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Baloordo 21-01-2014 15:22

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Alchemist (Messaggio 1218415)
Facciamo che si guardano entrambi. La forma è un incentivo alla credibilità di ciò che scrivi.
Come anche l'attitudine, mentre parli, influenza ciò che gli altri percepiscono.

Ma se io scrivo: costui non mi piace, ha un atteggiamento che non mi aggrada, preferisco tenermi a debita distanza da esso.

E scrivo:

quel tizio non mi piace, mi sta sulle balle, devo starci lontano.

Cambia forse la sostanza, o la forma?

silenzio 21-01-2014 15:28

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Dimenticavo, anche l'uso del turpiloqiuo dimostra scarsa cultura linguistica, oltre che un certo grado di maleducazione o di ineducazione.
Si possono esprimere concetti emotivamente carichi o pesanti anche senza ricorrere alle parolacce o (come accade troppo spesso dove abito io) con le bestemmie.
Leggere non è un'attività da sfigati, come pensano certi pischelli o certe sciacquette, la lettura di testi provenienti da autori di un certo livello di cultura serve non solo ad arricchire il proprio vocabolario personale, ma anche a comprendere le sfumature del linguaggio e a considerare quante molteplici forme di comunicazione sono possibili per trasmettere il medesimo concetto.
Non intendo dire con questo che sia indispensabile parlare come un letterato del tedicesimo secolo, pena l'emarginazione, intendo dire che perdere un paio di secondi in più per trovare la parola giusta spesso dimostra molta più intelligenza e valore personale del semplice vomitare parole a casaccio sperando (stupidamente e inutilmente) in questo modo di impressionare chi ci sta davanti.

Winston_Smith 21-01-2014 15:34

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da silenzio (Messaggio 1218465)
Leggere non è un'attività da sfigati, come pensano certi pischelli o certe sciacquette

No, ci sono anche quelli più "evoluti" che ti danno dello snob se solo ti dimostri un po' più amante della lettura di libri che vadano oltre Ammanniti e De Carlo. Ma intendono sempre dire che per loro sei uno sfigato.

Quote:

Originariamente inviata da silenzio (Messaggio 1218465)
Non intendo dire con questo che sia indispensabile parlare come un letterato del tedicesimo secolo

Eh magari (specialmente se si tratta di un certo letterato del XIII secolo, ma anche XIV) :occhiali:

silenzio 21-01-2014 15:58

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Beh, allora se pensi che io abbia sbagliato correggimi con l'espressione corretta.

Alchemist 21-01-2014 16:13

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da MeStessa93 (Messaggio 1218505)
Quella in grassetto è la forma corretta, nel post originario c'è scritto "sono" e "perchè" (accento grave anziché acuto). Ho trovato in particolar modo ironico l'uso dell'indicativo poiché, in una frase dal medesimo costrutto, viene usato correttamente e persino evidenziato in corsivo.

Eravamo partiti parlando di uso "corretto" della lingua italiana, ed effettivamente vi sfido a trovare un post senza il men che minimo errore grammaticale. Ora mi sembra che si stia varcando il limite dell'ossessività.

E poi ricordo, dalle elementari, che nella lingua italiana scritta non vi è distinzione tra accento grave e acuto. Si tratta solo di una particolarità della battitura a computer, dove i due accenti sono distinti per motivi di compatibilità con altre lingue nelle quali la distinzione è importante.

silenzio 21-01-2014 16:16

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Sull'accento posso darti ragione, mi confondo spesso al riguardo, anche se altrettanto spesso dipende dalla zona d'Italia in cui viene pronunciato, ad esempio nel milanese viene usato l'accento aperto, mentre in altre viene usato quello a denti stretti. Per l'altro presunto errore fossi in te verificherei se davvero non sia possibile usare anche quella forma.

Quote:

Originariamente inviata da Alchemist (Messaggio 1218509)
Eravamo partiti parlando di uso "corretto" della lingua italiana, ed effettivamente vi sfido a trovare un post senza il men che minimo errore grammaticale. Ora mi sembra che si stia varcando il limite dell'ossessività.

