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Qui, su questo poliedrico forum, ci sono parecchie persone che hanno un NON VISSUTO, che NON POSSONO SPERIMENTARE SE' STESSI, che VIVONO FUORI DALLA REALTA'. Ed il motivo per cui versano in questa condizione, non risiede in qualcosa di esclusivamente volontario, ma in limiti psicologici e fisici (perchè l'ansia si somatizza nei modi più svariati), che impediscono la stragrande maggioranza di esperienze reali. Cominciate a capire che vi leggono persone che hanno abilità sociali pari a zero. Cominciate a capire che il semplice parlare (azione per voi tanto naturale), è per altri tanto impegnativo, a livello fisico e mentale, da essere quasi preferibile il mutismo. Cominciate a capire che se l'ansia viene somatizzata in forme gravi, stare a contatto con le persone fa esplodere il cuore, togliere il respiro, sudare anche se ci sono -10°, tremare come foglie, perfino svenire... Costruirsi un vissuto, sperimentare sè stessi, mettersi alla prova nella realtà, sono tutte situazioni che in passato e nel presente, vi è stato concesso di fare, non solo per una scelta dettata dalla vostra volontà, ma anche perchè vi trovavate/trovate in una condizione privilegiata rispetto a tante persone che frequentano questo luogo. Quote:
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Immagina di essere un ragazzo per il quale parlare è la cosa più difficile in assoluto. Di aver passato tutta la vita ad osservare gli altri (a scuola, al supermercato, per strada, in autobus, in palestra, ecc...) e vederli parlare, la cosa che per te è in assoluto più difficile e che per loro è tanto naturale. Di provare il fortissimo desiderio di interagire con gli altri, di pensare di poter dare il tuo contribuito nelle conversazioni, di pensare di avere un punto di vista interessante o più semplicemente di voler fare una battuta...tutti questi pensieri che ti ruotano in testa, ma restano lì perchè non riesci a verbalizzarli. Non pensi che quelle che tu chiami "lamentele" e che in realtà sono grida di esasperazione, sarebbero in gran parte giustificate? Se il non riuscire a rendersi simpatico agli altri o farsi notare dagli altri, non dipendesse da qualcosa che la pura volontà possa controllare, non credi che ti incazzeresti? Non pensi che la tua frustrazione e la tua rabbia avrebbero bisogno di una valvola di sfogo, come appunto le "lamentele"? Quote:
Continua ad immaginare di essere il ragazzo di cui ho scritto prima. Se avessi vissuto la tua vita come spettatore della stessa e non come il suo protagonista, se avessi fatto in continuazione paragoni tra te e gli altri, trovandoti sempre in difetto di abilità...anche se il tuo desiderio di conoscere gli altri fosse fortissimo, sarebbe accompagnato dalle idee "MA PERCHE' DOVREBBERO INTERESSARSI A ME?", "COSA PENSERANNO DI ME?", "NON HO NULLA DA RACCONTARE", "SI STUFERANNO DEI MIEI LIMITI" e da miriadi di altre ipotesi/domande, tendenzialmente pessimistiche (e come non potrebbero esserlo dato il passato), che riuscirebbero a travolgere anche la tua spinta notevole verso l'esterno. Se poi tutti questi pensieri e timori prendessero anche forma fisica, se tremassi visibilmente, se avessi conati di vomito, se arrossissi o impallidissi, se ti mancasse il fiato, se la tachicardia ti sfinisse, se avessi capogiri o la sensazione di svenire...non pensi che saresti terrorizzato dall'idea di conoscere qualcuno? Ho un'amico con una grave forma di ansia sociale e continua a ripetermi che, se qualcuno gli avesse detto che saremmo diventati amici e che ci saremmo incontrati dal vivo, all'inizio di quest'anno, gli avrebbe dato del pazzo... Ma per poterlo incontrare, ho dovuto sudare 14 camicie ed insistere, nonostante lui desse per scontato che mai avrei potuto trovare gradevole la sua compagnia. |
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grande laice
