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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Se vuoi contestare gli elementi in base ai quali si definisce il valore artistico, puoi contestare anche quelli in base ai quali si definisce l'altezza. Chi ha detto che l'altezza debba essere misurata sulla base di un parametro monodimensionale? Per me si può stabilire un corpus di elmenti minimi in base al quale almeno poter identificare le "opere" del tutto prive di valore artistico, poi certamente la quantificazione di quest'ultimo nelle opere che ne sono dotate è più problematica rispetto a quella dell'altezza di un corpo, ma non irrealizzabile, almeno parzialmente. Non sto dicendo che sia possibile fare una classifica delle opere d'arte con punteggi alla terza cifra decimale in modo universale e oggettivo, perchè poi a un certo punto i valori soggettivi, della singola comunità, della singola epoca cominciano a diventare preponderanti, come dicevi. Ma almeno definire cosa è arte e cosa no, in base a criteri oggettivamente riconoscibili e sui quali ci si può mettere d'accordo, così come ci si è messi d'accordo per definire il concetto di altezza e i parametri in base ai quali esso potesse essere misurato. |
Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
Da notare che avevo iniziato il topic con questa domanda:
Ma la cultura (e l'arte) è un gioco di opinioni? |
Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
XL, come l'altezza è definita in base a dei parametri, così anche il concetto di arte può essere definito in base a dei parametri. Entrambi oggettivamente riscontrabili, una volta che siano stati definiti anch'essi. Chi l'ha detto che l'altezza è la distanza tra i due estremi di un corpo e si misura con un parametro 1D? Ci si è messi d'accordo e si è data una definizione. E così si può fare per l'arte e la letteratura.
Non esiste l'Altezza o il Rosso primigenio, platonico, archetipico. E' tutta una questione di definizioni. Se non diamo delle definizioni ai termini che usiamo non possiamo neppure parlare. Non mi venire a chiedere cosa sia la profondità di pensiero, lo sai benissimo e l'ho spiegato prima: inoltre esistono i vocabolari e la gente si mette d'accordo per dare delle definizioni convenzionali alle parole, non è che una parola può siginificare di tutto. Tu identifichi il concreto e l'astratto rispettivamente con il misurabile e definito e il non misurabile e l'indefinito, ma non c'è questo parallelismo così stretto (la geometria è un scienza che in gran parte si basa su concetti astratti). Se non definiamo cosa è l'arte, almeno per sommi capi, non possiamo parlarne e non possiamo, se non misurarla, che è problematico, almeno riconoscere valore artistico a determinate opere. Se non definiamo cos'è l'altezza, non possiamo rilevarla e misurarla. Di più, non possiamo né fare arte né svolgere operazioni di calcolo, lavori strutturali, progettazioni, ecc. Tutte le attività dell'uomo si basano su definizioni più o meno implicite e più o meno universalmente accettate. Se le abolissimo, ci andrebbe il cervello in pappa, non potremmo fare neanche i ragionamenti più semplici e ci ridurremmo ad animali. |
Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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:ridacchiare::ridacchiare: In effetti quando si inizia col secondo me,secondo te,si finisce col:ognuno la pensa come vuole,è tutto soggettivo;ma allora veramente non si può giungere al necessario,ci si muove solo nelcontingente. |
Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Se non diamo un significato un minimo condiviso alle parole, non possiamo discutere su nulla. Se non definisci l'arte non puoi fare arte, o meglio ogni cosa che fai (ma anche che non fai, tutto è relativo, evvai) può essere arte ma anche no. |
Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Se decidono che arte è "qualcosa creato per comunicare una idea", allora quando si trovano a giudicare una cosa puramente commerciale, che non comunica idee, ma solo è un passatempo, allora diranno che non è arte anche se piace a tante persone (Moccia?) Una tela tagliata, può essere una stupidaggine secondo la prima definizione, ma vera arte per la seconda definizione... e ci sono tanti esempi inversi Un libro di storia dell'arte, solitamente raccoglie opere che sono un misto di queste due definizioni e di altre. |
Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
io odio i filosofi col culo degli altri e la letteratura ne è piena
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Pare che Volo abbia citato Socrate per aver inventato il primo cocktail di successo della storia: la cicuta |
Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
Secondo me il Kundera dei racconti (come "Amori ridicoli"), assolutamente non prolisso e molto più efficace del solito, è degno di stare al fianco di alcuni delle lista. Avrei qualcosa da ridire su "L'alchimista" di Coelho, che trovo un libretto e nulla più. Tra quello e le "Memorie dal sottosuolo" di Dostoevskij, c'è un universo di distanza.
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
Se dovessi suggerire un libro, tra "Il processo" di Kafka e "Cristo si è fermato ad Eboli" di Levi, non saprei quale scegliere. Perciò beccateveli tutti e due :mrgreen:
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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http://www.fobiasociale.com/discutia...roforum-28917/ |
Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
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Re: "Ma questa non è letteratura, questa è una schifezza!"
Ho letto un po' tutto, anche l'altro topic.
Ciò che pone Eco nella categoria dei non artisti, ossia degli scriventi non scrittori (se si vuole riservare il temine "scrittori" ai soli artisti della letteratura), è: 1) il fatto che leggendolo si capisce benissimo che quello che scrive lo scrive a cuor leggero, per diletto, che non gli costa nulla, che non rompe nulla, che non è autentico né urgente e quindi è pura imitazione inconsapevole, è un dire quello che gli altri hanno detto senza aggiungere nulla di nuovo, e (quindi) 2) la sua mancanza di originalità. "Se quella cosa là manca, in letteratura, non c'è niente da fare, si vede. Chi lo vuol vedere, lo può vedere, lo vede!" (A. Moresco) |
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