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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Mutevole è il Tutto, tranne Te
Le gocce d'una pioggia temporalesca sono invisibili per quanto cadono veloci e scompaiono nell'impatto al suolo. Le mie giornate erano diventate come quelle stesse gocce: passavano celeri e sparivano nel mare dell'eternità. Ogni tanto un raggio di sole si affacciava, addolcendo quelle giornate rendendole più gocce di rugiada che gocce di pioggia. Ma poi ritornava il temporale. Un giorno però il sole si aprì la via tra le nubi, spintonandole via facendole sparire alla vista, accecandomi. Il tempo iniziò a rallentare fin quasi a fermarsi: l'aria sembro schiarirsi e ogni respiro sembrava dolce come il miele. Nessuna cosa mi attraeva più di quel sole, tanto che mi misi a correre verso di lui per abbracciarlo e baciarlo. Quella stella luminosa e immortale divenne la mia ragione di vita:quella stella sei Tu. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Hai ritrovato la tua ombra, Peter?
L'hai guardata scappar via tra fumi velenosi che a respirare, dan come pena l'incapacità di sognare Poi le sei volato dietro senza ali da spiegare L'hai sentita chiamarti di lontano Ma stavi ascoltando una sveglia ticchettare da acidi gastrici immersi in mare Quel mare che morde e ti strappa via l'aria Non annegare, ricordati di librare Legato con un filo a lei che sta aspettando Non hai finito e non saprai quando Di percorrere aree esposte e di cercare risposte Il veliero pirata non è la tua tana Come un aquilone tu devi volare Più in alto del mare e dei fumi velenosi, Nello spazio superiore la tua ombra è là Su quell'isola mai concepita Vai e ricorda, giovane Peter La seconda stella è sempre la più lontana.. By Chained to dust, scritta poco fa, commenti negativi vietati :timidezza: |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale - mediterraneo
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale siccome i ciottoli che tu volvi, mangiati dalla salsedine; scheggia fuori del tempo, testimone di una volontà fredda che non passa. Altro fui: uomo intento che riguarda in sé, in altrui, il bollore della vita fugace — uomo che tarda all’atto, che nessuno, poi, distrugge. Volli cercare il male che tarla il mondo, la piccola stortura d’una leva che arresta l’ordigno universale; e tutti vidi gli eventi del minuto come pronti a disgiungersi in un crollo. Seguìto il solco d’un sentiero m’ebbi l’opposto in cuore, col suo invito; e forse m’occorreva il coltello che recide, la mente che decide e si determina. Altri libri occorrevano a me, non la tua pagina rombante. Ma nulla so rimpiangere: tu sciogli ancora i groppi interni col tuo canto. Il tuo delirio sale agli astri ormai. Eugenio Montale |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"Nubi di fiato rappreso s'addensano sugli occhi in uno stanco scorrere di ombre e di ricordi: una festa, un frusciare di gonne, uno sguardo, due occhi di rugiada, un sorriso, un nome di donna: Amore Non Ne Avremo." "Il cuore batte con l'orologio, il cervello pulsa nella strada: amore e odio pianto e riso. Un'automobile confonde tutto: vuoto assoluto. Era di passaggio." "Stormo d'ali contro il sole, capitombolo nel vuoto. Desiderio, erezione, masturbazione, orgasmo. Strade silenziose, volti rassegnati: la notte inghiotte la città." "E venne da noi un adolescente dagli occhi trasparenti e dalle labra carnose, alla nostra giovinezza consunta nel paese e nei bordelli. Non disse una sola parola nè fece gesto alcuno: questo suo silenzio e questa sua immobilità hanno aperto una ferita mortale nella nostra consunta giovinezza. Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni." "Lunga è la notte e senza tempo. Il cielo gonfio di pioggia non consente agli occhi di vedere le stelle. Non sarà il gelido vento a riportare la luce, nè il canto del gallo, nè il pianto di un bimbo. Troppo lunga è la notte, senza tempo, infinita." "I miei occhi giacciono in fondo al mare nel cuore delle alghe e dei coralli. Seduto se ne stava e silenzioso stretto a tenaglia tra il cielo e la terra e gli occhi fissi nell'abisso." |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