Concordo e ribadisco:

Quote:

Non intendo dire con questo che sia indispensabile parlare come un letterato del tedicesimo secolo, pena l'emarginazione, intendo dire che perdere un paio di secondi in più per trovare la parola giusta spesso dimostra molta più intelligenza e valore personale del semplice vomitare parole a casaccio sperando (stupidamente e inutilmente) in questo modo di impressionare chi ci sta davanti.

muttley 21-01-2014 16:34

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1218312)
Ti sembra male ^^

Continua a non sembrarmi così evoluto lo stile di scrittura di questo forum, semplicemente corretto e nella media anche in virtù delle restrizioni imposte dalla moderazione a forme di scrittura da sms. Avreste dovuto leggere il forum nel periodo 2007-2008 per vedere ben altra varietà di stili...

Winston_Smith 21-01-2014 16:44

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1218523)
Continua a non sembrarmi così evoluto lo stile di scrittura di questo forum, semplicemente corretto e nella media anche in virtù delle restrizioni imposte dalla moderazione a forme di scrittura da sms. Avreste dovuto leggere il forum nel periodo 2007-2008 per vedere ben altra varietà di stili...

Ad ogni modo quella di Evandro non era una generalizzazione, visto che non si riferiva all'intero forum (e ovviamente si riferiva all'utenza attiva nel presente o di recente, visto che lui nel 2008 non era neanche iscritto).
E quanto alla media bisogna vedere su quali siti viene fatta...

Alchemist 21-01-2014 17:15

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da MeStessa93 (Messaggio 1218531)
Riguardo alla distinzione tra gli accenti, non avevo mai sentito questa cosa, dove lo hai letto?

http://www.treccani.it/enciclopedia/accento-grave-e-acuto_(Enciclopedia_dell'Italiano)/

Quote:

Attualmente, per quanto riguarda gli scriventi comuni, la generale perdita di sensibilità per l’apertura e la chiusura delle vocali si riflette nella scrittura in una tendenza all’omologazione dei segni di accento: nella scrittura manuale, quasi sempre, accento grave e accento acuto sono ugualmente resi con un segno personalizzato dello scrivente, mentre nei programmi di videoscrittura di computer e telefoni cellulari è prevista la differenziazione, e spesso la correzione automatica, della direzione degli accenti.

Labocania 21-01-2014 17:45

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Ottima cosa il sito della Treccani :bene:.

Comunque qua non occorre essere fondamentalisti della grammatica italiana: del congiuntivo se ne può fare a meno se ciò serve a rendere più scorrevole e comprensibile una conversazione.

Non bisogna essere tolleranti con fenomeni moderni come il piuttosto che disgiuntivo, usato da snob settentrionali che ritengono troppo plebeo l'umile e funzionale o.

Io sono poco tollerante con robacce attuali come "Il concerto di tal dei tali è già sold:moltoarrabbiato: out!".


@ Muttley: rispetto al 2008 oggi l'età media degli utenti si è abbassata: dagli il tempo di maturare ai poveri fobici di oggi.

Alchemist 21-01-2014 18:25

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da MeStessa93 (Messaggio 1218575)
Qui parla di tendenza, non di grammatica.

Ma infatti io mi ricordavo ciò che ci dicevano alle elementari riguardo la lingua comune scritta.
Effettivamente da un punto di vista rigoroso l'errore c'è ed hai ragione tu, però è una di quelle caratteristiche che si sono perse nel tempo e, come riportato nel quote, la tendenza comune è quella di non distinguere i due accenti.

silenzio 21-01-2014 19:48

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Personalmente trovo molto più grave istigare all'abbandono delle sane regole, tanto nella lingua quanto in tutti gli altri possibili frangenti, piuttosto che disquisire sul verso di un accento di cui mai si è realmente compresa l'utilità della distinzione e sul quale mai si è veramente sentito la necessità di distinguere.
Vorrei inoltre mettervi seriamente in guardia circa la strana tendenza a sacrificare i fondamenti dell'identità nazionale sull'altare dell'unione europea, essere "cittadini del mondo" non significa affatto disprezzare le proprie origini, le proprie tradizioni, la propria cultura e soprattutto la propria lingua, questa è una falsa filosofia costruita a tavolino da certi loschi individui il cui scopo è omologare tutto e tutti per poterli meglio controllare, controllo inteso in entrambi i sensi, cioè sia come sfacciata e indiscreta sorveglianza sia come pilotaggio delle idee, ricordandovi che le persone le cui idee sono più facili da pilotare sono proprio quelle persone che non hanno idee.
Le uniche abitudini da sacrificare sono le cattive abitudini, le uniche idee da abbandonare sono quelle oggettivamente sbagliate, cioè non quelle che cozzano contro la logica e il senso comune, non quelle che qualcuno, senza alcuna cognizione di causa, dice essere sbagliate.
Questa frenesìa che vi spinge al disprezzo dell'identità nazionale e personale ha tutte le sembianze di un cieco che corre verso il precipizio convinto di stare per tuffarsi in una calda piscina, si accorge che qualcosa non va solo quando nota di stare cadendo da troppo tempo, ma quando ciò avviene, di solito, è decisamente troppo tardi.

