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re: Una vita da disoccupati
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a mio avviso vale la pena di provare a vedere come sono, giusto per farsi una idea se la tematica può piacere o meno :) |
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re: Una vita da disoccupati
Io sono stato disoccupato molto a lungo e solo dopo i 30 anni ho trovato lavoro. Per esperienza posso dire che cercare tra gli annunci non è mai servito, è sempre stata una constatazione di inadeguatezza ed anche una noia orribile (perché se la vita personale è difficile, uno non sprizza certo dalla voglia di lavorare tanto per lavorare...).
Quali strade concrete ho realmente seguito per trovare lavoro (temporaneo e poi stabile): - Partecipare alle domande per inserirsi con un qualche ruolo nella scuola (però, per un sociofobico o depresso o altri problemi sociali, la scuola è un contesto durissimo, secondo me) - Avere conoscenze attraverso la famiglia o amici per rimediare un posto mal pagato (se fosse buono state tranquilli che è già assegnato), fondamentalmente sfruttato, ma c'è da dire che in questi contesti riesci a entrare con più facilità se non sei nessuno e c'è una qualche forma di tolleranza, comprensione tra colleghi e anche con i superiori. E' vero che alla fine sei sfruttato e fai un lavoro che quasi nessuno vorrebbe, però può esserci una maggior tolleranza verso le proprie stranezze che in un contesto di rigida selezione e alta professionalità magari verresti scartato subito. - Questa è la strada che per me è stata più valida: trovare un corso che sia legato ad uno stage di tante ore e possibilmente che offra altissime percentuali di occupazione degli studenti dopo il lavoro. Se è finanziato dalla regione o dall'Europa ancora meglio perché c'è interesse che gli studenti diventino lavoratori e non siano soldi buttati. Anche qui non aspettatevi lavori eccellenti, sono comunque posizioni poco desiderate, ma la formazione che c'è dietro già garantisce qualcosa di meglio. Sempre in merito alla terza strada considerate che dipende molto da regione a regione. Mi dispiace dirlo, ma ho amici al sud, al centro, al nord e tendenzialmente (ci saranno certamente eccezioni) verso sud sono più i corsi dove rimedi qualche soldo e non portano a nessun lavoro; verso nord i percorsi che ti inseriscono concretamente in un lavoro hanno problemi ma funzionano nettamente meglio. |
re: Una vita da disoccupati
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Si beh, non è che il mio stesse simpatico a molti in effetti :D Poi mi sembra che ha anche chiuso l'attività, ha una certa età ormai. Comunque per screditare qualcuno ci devono essere gravi motivi, deve stare attento anche il datore a come si comporta perché se le motivazioni non sono veramente valide rischia anche la querela per diffamazione, qua lo spiegano bene: https://www.laleggepertutti.it/19367...ete-licenziato Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk |
re: Una vita da disoccupati
Per chi non riesce a lavorare per cause di salute psicologica, lo strumento a disposizione sono le categorie protette: si deve effettuare un percorso di diagnosi e terapie, e se gli specialisti ritengono, richiedono l'invalidità ,che a una certa percentuale dà accesso alle categorie protette.
Questa è la legge; che poi non vada tutto bene nella pratica (ho sentito esperienze contrastanti in merito), è senz'altro vero. Non è uno schiocco di dita. Ma chi si trova in certe situazioni dovrebbe conoscere e riconoscere che c'è una soluzione percorribile o da valutare, esattamente come per chi ha impedimenti fisici al lavoro. Prima di "ammazzarsi", credo valga la pena considerare tutto, poi ognuno è liberissimo di valutare se provarle tutte o scartare certe strade a prescindere, l'importante è la consapevolezza. |
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Ho visto dei corsi ma al momento non mi attira nessun mestiere, ma senza quest’ultimo credo proprio che si vada in giro sempre a fare gli schiavi di qualche prenditore. |
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Io non ho parlato di "categorie protette a 200 euro al mese" ma di cat.protette generico. Nelle quali si può ottenere anche un lavoro normalmente retribuito. |
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Più che altro le discriminanti sono: - Condizioni lavorative dignitose - Paga equa rapportata al numero di ore e alle mansioni che dovrei ricoprire. (imho) |
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Andrebbero bene anche solo il giusto per rientrare nelle categorie protette, senza pensione di invalidità, a patto che si tenga conto delle mie difficoltà nella vita comune di tutti i giorni. Ma la psichiatra si è fissata che con me non vuole prendere la strada dell'invalidità. Non lo so...la specialista è lei, forse vede prospettive che a me dopo 10 anni così non passano neanche per l'anticamera del cervello. Eppure ho visto anche gente più giovane di me e con problemi minori (o protratti per minor tempo) a cui è stata riconosciuta l'invalidità. |
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Non è ovvio niente, semmai è come lo consideri TU.Io non ho mai sentito nessuno dire che il lavoro di cat.protette è da 200 euro, solo te ora. "Non puoi mai...ecc ecc" e invece questo è falso, conosco persone gratificate dal lavoro in cat protette, se non gratificherebbe te ci sta, ma allora hai un problema ad esprimere opinioni personali, li scrivi come verità condivise, o parli per te o per tutti. E no, non sono io che fraintendo, sei tu che non ti sai esprimere/non distingui (quantomeno verbalmente )l'opinione dal fatto.Il risultato è un discorso che non fila. Rilassati tu, io non ho messo punti esclamativi e non ho denigrato categorie professionali, accusato di ipocrisia a caso e dato informazioni false, percui dormo serena e pacifica. |
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Se si pensa che i lavoratori delle cat.prot.siano delle m...e, o ci si assume la responsabilità del proprio pregiudizio o si tace; altrimenti la figura di m...a è assicurata. |
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anni fa chiesi a una psicologa del CSM che mi seguiva un consiglio in merito alle categorie protette e mi disse testualmente "saro' franca, a meno che tu non abbia determinati agganci sono in gran parte fregature".
