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Re: A chi o cosa chiedere aiuto?
Non funziona così neanche con i medici di malattie fisiche. Dipende cos'hai, ma solitamente non fanno tutto loro. La differenza con lo psichiatra è che possono farti esami strumentali, ma anche quando non risulta niente, ti curano comunque facendo la diagnosi in base ai sintomi descritti, e si possono intraprendere terapie che possono dare anche buoni o ottimi risultati. Certo ci vuole la corretta diagnosi e la terapia, di farmaci, dieta, comportamenti, deve avere una parte molto proattiva del paziente. Il chirurgo sì ti aggiusta le parti rotte, ma anche lì devi essere collaborativo: seguire la terapia pre e post, assumere i farmaci nel modo corretto, non fare sforzi, fare fisioterapia ecc...
Mi pare però che qui più che cercare una soluzione al problema interno, si voglia risolvere la situazione esterna, e questo nessuno specialista mai lo farà, al massimo puó dare le forze per provare a cambiare quello che è in potere del singolo cambiare(non il libero arbitrio altrui) o cercare di correggere pensieri disfunzionali in merito alla situazione. Ma la vita in cui si abita resta quella, nessuno la cambierà, né il singolo né il terapeuta. |
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?
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Re: A chi o cosa chiedere aiuto?
Ma la salute ha a che fare solo con qualcosa di locale?
La situazione esterna non impatta sulla salute? Lo specialista può anche non essere in grado di modificare certe cose, però non affermi che sono indipendenti dagli assetti esterni, questa indipendenza nessuno l'ha mai dimostrata caso per caso. Il problema interno non è separato e diviso dall'esterno. Poi per me rappresenta una cosa paradossale sostenere che si hanno le cure per curare dei problemi relazionali e poi si presuppone che una persona abbia certe competenze relazionali per riuscire a seguire le cure che hanno messo in piedi proprio per risolvere questi problemi. Se si vuol parlare correttamente di cure in questi ambiti qua secondo me bisogna togliere di mezzo ogni forma di responsabilità, perché la responsabilità sempre un costrutto psicologico e mentale è, e se bisogna curare anche questa non si può sostenere che un tizio "non vuole essere curato" ma più correttamente ed onestamente che la cura non funziona nel caso in esame. Se durante la psicoterapia uno suggerisce e ordina velatamente ad una persona di esporsi e questa non lo fa, come si risolve la cosa? :nonso: Si dirà che la persona non vuole essere curata, ma secondo me è scorretto fare così. dovrebbe essere la terapia stessa che riesce a convincere la persona ad esporsi e se fa cilecca, la terapia non funziona. Se poi interventi esterni riescono a creare e modificare certi assetti mentali, non capisco perché non possano essere considerati terapeutici al pari di altre cose che vengono fatte tra quattro mura senza contattare altri organi e strutture. Se io non sto bene e loro non riescono a risolvere questo mio non star bene, io deduco che la cura per il mio non star bene non ce l'hanno adesso e non che io non voglio star bene. |
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Nel mio caso, si trattava di una tradizionale e ben nota chiusura degli abitanti della regione in cui vivo. |
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