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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Il Rimorso di Jorge Luis Borges
Ho commesso il peggiore dei peccati che un uomo possa commettere. Non sono stato felice. Che i ghiacciai dell'oblio possano travolgermi e disperdermi, senza pietà. I miei mi generarono per il gioco rischioso e stupendo della vita, per la terra, l’acqua, l’aria, il fuoco. Li frodai. Non fui felice. Realizzata non fu la giovane loro volontà. La mia mente si applicò alle simmetriche ostinatezze dell’arte che intreccia inezie. Ereditai valore. Non fui valoroso. Non mi abbandona, mi sta sempre a lato l’ombra d’essere stato un disgraziato. |
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Uno dei miei scrittori preferiti. Posso affermare di conoscere quasi tutto a memoria: da Fervor de Buenos Aires a La memoria di Shakespeare. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Un poeta che ho conosciuto tramite rivista: Cosimo Ortesta. (Ad alcuni potrebbe essere noto per la traduzione de La peau de chagrin di Balzac, traduzione che non ho letto).
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ancora lui. :)
IL GIOGO Alfonso Gatto Ad una montagna dura, scoscesa, dirtta sullo specchio verde del mare, mi sono aggrappato in una difesa panica, con le mani strette alle rare erbe che schiantano senza colore. Non vedo oltre le mie braccia artigliate dall'istinto: risento con terrore la gioia di cadere, abbandonate le membra nel vuoto facile e teso. Ma mi raccolgo, non grido: la voce mi ridarebbe il senso del mio peso. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Cinderella
The prince leans to the girl in scarlet heels, Her green eyes slant, hair flaring in a fan Of silver as the rondo slows; now reels Begin on tilted violins to span The whole revolving tall glass palace hall Where guests slide gliding into light like wine; Rose candles flicker on the lilac wall Reflecting in a million flagons' shine, And glided couples all in whirling trance Follow holiday revel begun long since, Until near twelve the strange girl all at once Guilt-stricken halts, pales, clings to the prince As amid the hectic music and cocktail talk She hears the caustic ticking of the clock. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
All'amato me stesso Quattro. Pesanti come un colpo. "A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio". Ma uno come me dove potrà ficcarsi? Dove mi si è apprestata una tana? S'io fossi piccolo come il grande oceano, mi leverei sulla punta dei piedi delle onde con l'alta marea, accarezzando la luna. Dove trovare un'amata uguale a me? Angusto sarebbe il cielo per contenerla! O s'io fossi povero come un miliardario.. Che cos'è il denaro per l'anima? Un ladro insaziabile s'annida in essa: all'orda sfrenata di tutti i miei desideri non basta l'oro di tutte le Californie! S'io fossi balbuziente come Dante o Petrarca... Accendere l'anima per una sola, ordinarle coi versi... Struggersi in cenere. E le parole e il mio amore sarebbero un arco di trionfo: pomposamente senza lasciar traccia vi passerebbero sotto le amanti di tutti i secoli. O s'io fossi silenzioso, umil tuono... Gemerei stringendo con un brivido l'intrepido eremo della terra... Seguiterò a squarciagola con la mia voce immensa. Le comete torceranno le braccia fiammeggianti, gettandosi a capofitto dalla malinconia. Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti s'io fossi appannato come il sole... Che bisogno ho io d'abbeverare col mio splendore il grembo dimagrato della terra? Passerò trascinando il mio enorme amore in quale notte delirante e malaticcia? Da quali Golia fui concepito così grande, e così inutile? |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Grandissimo poeta Dino Campana! Uno dei miei poeti italiani preferiti! I Canti orfici sono tutti geniali. Posto gli altri Notturni. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Giardino autunnale (Firenze)
