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Re: La teoria della rete di sicurezza
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Re: La teoria della rete di sicurezza
Ma è ovvio che si tratta di situazioni reali che uno vive sin dalla notte dei tempi...poi è ovvio che a volte uno si lascai prendere dallo sconforto, vede le cose più nere di come sono in realtà anche questo in molti casi è vero...
Ma non è che la gente fa la fila per noi, abbiamo folle adoranti, e invece per nostre proiezioni mentali e paranoie stiamo chiusi in casa a dire che nessuno ci vuole... |
Re: La teoria della rete di sicurezza
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Re: La teoria della rete di sicurezza
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Re: La teoria della rete di sicurezza
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Re: La teoria della rete di sicurezza
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Normali Fobici questa è la situazione a livello di occasioni , di riscontri e di tutto...se prendi molti normali e probabilmente diversi carismatici e li metti al posto di un fobico sprofonderebbero in pochissimo tempo....non ho mai visto i normali fare il salti mortali o inventarsi chissà cosa , semplicemnte senza fare fatica, comportandosi in maniera normale ottengono molto di più di tanti di noi che si fanno un mazzo da anni per uscirne...che però per la mentalità corrente ci mettono 3 anni per arrivare dove tanti normali arrivano in una settimana e un carismatico in mezzo'ora... |
Re: La teoria della rete di sicurezza
Se mi parli di sforzi sono d'accordo, se mi parli di occasioni uno deve anche mettersi nelle condizioni perché queste capitino. Chiaramente l'utente medio che passa tutto il tempo rintanato in casa, difficilmente avrà la stessa quantità di occasioni del normale medio.
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Re: La teoria della rete di sicurezza
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Re: La teoria della rete di sicurezza
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I normali non sono quelli che dici tu; i normali sono nella norma. Date due polarità e una classificazione di tipo lineare, i normali sono quelli più lontani dalle polarità. Ho già ragionato su questo argomento, perché mi sono ritrovato ad essere considerato sfigato pur avendo, secondo me, "due palle così". Qual è la realtà in parole povere? Che non sono né sfigato e né ho due palle così, sono semplicemente uno che ha una minor esigenza di conferme, quindi troppo vicino ad una polarità. In una polarità, quella vicina a me, c'è proprio la persona che descrive Barclay in topic, cioè la persona che non si preoccupa di fare rete, non è lungimirante, non pensa a mettere il piede in due o tre o mille staffe, perché vive il presente e non sente la necessità di organizzarsi per mettere dei teloni per le cadute. Ci sono donne e uomini che oltre a lavorare e stare con il partner sono praticamente non pervenuti. Sono troppo sicuri di sé? Troppo poco? Bazzecole: sono quello che ho detto, necessitano di meno conferme. Nell'altra polarità c'è quella che Barclay chiama la rete di sicurezza; chi è vicino a questa polarità può apparire insicuro perché chiede in continuazione conferme, ma anche sicuro di sé perché non si fa problemi ad atteggiarsi in maniera estroversa. E' il caso, nelle donne, delle esibizioniste, che in quantità superlativa sfociano nel gattamortismo e nell'addrizzacazzismo, cioè nella necessità di percepire che l'ambiente sociale è sensibile a dei feedback, per cui in caso avesse bisogno (divorzio, carestia, guerra, perdita del lavoro...) ha la possibilità di avere un appoggio che l'istinto le suggerisce come salvifico. Perché i complimenti fanno piacere anche se si è fidanzati? Perché si vuole tradire? No, perché c'è una conferma del proprio valore sessuale o sociale e questo dà una vampata di benessere e senso di immortalità. Siamo diversi, quindi che fare? Occorre tenere conto di questa differenza, non perdere energie a odiarsi e cercare di modificare l'altro, gestire la differenza vedendola come una caratteristica dell'altro non mutabile. |
Re: La teoria della rete di sicurezza
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Il rispetto della diversità... un punto centrale che mai dovremo dimenticarci. |
Re: La teoria della rete di sicurezza
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Se ricordo bene dalle mie lurkate passate, sei tu a fare l'insegnante, supplente, insomma il forgiatore di ciofani , no? Bene benissimo, meno male . :) |
Re: La teoria della rete di sicurezza
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Re: La teoria della rete di sicurezza
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