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Hazel Grace 25-09-2015 13:50

Re: Una vita da disoccupati
 
è finita che mi sono incartata e mi hanno mandato via dopo due giorni di prova. Per quello mi sento un disastro.

Hazel Grace 25-09-2015 14:01

Re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da M.me Adelaide (Messaggio 1599780)
Consolati: non riesco a farmi prendere manco al Mc :D
Non so...eppure sono sicura che se ci dessere fiducia in qualche altro posto potremmo essere utili e imparare a far bene le cose...

Tu che sei ancora in età hai mai pensato al servizio civile? Io non potevo farlo, poi quando mi son liberata ero fuori età...


Eh appunto, mi hanno mandata via che ancora non mi ero ambientata e si lamentavano di cose assurde, che portavo via i piatti vuoti e non era il momento e cose del genere. Poi era la prima sera e i tavoli non erano numerati, ho portato un piatto al tavolo sbagliato. Il capo mi dice che gli ho scombinato tutti i tavoli e mi fa andare dietro a lavare i bicchieri. Ma uno non può neanche sbagliare la prima sera e non conoscevo ancora il posto. Boh certe cose proprio orrende. Il servizio civile vorrei farlo, ma credo che sia scaduto il bando per ora

~~~ 25-09-2015 14:13

Re: Una vita da disoccupati
 
Capito... Che ansia mammamia : (

Hazel Grace 25-09-2015 14:18

Re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1599801)
Capito... Che ansia mammamia : (

Si infatti il mio incubo sono i primi giorni di lavoro :piangere:

Blur 25-09-2015 14:39

Re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Hazel Grace (Messaggio 1599806)
Si infatti il mio incubo sono i primi giorni di lavoro :piangere:

ma eri pagata o no in quei giorni?

se la risposta è si non ti conviene dire "voglio lavorare io in prova per 15 giorni così prendo confidenza con il lavoro"?

anche visti i tempi magari la risposta era già un no

Helenski 25-09-2015 15:45

Stessa situazione anche per me... Mi sono diplomata nel 2012, ho frequentato l'università per un anno e poi l'ho lasciata per cercare lavoro. In due anni ho lavorato solo 2 mesi, mando sempre cv in giro senza risultati. In più mi sento dire continuamente dalla gente che sto sprecando tempo, grazie al cavolo, è colpa mia? Mi sento una vera fallita.

Hazel Grace 25-09-2015 16:37

Quote:

Originariamente inviata da Blur (Messaggio 1599827)
ma eri pagata o no in quei giorni?

se la risposta è si non ti conviene dire "voglio lavorare io in prova per 15 giorni così prendo confidenza con il lavoro"?

anche visti i tempi magari la risposta era già un no

Cioè?

Hazel Grace 25-09-2015 16:39

Quote:

Originariamente inviata da Helenski (Messaggio 1599894)
Stessa situazione anche per me... Mi sono diplomata nel 2012, ho frequentato l'università per un anno e poi l'ho lasciata per cercare lavoro. In due anni ho lavorato solo 2 mesi, mando sempre cv in giro senza risultati. In più mi sento dire continuamente dalla gente che sto sprecando tempo, grazie al cavolo, è colpa mia? Mi sento una vera fallita.

Mah che depressione guarda... no so che fare

Balto 25-09-2015 16:39

Re: Una vita da disoccupati
 
Considerando che oggi non sono stato assunto per un misero punto :D, posso dire che la mia vita è una vita da disoccupato dove mese dopo mese il CV ha dei buchi sempre più grandi, sarà un'impresa trovare qualcosa in queste condizioni :miodio:, e intanto il senso di fallimento si fa sempre più grande e grande :miodio:

Skyl 25-09-2015 21:14

Re: Una vita da disoccupati
 
Non tengo più il conto di quanti primi giorni e soprattutto prime notti (insonni) di lavoro ho avuto. Collocamento, agenzie interinali, dritte di amici parenti e chi più ne ha più ne metta, truffe, concorsi, stage, partite iva, catene di s.antonio ecc.ecc.