Al giardino spettrale al lauro muto De le verdi ghirlande A la terra autunnale Un ultimo saluto! A l’aride pendici Aspre arrossate nell’estremo sole Confusa di rumori Rauchi grida la lontana vita: Grida al morente sole Che insanguina le aiole. S’intende una fanfara Che straziante sale: il fiume spare Ne le arene dorate: nel silenzio Stanno le bianche statue a capo i ponti Volte: e le cose già non sono più. E dal fondo silenzio come un coro Tenero e grandioso Sorge ed anela in alto al mio balcone: E in aroma d’alloro, In aroma d’alloro acre languente, Tra le statue immortali nel tramonto Ella m’appar, presente. La speranza (sul torrente notturno) Per l’amor dei poeti Principessa dei sogni segreti Nell’ali dei vivi pensieri ripeti ripeti Principessa i tuoi canti: O tu chiomata di muti canti Pallido amor degli erranti Soffoca gli inestinti pianti Da’ tregua agli amori segreti: Chi le taciturne porte Guarda che la Notte Ha aperte sull’infinito? Chinan l’ore: col sogno vanito China la pallida Sorte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Per l’amor dei poeti, porte Aperte de la morte Su l’infinito! Per l’amor dei poeti Principessa il mio sogno vanito Nei gorghi de la Sorte! L'invetriata (Il mio preferito) La sera fumosa d’estate Dall’alta invetriata mesce chiarori nell’ombra E mi lascia nel cuore un suggello ardente. Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la [lampada? - c’è Nella stanza un odor di putredine: c’è Nella stanza una piaga rossa languente. Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto: E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c’è Nel cuore della sera c’è, Sempre una piaga rossa languente. Il canto della tenebra La luce del crepuscolo si attenua: Inquieti spiriti sia dolce la tenebra Al cuore che non ama più! Sorgenti sorgenti abbiam da ascoltare, Sorgenti, sorgenti che sanno Sorgenti che sanno che spiriti stanno Che spiriti stanno a ascoltare... Ascolta: la luce del crepuscolo attenua Ed agli inquieti spiriti è dolce la tenebra: Ascolta: ti ha vinto la Sorte: Ma per i cuori leggeri un’altra vita è alle porte: Non c’è di dolcezza che possa uguagliare la Morte Più Più Più Intendi chi ancora ti culla: Intendi la dolce fanciulla Che dice all’orecchio: Più Più Ed ecco si leva e scompare Il vento: ecco torna dal mare Ed ecco sentiamo ansimare Il cuore che ci amò di più! Guardiamo: di già il paesaggio Degli alberi e l’acque è notturno Il fiume va via taciturno... Pùm! mamma quell’omo lassù! La sera di fiera Il cuore stasera mi disse: non sai? La rosabruna incantevole Dorata da una chioma bionda: E dagli occhi lucenti e bruni colei che di grazia imperiale Incantava la rosea Freschezza dei mattini: E tu seguivi nell’aria La fresca incarnazione di un mattutino sogno: E soleva vagare quando il sogno E il profumo velavano le stelle (Che tu amavi guardar dietro i cancelli Le stelle le pallide notturne): Che soleva passare silenziosa E bianca come un volo di colombe Certo è morta: non sai? Era la notte Di fiera della perfida Babele Salente in fasci verso un cielo affastellato un paradiso di fiamma In lubrici fischi grotteschi E tintinnare d’angeliche campanelle E gridi e voci di prostitute E pantomime d’Ofelia Stillate dall’umile pianto delle lampade elettriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Una canzonetta volgaruccia era morta E mi aveva lasciato il cuore nel dolore E me ne andavo errando senz’amore Lasciando il cuore mio di porta in porta: Con Lei che non è nata eppure è morta E mi ha lasciato il cuore senz’amore: Eppure il cuore porta nel dolore: Lasciando il cuore mio di porta in porta. La petite promenade du poète Me ne vado per le strade Strette oscure e misteriose: Vedo dietro le vetrate Affacciarsi Gemme e Rose. Dalle scale misteriose C’è chi scende brancolando: Dietro i vetri rilucenti Stan le ciane commentando. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La stradina è solitaria: Non c’è un cane qualche stella Nella notte sopra i tetti: E la notte mi par bella. E cammino poveretto Nella notte fantasiosa, Pur mi sento nella bocca La saliva disgustosa. Via dal tanfo Via dal tanfo e per le strade E cammina e via cammina, Già le case son più rade. Trovo l’erba, mi ci stendo A conciarmi come un cane: Da lontano un ubriaco Canta amore alle persiane. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Veramente a voi non prudono ambedue le scapole?