A Girl The tree has entered my hands, The sap has ascended my arms, The tree has grown in my breast - Downward, The branches grow out of me, like arms. Tree you are, Moss you are, You are violets with wind above them. A child - so high - you are, And all this is folly to the world. Ezra Pound |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
All'amato me stesso
Quattro. Pesanti come un colpo.(Vladimir Majakovskij) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
I never hear the word "Escape" Without a quicker blood! A sudden expectation! A flying attitude! I never hear of prisons broad By soldiers battered down - But I tug, childish, at my bars Only to fail again! Emily Dickinson |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Alla mia nazione Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico ma nazione vivente, ma nazione europea: e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti, governanti impiegati di agrari, prefetti codini, avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi, funzionari liberali carogne come gli zii bigotti, una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino! Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti, tra case coloniali scrostate ormai come chiese. Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti, proprio perché fosti cosciente, sei incosciente. E solo perché sei cattolica, non puoi pensare che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male. Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo. P.P.Pasolini |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Oggi sprofondo nella malinconia pensando a tutto quello che avrebbe potuto essere.
Prospettiva da "Due punti" Si sono incrociati come estranei, senza un gesto o una parola, lei diretta al negozio, lui alla sua auto. Forse smarriti O distratti O immemori Di essersi, per un breve attimo, amati per sempre. D'altronde nessuna garanzia Che fossero loro. Sì, forse, da lontano, ma da vicino niente affatto. Li ho visti dalla finestra E chi guarda dall'alto Sbaglia più facilmente. Lei è sparita dietro la porta a vetri, lui si è messo al volante ed è partito in fretta. Cioè, come se nulla fosse accaduto, anche se è accaduto. E io, solo per un istante Certa di quel che ho visto, cerco di persuadere Voi, Lettori, con brevi versi occasionali quanto triste è stato. Wislawa Szymborska |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Il 16 maggio 1973 da "La fine e l'inizio" Una delle tante date Che non mi dicono più nulla. Dove sono andata quel giorno, che cosa ho fatto - non lo so. Se lì vicino fosse stato commesso un delitto - non avrei un alibi. Il sole sfolgorò e si spense Senza che ci facessi caso. La terra ruotò E non ne presi nota. Mi sarebbe più lieve pensare Di essere morta per poco, piuttosto che ammettere di non ricordare nulla benché sia vissuta senza interruzioni. Non ero un fantasma, dopotutto, respiravo, mangiavo, si sentiva il rumore dei miei passi, e le impronte delle mie dita dovevano restare sulle maniglie. Lo specchio rifletteva la mia immagine. Indossavo qualcosa d'un qualche colore. Certamente più d'uno mi vide, Forse quel giorno Trovai una cosa andata perduta. Forse ne persi una trovata poi. Ero colma di emozioni e impressioni. Adesso tutto questo è come Tanti puntini tra parentesi. Dove mi ero rintanata, dove mi ero cacciata - niente male come scherzetto perdermi di vista così. Scuoto la mia memoria - Forse tra i suoi rami qualcosa Addormentato da anni Si leverà con un frullo. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La Nature est un temple où de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles; L'homme y passe à travers des forêts de symboles Qui l'observent avec des regards familiars. Comme de long échos qui de loin se confondent Dans une ténébreuse et profonde unité, Vaste comme la nuit et comme la clarté, Les pafums, les couleurs et les sons se répondent. Il est des parfums frais comme des chairs d'enfants, Doux comme del hautbois, verts comme les prairies, - Et d'autres, corrompus, riches et triomphants, Ayant l'expansion des choses infinies, Comme l'ambre, le musc, le benjoin et l'encens, Qui chantent les transports de l'esprit et des sens. Charles Baudelaire, "Correspondances", "Les Fleurs du Mal" Omaggio alle mie Langhe con la poesi più simbolista di Charles http://www.industriadelturismo.com/w...he-300x224.jpg |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Scrivere un curriculum Che cos'e' necessario? E' necessario scrivere una domanda, e alla domanda allegare il curriculum. A prescindere da quanto si e' vissuto e' bene che il curriculum sia breve. E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti. Cambiare paesaggi in indirizzi e malcerti ricordi in date fisse. Di tutti gli amori basta quello coniugale, e dei bambini solo quelli nati. Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu. I viaggi solo se all'estero. L'appartenenza a un che, ma senza perche'. Onorificenze senza motivazione. Scrivi come se non parlassi mai con te stesso e ti evitassi. Sorvola su cani, gatti e uccelli, cianfrusaglie del passato, amici e sogni. Meglio il prezzo che il valore e il titolo che il contenuto. Meglio il numero di scarpa, che non dove va colui per cui ti scambiano. Aggiungi una foto con l'orecchio in vista. E' la sua forma che conta, non cio' che sente. Cosa si sente? Il fragore delle macchine che tritano la carta Wislawa Szymborska |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Solo e pensoso i più diserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti, e li occhi porto per fuggire intenti ove vestigio uman l’arena stampi. Altro schermo non trovo che mi scampi dal manifesto accorger de le genti, perché ne li atti d’allegrezza spenti di fuor si legge com’ io dentro avampi. Sì ch’io mi credo omai che monti et piagge e fiumi e selve sappian di che tempre sia la mia vita, ch’è celata altrui. Ma pur sì aspre vie né si selvagge cercar non so, ch’Amor non venga sempre ragionando con meco, e io con lui. F.Petrarca ----- Solo e pensieroso cammino con lentezza per i campi più deserti e giro lo sguardo per sfuggire luoghi dove si vedono tracce umane. Non trovo altro riparo che mi salvi dal fatto che gli altri si accorgano della mia condizione perché negli atti tristi che compio si vede da fuori come io bruci dentro. Così io credo ormai che monti e campagne, fiumi e boschi sappiano già di quale tipo sia la mia vita che nascondo agli altri. Tuttavia non riesco a trovare strade così aspre e difficili in modo che l’amore non mi segua parlando con me e io con lui. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Dono
Un giorno così felice. La nebbia si alzò presto, lavoravo in giardino. I colibrì si posavano sui fiori del quadrifoglio. Non c'era cosa sulla terra che desiderassi avere. Non conoscevo nessuno che valesse la pena d'invidiare. Il male accadutomi, l'avevo dimenticato. Non mi vergognavo al pensiero di essere stato chi sono. Nessun dolore nel mio corpo. Raddrizzandomi, vedevo il mare azzurro e vele. Czeslaw Milosz |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Oblio
Chiusi nei vetri della serra Scordano i fiori come splende il sole com'è fresca la brezza quando spira. Konstantinos Kavafis |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il dolore
Il dolore è un postino grigio, silenzioso, col viso asciutto, gli occhi d'un azzurro chiaro, dalle sue spalle fragili pende la borsa, il vestito è scuro e consumato. Nel suo petto batte un orologio da pochi soldi; timidamente sguscia di strada in strada, si stringe ai muri delle case, sparisce in un portone. Poi bussa. E ha una lettera per te. Attila Jozsef |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
in cammino di Hermann Hesse
Non esser triste, presto sarà notte, e sul paese pallido vedremo fresca la luna sorridere furtiva e poseremo, mano nella mano. Non esser triste, presto verrà il tempo che avremo pace. Le nostre croci stanno a due sul margine lucente della via, e piove e nevica e il vento viene e va. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Sotto una piccola stella
Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità. Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio. Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia. Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria. Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante. Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo. Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa. Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito. Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto. Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino. Perdonami, speranza braccata, se a volte rido. Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua. E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia, immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto, assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato. Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo. Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte. Verità, non prestarmi troppa attenzione. Serietà, sii magnanima con me. Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico. Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado. Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque. Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna. So che finché vivo niente mi giustifica, perché io stessa mi sono d'ostacolo. Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche, e poi fatico per farle sembrare leggere. Wislawa Szymborska |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Make me a picture of the sun -
So I can hang it in my room. And make believe I'm getting warm When others call it "Day"! Draw me a Robin - on a stem - So I am hearing him, I'll dream, And when the Orchards stop their tune - Put my pretense - away - Say if it's really - warm at noon - Whether it's Buttercups - that "skim" - Or Butterflies - that "bloom"? Then - skip - the frost - upon the lea - And skip the Russet - on the tree - Let's play those - never come! Emily Dickinson Fammi un quadro del sole - Così potrò appenderlo nella mia stanza. E far finta di scaldarmi Quando gli altri lo chiamano "Giorno"! Disegnami un Pettirosso - su un ramo - Così ascoltandolo, sognerò, E quando i Frutteti cesseranno il canto Metterò la mia finzione - via - Dimmi se è davvero - caldo a mezzogiorno - Se Ranuncoli - che "svolazzano" - O Farfalle - che "fioriscono"? Poi - salta - il gelo - sul prato - E salta il Rossiccio - sull'albero - Facciamo finta che - non arrivino mai! Here the frailest leaves of me HERE the frailest leaves of me and yet my strongest lasting, Here I shade and hide mu thoughts, I myself do not expose them, And yet they expose me more than all my other poems. Walt Whitman Qui le più fragili mie foglie Qui le più fragili mie foglie, e tuttavia quelle che più forti resisteranno, qui copro e nascondo i miei pensieri, non voglio rivelarli, e tuttavia essi mi rivelano più che tutti gli altri miei versi. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Debole sistro al vento...
Debole sistro al vento d’una persa cicala, toccato appena e spento nel torpore ch’esala. Dirama dal profondo in noi la vena segreta: il nostro mondo si regge appena. Se tu l’accenni, nell’aria bigia treman corrotte le vestigia che il vuoto non ringhiotte. Il gesto indi s’annulla, tace ogni voce, discende alla sua foce la vita brulla. Eugenio Montale |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Devota come ramo
curvato da molte nevi allegra come falò per colline d’oblio, su acutissime làmine in bianca maglia d’ortiche, ti insegnerò, mia anima, questo passo d’addio… Amore, oggi il tuo nome al mio labbro è sfuggito come al piede l'ultimo gradino... Ora è sparsa l'acqua della vita e tutta la lunga scala è da ricominciare. T'ho barattato, amore, con parole. Buio miele che odori dentro diafani vasi sotto mille e seicento anni di lava - ti riconoscerò dall'immortale silenzio. La Tigre Assenza (pro patre et matre) Ahi che la Tigre, la Tigre Assenza, o amati, ha tutto divorato di questo volto rivolto a voi! La bocca sola pura prega ancora voi: di pregare ancora perché la Tigre, la Tigre Assenza, o amati, non divori la bocca e la preghiera... Cristina Campo |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La notte
Ma la notte ventosa, la limpida notte che il ricordo sfiorava soltanto, é remota, é un ricordo. Perdura una calma stupita fatta anch’essa di foglie e di nulla. Non resta, di quel tempo di là dai ricordi, che un vago ricordare. Talvolta ritorna nel giomo nell’immobile luce del giomo d’estate, quel remoto stupore. Per la vuota finestra il bambino guardava la notte sui colli freschi e neri, e stupiva di trovarli ammassati: vaga e limpida immobilità. Fra le foglie che stormivano al buio, apparivano i colli dove tutte le cose del giomo, le coste e le piante e le vigne, eran nitide e morte e la vita era un’altra, di vento, di cielo, e di foglie e di nulla. Talvolta ritoma nell’immobile calma del giomo il ricordo di quel vivere assorto, nella luce stupita. Cesare Pavese |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non dedicarmi troppo tempo
