gratis.
Eh sì, perché si fa presto a dire che per risolvere il problema incel bisogna riaprire le case chiuse, ma poi le prostitute chi le paga? L’uomo medio ha comunque fondi limitati e non riuscirebbe mai ad avere la stessa vita sessuale di una donna senza dissanguarsi economicamente. Quindi è giusto che le prostitute siano le stesse donne che lo respingono a pagargliele.
L’IRVAG non diventerà l’ennesimo strumento del fisco per tartassare i suoi cittadini, ma sarà solamente un piccolo, misero contributo che sicuramente le femministe saranno felici di dare in nome della parità che tanto si battono per perseguire. E che del resto farà arricchire pure le donne, o almeno quelle che decidono di darla per denaro.
Naturalmente ci saranno da stabilire alcuni criteri per quantificare l’importo dovuto, che sarà calibrato sulla base del valore sessuale.
Ci saranno ovviamente diversi scaglioni fiscali, o meglio ficali, perché per quanto qualunque donna faccia una vita da sogno rispetto al suo corrispettivo maschile, non è sicuramente giusto che una giovane e bella paghi come una vecchia cicciona obbrobriosa.
Verrà istituita una commissione estetica, incaricata di valutare le future contribuenti (questo darà occasione anche anche di creare nuovi posti di lavoro).
Il voto delle esaminate non verrà dato direttamente dai giudici ma verrà calcolato indirettamente sulla base delle singole preferenze che essi mostreranno nei confronti di una piuttosto che dell’altra donna.
Si fissa l’imposta base, quella per la ragazza nella media, a 1000 euro annui.
Le tipe da 5.5 pagano mille euro l’anno, ogni mezzo punto in più si pagano 500 euro in più. Ogni mezzo punto in meno si pagano 100 euro in meno.
Il primo scaglione fiscale va dai 15 ai 24 anni, in seguito si paga il 2% in meno ogni anno.
Le donne impegnate con pariestetici o inferiori godranno di benefici fiscali, ma naturalmente fingere di essere impegnati in una relazione mentre si è single verrà considerata a tutti gli effetti truffa i danni dello Stato.
Alcuni esempi:
Concettina è la classica napoletana piccola e scuretta. Ha 29 anni, è single ed è alta 160 cm per 60 kg (sovrappeso moderato). E’ una 5. Fa quindi una vita paradisiaca.
1000 euro. Si tolgono 100 euro per il mezzo punto e si riduce del 10% la somma (5 anni dopo i 24).
Concettina pagherà 810 euro annui di IRVAG. Una cifra francamente risibile che non copre neppure il costo di tutti i vari cocktail che riesce a scroccare il week end nei locali ma che potrà fornire circa una dozzina di prestazioni sessuali ad un uomo discriminato.
Pawlina è una fotomodella polacca di 19 anni, un bendiddio di ragazza 180 cm per 55 kg con occhi azzurri e capelli biondi. Voto 9. Single pure lei.
Pawlina paga 1000+3500 = 4500 euro annui di IRVAG, perché non può beneficiare dello sgravio età e fidanzamento.
Può sembrare ingiusto che ci sia una così poca differenza di tassazione tra il barilotto dell’esempio precedente e la dea baltoslava, ma bisogna anche considerare che le ragazze belle comunque portano ricchezza al Paese e piacevolezza estetica ai cittadini, e non vanno a compromettere il decoro urbano come quelle brutte, quindi è giusto che nel tassarle si tenga conto anche dei vantaggi che danno alla società e non solo dei loro privilegi individuali.
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