Veramente a voi non prudono ambedue le scapole? Se dal cielo l’arcobaleno pende o è azzurro senza una sola toppa – davvero a voi non prudono ambedue le scapole?! Davvero non si vuole, che da sotto le bluse, dove prima c’era la gobba, gettato via il peso delle camicie-fardello, si distendano un paio di ali?! Oppure la notte quando le stelle si accendono e le Orse tutte si arrampicano – davvero non fa invidia?! Davvero non si vuole?! Si vuole! Ad ogni costo! Si sta stretti, e in cielo la vastità – un buco! Alzarsi in volo verso i villaggi degli dei! Presentare al Signore delle schiere un ordine di sfratto dell’Ufficio Centrale per gli Alloggi! Kaluga! Perché ti sei cinta con un prato? Dormi in una fossa del terreno? Tambov! Kaluga! In alto! Come passeri! Bene, se ha deciso di sposarsi: battere l’ala – e oltre duecento province! Strappò una piuma allo struzzo – e la rese in dono alla fidanzata! Saratov! Perché hai sgranato gli occhi?! Incantata? Da un punto d’uccello? In alto – come rondine! Bene così lavoro pulito: Sera. La sera si scaglia contro la porta. Roma. Frustare a Roma un fascista - e un’ora dopo di ritorno al samovar a Tver’. O semplicemente: guardi, l’alba è spuntata – e cominci a gara a rincorrere e rincorrere. Ma… la gente – un popolo senz’ali. La gente creata secondo un cattivo piano: la schiena – e nessun profitto. Comprare un aereo ciascuno – questo soltanto resta. E cresceranno la coda, le piume, le ali. Il petto appunta per qualsiasi volo. Staccati da terra! Vola, squadriglia! Russia, spicca il volo come flotta aerea. Presto! Perché, tesa come una pertica, da terra ammirare la volta celeste? Perforala, velivolo. 1923 |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Eh, ma dai, si scherza, ovvio.:mrgreen:
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Allora, dato che ho letto la tua firma, per dimostrarti la mia altissima stima nei tuoi confronti, ti auguro (e auguro a tutti gli altri) la buonanotte con uno dei maggiori poeti del '900 russo: I dodici 1 Buia sera. Neve bianca. Che vento! Le gambe piega. Che bufera – Sulla terra intera! Di neve e vento Un girotondo. Ghiaccio è il fondo. Bufera maledetta! Ogni passante Scivola – ah, poveretta! Tra due case Una fune si tende. Sulla fune – un cartello: “Tutto il potere alla Costituente!” Una vecchia piange – ahimé, Non capirà mai perché C’è quel cartello. Che spreco con quel telo – Quante pezze per i piedi dei ragazzi, Spogliati e scalzi… La vecchia, come una gallina, Ha saltato un mucchio di neve. - Oh, Benedetta Madonnina! - Coi bolscevichi la vita è breve! Punge il vento! Gelo maledetto! Un borghese al crocevia Ha il naso nel colletto. E questo chi è? – Lunghi i capelli Parla a voce bassa: - Traditori! - La Russia al Creatore! – Forse un letterato – Un oratore… E là con la zimarra – In disparte vi tenete… Passata è l’allegria, Compagno – prete? Ricordi com’era? Sulla pancia sporgente La croce splendeva Per la gente… Là una dama impellicciata Verso un’altra s’è voltata: - Ah, quanti pianti, quanti pianti… Ma è scivolata E – paff – che sederata! Ahi, ahi! Titatemi su! Vento allegro, Spietato e contento. Rivolta i lembi, Sferza i passanti, Strappa, sbatte Un grande cartello: “Tutto il potere alla Costituente”… E le parole porta: …Da noi c’è stata una riunione… …In questo androne… …Abbiam discusso – Abbiam deciso: Dieci – per un’ora, venticinque – per la notte… …Di meno – non accettare… …Andiamo a riposare… Tarda sera. La strada s’è svotata. Un vagabondo Ha la schiena piegata, E sibila il vento… Ehi, pezzente! Vieni qua – Baciamoci… Pane! Chi va là? Passa! Cielo, cielo nero. Rabbia, triste rabbia Bolle in petto… Rabbia nera, rabbia santa… Compagno, bada! Attento! 