Non dedicarmi troppo tempo, non pormi tante domande. Non sfiorare la mia mano con i tuoi occhi buoni, fedeli. Non seguirmi in primavera lungo le pozzanghere. Lo so: una volta ancora, nulla verrà fuori da questo incontro. Forse pensi: è per superbia che non mi vuole amico. Non la superbia - l’amarezza tiene così alta la mia testa. Bella Achatovna Achmadulina |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Qua la vita ha la morte per amica, lungi da occhi e orecchi umido vento insieme al flutto cereo si affatica, spiriti vanno in frale bastimento alla deriva e ignorano la forza che li spinge: ogni onda qua si smorza, ogni cosa che cresce non fa scorza… Vanno dove non sanno, senza vento. Swinburne |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Che cos'è avvenuto dei miei amici
che tanto mi erano vicini e tanto amavo? Credo che sono troppo sparsi; Non furono ben curati, e sono andati. [...] Sono amici che il vento si porta, e c'era vento di fronte alla mia porta, li portò via Rutebeuf (la traduzione non è il massimo) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Vado a dormire
Denti di fiori, cuffia di rugiada, mani di erba, tu, dolce balia, tienimi pronte le lenzuola terrose e la coperta di muschio cardato. Vado a dormire, mia nutrice, mettimi giù. Mettimi una luce al capo del letto una costellazione; quella che ti piace; tutte van bene; abbassala un pochino. Lasciami sola: ascolta erompere i germogli... un piede celeste ti culla dall'alto e un passero ti traccia un percorso perché dimentichi... Grazie. Ah, un incarico se lui chiama di nuovo per telefono digli che non insista, che sono uscita... Alfonsina Storni |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Io e la mia ombra ci siamo messi in cammino
Come un uccello folle Come un cieco ti seguo Come può una sola stella osare Amore mio, ho già chiesto a tutti i vagabondi Come sei quando apri le ali. (David Grossman) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
a volte penso che sei
come l'acqua che sai si può bere però non si può stringere mai ma è caduta una stella e tutto si avvererà con le dita provo a toccare tutti i sogni che fai a volte sento che sei come il mare e vorrei spogliarmi e tuffarmi giù nel profondo di te |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Pensiero alla fine di una giornata:
Come tutti, rischi di essere un’acquiescente paria Che s’infila nella maglia della quotidiana Realtà, a cui la fiacchezza ben s’adatta. Ma la giovane forza si contrappone E porta avanti, e porta lontano, dove dell’attuale condizione non trovi traccia, né di un male che trasformi in rettili gli esseri dell’umana natura. Là forse troverai l’arco di luce che aiuta a svelarsi Dell’umano un’altra faccia, e dove Puoi guardare indietro con disincanto. Intanto però non sai Chi potrà giungere Alle soglie di quel mondo Più reclamato che visto, a tendere una mano. Giuseppe Solardi. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il Natale
E' natale e tutto tace C'è qualcosa sulla brace Non è pollo nè tacchino P*rco Dio è Gesù Bambino Paolo Chiavator |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Le osterie A me piacciono gli anfratti bui delle osterie dormienti, dove la gente culmina nell’eccesso del canto, a me piacciono le cose bestemmiate e leggere, e i calici di vino profondi, dove la mente esulta, livello di magico pensiero. Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto malvissuto e scostante, meglio l’acre vapore del vino indenne, meglio l’ubriacatura del genio, meglio sì meglio l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite; io amo le osterie che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco, e poi nelle osterie ci sta il nome di Charles scritto a caratteri d’oro. Alda Merini |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Giorno d'autunno
Signore: è tempo. Grande era l’arsura. Deponi l’ombra sulle meridiane, libera il vento sopra la pianura. Fa’ che sia colmo ancora il frutto estremo; concedi ancora un giorno di tepore, che il frutto giunga a maturare, e spremi nel grave vino l’ultimo sapore. Chi non ha casa adesso, non l’avrà. Chi è solo a lungo solo dovrà stare, leggere nelle veglie, e lunghi fogli scrivere, e incerto sulle vie tornare dove nell’aria fluttuano le foglie. Rainer Maria Rilke |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Guai a chi si costruisce il suo mondo da solo.