Rispetto alle prime esperienze, ora, sono teso come una corda di violino lo stesso ma per lo meno ho la consapevolezza che per quanto impegno io possa metterci e per quanto ci tenga sarà sempre e solo una cosa che passerà nel giro di circa 8 ore, legata al caso ed ad una serie di fattori totalmente fuori dal mio controllo.

A 34 anni (quasi 35) non ho un lavoro fisso ma una serie di lavori poco seri e nessuna prospettiva per il futuro, ogni giorno mi guardo allo specchio e mi chiedo che io abbia fatto di male per meritarmi tutto questo.

Quello che posso dire è che al giorno d'oggi i datori di lavoro hanno talmente tanta scelta (vista la disoccupazione) che danno stipendi da fame e pretendono il massimo ed oltre, tanto se tu non fai lo zerbino e accetti tutto quello che passa loro per la mente troveranno sicuramente altri che prenderanno il tuo posto. Più disperati di te, magari con famiglia a carico e le rate del mutuo da pagare.

L'unico consiglio che posso dare, nonostante sia scorretto e immorale (e aggiungerei chissenefrega...), è quello di gonfiare i curriculum e gonfiare l'eventuale colloquio conoscitivo... in fondo pensandoci bene che avete da perderci? Se ho fatto 3 giorni che so, il lifter in un albergo (per assurdo) e poi ho piantato il lavoro o mi hanno mandato via.... secondo voi se dico che l'ho fatto per 3 stagioni in un posto turistico a caso, credete andranno a verificare?
Certo dopo in caso di periodo di prova saranno cazzi amari all'inizio ma avrete messo un piede nella porta... e potrete sempre dire che è parecchio che non fate questo lavoro e vi siete dimenticati un sacco di cose.

E' scorretto ma la vita è corretta secondo voi?

troll 25-09-2015 21:47

Re: Una vita da disoccupati
 
invece io sto aspettando due risposte che non arrivano: una di un collega del mio amministratore di condominio, e l'altra che mi preme di più, ossia operatore per i profughi nel centro di accoglienza a Ventimiglia, data la mia esperienza decennale in croce rossa come volontario..
speriamo nel futuro.

Absynth 29-09-2015 15:54

Re: Una vita da disoccupati
 
Mi trovo in una situazione analoga se non peggiore, visto che sono disoccupato da 2 anni e qualche mese, ho quasi 28 anni ed una laurea a ciclo unico alle spalle e di lavoro non se ne trova. Di cv ne avrò mandati come minimo qualche centinaia ottenendo al massimo un pugno di colloqui, la maggior parte inconcludenti dopo i quali non avevo sentito nessuno, oppure risposte vaghe a mie domande sull'esito.
Motivazioni solite ? Troppo vecchio, poca esperienza, troppo specializzato, troppo lontano (50 Km anziché 30), ecc ecc..
Ho fatto trasferte, colloqui con skype, telefonate conoscitive poi senza un seguito, insomma tutto il possibile con i miei mezzi attuali.
Non parliamo poi del fantomatico progetto "Garanzia Giovani" che è meglio, nè tantomeno delle agenzie interinali alle quali ho inviato richiesta di cancellazione dati perché in 2 anni oltre a fornire i miei dati non ho mai ricevuto uno straccio di chiamata, o richiesta di colloquio.

Nel frattempo vedo conoscenti che vanno all'estero (che NON è la terra promessa visto che i problemi sono ovunque) e che nel giro di qualche mese trovano lavoro con un buon stipendio, o lo trovano e basta. E parlo di laureati, diplomati, giovanissimi, 30enni o anche over30.