qui il problema di fondo è che c'è gente che ha tutt'altro che la fobia, quindi non può manco immaginare i vari blocchi psicologgggici ed è per questo che avevo anche scritto che il post era per un determinato target, perchè chi vuole ma non può gli altri possono dire quello che vogliono, fare le loro ipotesi psicologiche più interessanti, ma tanto la si pensa diversamente, e si disperde la discussione in parole che non c'entran nulla con quello che volevo sapere da chi si trova nella situazione di avere una tappa evolutiva considerata indispensabile ma irraggiungibile |
@Lice:
Il fatto che ci siano persone più o meno impossibilitate dalle loro paure a vivere certe esperienze non cambia di una virgola la realtà delle cose. Nemmeno se lo scrivi tutto colorato e con un carattere grande. L'unico modo per conoscere a fondo sé stessi è sperimentarsi. Se qualcuno non è in grado di superare le sue paure e mettersi alla prova, che sia o meno giustificato, che abbia più o meno colpa per la propria situazione, non arriverà mai a conoscersi completamente. Punto. Come chi non ha più gli occhi non arriverà mai a vedere. Diresti mai ad una persona che ha gli occhi perfettamente funzionanti che non è vero che con gli occhi si vede, solo perchè ci sono persone che sono cieche e quindi non potrebbero farlo nemmeno se lo volessero? La situazione di impotenza, reale o presunta, di taluni, non cambia il modo in cui l'essere umano può arrivare a conoscere sé stesso. Di questo si stava parlando. Rispondo ad ogni topic in cui credo di avere qualcosa da dire sull'argomento. Essendo un forum pubblico, ogni discussione appartiene a me quanto a chi l'ha aperta, l'unica regola è non andare off-topic. Parlando del desiderio di farsi una famiglia, cercare di ricostruire la genesi di tale sogno mi sembra alquanto inerente. |
@bardamu:
La realtà non cambia neanche facendo esempi a effetto. Qui non stiamo parlando di tanti Dott. Faust che vogliono conoscere i segreti di anima, corpo e mondo. Stiamo parlando di persone che vorrebbero fare cose che alla maggior parte delle persone riescono pressocchè normalmente. Se a queste persone è richiesto un lavoro maggiore per raggiungere lo scopo, è perchè hanno un problema. Non perchè è la loro missione. Non penso che tutti quelli che parlano con gli altri, hanno amici, ridono, scherzano e si sposano sentano il dovere o il bisogno di immergersi così tanto dentro se stessi. |
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Non sono un Dr. Faust, sono un essere umano, e in quanto tale aspiro a comprendere quanto più possibile la realtà che mi circonda. Quote:
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E comunque credo che molti se lo chiedano, perchè le vogliono quelle cose. Ma questa difficilmente è una soluzione. Ancora meno se, della fobia sociale, si considera anche il lato considerato dalla medicina oggettivamente patologico. Pensare, ad esempio, che noi siamo fatti in un certo modo e che questo non ci rende malati o sbagliati, può alleviare il nostro malessere. Però questo non ci rende più capaci di ottenere ciò che vogliamo. Non se, oltre che capirlo, non facciamo altro. Quote:
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Re: Per quelli all'antica(astenersi anarchic,comunist,tromba
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Lascia perdere. Purtroppo il mio consiglio e' questo. Lascia stare questi sogni di famiglia moglie e figli. Per noi non ci sono. Non so quanti anni hai tu, io ho un'eta' dove dovrei gia' essere con 2 figli invece non ho neanche un'amica. Lascia perdere queste idee perche' si finisce solamente per adagiarsi nella disperazione. Pensa a fare qualcosa che ti diverte, impiega il tuo tempo a fare qualcosa che ti piace. Io lascerei perdere anche la ricerca della fidanzata tanto per noi non arriva mai. |
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Ma se uno fino a 34 non ha mai avuto una fidanzata, ci sono altissime probabilita' che non la trovi neanche nei prossimi 15 anni. Quando avevo 15 anni mi dicevano che ero giovanissimo, a 20 che avevo tanto tempo davanti, a 25 "di che cosa ti preoccupi" a 30 che sono sempre in tempo, adesso a 35 qualcuno comincia a dire che non sono poi cosi' giovane. Grazie al caxxo, se fosse per loro finisco diretto nella tomba, con i loro preziosissmi consigli. |
