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Winston_Smith 01-04-2014 15:25

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262878)
Se io non sono biondo non lo diventerò certo credendo di esserlo, se invece mi reputo "sfigato" ho più probabilità di strutturare i miei atteggiamenti sulla base delle mie percezioni, mettendo in atto circoli viziosi di "self-fullfilling prophecy".

Ok, è vero, ma il tuo reputarti "sfigato" nasce da un pensiero germogliato ex nihilo e non piuttosto da un pensiero che risente anche di avvenimenti concreti all'esterno di te e che li rielabora in maniera più o meno disfunzionale?

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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262878)
Ciò che è importante ricordare, e c'è tutta un'ampia bibliografia di trattazioni in merito da parte degli alfieri del costruttivismo (ma non solo) è che la materia delle relazioni umane nasce su presupposti di interazione e dinamismo, in pratica io non posso essere sfigato o inetto socialmente e interpretare la cosa come un fatto semplice e immutabile, fenomenico, concreto, materiale, tangibile e tutto quello che volete.

Fatto immutabile no, concreto sì (nel senso in cui ho usato il termine sopra).

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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262878)
In questo forum non si smette di leggere le storie di chi è convinto di essere deriso da tutti, umiliato da tutti, rifiutato da tutte, e a riprova del tutto pare sempre che le condizioni esterne siano immutabili indipendentemente dal comportamento o dall'angolo visuale adottati dai sedicenti reietti. Sembra la storia della nuvola di Fantozzi...

Si leggono anche teorie esattamente speculari, in cui tutte le esperienze negative vengono liquidate come un misto tra allucinazioni e seghe mentali.

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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262878)
Certo poi se mi obiettate il fatto che "se uno ti tira un calcio o ti spara un colpo di pistola non puoi inventarti che sono solo tue percezioni", allora chiudo bottega e mollo per sempre il forum perché capisco che qui sto perdendo tempo...

Stai diventando renziano, tovarish: "O le riforme o me ne vado" :sisi:

Myway 01-04-2014 15:35

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Ma è ovvio che si tratta di situazioni reali che uno vive sin dalla notte dei tempi...poi è ovvio che a volte uno si lascai prendere dallo sconforto, vede le cose più nere di come sono in realtà anche questo in molti casi è vero...

Ma non è che la gente fa la fila per noi, abbiamo folle adoranti, e invece per nostre proiezioni mentali e paranoie stiamo chiusi in casa a dire che nessuno ci vuole...

muttley 01-04-2014 15:39

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1262883)
Ok, è vero, ma il tuo reputarti "sfigato" nasce da un pensiero germogliato ex nihilo e non piuttosto da un pensiero che risente anche di avvenimenti concreti all'esterno di te e che li rielabora in maniera più o meno disfunzionale?

Ho grassettato la parte che conta :occhiali:

muttley 01-04-2014 15:40

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da Myway (Messaggio 1262890)
Ma non è che la gente fa la fila per noi, abbiamo folle adoranti, e invece per nostre proiezioni mentali e paranoie stiamo chiusi in casa a dire che nessuno ci vuole...

Credo che a parte pochi e fortunati carismatici, la nostra situazione sia affine a quella di tutti gli altri normali, semplicemente loro si danno un pochino più da fare...

Winston_Smith 01-04-2014 15:43

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262895)
Ho grassettato la parte che conta :occhiali:

Conta tutto :occhiali:

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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262896)
Credo che a parte pochi e fortunati carismatici, la nostra situazione sia affine a quella di tutti gli altri normali, semplicemente loro si danno un pochino più da fare...

Forse perché per loro è meno difficile farlo...

Myway 01-04-2014 15:44

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262896)
Credo che a parte pochi e fortunati carismatici, la nostra situazione sia affine a quella di tutti gli altri normali, semplicemente loro si danno un pochino più da fare...

Carismatici

Normali

Fobici

questa è la situazione a livello di occasioni , di riscontri e di tutto...se prendi molti normali e probabilmente diversi carismatici e li metti al posto di un fobico sprofonderebbero in pochissimo tempo....non ho mai visto i normali fare il salti mortali o inventarsi chissà cosa , semplicemnte senza fare fatica, comportandosi in maniera normale ottengono molto di più di tanti di noi che si fanno un mazzo da anni per uscirne...che però per la mentalità corrente ci mettono 3 anni per arrivare dove tanti normali arrivano in una settimana e un carismatico in mezzo'ora...

muttley 01-04-2014 15:52

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
Se mi parli di sforzi sono d'accordo, se mi parli di occasioni uno deve anche mettersi nelle condizioni perché queste capitino. Chiaramente l'utente medio che passa tutto il tempo rintanato in casa, difficilmente avrà la stessa quantità di occasioni del normale medio.

Myway 01-04-2014 15:55

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262908)
Se mi parli di sforzi sono d'accordo, se mi parli di occasioni uno deve anche mettersi nelle condizioni perché queste capitino. Chiaramente l'utente medio che passa tutto il tempo rintanato in casa, difficilmente avrà la stessa quantità di occasioni del normale medio.

Motli si son rintanati in casa dopo anni passati fuori a prendere solo e sempre sberle e/o prchè col passare degli anni spariscono le persone e non tutti vivono a las vegas.quanto a occasioni e situazioni sociali presenti..potrei essere d'accordo con te nei casi di persone che non sono mai uscite e vivono dentro casa sin dalla pre adolescenza (casi che cmq comprendo ) ma non negli altri...