Tra qualche mese darò l'esame di stato per farmacista e quella sarà l'ultima opportunità per me anche se pure quel settore è pressoché in crisi visto che 1/4 farmacisti è o precario o disoccupato, ed il resto se non sei figlio del titolare ti riduci a fare il commesso dietro al bancone per uno stipendio di poco superiore a quello di un magazziniere, o a fare sostituzioni ove possibile.

La mia situazione familiare non mi permette di spostarmi in un altro paese e sinceramente nemmeno lo vorrei perché ho investito tempo, denaro e fatica per poter lavorare nel MIO paese, quando invece secondo la società che ci gestisce dovrei accontentarmi delle briciole, o sentirmi un "bamboccione" perché desideroso di avere quel qualcosa in più in termini di appagamento professionale.
"Accontentarsi" questa è la parola chiave di questa generazione.
Ci hanno abbindolato per bene con la storia delle qualifiche, dello studio, della fatica, quando alla fine siamo messi peggio dei nostri nonni del dopoguerra dove una ripresa c'era e soprattutto vi poteva essere una scelta.
Ora invece il solo cercare di aprire una propria attività è sinonimo di condanna.

Ancora più avvilente quando ti dicono "Ma perché non vai a fare altro ?". Certo dovrebbero provarci a candidarsi per un posto da pizzaiolo o cameriere con la laurea. L'ultima volta sentendomi rispondere che non "Sarei affidabile a lungo termine" mi sono reso conto, anzi confermato che per cercare lavoro di manovalanza dovrei omettere i miei studi e giustificare allo stesso tempo un gap di tot anni con lavori inventati.

Qualcuno si riconosce in questo articolo ?
http://www.sopravvivere.net/tag/smet...ercare-lavoro/

shady74 29-09-2015 16:31

Re: Una vita da disoccupati
 
Spero che dopo il colloquio di oggi la mia disoccupazione stia vedendo le sue ultime albe.

Stasüdedòs 29-09-2015 17:02

Re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Absynth (Messaggio 1602325)
Ancora più avvilente quando ti dicono "Ma parché non vai a fare altro ?". Certo dovrebbero provarci a candidarsi per un posto da pizzaiolo o cameriere con la laurea. L'ultima volta sentendomi rispondere che non "Sarei affidabile a lungo termine" mi sono reso conto, anzi confermato che per cercare lavoro di manovalanza dovrei omettere i miei studi e giustificare allo stesso tempo un gap di tot anni con lavori inventati.

Siamo all'assurdo che una laurea o una specializzazione in un dato settore, anzichè essere un punto di forza, superata una certa età diventa una condanna che ti impedisce di "retrocedere", per necessità o crisi, a lavori più semplici e generici.
Questo perchè, secondo loro, è come se tu "rubassi" i già pochi posti disponibili a tutta quella marea di persone non specializzate, che quindi possono candidarsi SOLO a questi lavori di basso livello senza richiesta di qualifiche particolari.

Hazel Grace 29-09-2015 17:10

Re: Una vita da disoccupati
 
Mi riconosco totalmente nell'articolo. Sono diventata pigra, passo molto tempo al pc e rispondo agli annunci in maniera meccanica, a tutti gli annunci non importa quanto sia umile il lavoro. A volte rimanere a casa è molto più comodo e ho sonno anche durante il giorno. Ho perso i miei obiettivi e a volte non so più chi sono. Questa società ti fa sentire così persa, anche le amicizie si costruiscono intorno al "di cosa ti occupi" molte volte e per uscire ci vogliono i soldi per pagarsi i cocktail per esempio, e poi cosa puoi dire a questi amici, non faccio un cavolo dal mattino alla sera?

Hazel Grace 29-09-2015 17:12

Re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Stasüdedòs (Messaggio 1602388)
Siamo all'assurdo che una laurea o una specializzazione in un dato settore, anzichè essere un punto di forza, superata una certa età diventa una condanna che ti impedisce di "retrocedere", per necessità o crisi, a lavori più semplici e generici.