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Poi per 3 stagioni ho fatto pure il bracciante nell’azienda di mio zio a raccogliere le rape e l’insalata, 8-9 ore al giorno, quando tornavo a casa la schiena era a pezzi praticamente. Perlomeno a fare il bracciante guadagni discretamente e non stai a contatto con la gente se non extracomunitari spesso indiani che sono gente molto rispettosa e riservata, mi sono messo le mani nei capelli per la loro educazione. |
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Io ne conosco "a bizzeffe" di non ingegneri col master" che lavorano senza spintarelle, me compresa. E trovo offensivo affermare che chi non fa un lavoro altamente qualificato è stato necessariamente aiutato. (L'infermiere è un laureato e non lo metterei fra i lavori poco qualificati, peraltro). |
re: Una vita da disoccupati
Conoscete qualche politico a cui presentarmi?
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Però non penso sia facilissimo rientrare nei requisiti delle cat. protette.
Cioè penso che bisogna certificare di avere problemi di varia natura, se non hai diagnosi specifiche la vedo un pò dura onestamente. Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk |
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Mandami il tuo CV, ci penso io |
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Come per tutte le patologie ci vuole documentazione, non è che uno si sveglia "ho mal di pancia, ma non ho intenzione di curarlo né di farmi dire cos'ho, però non riesco a lavorarci con sto mal di pancia quindi datemi l'assegno". |
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Linkatemi magari, ignoro. Tutti quelli che conosco io che stanno in cat.prot prendono regolare stipendio, o fanno part time ma comunque prendono la cifra spettante. |
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io intorno al quinto anno ( quindi cinque anni di cure, sia farmacologiche che psicoterapia, compatibilmente con la disponibilità dell'ente) che andavo al CSM iniziai a informarmi..oltre alla confessione della psicologa su quanto fosse una corsa sostanzialemnte truccata, la direttrice mi disse che la depressione è una malattia da cui si guarisce, quindi bisogna insistere con le cure ( "c'è chi ha fatto 20 anni di psicoterapia") a differenza di chi fa domanda per la categorie protette per menomazioni fisiche. un'altra operatrice mi disse che avrei dovuto "gonfiare" il mio curriculum di malato, ad esempio con dei ricoveri ad hoc, facendo magari un po' il pazzo.
non ho piu' voluto toccare l'argomento, già stando male di mio, non volendo ulteriormente mischiarmi con questa merda...poi per carità, in altri posti magari si lavora diversamente, io mi limito a riportare la mia esperienza. |
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https://www.studiocataldi.it/articol...sione.asp#par4
Qui ci sono le percentuali, bisogna avere disturbi psichici molto gravi. |
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Anche per certe malattie fisiche, comunque, gli ostacoli non sono pochi. In generale conta molto il percorso, si deve dimostrare di aver provato a curarsi senza successo in tutti i modi, e ci vuole tempo per questo.E le patologie devono rientrare nelle tabelle, non sempre è così. Anche per questo, prima ci si mette in cura e meglio è. Una mia ex collega ha invalidità al 100% per somma di patologie ma soprattutto ha pesato la depressione, però é in cura costante da una vita e 20 ricoveri per depre li ha fatti davvero. Un'altra persona che conosco ha avuto la percentuale sufficiente per le categorie protette ,solo per i disturbi psicologici (non so di preciso le diagnosi ma niente di "psicotico").É più giovane ed è entrato in un'azienda che cercava il lavoratore protetto tramite centro per l'impiego (devono assumerne un certo numero per legge e non possono pagarli 200 euro)dove si trova bene e ha uno stipendio normale.É in cura al CSM da anni ma non è affatto "malmesso",ha una buona qualità di vita. Nessuno di questi due ha avuto favoritismi, ne sono abbastanza certa. Un'altra persona ha avuto le categorie per disturbi psicologici ma il posto in cui è stata inserita non rispettava le sue fragilità psicologiche facendole fare di fatto tutto come gli altri e mettendola sotto pressione ,sgridate ecc, ha dovuto lottare per resistere, alla faccia della "protezione". No quote. |
re: Una vita da disoccupati
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