2 Passeggia il vento, vola la bufera. Va dei dodici la schiera. Le nere cinghie dei fucili, Intorno – fuochi, fuochi, fuochi… Berretto sgualcito, tra i denti – un mozzicone, Sembran fuggiti dalla prigione! Libertà, libertà, E la croce via di qua! Tra-ta-ta! Che freddo, compagni, che freddo fa! - Vanja e Katja sono insieme… - Nella calza i soldi tiene! - Ricco Vanja è diventato… - Era con noi, adesso è soldato! - Vanja, figlio di puttana, suvvia, Prova a baciare la mia! Libertà, libertà, E la croce via di qua! Katja con Vanja è occupata – Ma che fa, che fa?… Tra-ta-ta! Intorno – fuochi, fuochi, fuochi… A tracolla i fucili… Il passo sia rivoluzione! Il nemico è pronto all’azione! Compagno, coraggio, il fucile agguanta! Spariamo sulla Russia Santa – Vetusta, Contadina, Satolla! E la croce via di qua! 3 Oh partirono i ragazzi, Per servir la guardia rossa – Per servir la guardia rossa – E finire in una fossa! E tu, amara sventura, Vita gentile! Lacero il cappotto, Austriaco il fucile! Per la sorte dei borghesi Mille fuochi sono accesi, Fuoco e sangue nel cuore – Oh, proteggici, Signore! 4 Neve. Grida il vetturino, Vanja con Katja vicino – La luce del fanale Sulle stanghe… Ah, ah, crepa!… Nel cappotto militare Un balordo egli pare, Torce e alliscia senza sosta il baffo nero, E scherza a cuor leggero… Vanja è così – forte e tenace! Vanja è così – assai loquace! La sciocca Katja abbraccia, E a parlare attacca… Getta indietro la testolina, Denti come perline… Oh, Katja, m’è sempre piaciuta La tua faccia paffuta… 5 Sul tuo collo, Katja, Lo sfregio d’un coltello. Sotto il petto, Katja, Hai un graffio novello! Balla un po’, amore mio! Che gambe, santo Dio! Biancheria di pizzo portavi – Portala ancora! Con gli ufficiali trescavi – Tresca, tresca anche ora! Eh, eh, tresca adesso! Il cuor sobbalza in petto! L’ufficiale, Katja, rammenti - Non evitò una coltellata… L’hai scordato, accidenti? La memoria s’è offuscata? Eh, eh, non mentire, Con te voglio dormire! Ghette cenere avevi, Solo dolci raffinati, Tra i cadetti tu sceglievi - Ora scegli tra i soldati? Eh, eh, pecca pure, dai! Più leggera ti sentirai! 6 …Di nuovo passa come furia Il vetturino: vola, urla, ingiuria… Fermo! Andrjej, da’ una mano! Corri dietro a quel marrano!… Tra-tarara-ta-ta-ta-ta! Quanta neve s’è levata!… Scappa Vanja – il bellimbusto… Alza il cane! Mira giusto!… Tra-tarara! Or vedrai… ………………………………. Le donne altrui più non avrai!… E’ scappato! Aspetta, carogna, Finirai in una fogna! E Katja dov’è? – Morta ammazzata! Ha la testa crivellata! Katja, sei contenta? – Taci… Come una bestia giaci!… Il passo sia rivoluzione! Il nemico è pronto all’azione! 