Devi associarti a una consorteria di violinisti guerci, di furbi larifari, di nani del Veronese, di aiuole militari, di impiegati al catasto, di accòliti della Schickeria. E ballare con loro il verde allegro dello sfacelo, le gighe del marciume inorpellato, inchinarti dinanzi ai feticci della camorra, come Abramo dinanzi al volere del cielo. Guai a chi sulla terra è sprovvisto di santi, guai a chi resta solo come un re disperato fra neri ceffi di lupi digrignanti. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non sappiamo separarci
Non sappiamo separarci, vagabondiamo sempre uniti, inizia già a imbrunire, tu sei pensoso, io taccio. Entriamo in chiesa, vediamo esequie, battesimi, nozze, usciamo senza guardarci... perché per noi non è così? O sediamo sulla neve sfatta del cimitero, sospiriamo appena, e col bastone tu tracci sale dove per sempre staremo insieme Anna Achmatova |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non m'importa che la mia sorte terrena
Abbia assai poco di terreno in sé, che anni d'amore si siano perduti in un solo minuto di rancore. Né mi addolora che altri disperati Di me, mia cara, siano più felici, ma che tu soffra per questo mio destino, che mi porta a fuggire sempre via. -- Edgar Allan Poe -- |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
E DOMANI? Sono il signor Doppelgänger, un’ombra, e ti vengo dietro zoppicando, come un dado nel giuoco dell’Oca. Non appenderti a me, ti abitueresti al mio vano, al mio irsuto brontolio, come al borbottare di una pentola. (Una danza di trombe e omini rossi era quel giorno il tramonto sul mare). Non lasciarti ingannare dalle mie favole, da questo bowling di parole, da questo mastichio disperato di frottole. Che cosa può darti il re delle ciarle, se non un branco di sillabe che hanno pelame di volpe, ma niente coraggio. Sono un ex-voto luccicante, inerte: in me si muovono solo i vocaboli, torride cascate di fonemi. E il cuore piange. (Maschere azzurre coprivano il viso degli alberi, affondavi come una barca nel muschio, la corteccia odorava come un ricordo). Sono il signor Doppelgänger, un’ombra. Non invaghirti di me, non potremmo vivere su una piramide di sedie. A.M. Ripellino |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Abbiamo tutti una vita
Abbiamo tutta una vita da NON vivere insieme. Sugli scaffali di Dio s’impolverano i gesti possibili: le mosche cherubiche insozzano le nostre carezze; stanno appollaiati come gufi i sentimenti impagliati. “Merce inesitata” – griderà l’angelo d’ottone - dieci casse di vite, di possibili. E avremo anche una morte da morire: una morte casuale, innecessaria, distratta, senza te. Giorgio Manganelli |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Se mi stai cercando
mi troverai oltre il regno del nulla. Dietro il regno del nulla c’è un luogo dove nelle vene dell’aria scorrono i soffici semi piumosi che annunciano al più lontano cespuglio il momento della fioritura. Sulla sabbia puoi vedere le lievi impronte del cavaliere che è salito di primo mattino sulla collina del sacrificio rossa di anemoni. Dietro il nulla l’ombrello dei desideri si apre e da lì esce il canto della pioggia quando il vento della sete arriva dalle foglie fino alle radici. Qui si è soli e in questa solitudine l’ombra di un olmo si prolunga nell’eternità. “Se mi vieni a trovare Vieni lentamente e con gentilezza per non spezzare la fragile porcellana Della mia solitudine.” Sohrab Sepehri |
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