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Re: ma dove stanno i fobici?
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Su sociofobia e lavoro.. l'unica differenza, come ho scritto a Leucina.. sta nel potersi permettere di non lavorare, perché altri comunque ti mantengono. Se non hai questo privilegio.. sei OBBLIGATO ad affrontare il mondo e le situazioni anche se non ne sei in grado e ti distrugge. |
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Per fare un lavoro generico e che non richieda esperienza .. tizio,cazio, sempronio.. ermenegilda o lucrezia.. sono identici.. non gliene frega a nessuno di chi sei o se non spiaccichi parola o se hai gli attacchi di panico.. basta che fai quel che sei pagato per fare (robe ripetitive, meccaniche, in grado di fare chiunque).. tutto il resto non esiste. Nel cercare un contatto umano, invece, la tua IDENTITA', ciò che ti porti dietro, le lacune, le mancanze, ciò che non sei in grado di tirare fuori ed esprimere perché non hai mai avuto l'occasione e la possibilità di farlo.. sono ciò che determina l'esito. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Non ho sminuito niente, semmai ho un po' esasperato i concetti, in maniera provocatoria. Vedo che Alex ha capito, con te mi sa che sarà più dura intenderci. Parliamo del concetto "mi posso permettere di non lavorare". Potrei essere annoverato in questa fortunata categoria, ma voglio spiegarti: cosa comporta in termini di svantaggi? Non ho indipendenza nè economica nè pratica: non ho una casa mia, ho a che fare con i miei genitori e le loro pressioni psicologiche, più o meno legittime. La situazione mi genera più malumori che benefici. A livello di spese sono a livelli da terzo mondo, per fortuna in fin dei conti non mi preoccupa la cosa perchè sono anticonsumista. Per fortuna anche la mia ragazza lo è. Se fosse una ragazza nella "media" come molti cercano, a quest'ora mi avrebbe mandato a quel paese perchè non ho la possibilità di pagare cene, uscite e vacanze (e lei nemmeno), tanto più che è un rapporto a distanza e quindi abbiamo già il costo dei viaggi da sostenere. Mi rode di più dover avere a che fare quotidianamente con persone che hanno contribuito al mio sfacelo mentale. Dimmi se tutto questo non dovrebbe bastare per rimboccarsi le maniche e lavorare. Purtroppo non basta, altrimenti forse già lavorerei. Lavoro in proprio, lavoro autonomo? con quali capitali, con quali idee? Magari. Come me ci sono altre persone in situazioni analoghe. Sono condizioni patologiche, senza dubbio, sarebbe importante uscirne, ma spesso nemmeno con le terapie ce la si fa. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Oppure ci vuole la famosa conoscenza. Quei lavori di cui parli tra l'altro sono delle chimere, non trovo mai annunci del genere o quei pochi a volte sono pure delle fregature (tipo, non ti pagano ecc.) Forse una volta, quando hai iniziato a lavorare, funzionava diversamente. Il problema del lavoro è chiaro solo a chi non lavora da dopo il 2000, perchè prima a quanto pare era molto diverso. E trovami qualcuno che prende te, timido e impacciato, al posto di uno svelto e sveglio, anche per lavori ripetitivi e generici, come dici tu. Ma mettiamo che passi il colloquio e tutto. Dici che a nessuno frega niente se non spiaccichi parola: un cazzo, ti prendono di mira e te ne fanno passare di ogni, diventi il capro espiatorio e ti fanno ammalare ancora di più. Quanti possono testimoniare brutte esperienze del genere sul luogo di lavoro? Se vogliamo sminuire adesso i problemi nel trovare lavoro e lavorare, continuiamo pure. Fai tu. Io comincio a essere stufo. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
Mi pare che questa discussione su chi stia peggio stia diventando stucchevole.
Penso che ognuno abbia il diritto di essere insoddisfatto per le cose che non vanno nella sua vita. La fobia sociale per definizione riguarda tutti gli ambiti della vita relazionale, e quindi può riguardare il lavoro, le amicizie, le relazioni amorose...tutto insomma. E' facile dire: io questo problema l'avrei risolto subito, sono fesserie, ecc..Ma come fai se non conosci la situazione dell'altra persona? Inviterei ad una maggiore comprensione..siamo qui per sostenerci, non me abbatterci l'uno con l'altro: una cosa è dare suggerimenti e incitare a risolvere i problemi, un altra è sminuirli e denigrare chi "non ce la fa perchè non ce la vuole fare" |
Re: ma dove stanno i fobici?
Concludo parlando della mia PERSONALE esperienza, di cui non fregherà niente a nessuno (è sempre così) ma che conta quanto quella di chiunque altro..