Sono molto preoccupato per le nuove generazioni, molti sono del tutto allo sbando, non sanno cosa vogliono e sono annoiati da tutto, non hanno una propria identità e quasi tutti i nuovi miti e modelli sono del tutto effimeri e inconsistenti, i ragazzi sono decisamente troppo suggestionabili e inclini a seguire qualsivoglia moda, senza criterio nè critica, insomma, dei perfetti soldatini in mano al potere e nelle cui mani stiamo consegnando senza riserve il mondo e il futuro, un futuro che appare sempre più buio.

Dedalus 21-01-2014 19:53

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quindi invece di “goal” dobbiamo dire “rete”?

barclay 21-01-2014 20:29

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Dedalus (Messaggio 1218634)
Quindi invece di “goal” dobbiamo dire “rete”?

Quand'ero bambino molti cronisti urlavano «RETEEE!» e non «GOOOAL!» :pensando:

ANTIMATERIA 21-01-2014 20:31

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
perchè non ti rircordi che nei libri c'era il nome italianizzato?

tipo Carlo Marx

alessietto 21-01-2014 21:26

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da ANTIMATERIA (Messaggio 1218677)
perchè non ti rircordi che nei libri c'era il nome italianizzato?

tipo Carlo Marx

Il mio professore di diritto delle superiori lo chiamava così:ridacchiare:

ANTIMATERIA 21-01-2014 21:41

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da alessietto (Messaggio 1218715)
Il mio professore di diritto delle superiori lo chiamava così:ridacchiare:

Era in tutti i libri scolastici, una cosa simpatica a pensarci.

Evandro Flores 23-01-2014 15:36

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da ANTIMATERIA (Messaggio 1218677)
perchè non ti rircordi che nei libri c'era il nome italianizzato?

tipo Carlo Marx

Ma io più che altro ho notato che alcuni nomi vengono italianizzati molto più di altri. Il tuo già citato Carlo Marx, insieme ad altri due Carlo (Linneo e Dickens: di quest'ultimo venivano sempre italianizzati anche i personaggi, per cui Oliviero Twist, Davide Copperfield ecc.), poi Giulio Verne, Leone Tolstoj eccetera. Questi venivano sempre italianizzati, non di rado ancora oggi.

Invece altri nomi inspiegabilmente non li ho mai visti italianizzati nemmeno una volta e neanche in libri d'epoca: non ho mai letto "Teodoro" Dostoevskij, "Giuseppe" Conrad, "Roberto Luigi" Stevenson, eccetera. E mi son pure sempre chiesto il perché.

Selenio 23-01-2014 16:05

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
io non scrivo bene

ANTIMATERIA 23-01-2014 20:44

Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
 
Quote:

Originariamente inviata da Evandro Flores (Messaggio 1219835)
Ma io più che altro ho notato che alcuni nomi vengono italianizzati molto più di altri. Il tuo già citato Carlo Marx, insieme ad altri due Carlo (Linneo e Dickens: di quest'ultimo venivano sempre italianizzati anche i personaggi, per cui Oliviero Twist, Davide Copperfield ecc.), poi Giulio Verne, Leone Tolstoj eccetera. Questi venivano sempre italianizzati, non di rado ancora oggi.

Invece altri nomi inspiegabilmente non li ho mai visti italianizzati nemmeno una volta e neanche in libri d'epoca: non ho mai letto "Teodoro" Dostoevskij, "Giuseppe" Conrad, "Roberto Luigi" Stevenson, eccetera. E mi son pure sempre chiesto il perché.

Perchè, se non ricordo male, era una prassi dei libri di storia, non tanto in letteratura, non vorrei che c'entrasse con la riforma Gentile o roba fascista che tutto sommato sono state la base del sistema scolastico fino a tempi recenti (e devo dire che andava pure meglio la scuola senza dubbio).

Oggi dubito (e giustamente) che nei testi scolastici di storia si italianizzi il nome.


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