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Prima di essere persone con paure e problemi di tipo sociale, siamo innanzitutto esseri umani, e in quanto tali cerchiamo delle risposte. Non è detto che esistano o che le troveremo mai, ma non possiamo comunque fare a meno di cercarle e di rincorrere la consapevolezza. Quote:
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ma sto Faust ha scritto qualke post? :D
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[quote"bardamu2"]Prima di essere persone con paure e problemi di tipo sociale, siamo innanzitutto esseri umani, e in quanto tali cerchiamo delle risposte. Non è detto che esistano o che le troveremo mai, ma non possiamo comunque fare a meno di cercarle e di rincorrere la consapevolezza.[/quote] Non sono così fiducioso di questo lato dell'essere umano. Sono più portato a credere che l'essere umano cerchi il modo migliore per sopravvivere, compresa in questo una stabilità che gi permette di farlo senza scossoni. Essere veramente consapevoli potrebbe significare essere consapevoli anche di questo. Quote:
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Caaaaaaliiii...! Scusa per il leggero OT :D... |
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Se parlo così è perchè c'è gente che su sto forum ci sta perdendo la vita a paingersi addosso (e posso capirla...posso capire il disagio che prova dovendosi confrontare ogni giorno con i giudizi degli altri, temerli fino al totale silenzio) e tutto sommato sembra usare la questione dell'ansia/fobia sociale quasi come scusa: sono ansioso/fobico? ottimo...sono malato e non sono curabile...l'unica mia possibilità e starmene a "frignare" maledicedo il Padre Eterno per avermi creato con una capoccia tanto sensibile quanto debole. Io come avevo detto altre volte (facendo un paragone con la forza di volontà che occorre per dimagrire per un obeso ecc...ecc...) vedo questo "problema" in modo differente. Per me la fobia sociale, l'ansia sono delibitanti, ma non sono malattie incurabili...anzi per me non sono nemmeno malattie...sono stati psicologici...finchè si sta rannicchiati sul letto a ripetersi "io sono fobico...io sono fobico...non posso cambiar enon posso cambiare" Lice sta sicura che nessuno ti darà un pezzo di vita indietro e nemmeno la vita futura. Non ci sarà nessun principe o Padre Eterno che scenderà dalla Croce a darti forza con lo Spirito Santo. Si tratta di te...di voi...che dovete mettervi e ripetervi "vero....sono fobico?...questa esperienza la faccio a costo di tremare davanti a tutti". Parlandoci chiaramente e senza falsi pudori...è vero ero estroverso...ma ho raccontato anche che sono diventato molto introverso...beh non so bene cosa prova ognuno di voi nei momenti di ansia o quando è a contatto con gli altri, ma quando ho attraversato quel periodo di introversione totale...silenzi...e mi limitavo ad ascoltare gli altri coetanei chissà per quale assurdo motivo. Non so come batta il vostro cuore pe i vostri stati ansiosi e fobici (probabilmente ognuno di voi addirittura reagirà diversamente, pensando a frasi differenti), ma il modo in cui batteva il mio in quelle circostanze non so se definirla fobia sociale o meno (perchè appunto le etichette non mi sono mai piaciute e poi con il tempo ci si abitua ad essere etichettati e non ne esci più), ma se non lo era si avvicinava e di molto. E' stato un periodo breve (qualcosa che è durato si e no 1 anno....temporalmente quindi non paragonabile a chi si sente questo peso addosso da anni o addirittura per quasi la sua intera esistenza), ma stai certa che se mi fossi impigrito (e anzi oserei dire se avessi avuto la "sfortuna" di trovare un forum come questo allora in cui la gente sembra arrendersi davanti alle proprie fobie a quest'ora avrei una vita sociale uguale alla vostra, esperienze uguali alle vostre (cioè 