Warlordmaniac 01-04-2014 18:46

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da barclay (Messaggio 1262346)
Qual'è il segreto del successo dei "normali"? Ecco UN ipotesi…
I "normali", non avendo vissuto e non vivendo in stato d'isolamento, fanno parte di una rete sociale che per loro funge da rete di sicurezza, in altre parole non restano mai soli perché c'è sempre qualcuno/a pronto a riempire il vuoto lasciato da chi li abbandona. Detto questo, alcune domande sorgono spontanee: che valore danno agli altri queste persone? Che valore danno ai sentimenti queste persone? Io penso che la risposta ad entrambe le domande sia: poco o pochissimo. Sembrerebbe che il segreto del successo sia la svalutazione degli altri e la distribuzione dei sentimenti in piccolissime quantità per persona, il non investire mai tutto su una o poche persone. È quindi questo che distingue dalla massa il vero sociofobico/evitante, la persona che ha vissuto per decenni in stato d'isolamento? :interrogativo:

Bell'argomento.
I normali non sono quelli che dici tu; i normali sono nella norma.
Date due polarità e una classificazione di tipo lineare, i normali sono quelli più lontani dalle polarità.
Ho già ragionato su questo argomento, perché mi sono ritrovato ad essere considerato sfigato pur avendo, secondo me, "due palle così".
Qual è la realtà in parole povere?
Che non sono né sfigato e né ho due palle così, sono semplicemente uno che ha una minor esigenza di conferme, quindi troppo vicino ad una polarità.
In una polarità, quella vicina a me, c'è proprio la persona che descrive Barclay in topic, cioè la persona che non si preoccupa di fare rete, non è lungimirante, non pensa a mettere il piede in due o tre o mille staffe, perché vive il presente e non sente la necessità di organizzarsi per mettere dei teloni per le cadute. Ci sono donne e uomini che oltre a lavorare e stare con il partner sono praticamente non pervenuti.
Sono troppo sicuri di sé? Troppo poco? Bazzecole: sono quello che ho detto, necessitano di meno conferme.
Nell'altra polarità c'è quella che Barclay chiama la rete di sicurezza; chi è vicino a questa polarità può apparire insicuro perché chiede in continuazione conferme, ma anche sicuro di sé perché non si fa problemi ad atteggiarsi in maniera estroversa. E' il caso, nelle donne, delle esibizioniste, che in quantità superlativa sfociano nel gattamortismo e nell'addrizzacazzismo, cioè nella necessità di percepire che l'ambiente sociale è sensibile a dei feedback, per cui in caso avesse bisogno (divorzio, carestia, guerra, perdita del lavoro...) ha la possibilità di avere un appoggio che l'istinto le suggerisce come salvifico.
Perché i complimenti fanno piacere anche se si è fidanzati? Perché si vuole tradire? No, perché c'è una conferma del proprio valore sessuale o sociale e questo dà una vampata di benessere e senso di immortalità.

Siamo diversi, quindi che fare? Occorre tenere conto di questa differenza, non perdere energie a odiarsi e cercare di modificare l'altro, gestire la differenza vedendola come una caratteristica dell'altro non mutabile.

Noriko 01-04-2014 22:27

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da Warlordmaniac (Messaggio 1263043)
Siamo diversi, quindi che fare? Occorre tenere conto di questa differenza, non perdere energie a odiarsi e cercare di modificare l'altro, gestire la differenza vedendola come una caratteristica dell'altro non mutabile.

Quoto al 100 x 100! .. questo bellissimo passaggio. :applauso:

Il rispetto della diversità... un punto centrale che mai dovremo dimenticarci.

Sphinx 01-04-2014 22:33

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262896)
Credo che a parte pochi e fortunati carismatici, la nostra situazione sia affine a quella di tutti gli altri normali, semplicemente loro si danno un pochino più da fare...

Ho cominciato ora a leggere i tuoi post..
Se ricordo bene dalle mie lurkate passate, sei tu a fare l'insegnante, supplente, insomma il forgiatore di ciofani , no?
Bene benissimo, meno male .
:)

Franz86 01-04-2014 22:38

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1262878)
(...) Certo poi se mi obiettate il fatto che "se uno ti tira un calcio o ti spara un colpo di pistola non puoi inventarti che sono solo tue percezioni", allora chiudo bottega e mollo per sempre il forum perché capisco che qui sto perdendo tempo...

Ma chi ci crede? :lingua: :D

Passiflora 02-04-2014 20:35

Re: La teoria della rete di sicurezza
 
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Originariamente inviata da Kody (Messaggio 1262471)
...ammettere di stare sbagliando vuol dire cominciare a cambiare comportamento in alcuni casi, cioè uscire dalla zona di comfort. E la fobia sociale sa bene come tenerti stretto alla tua zona di comfort, zona che diventa sempre più piccola col passare del tempo.

La FS inizia col legare le mani. Poi legherà i piedi, poi tutto il corpo, più il fobico eviterà le sue paure e più le corde si stringeranno intorno a lui. Dalla sua vita usciranno situazioni come avere amici, avere amore, andare in luoghi pubblici, passeggiare, fare viaggi, divertirsi, parlare, lavorare, studiare. Più eviterà e più la FS distorcerà la visione della realtà.

Bisogna spezzare le corde prima che sia troppo tardi.

Vabbè Kody, è da un po' che te lo voglio dire...: ti stimo ! :)


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