Questo perchè, secondo loro, è come se tu "rubassi" i già pochi posti disponibili a tutta quella marea di persone non specializzate, che quindi possono candidarsi SOLO a questi lavori di basso livello senza richiesta di qualifiche particolari.

Ormai siccome la laurea non serve più, perchè non c'è mercato per quello specifico settore, si prova a cercare altro, per forza di cose. Meglio un lavoro umile che nessun lavoro. Solo che poi è un paletto, ti chiedono perchè ti sei candidato e perchè vuoi fare quel lavoro. Non ti prendono perchè hai una laurea. Ho fatto un colloquio all'Esselunga e mi sembra sia andata proprio così, ho fatto un colloquio perfetto ma ho una laurea e pochissima esperienza e non mi hanno presa, anche se sta per aprire un 'esselunga proprio nel mio quartiere

Absynth 30-09-2015 15:28

Re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Stasüdedòs (Messaggio 1602388)
Siamo all'assurdo che una laurea o una specializzazione in un dato settore, anzichè essere un punto di forza, superata una certa età diventa una condanna che ti impedisce di "retrocedere", per necessità o crisi, a lavori più semplici e generici.
Questo perchè, secondo loro, è come se tu "rubassi" i già pochi posti disponibili a tutta quella marea di persone non specializzate, che quindi possono candidarsi SOLO a questi lavori di basso livello senza richiesta di qualifiche particolari.

La storia dell'età è solo una scusante, o meglio se sei laureato le aziende 99/100 puntano a sfruttarti per quei 6 mesi di tirocinio post-laurea, facendoti credere di volerti assumere una volta terminato il tutto, quando invece poi non fanno altro che iniziare un altro ciclo di sfruttamento con il malcapitato di turno.
La tiritera dell'essere "troppo vecchio" me l'avevano pure rifilato quando era scaduto il periodo di neo-laureato, quindi quando avevo 25-26 anni, non 45-55.
Fatto quello poi sei praticamente out da tutto, almeno in questo paese.
Si continua a dare la colpa della crisi alle banche, all'immigrazione, all'Europa, al gabibbo, quando alla fine i primi a sfruttare e sottovalorizzare gli italiani sono gli italiani stessi, le aziende che puntano a sfruttare anziché formare, o ricercare talenti o comunque persone desiderose di continuare un percorso.
Portare cv A MANO in aziende a 10 minuti da casa mia ed attinenti ai miei studi e trovarmi con la porta sbattuta in faccia come il venditore di enciclopedia o chissà che altro fa venire una rabbia ed un senso di impotenza non descrivibili in termini ortodossi.

Riguardo il rubare lavoro lo si può anche capire da un certo punto di vista perché ad ognuno spetterebbe il suo mercato, il lavoro per il quale si è preparato, ma solo in teoria visto che le cose vanno totalmente in un'altra direzione..

Absynth 30-09-2015 15:43

Re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Hazel Grace (Messaggio 1602396)
Ormai siccome la laurea non serve più, perchè non c'è mercato per quello specifico settore, si prova a cercare altro, per forza di cose. Meglio un lavoro umile che nessun lavoro. Solo che poi è un paletto, ti chiedono perchè ti sei candidato e perchè vuoi fare quel lavoro. Non ti prendono perchè hai una laurea. Ho fatto un colloquio all'Esselunga e mi sembra sia andata proprio così, ho fatto un colloquio perfetto ma ho una laurea e pochissima esperienza e non mi hanno presa, anche se sta per aprire un 'esselunga proprio nel mio quartiere

Solo qui funziona in questo modo, come pure il sistema dei tirocinio in-corso di laurea, insomma per valorizzare e "rimpolpare" il proprio cv, come pure corsi online con università straniere.
Da noi è praticamente impossibile fare un tirocinio in-corso perchè tra esami ammassati, lezioni frammentarie e disorganizzazione accademica e burocratica bisognerebbe perderci mesi.