0) e mi etichetterei anch'io come "fobico"). Invece, così come è arrivato il giorno in cui ho detto "stomaco qui comando io e a costo di morire di fame i 25kg li butto giù, altrettanto ho fatto per la mia totale introversione "qui comando io...un tempo ero estroverso e ben amato da tutti, mi sforzo inizialmente di riaprire la bocca e ritornerò ad essere quello che ero". La differenza tra me e un fobico di questo forum è stata solo la forza di volontà che io ci ho messo e ch molti di voi (senza offese e con il massimo rispetto per voi) rinuncia a mettere in partenza preferendo ripetersi "sono fobico". Se quando senti la tremarella...se quando diventi rossa...se quando senti i conati di vomito salire rinunci fai la stessa cosa che fa un obeso in dieta al primo morso di fama (va e corre a svuotare il frigo). In questo modo nè perdi i kg di troppo, nè riacquisti un minimo di sicurezza a livello sociale. Non so se capisci cosa intendo Lice...quando intendo dire "che ho poche fobie" non intendo dire che sono impassibile a tutto: leggere una mia poesia ai miei stessi amici e a maggior ragione alle amiche mi fa tremare (così tanto che non riesco a tenere in mano un foglio velendo); quando ero a scuola guida e mi ritrovavo seduto a fianco una ragazza avevo il cuore che mi saltava in gola accompagnato quasi da conati di vomito; quando me ne stavo in passato molto più in silenzio di ora sotto sotto era perchè non mi sentivo più "simpatico" come ero un tempo....anzi abituandomi a starmene nel mio dolore e nel mio silenzio ci avevo perso del tutto l'abitudine (era quasi come voler reimparare ad andare in bicicletta o nuotare...); quando più volte mi si è avvicinata una ragazza tante e tante volte mi è passato per la testa "e cosa dirò? che impressione le farò? e se l'annoio e non riesco più ad essere quello spiritoso di 3 anni fa?e se come mi capita ultimamente arriva il punto, dopo 5 minuti di discussione, che non so più di cosa parlare? Chi lo sopporta l'imbarazzo del silenzio?".... Quando dico che ho poche paure voglio dire che qualsiasi paura per quanto forte ho imparato (con un forte allenamento mentale) a sopraffarla nel lungo tempo....dapprima sopportandone i sintomi e addirittura in molte situazioni ad arrivare al punto di eliminare quasi la paura (staccando su quel punto il cervello...ripetendomi che sono il migliore...che sono gli altri a dover aver "timore" e disagio per me....fino al punto di sopportare i momenti imbarazzanti di silenzio e riderci su). Ho poche paure perchè le ho sempre volute combattere....perchè mi sono messo in testa che non mi dovevano rovinare l'esistenza Lice...perchè ero stato un estroversone e simpatico a tutti e perchè la mia maturazione e il mio totale aumento di sensibilità non dovevano farmi diventare assolutamente un completo asociale, fobico, timidone poco loquace. Piano piano ho imparato a far passare la mia poca loquacità per sicurezza, misteriosità... ed ora quando non ho nulla da dire non dico nulla (rimango a chiedermi tra me e me..."come la sto facendo divertire con questo silenzio")...e poi quando mi viene qualcosa di intelligente (ma volendo anche una stupidata) la dico...e così automaticamente continuano ad essere gli altri a cercarmi.... Ho imparato a fare della mia timidezza e della mia sensibilità DOLCEZZA e altruismo nei confronti degli altri (e che ne dicano...quando difendi una giusta causa o una persona che se lo merita la riconoscenza la ricevi). E anche in questo caso la sensibilità è diventata un'arma a mio favore (perchè anche in questo caso oltre che farmi definire come sensibile e sentimentale, mi fa definire dagli altri come sicuro delle mie idee e dei miei principi così tanto che sono pronto a tutto per difenderli). Ho imparato a fare dei miei enormi difetti (di cui in quel periodo me ne facevo una disgrazia) una virtù: con ironia e simpatia (così come sapevo farlo a 14 anni). Ho imparato ad alternare silenzi assoluti alle provocazioni. Se credi Lice che se parlo in questo modo è perchè sono un gran