7 Va dei dodici la schiera, Con passo deciso. Il povero assassino Nasconde il suo viso… Più veloce, senza fiato Corre come un ossesso. Lo scialle sul collo annodato – Mai più sarà se stesso… - Oh, compagno, sei afflitto? - Hai la faccia smarrita! - Pjetja, sembri un relitto, Vorresti Katja in vita? - Oh, compagni, ricordate, Quella pupa io l’amavo… Notti buie, ubriache Con la pupa io passavo… - Con lo sguardo provocava, Eran fuochi i suoi occhi, Sulla spalla che mostrava C’era un neo coi fiocchi! Dietro a lei, povero me, Mi son perso… ahimé, ahimé! - Cane, vuoi sonare l’organetto, Pjetja, sei forse una donnetta? - O forse vuoi sputare Tutto ciò che hai nel petto? - Controllati! - Sta’ dritto! - Più nessuno ormai, fratello, I tuoi mali curerà! Oggi più grave è il fardello Che ciascuno porterà! E Pjetja ha rallentato, Or più non s’affretta… La testa ha sollevato, Or di nuovo sembra lieto… Eh, eh! Goder non è peccato! Serrate ben le porte, Verran saccheggi e morte! Aprite la botte – Gli straccioni vanno a frotte! 8 Oh tu, amara sventura! Noia mesta, Funesta! Il tempo Passerò, passerò… La testa Gratterò, gratterò… I semi Sguscerò, sguscerò… Il coltello Userò, userò!… Vola, passerotto borghese! Il sangue voglio bere Per la mia bella, Per le ciglia nere… Pace, Signore, per l’anima della tua schiava… Noia! 9 Tace la voce della città, Il gendarme più non cammina, Tace la torre sulla Nevà – Non c’è più vino in cantina! Un borghese sta al bivio, Cela il naso nel colletto. Un pelo irsuto lo strofina - E’ un mite cane reietto. Come quel cane è affamato, Tace, non fa domande. Come quel cane, il vecchio mondo Ha la coda tra le gambe. 10 E’ scoppiata la tempesta, Ovunque sconquasso! Non distingui più una testa A distanza d’un passo! Di neve un grande anello, Di neve un mulinello… - Gesù mio, che bufera! - Pjetja, parla seriamente! Da cosa t’ha salvato Quel santume dorato? Svegliati! Libera la tua mente – Di sangue sei macchiato, Katja t’ha rovinato! - Il passo sia rivoluzione! Il nemico è pronto all’azione! Avanti, avanti ancora, Chi lavora! 11 …E vanno senza nome di santo Dodici fanti. Decisi sono a tutto, Senza rimpianti… D’acciaio l’armamento Pel nemico nell’ombra… I vicoli di pianto La bufera inonda… Nel soffice manto – Lo stivale affonda… Negli occhi ondeggia Una bandiera. S’odon passi Nella sera. Si desterà Il feroce nemico… La tormenta li inghiotte Giorno e notte Senza tregua… Avanti ancora, Chi lavora! 12 …Vanno con passo gagliardo… - Esci dalla tua tana! – Davanti – un rosso stendardo, Infuria la tramontana… Davanti – un cumulo gelato, - Chi va là? Fuori, carogna!… E’ solo un cane affamato Che si gratta la rogna… - Passa via, cane immondo, O il mio ferro proverai! Ti somiglia il vecchio mondo, Passa via o perirai! …Mostri i denti per la fame, La tua coda nascondi, Solo al mondo, senza pane… - Chi va là? Ehi, rispondi! - Chi è che regge lo stendardo? - Oh, il cielo com’è scuro! - S’ode un passo codardo, Si cela dietro un muro. - Fuggire ora che vale? Meglio vivo restare! - Ehi, compagno, finirai male, Mi costringi a sparare! Tra-ta-ta! – L’eco soltanto Dalle case risponde… La bufera ride intanto Tra le candide sponde… Tra-ta-ta! Tra-ta-ta… …E vanno con passo gagliardo, Dietro – un cane affamato, Davanti – con lo stendardo Di sangue imbrattato, Dai proietti risparmiato, Con passo dolce e lieve Tra mille perle di neve, Il capo ornato di cisto – Chi li guida? – Gesù Cristo. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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:occhiali: |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Uno dei sonetti più celebri di Shakespeare
