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https://www.laleggepertutti.it/29282...-rischi-legali |
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Gia’ dichiarando esperienze non ti prendono manco come lavapiatti perche’ preferiscono indiani e tunisini, e adesso preparatevi alla valanga ancora di piu’ di stranieri che verranno in Italia a fare lavori del cazzo dal Regno Unito. |
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re: Una vita da disoccupati
Io neanche il diploma ho, non sono riuscito nemmeno a finire la scuola per via dei miei disturbi figuriamoci avere esperienze lavorative.
E lo psichiatra non vuole provare a farmi riconoscere anche una minima invalidità, almeno per le categorie protette. Dite che vale la pena mentire? Io dovrei reinventare completamente la mia vita, mentire spudoratamente su tutto... |
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Ma alla fine ho interrotto in terza a causa dei miei disturbi; tra le fobie, la depressione, i sintomi del doc che si facevano sempre più invalidanti...non riuscivo più ad andare avanti. A 16 anni mi ero già isolato in casa da tutto e tutti e da lì è iniziato poi il declino. |
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non andavi così male a scuola da quanto dici :) sul discorso del tuo psichiatra non entro nel merito in quanto sono ignorante in materia, pertanto non so quale motivo lo spinga a non riconoscerti l'invalidità |
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so che qualche azienda lo fa. oppure con i corsi di inglese, una volta mi è arrivata a casa una proposta di lavoro e mi chiedevano di presentare l'attestato del livello poi penso che comunque le aziende possano autonomamente fare delle verifiche se vogliono con l'università:pensando: a mio avviso la vera difficoltà nel cercare lavoro sta nel fatto che molti selezionatori utilizzano per la scrematura dei CV i cosiddetti ATS.. non so se li avete mai sentiti. quindi anche la stesura del curriculum va fatta ad hoc per gli annunci utilizzando adeguate parole chiave che riescano ad essere rilevati dal software. assurdo che si arrivi ad una prima selezione così.. |
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Poi l'andamento scolastico è andato peggiorando di pari passo all'aggravarsi della mia condizione mentale. Ho ripetuto una volta la terza perché la prima volta ho sospeso prima di essere bocciato per le assenze principalmente. La seconda volta ho finito la terza giusto per inerzia, ma stavo già male. L'anno successivo ho provato a frequentare due mesi e poi non sono più uscito di casa. Ai corsi serali ho pensato diverse volte, ma ormai sono anni che non apro un libro. Poi ci sono tutte le conseguenze della depressione e del resto sull'aspetto cognitivo; non riesco a mantenere l'attenzione neanche per guardare un video di 10 minuti su youtube. Sono anche seguito da uno psicologo specializzato in riabilitazione neurocognitiva ma finora non è che abbia influito positivamente. Ormai non ho più le forze, la mia testa non ce la fa più e sono da anni ridotto all'analfabetismo funzionale. E poi i problemi legati a tutte le fobie e paure, dall'uscire di casa al non riuscire a concludere. In questo caso aumenterebbe ancora di più il mio senso di colpa per aver fatto spendere altri soldi ai miei. Se fallisco so già che non mi rialzerò più, e già da adesso cammino a quattro zampe... Poi c'è il fatto che nella mia zona non è che ci sia tanta scelta riguardo i corsi serali, solo alberghiero e meccanica... Oppure la scuola dove andavo io, ma è a 45km di distanza e con l'artistico non si va da nessuna parte. Quote:
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Io la chiamo la regola dell'imbuto..più vai avanti con gli anni, più l'imbuto si restringe. A 20 anni puoi ancora perdere anni a scuola e diplomarti, provare più di una facoltà universitaria o iniziare nuovi lavori
a 25 anni almeno la scuola dovresti averla conclusa, e deciso la strada da seguire, ma ti è ancora concesso iniziare un percorso, fallirlo e tornare indietro a 28 anni si da per scontato che si abbia: 1 - una formazione universitaria specializzata e qualche esperienza di stage qualificante o collaborazioni importanti nel settore 2 - In alternativa, un diploma e molta esperienza lavorativa a 30 anni, al punto 1 va aggiunta almeno un'esperienza di qualche anno da junior in un lavoro qualificato e badate bene, questo è quello che succede là fuori, tra le mie conoscenze e tutte le opinioni lette su internet la linea di pensiero è questa arrivare oltre i 28 anni senza esperienza, senza una laurea ti costringe a trovare un modo per partire da 0 e arrivare a 100 nel più breve tempo possibile tradotto in altri termini, per chi per un motivo o per l'altro è rimasto troppo indietro in età avanzata, bisogna concentrarsi subito ed esclusivamente su settori in cui c'è forte domanda di mercato e (relativamente) poca offerta.. un esempio? tutto ciò che ruota intorno alle professioni in digitale, ci sono tantissime nicchie ancora da esplorare per chi è bravo con la matematica,ci sono corsi anche online di programmazione, sviluppo web, intelligenza artificale, ecc per chi è portato alle relazioni umane e a prendersi cura dei bisogni altrui, corso OSS... non ci sono molte alternative a dire il vero, forse solo questi due campi, per chi non se la sente di frequentare l'università a 30 anni... segui le tue passioni sì, ma solo se sono market-oriented... |
Ma secondo voi un corso serale è facile da affrontare per uno che a parte essere una sega sui libri non ha una macchina, magari ha pochi soldi, ha pochissima motivazione? E in piu’ che non apre libri da anni e anni.
