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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
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la solitudine la fa da padrona, mentre un tempo era rarissimo che una persona fosse sola (tutti comunque si facevano una famiglia, e i pochi che rimanevano soli facevano comunque appoggio sulla famiglia d'origine oppure sulla comunità... Comunque per il resto sono d'accordo con Svalvolato, se facciamo un paragone con il resto del mondo ( considerando che i poveri, in assoluto, sono circa 3 miliardi di persone) o con un'epoca antecedente alla seconda guerra mondiale, siamo ancora decisamente fortunati.. quando siamo disperati o tristi dovremmo ricordarci anche di questo.. spaziare i propri orizzonti (anche temporali) per rendersi conto che c'è chi sta e chi stava molto peggio di noi (almeno da punto di vista del benessere economico) |
Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
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E' difficile dargli torto, anche a me sembra un insulto alla miseria, ai valori cristiani, alla ragionevolezza. Eppure pur di rompere l' assenza di scopi sono pronti a cercare il brivido e la novita' ovunque. Anche a rischiare la pelle sfracellandosi facendo uno sport estremo. E mentre li guardi sbigottito, loro guardano te come un'ameba un poveraccio che non sa vivere. |
Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
No, non sono d'accordo Adelaide.
Non abbiamo bisogno di darci uno scopo. Lo scopo lo abbiamo già incorporato in noi quando si nasce. Lo scopo è di essere felici, non solo individualmente, ma collettivamente. Nessuno di noi è un'isola. Il ragazzo non si è ritenuto incompatibile. E' la società che condanna gli individui alla sofferenza estrema. Uccidersi non è facile. Se lo ha fatto, è perchè la paura di sopravvivere è diventata superiore a quella della morte. Viviamo in un mondo che si basa sulla morte. Nessuno dovrebbe essere incompatibile con il mondo in cui è nato. Questa società è pericolosa. Se ha ucciso lui può uccidere chiunque di noi. (lo disse Mao Tse Tung dopo il suicidio della signorina Chao, costretta a sposare un uomo che non amava). E io aggiungo, in riferimento ad altri interventi fatti sopra, che l'individualismo è un cancro. |
Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
Per me un mondo dove c'è gente che si suicida ha dei problemi grossi alla base. Non so bene quali ma penso risiedano a livello di come la società "costruisce" le persone
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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
Comunque leggevo che la lettera potrebbe essere falsa scritta dalla fidanzata o una roba simile
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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
No, la vicenda è vera, io abito in zona
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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
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Se si creano sentimenti capaci di soverchiare l'istinto di autoconservazione (che non è propriamente qualcosa di "moderato") significa che qualcosa non quadra a livello generale. Parliamo tra l'altro di società dove i bisogni fondamentali legati alla sopravvivenza vengono soddisfatti - non ci si ammazza per non soffrire più su di un lato puramente fisico : per scampare alla fame, alla sete o al freddo. La gente non diviene depressa e non si ammazza per sport, in un qualche modo ci deve arrivare a quel risultato. Che poi sia il singolo a manifestare una debolezza quando arriva a questi estremi è ovvio; però non vedo perchè questo debba sollevare dal farsi carico di queste fragilità individuali. Perchè la fragilità divenga una colpa del singolo e non lo sia invece l'incapacità di creare un tessuto sociale in cui questa fragilità possa trovare una forma di integrazione e realizzazione personale come per le altre persone. A me pare che il tema poi sia sempre quello del darwinismo sociale : ok fare andare avanti i migliori. Ma di chi " perde" perchè non in grado di giocare secondo le regole di questa società ( che non ha scelto lui alla nascita) che si deve fare ? A me frega anche un cazzo di quanto sono bravi i singoli individui che spiccano rispetto alla massa : lo sono davvero ? Buon per loro, vanno avanti, si costruiscono la loro vita, magari realizzano pure i propri sogni. Di tutti gli altri ne parliamo o continuiamo a nasconderci dietro una concetto di meritocrazia che diviene sempre più simile alla selezione naturale ? Se non ce la fanno riteniamo davvero giusto che si ficchino in culo tutti i loro sogni, aspettative ed ideali, si facciano la loro vita fatta di sopravvivere con lavori usuranti e malpagati ( quando e se ci sono) e si "accontentino" ? Si può pure rispondere di sì : che così va il Mondo, che questa è la Natura, che chi è più debole in fondo soccombe etc etc. Sarebbe anche un punto di vista funzionale, in effetti. C'è un determinato sistema --> c'è lo scarto di quel determinato sistema. Chi non ce la fa si merita di crepare o vivere di merda. Punto. A me, personalmente, fa girare i coglioni come pale di un elicottero tutta 'sta retorica che mira all'individualismo e non all'analisi della condizione collettiva di vita. Al " tu pensa a farti i cazzi tuoi e farcela tu", al sogno americano, al