bell'estroversone senza problemi e che non posso capire il disagio ti sbagli di grosso (senza offese). http://www.fobiasociale.com/postx5862-0-0.html i miei ultimi 3 post in quel thread in cui ho scritto in 1 pomeriggio solito di immersione tra i miei pensieri sono del tutto sinceri. Probabilmente sono un ragazzo con una sua vita sociale....ma non perchè sono un estroversone spensierato....ma perchè sono arrivato al punto di voler iniziare a combattere anche la più piccola delle mie fobie. Io mi immedesimo in tutto....se amo stare da solo è proprio per questo...perchè usi la testa e pensi...pensi "e se fossi il completo estroversone di ieri senza pensieri?", "e se mi fossi arreso?", "e se facessi questo?", " e se questa persona dicesse questo o fosse così?" E tutte quelle domande che hai scritto me le faccio ora e me le sono fatte a maggior ragione in passato quando mi sentivo distante dagli altri anni luce e non mi sentivo più stimato e accettato. E se ogni tanto me ne esco fuori con affermazioni del tipo "siete fobici perchè non "volete" (semplificando molto il concetto)" non è per offendere, ma perchè credo realmente che un'ansia o una fobia sociale essendo uno stato mentale/psicologico ha l'unica guarigione in se stessi. Perchè credo che la differenza tra la mia vita sociale e la mia persona e la vostra sia stata in quel giorno in cui ho detto con forza "ritorno a vivere". Da lì ho riniziato a fregarmente gradualmente di cosa pensavano gli altri (e se ci pensavo cavolacci miei erano e peggio per me che non riuscivo a cambiare pensiero), ho iniziato a non sentire più quel disagio, ho iniziato a non essere più una mummia e anche quando mi capita di non avere niente da dire (perchè tutto sommato è diventato quasi un aspetto del mio carattere) so prenderla con scherzo o facendo passare la cosa per altro non creando disagio nè in me, nè negli altri. Perchè tutti quei pensieri e quei disagi sono passati nel mio cervello sia in passato e volendo lo sono anche ora ( se non avessi imparato a tenerli a bada). La differenza sta nel fatto che io mi sono detto " se devo "morire" lo faccio combattendo e non arrendendomi"....e poi combattendo mi sono reso conto che non sarei morto, ma sarei vissuto molto meglio. Non sai ogni volta che incontro una nuova persona (soprattutto coetanei da cui ti aspetti sempre quei giudizi pungenti in più) come mi ripassano per la testa quei pensieri "cosa penserà di me? e se arriva il minuto di silenzio imbarazzante con che faccia non mi sotterrerei? e se per questo mi valutasse una "mezza cartuccia"?". E magari volendo queste stesse domande a volte, ancora oggi, mi fanno desistere dal conoscere quella persona in più , quella ragazza in più. Però in altrettanti momenti mi dico con forza "qualsiasi cosa ti passa per la testa andrai da quelle persone e parlerai...parlerai....e se stari zitto non starai facendo una figura di M...e se la stai facendo e dentro ti batte il cuore fai finta fuori di essere non curante della cosa...prima o poi qualcuno rinizierà a parlare...prima o poi ti ritornerà in mente qualcosa di intelligente da dire o una stupidatà per risbloccare il ghiaccio". Sono quei momenti che mi hanno permesso di crearmi una vita sociale, di sentirmi apprezzato da molti amici e amiche, di avera avuto una ragazza in passato. E nonostante tutto, nonostante io mi ritenga , volendo, "superiore" ai coetanei solamente perchè sono consapevole che nascondo (ormai molto bene al punto che passo per misterioso, freddo ecc...ecc...) tratti molto sensibili che al momento giusto so però mostrare, nonostante sia apprezzato da molti, comunque ad ogni conoscenza nuova inizialmente mi viene da chiedermi e arrovellarmi su cosa ne penserà di me ecc...ecc... |
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il senso di realtà prima di tutto altro che sperimentarsi, realismo e razionalità sono le uniche cose che ci distinguono dagli animali che si lascian travolgere solo dalle passioni |
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