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Re: "Se non hai amici è colpa tua!"
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Re: "Se non hai amici è colpa tua!"
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Ben detto. |
Re: "Se non hai amici è colpa tua!"
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Comunque sono pur sempre minoranze di persone quelle che hai citato, forse ancora più ristrette dei timidi. Quote:
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A meno che tu non voglia sfociare nella dittatura di stampo stalinista, alla quale mi fa pensare la qualifica di "antisociale", che veniva affibbiata a coloro che coltivavano interessi e attività "nocive per il popolo", che potevano consistere anche soltanto, per dire, nell'avere una fede religiosa. Per non parlare del "disfattismo" che pure hai tirato in ballo, parola abusata da dittature di diversi colori per stroncare ogni tipo di pensiero indipendente :occhiali: P.S. "Antisociale", "pessimista", "disfattista"...e meno male che non c'è un pregiudizio verso i timidi. Se pure un timido se ne esce con queste parole... |
Re: "Se non hai amici è colpa tua!"
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Re: "Se non hai amici è colpa tua!"
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Re: "Se non hai amici è colpa tua!"
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Il concetto che il timido sia sempre colpevole a prescindere non è poi così sbagliato: la maggior parte delle persone pensa frasi come "sei tu che devi adeguarti al mondo, non il contrario" e inoltre considera la timidezza come qualcosa di superabile senza troppo difficoltà, ergo se non ce la fa, è "colpa" del timido. Al massimo si poteva sostituire il "sempre" con "nella maggior parte dei casi", escludendo la minoranza di persone che trova meno oneroso o ha maggiore "buona volontà" nell'interagire con un timido. Quote:
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Nella mia ottica, si tratta spesso di problemi di entità paragonabile, nel senso che non c'è nulla di strano se entrambe le parti falliscono nell'interazione a causa di queste difficoltà. E' però un ragionamento che deve valere per entrambi, non è che le difficoltà incontrate dagli "altri" valgono come giustificazione per evitare di interagire col timido ("non devono mica fargli da balia"), mentre invece il timido questa giustificazione non ce l'ha ("se cogli le occasioni d'interazione è colpa tua"). Insomma, quello che voglio dire è che la comunicazione è un processo biunivoco, e in cui non ci si dovrebbe forzare a fare qualcosa di eccessivamente oneroso perché lo ha ordinato il medico. Il timido/introverso non è certamente esonerato dal fare uno sforzo per cercare di cogliere le occasioni favorevoli alla socializzazione, ma non gli si può chiedere, a prescindere, di essere più forte di difficoltà e barriere di fronte alle quali tanta altra gente, neanche tanto timida, si arrende. La soluzione ottimale, imho, è cercare le condizioni in cui ci sia un "avvicinamento" da ambo le parti ripartendo lo "sforzo" in maniera più equa, o comunque in cui ci siano persone dal carattere più compatibile con quello del timido. E ciò, tranne che per un timido "estrovers inside", magari limitato da fobie particolari, avviene in generale con una minoranza di persone. |
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