Inizio ribadendo che chi ha più di 30 anni e non hai mai lavorato un giorno in vita sua è solo perché ha avuto l'invidiabile privilegio di poterselo permettere. Io non avevo nessuno che mi potesse mantenere.. pagare libri, pc, connessione ad internet.. per cui, problemi o non problemi, depressione invalidante o meno, sono stato costretto a farlo. E' stato duro. E' stato terrificante. Non ero alla pari con gli altri (non lo sono nemmeno in questo forum, figurati là fuori). Ho vissuto situazioni pesantissime, ingestibili da uno come me, di cui spesso rimanevo vittima e che mi dilaniavano e facevano stare malissimo. La mia rete sociale è sempre stata pari a zero, non conoscevo nessuno, ho fatto colloqui e domande, alla fine dei lavori si trovavano, perché il lavoro fino a qualche anno fa c'era.. Io avevo trovato persino un lavoro pagato decentemente, sicuro, con un contratto a tempo indeterminato.. Ma ad un certo punto non ce l'ho fatta più, perché lavorare non ha risolto niente.. la mia vita era solo faticosa, esasperante, angosciosa.. ma vuota e solitaria.. senza alcun significato o bellezza.. nonostante il lavoro e i soldi. Quando mi son reso conto che dei soldi non me ne facevo granché e che d'avere un televisore sempre più grande o un pc sempre più potente non me ne fregava VERAMENTE NIENTE son crollato.. ho mollato tutto.. sbagliando probabilmente.. Ho scritto queste cose non per dire che non avere un lavoro sia un da poco conto, che il lavoro non sia essenziale, ma per spiegare una cosa OVVIA.. come il lavoro, in sè, in realtà poi non ti dia - a livello esistenziale - proprio un bel niente. A meno di non fare il lavoro che desideri, ovviamente. Che - pure questo - è privilegio di pochi. Il lavoro - a meno di non fare il lavoro desiderato - non dà un bel niente a parte i soldi. E spesso, anzi, toglie qualcosa. Tempo. Energie. Vita. Questo è il mio ultimo messaggio.. sono molto stanco.. non scriverò mai più. |
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il tuo discorso di una tecnica per 'sminuire la paura' non mi convince proprio , c'era un film che davano stasera "scusa se ti chiamo amore" sì lo so che è spazzatura :mrgreen: lui "no non posso è complicato!" lei "sì che puoi , è semplice " ebbene non è affatto semplice cari Moccia e Muttley ... |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Non vedo molta differenza tra affrontare un problema e affrontare le cause che impediscono di affrontarlo. E si potrebbe andare più a fondo cercando le cause che impediscono di affrontare le cause che impediscono di affrontare il problema. La mente è fatta di tanti di questi livelli annidati e interagenti, ma alla fine mi riallaccio al post sulla scuola di ballo, che descrive così bene cosa prova uno con difficoltà di "vivere" in senso lato: sentiamo solo una grande oppressione esistenziale e quelli che in qualche misura la vincono, ho la gran paura che fossero già programmati per farlo. Non voglio però sottoscrivere in toto una visione basata sulla predestinazione. O meglio, io credo ad altre cose se vogliamo afferenti alla sfera religioso-spirituale, ma sono spiegazioni che tengo per me perché valgono per me. In una discussione pubblica, la mia posizione ufficiale, in cui credo in qualche misura, è che in genere e in media, aver perso certi treni in fase adolescenziale poi lascia poco spazio per cambiamenti sostanziali. Ne lascia per cambiamenti marginali, anche grandi se vogliamo, ma se siano realmente strutturali non lo so e ne dubito. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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impossibile ≠ difficile. continuo a ritenere che i tuoi problemi non erano così profondi , come quelli di liuk e di tanti altri che scrivono sul forum non credo che siamo tutti eguali con le stesse potenzialità neanche sul forum, guardiamo in faccia alla realtà alcuni ce la faranno agile , altri ce la faranno con grossi sforzi , altri miseramente falliranno è già scritto e non lo sanno e nel loro codice genetico diciamo . E qui sto parlando della timidezza e/o sociofobia in generale , direi che sono un caso emblematico sono stato in mezzo alla gente , ho fatto parte di un 'gruppo' , ho avuto persino un lavoro a contatto con le persone non so cosa altro dovrei faer per vincer la mia 'timidezza' i progressi a tuttoggi sono modesti , certo non divento rosso ad a entrare in un negozio nè ho problemi a d attaccare bottone con uno sconosciuto..ma poi alla fine sto meglio per conto mio per non parlare del livello piano sentimentale lì sono a zero proprio , ma non so proprio cosa avrei dovuto fare, tranne qualche amicizia virtuale e incontri occasionali non ho fatto niente di più , parlo al passato perché non credo più ad eventualità del genere :( |
Re: ma dove stanno i fobici?
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secondo me te sei uno con delle potenzialità , ma dovrei vedere come sei fisicamente , è inutile negarlo ma anche quello conta ... e by the way di 'mostri' qua ne ho visti veramente pochi |
Re: ma dove stanno i fobici?
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