Idem poi vari attestati che uno può decidere di prendere, ma che in Italia vengono visti come qualcosa di inutile.
Esempio ad uno degli ultimi colloqui non sapevano manco che fossero, pur avendoli presi con università americane ed inglesi e non con l'ovetto Kinder.

Io invece è da quasi un anno che cerco un'azienda disposta a farmi fare un tirocinio, anche senza rimborsi perché voglio fare esperienza. Lo so è sbagliato, sbagliato 10 volte perché è pari a svalorizzarsi che peggio non si può, ma a questo siamo arrivati e allo stesso modo pur svendendosi non si riesce a trovare la propria via.

Una delle prima risposte citava il capitalismo, l'oppressione che ci viene imposta dalla società. Secondo me invece la disoccupazione intesa come stato d'animo non è tanto il non lavorare, lo starsene a casa a fare quello che si può, quanto il rifiuto costante ed ingiustificato che ci viene buttato addosso.
Siamo una società prettamente egoista e superficiale e questa ne è la prova.

muttley 30-09-2015 15:53

Re: Una vita da disoccupati
 
Ma non sarebbe meglio cambiare il titolo del topic in "una vita da ergofobici"?

Absynth 30-09-2015 16:16

Re: Una vita da disoccupati
 
Quote:

Originariamente inviata da Dedalus (Messaggio 1602901)
Aspettate però, mo' l'Italia cresce.

Quello che cresce è il naso da Pinocchio :miodio: !

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1602909)
Ma non sarebbe meglio cambiare il titolo del topic in "una vita da ergofobici"?

Non credo, qui si sta parlando di condizioni generali che hanno portato ad una situazione e a determinate conseguenze, altrimenti tanto varrebbe dire che siamo disoccupati per scelta personale (ed esistono).
Io ad esempio sono disoccupato, ovvero senza lavoro fisso da 2 anni circa, ma campo con lavori d'occasione ed ovviamente in nero, condividendo le spese con 2 coinquilini e scrivendo articoli online, dando ripetizioni a studenti quando posso e tirando molto, molto ed ancora molto la cinghia.
Chi vive assieme a me è nella stessa identica situazione e seppur con percorsi diversi siamo allo stesso punto morto.

In ogni post qualcuno ha espresso le proprie difficoltà ed i propri percorsi-tentativi che poco hanno a che vedere con la paura del confronto, anzi direi più l'impossibilità del confronto prolungato perché scartati per i motivi più disparati. È come trovarsi davanti un muro alto 10 metri e senza porte. Se la porta non c'è o si sfonda il muro, o si cerca un'altra via, ed in entrambi i casi serve un'enorme forza di volontà che nel mentre può perdersi e portare a depressione ed altri stati d'animo.
Esistono purtroppo persone che a lungo andare arrivano invece all'ergofobia (vedi articolo sulla NEET a pag.6), ad avere paura del semplice confronto e da quello difficilmente se ne esce rapidamente.

Dare dell'ergofobico a qualcuno in questo momento, in questa attuale condizione di mercato è scorretto, almeno per me, perché sarebbe appoggiare la teoria di gente come la Fornero, o quel sottosegretario impaccato di soldi che aveva definito "sfigati", "bamboccioni"quelli che si laureavano fuori corso di 1-2 anni perché chiaramente impegnati sia a lavorare che a studiare, che una volta terminati gli studi si sono ritrovati a piedi, oppure persone disoccupate da tempo perché incapaci di trovare il loro impiego ed impossibilitate a crearsi una propria attività.
Non so lui, ma i miei studi me li ero pagati lavorando e con i miei risparmi quindi tutto sono tranne che ergofobico perché la voglia di mettersi in gioco c'è ma mancano le occasioni e senza soldi poco c'è da fare.

E comunque :thumbup1:


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