Poi parlate di specializzarsi nel digitale ma secondo voi tutti hanno skills mentali per studiare quella roba? Io gia’ è tanto se sono riuscito a finire le medie e fare lavori generici. È chiaro che un domani saranno cazzi, ma uno che deve fare? Ammazzarsi?! |
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L’ho fatto sotto altri ma i giardinieri sfruttano tutti. |
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Il punto è che si punta al liceo senza saper cosa fare o si punta all'università per chi è fobico per fuggire dal lavoro. Sbagliato, dovete seguire le vostre inclinazioni o interessi altrimenti rischiate di entrare in un vortice di smarrimento. Se uno non ha interessi dovrebbe indagare sul clima che ha in casa e adattarsi a quel che si trova.
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Io ho avuto il primo contratto di lavoro serio a quasi 40 anni proprio tramite una formazione nel digitale. Ma non so quando durerò perché il mio cervello ormai mi pare molto "lento" e le competenze tecniche rimangono ferme allo stesso livello.
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Comunque come braccianti agricoli nelle aziende medio-grandi qualcosa si trova, e visto che sei italiano ti fanno portare il trattore, accendere l’acqua nei terreni, portare il furgone, andare a fare spese, io l’ho fatto per 3 stagioni ma so di vecchie conoscenze che erano con me alle superiori che lo fanno perche’ col diploma non hanno trovato altro, gli danno 1.000 euro al mese, 10/11 ore al giorno, e spesso 7 su 7.
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re: Una vita da disoccupati
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Ma probabilmente i miei disturbi mi ci avrebbero portato qualsiasi strada avessi scelto, purtroppo quando la testa è malata ci si fa poco... Ora sono talmente alienato che ho totalmente perso la bussola. Non ho più interessi, non ho alcuna inclinazione, non ho alcun obiettivo, non ho uno scopo, non ho la più pallida idea che cosa fare o quale strada seguire, non vedo più alcuna prospettiva, non ho più speranza in niente. |
re: Una vita da disoccupati
Noradenalin, anche a me dispiace leggere queste cose.
Stavo pensando, dici di non avere inclinazioni, nessuno scopo, obiettivo, prospettiva eccetera... in alcune di queste cose ti capisco bene dato che le abbiamo in comune. Ma non ci credo che tu non abbia nessun interesse, inteso come qualcosa che ti piace o ti appassiona. Un qualcosa ci deve pur essere. |
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re: Una vita da disoccupati
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Se trovano chi lo fa non necessariamente é pazzo, può semplicemente avere bisogno di magnare. |
re: Una vita da disoccupati
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io alle medie non ero affatto una persona che studiava, non me ne fregava nulla e non mi trovavo bene con la mia classe. se mi chiedevano di uscire per l'interrogazione rispondevo tranquillamente che potevano mettermi l'impreparato. in terza media ho rischiato seriamente la bocciatura. vedevo che non ero socialmente accettata dai compagni e pure dagli insegnanti ero considerata male ovviamente per via del mio rendimento scolastico. sono arrivata alla fine della prima superiore con fatica e con un solo debito in matematica (nelle altre materie ero attorno alla sufficienza), materia che mi è sempre sembrata impossibile e avevo lacune molto ampie dalle medie.. ho capito che non potevo andare avanti così, e siccome non potevo fare molto dal punto di vista sociale (non ci si fa amici dall'oggi al domani ed avevo poco margine di migliorare in tal senso), mi sono messa sotto con lo studio.. non che sia stato facile, ma durante l'estate tra la prima e la seconda superiore ho riconsiderato molto l'apprendimento e le conoscenze date dallo studio, mi hanno dato una visione differente delle cose e di come sia importante essere persone "colte" (passatemi il termine, ma avete capito cosa intendo). avevo pure cominciato ad apprezzarlo lo studio perchè sentivo che aumentava la mia autostima ed ero anche diventata più interessante socialmente anche per gli altri. per me lo studio è stato una valvola di sfogo che mi ha permesso di migliorare in tanti ambiti. ovviamente non sono un genio :D ma sono contenta di ciò che ho fatto, alla base da parte mia c'è stata una forte motivazione a voler cambiare :) ecco, volevo solo riportare la mia esperienza :) Quote:
se ritieni che lo specialista da cui vai ti possa aiutare, magari segui il suo consiglio :) forse vuole solo spronarti a farlo. |
re: Una vita da disoccupati
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E gente che ha bisogno e accetta simili condizioni la trovano sicuramente. Ma è illegale. Piuttosto che trovare dei disperati ricattabili di cui approfittarsi, dovrebbero trovare qualcuno che li mette fuori mercato, visto che non rispettano le norme. |
re: Una vita da disoccupati
Il problema è che non ti sfami nemmeno secondo me.
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re: Una vita da disoccupati
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Dovrei vivere da schiavo e arrancare, ammazzarmi di lavoro per riuscire ad arrivare a fine mese e avere giusto i soldi per sfamarmi a malapena e pagare le bollette? Con tutti i problemi che ho già? Il problema è che forse è una delle uniche prospettive che ho riguardo al lavoro... Quote:
Prima disegnavo, ma ormai è un anno che non tocco più un foglio e una matita. Il DOC e l'anedonia si sono portati via anche quello, che inizialmente era l'unica cosa che mi mandava avanti anche se so che non vi avrebbe mai pagato da mangiare. Ora le mie giornate sono vuote, scandite solo dagli orari delle varie attività inutili i pochi giorni che riesco ad uscire di casa per andare al centro di ricovero o dagli orari per le medicine. Arrivo a sera per inerzia, vegetando sul letto o sul divano, o impalato davanti allo schermo del pc senza nemmeno sapere bene cosa fare, per provare a distrarmi dai vari pensieri ossessivi e rimuginii. Poi inizia la lotta per riuscire a dormire qualche ora. |
re: Una vita da disoccupati
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