self-made man e via discorrendo. Gradirei un mondo dove uno può avere una vita dignitosa senza dover sempre competere come una bestia per tutto; cazzo siamo esseri umani dotati di raziocinio, morale e strumenti adatti ma ancora non riusciamo ad affrancarci da una logica che sembra uscita dalla mente di un primate della giungla e mai evolutasi anch'essa. Comunque, colpa dei singoli e tutto ma i fatti reali sono che a " farcela" sono sempre meno persone : in questo Paese la ricchezza si redistribuisce nelle mani di pochi, i posti di lavoro validi vanno a diminuire, la disoccupazione ad aumentare e la gente sotto o nei pressi della soglia di povertà aumenta. Così come aumenta l'incidenza delle nevrosi nel mondo occidentale. Ma chiaramente si fa prima a delegare la responsabilità sui singoli che non ce la fanno ad adattarsi e competere secondo logiche sempre più assurde; piuttosto che dire che 'sti singoli saltano fuori perchè c'è una situazione generale che spinge chi è più debole (che poi debole, in questo contesto, è proprio un termine di merda - tra l'altro) a farsi fuori sul serio pur di sfuggire all'assurdità in cui finisce a vivere. |
Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
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L'evoluzione di come è strutturata la società non è cambiata granché rispetto al passato, è una gerarchia piramidale, e per sovvertirla ci vuole un'evoluzione umana nel profondo. Sent from my HTC One_M8 dual sim using Tapatalk |
Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
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Ed usciamo pure dal parlarne in chiave individuale, altrimenti non si può fare un discorso ad ampio respiro per forza di cose, poichè non si può materialmente misurare quanto sia il singolo a determinare o meno la propria situazione individuale ( io, per me, non saprei determinarlo - ad esempio). Io guardo i dati concreti : la distribuzione della ricchezza non procede nel verso giusto, il numero delle nevrosi rilevate aumenta nlla cosìdetta società sviluppata, altri fenomeni come disoccupazione giovanile etc sono sotto gli occhi ( a livello numerico proprio, non a sensazioni) di tutti. Ergo, qualcosa non funziona. Poi si può parlare in termini di colpa o meno, il punto rimane che a livello complessivo questo stato delle cose non produce risultati positivi. Capirei se complessivamente ci fosse stata una migliore redistribuzione della ricchezza (che è il punto che mi preme più di tutti), una diminuzione delle psicopatologie eccetera. Poi ogni tanto salta fuori qualcuno che si suicida o sviluppa problemi mentali seri. Rimane comunque uno schifo, però se non altro si può dire che a livello sistemico si marcia nella direzione giusta. Credo sia un po' quello che è accaduto nelle epoche passate ( tra periodi di regresso e non), fino ad un certo punto della Storia. Sarebbe pure utopico credere che ci sia la possibilitò di un Mondo in cui tutti sono realizzati e felici. Qui però si marcia quasi nella direzione opposta ormai; ergo non mi pare ci sia poi molto da questionarsi se le cose vanno bene così o meno. Ripeto : è un discorso a livello sistemico. Di ricondurlo al caso individuale, al particolare, me ne frega relativamente. Perchè poi entrano in gioco troppi elementi per cui scaricare sul singolo la colpa diviene semplice; o comunque rimanere in quell'atteggiamento di "non è colpa di nessuno.. quindi non facciamo un cazzo" ( italian style, molto). Non mi interessa dare la colpa alla società per la condizione in cui si trova il singolo; non mi pare altrettanto sensato dare la colpa al singolo se non ce la fa ad adattarsi alla società - poichè non l'ha scelta e non ha scelto lui quali sono i criteri con cui deve competere. Sarebbe un po' una situazione alla cornuto e mazziato, no ? La colpa, se c'è, a livello sociale è quella di accettare questo stato delle cose rincorrendo una visione individualista piuttosto che collettiva. Incoraggiandola fino, a furia di parlare di meritocrazia e successo dei singoli. Visione che alla lunga si sta dismostrando fallimentare, perchè mantiene il benessere- anche mentale - che si produce nelle mani di sempre meno persone (se il risultato fosse stabile o in espansione positiva, sarebbe giustificabile). Io non so se il mio malessere è unicamente colpa mia, quanto e se la società c'entra qualcosa. La logica mi suggerisce che a livello individuale sia un insieme delle due cose e che a livello complessivo qualcosa che a livello sociale è andatto a gentili donzelle ci sia sicuramente. Perchè di queste forme di malessere non ve ne è mancanza o sono casi rari che vanno a scomparire, il contrario. Per quello che mi riguarda io posso pure meritarmi pienamente di finire col divenire un suicida e la società non avere nulla a che fare con questo se analizzo la mia vita; ma vale pure per tutti gli altri che non ce la fanno ? Senza poi contare il considerare che qua parliamo di Mondo Occidentale, in sostanza. Il quale da quando si è dato il via al fenomeno della globalizzazione fonda il suo benessere sullo sfruttamento di quell'altra parte di Mondo che vive davvero in condizioni precarie. se poi vogliamo infilarci in mezzo anche la questione ambientale rincariamo la dose ancora di più Quote:
In effetti parlare di società come di un'entità separata dai singoli è errato. Null'altro è che l'insieme delle scelte che si decide di portare avanti in (larga) maggioranza rispetto ai vari temi. Ci siamo scelti di attenerci ancora, e nonostante tutte le evidenze ed i progressi, ad una logica individualista e competitiva; pace, paghiamone lo scotto. Però per me rimane quasi " disumano" accettarla passivamente, tanto finchè non sono io quello con le pezze al culo o che vive nel Terzo Mondo va ancora ancora bene. Come sovvertirla ? Non lo so, è una lotta coi mulini a vento. Neanche si riesce ad avere una visione unitaria a livello di classe, figurarsi. C'è alcuni a cui questo stato delle cose sta bene, lo trovano giusto, naturale. Altri l'opposto. Altri ancora, la maggioranza, magari riconosce che non è il massimo ma poi, in sostanza, se ne frega e ci si adatta perchè " così va il Mondo" e tocca campare in un qualche modo. Qualcuno cerca di passare dalla posizione due alla tre, non ci riesce e dispera, magari si ammazza. Ma va bene così, suppongo. Toccherà aspettare si sprofondi ben bene nella m.... prima di prendere provvedimenti e valutare diversamente la questione anche a livello istituzionale. |
Sensibilita'+Nobili ideali=tribolazione.Sembra e potrebbe essere il Manifesto del disadattatamento.Peccato per i genitori.Avrebbe potuto aspettare la loro dipartita? Chissa'...Quel che conta piu'd'ogni altro fatto e' la serenita' in cio' che si fa...Se dice che sentiva di poter fare gesti peggiori...chi puo' dire...
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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
ieri leggevo commenti sulla pagina di spinoza, in difesa del ragazzino che si è buttato dalla finestra per la perquisizione della finanza in casa sua. mi ha amareggiato quasi l'assoluzione per questi comportamenti e il pregiudizio verso il ragazzo che si è ucciso ad Udine. sarà un segno dei tempi.......
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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
Non c'entra niente ma qualche anno fa mi son letto le statistiche dei suicidi in Scozia durante il secolo scorso tra i giovani uomini e mi pare che il picco si sia registrato durante la chiamata alle armi della seconda guerra mondiale, in effetti quando si è già depressi per i fatti propri e si viene pure chiamati a combattere in terre lontane non è che sia il massimo, comunque mi pare che col passare del tempo non ci sia stato un aumentare di suicidi ma il trend rimane sempre collegato ad eventi particolari, insomma non è che col passare del tempo la gente si ammazza di più perché la società fa più schifo ma è un trend che si alza e si abbassa in base a crisi economiche e guerre più che altro, poi ovviamente ci sono suicidi che avverrebbero anche in tempo di pace e benessere economico come quelli per depressione, alcolismo e cose del genere.
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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
Mai suicidarsi, fino a che c'è vita, c'è speranza
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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
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Ci sono altri stili di vita alternativi e tante cose da apprezzare nella vita , è vero che si tende a volere il massimo dalla propria esistenza e il massimo è riuscire a fare parte della società e a contarne qualcosa per essa , ma nulla è dovuto , non è scontato che si riesca nella vita ad arrivare in alto , ci si prova ma non è detto , l'epoca in cui viviamo è veramente difficile e non bisogna farsi del male se non si riesce , si trova un modo per vivere decentemente senza anche un lavoro . Io posso capire chi pensa al suicidio solo se non ha i soldi per mangiare , e non ha aiuti esterni , ma non credo nel suicidio autorizzato dal non sentirsi realizzati nella vita , in questo caso non lo giustifico , anche se rispetto appieno le versioni delle altre persone , ognuno ha il suo modo di ragionare. |
Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
porca miseria, mi sa che questa lettera me la porterò dentro. continua girarmi in testa, sopratutto la sua rabbia asciutta.
se non fosse stata la lettera di un suicida sarebbe stato un testo meraviglioso. era brillante acuto e calmo. |
Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
ma è per come ti trattano gli altri quando non hai lavoro anche, cioè ok non lavori e ti senti già un fallito di tuo, poi ci pensano anche gli altri a dirti milioni di volte eh ma a questa età dovresti averlo (io a Natale con i parenti!) oppure come mai hai così poche esperienze, ti fanno sentire sempre inferiore e inutile. Ogni giorno devi fare i conti con questi atteggiamenti, grazie a questa società merdosa che vede l'uomo solo in base a quanto produce e è utile, e ti viene voglia di morire e questo ti condiziona ogni ambito della vita, anche la sfera sociale
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Re: "Disoccupato suicida a 30 anni"
Nei giorni successivi alla pubblicazione della lettera in molti forum frequentati in gran parte da "normaloni", mi ricordo che il ragazzo fu ricoperto da sfottò e insulti.
Che schifo. In quel periodo la mia misantropia è schizzata alle stelle. Avrei preso questi stronzi e li avrei messi a vivere in quelle condizioni per vedere quanto tempo sarebbero riusciti a resistere. |
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