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Re: tutto quello che possono fare gli altri, posso farlo io
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Poi può capitare che non si fa qualcosa anche perché si crede che le possibilità di riuscire siano scarse; la volontà non è certo un'entità che esiste indipendentemente da tutto il resto. Le intenzioni di qualcuno possono esser modificate da svariati fattori, non è che esistono in sé e a monte come se fossero il primo motore immobile e restano impermeabili al resto. Conoscere qualcosa o credere nella verità o falsità di qualcosa, ad esempio, può convincere qualcuno ad acquistare o non acquistare un prodotto, o in casi estremi convincere qualcuno ad ammazzare o non ammazzare qualcun altro, e cosa sono queste cose qua se non atti volontari? :nonso: Per questo penso che alla base di tutto c'è l'organizzazione sociale e la costituzione genetico-biologica dell'individuo, metti insieme questi fattori e viene fuori l'intenzione del tale individuo X di farsi crescere la barba, depilarsi, far questo o quell'altro, condurre questo o quello stile di vita e così via... La volontà rappresenta qualcosa di derivato da tutti questi fattori qua ed è qualcosa che sta più a valle (nel senso che è questa a dipendere da altro) che a monte (nel senso che non rappresenta qualcosa che si pone al di fuori del contesto e si suppone che c'è o non c'è indipendentemente da questo come se fosse un atto spirituale creatore indipendente da tutto il resto). |
Re: tutto quello che possono fare gli altri, posso farlo io
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Re: tutto quello che possono fare gli altri, posso farlo io
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Re: tutto quello che possono fare gli altri, posso farlo io
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Non metto in dubbio che se la persona è solo un po' scoraggiata oppure non crede in sé stessa, non tenta nemmeno di agire, andrebbe stimolata. Ma che potrebbe agire nonostante abbia una depressione o una psicosi cronica, la vedo molto dura, nonostante abbia di base una potenzialità superiore. |
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:nonso: In verità non saprei dare una risposta definitiva, anche perché il concetto di possibilità è vago e vasto. Se cerchi di spiagarti che significa di preciso affermare che risultava possibile per te aver fatto qualcosa che poi nella situazione specifica in cui ti trovavi non hai fatto, dovrai spiegarti poi questo "spazio alternativo" dove dovrebbe andare a situarsi, perché non si trova nel decorso temporale effettivo. C'è un binario principale e poi delle diramazioni alternative? Ma se non esistono effettivamente in qualche senso queste diramazioni alternative, cosa ci impedirebbe di piazzare come binari alternativi direttamente quel che ci pare? Mondi paralleli fittizi che somigliano a quel che vediamo ma non coincidono con quel che vediamo. Al limite si potrebbe pensare e immaginare anche l'incoerenza vera e propria come un'alternativa che non si è mai realizzata fino ad ora nell'assetto e decorso reale (e che potrebbe anche non realizzarsi mai) ma che risulta comunque possibile. Per me è risultata sempre un po' problematica questa cosa. "quel che accade effettivamente, quel che faccio e quel che sono" per me risulta abbastanza chiaro (anche nella declinazione presente o futura), "quel che potrebbe accadere, quel che potrei fare e quel che potrei essere" rappresentano invece concetti estremamente problematici, perché poi in pratica potrebbe darsi che io non sono, non sono stato e non sarò mai qualcuno o qualcosa che avrei potuto essere, ossia quel che è adesso un'altra persona. Ma in che senso si parla di queste alternative? E' chiaro che per immaginare queste alternative devo pensare e immaginare qualcosa in modo differente da come funziona o ha funzionato effettivamente. Non affermo che sia assurdo immaginare alternative, anzi, la letteratura e l'arte sono piene di alternative - vite e scelte immaginarie degli autori stessi - però penso allo stesso tempo che sia un qualcosa che non si riesce ad afferrare tanto bene e che risposte definitive su quel che avremmo potuto fare o essere non ce ne sono perché il concetto stesso di possibilità è vago. |
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