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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Può darsi che la sicurezza in se stessi sia ancora uno dei punti cardine della scelta femminile, ma quello che contesto é l'idea che le persone passino una parte considerevole del loro tempo mentale ad esaminare gli altri, quasi non avessero niente di meglio da fare che lapidare il prossimo. Capisco che una persona abbia un'attitudine da "esaminatore" di fronte ad un'altra persona che le si "propone" (nel senso più ampio del termine), ma il ruolo di "esaminatore" é correlato alla rilevanza della situazione. In contesti meno "impellenti", vedo molta più rilassatezza. Certo che se una persona venisse da me dicendomi che vuole essere la madre dei miei figli e passare con me la totalità del suo tempo vita natural durante, anch'io assumerei un'attitudine "indagatrice"... |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Faresti meglio a cambiare abitazione... |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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per il sottoscritto è sempre stata la mancanza di relazioni, visto che sul resto sono piuttosto inattaccabile, e "guardacaso" sempre su quello son arrivate le battutine, le critiche, gli interrogatori ecc |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
X Myway. Non solo per colpirlo, ma anche per stringere un'alleanza.
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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(E' quello che non vogliono capire i liberisti quando si pensa che la crisi economica si supererà quando i giovani inizieranno ad aprire attività, come se il totale dei clienti di quella zona si sommasse invece che redistribuirsi) |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Stiamo rasentando i confini della misantropia con certe uscite... |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Alcuni miei colleghi insegnanti ragionavano come se fossero dell'età dei loro alunni, tanto consideravano netta questa dicotomia. L'invito a svegliarmi con le donne non si è fatto attendere e pensare che non sono mai sceso a confessioni o rivelazioni chissà quanto precise. |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Tra gossip pettegolezzi confidenze, spiamenti su fb ecc avoglia che la gente perde tempo ad impicciarsi dei fatti altrui...avoglia... |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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A volte anche senza parole ,basta guardare la mimica facciale. |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Homo homini lupus (massima falsa che ha causato un sacco di casini all'umanità) |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Cioè percepivo qualcosa di diverso, di superiore, quando si toccava quell'argomento. Ci sono ancor oggi, nonostante il crollo di molti tabù, degli interessi superiori per alcuni argomenti e un diverso peso dato alle informazioni; a me personalmente pare che la gente abbia il chiodo fisso. Dire no a questo quadro, dire che sto sognando o sono scemo io, non fa altro che spingermi a scavare ancora in quel punto e rimandare la pars costruens. |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
Mi sembra che, non per la prima volta, muttley cerchi di negare la realtà estremizzando il discorso: non si tratta tanto di temere il giudizio dello sconosciuto che abita il palazzo di fronte. Però, non so voi, da queste parti (intendo in casa) sento commenti basati su quel poco che filtra delle vite di chi nell'altro palazzo abita (in senso letterale, non sto metaforizzando). A me frega poco, ma d'altronde mi sembra difficile vedere qualcosa e poi non pensarci affatto su: non credo che noi esseri umani funzioniamo così.
Più che fare i negazionisti, credo abbia più senso 1. cercare di essere un po' meno giudicanti nei confronti altrui, almeno quando questo giudizio non è importante (con passanti, non con venditori o potenziali partner), 2. avere un senso di identità e una sicurezza sufficienti a non dare peso particolare, in circostanze non eccezionali (colloqui di lavoro esclusi, ad esempio), a cosa potrebbe pensare qualunque fesso vedendoci. |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Siamo sicuri che sia giusto alimentare tutto questa corsa al massacro? |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Delle persone anche se non passano la maggioranza del tempo a pensare a queste cose poi comunque in concreto ti potrebbero trattar male o emarginare in base a come sei fatto e come vivi. |
Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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Re: Come crediamo di essere e come ci vedono gli "altri"?
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In certi casi non sono minoranze ma maggioranze che emarginano, non si tratta di eccezioni, ma di regole diffuse. Se non lavori ad esempio, credo sia più probabile che chi ti sta di fronte ti giudichi male. Questa è paranoia fobica? O senso di realtà? Una persona disoccupata o inoccupata di una certa età in genere inadeguata si sente, ma buona parte dell'inadeguatezza è causata dal giudizio negativo diffuso nei suoi confronti, e non è affatto vero che parte da lei questo giudizio così lapidario (come ho detto prima qua si dovrebbero avere dei superpoteri per riuscire a fare cose del genere e riuscire ad influenzare tante persone ed addirittura ministri). Così come capita una cosa di questa portata rispetto a questa caratteristica, cose del genere possono capitare anche con altre caratteristiche. |
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