Devouring Time, blunt thou the lion's paws, And make the earth devour her own sweet brood; Pluck the keen teeth from the fierce tiger's jaws, And burn the long-liv'd phoenix, in her blood; Make glad and sorry seasons as thou fleets, And do whate'er thou wilt, swift-footed Time, To the wide world and all her fading sweets; But I forbid thee one most heinous crime: O! carve not with thy hours my love's fair brow, Nor draw no lines there with thine antique pen; Him in thy course untainted do allow For beauty's pattern to succeeding men. Yet, do thy worst old Time: despite thy wrong, My love shall in my verse ever live young. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Lentamente muore Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. (P. Neruda) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"La sete è spenta, la fame placata,
E lungo il cuore ho uno spacco; La faccia è smunta allo specchio, Le labbra smorte dai baci Ed è smagrito il mio petto. Una ragazza allegra mi prese per uomo, La stesi giù e le dissi il suo peccato, Le misi accanto una rosa d’ariete. [è solo un pezzo di una poesia di Dylan Thomas, ma mi hanno colpito proprio questi versi] |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Lavorare stanca,Cesare Pavese
Traversare una strada per scappare di casa lo fa solo un ragazzo, ma quest'uomo che gira tutto il giorno le strade, non è più un ragazzo e non scappa di casa. Ci sono d'estate pomeriggi che fino le piazze son vuote, distese sotto il sole che sta per calare, e quest'uomo, che giunge per un viale d'inutili piante, si ferma. Val la pena esser solo, per essere sempre più solo? Solamente girarle, le piazze e le strade sono vuote. Bisogna fermare una donna e parlarle e deciderla a vivere insieme. Altrimenti, uno parla da solo. È per questo che a volte c'è lo sbronzo notturno che attacca discorsi e racconta i progetti di tutta la vita. Non è certo attendendo nella piazza deserta che s'incontra qualcuno, ma chi gira le strade si sofferma ogni tanto. Se fossero in due, anche andando per strada, la casa sarebbe dove c'è quella donna e varrebbe la pena. Nella notte la piazza ritorna deserta e quest'uomo, che passa, non vede le case tra le inutili luci, non leva più gli occhi: sente solo il selciato, che han fatto altri uomini dalle mani indurite, come sono le sue. Non è giusto restare sulla piazza deserta. Ci sarà certamente quella donna per strada che, pregata, vorrebbe dar mano alla casa. [http://www.youtube.com/watch?v=XtdmVjFGZvk] |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Quello che in te era altura
Quello che in te era altura lo hanno spianato e la tua valle l'hanno interrata. Sopra di te passa una strada comoda. Le grucce Per sett'anni non mi riuscì un passo. Quando fui dal gran medico, lui m'ha chiesto: "Perchè queste grucce?" E io: "sono storpio", gli ho detto. E lui: "non c'è da stupirsi. Fa' una prova, per cortesia! Son questi arnesi, a storpiarti. Va', cadi, striscia a quattro zampe". Ridendo come un mostro le mie belle grucce mi prese, sulla schiena me le spezzò, ridendo le scagliò nel fuoco. Come sia, son guarito: cammino. Una risata m'ha guarito. Solo, a volte, se vedo stampelle, per qualche ora cammino un po' peggio. Bertold Brecht |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ehm io metto una mia poesia :)
- Rotolo rotolo giù - In un cielo dipinto di blu rotolo rotolo giù. Fammi esaudire un tuo desiderio pensalo e dimmi : che regalo posso farti? Io sono qui per i sognatori come te dalle grandi illusioni. Guardarmi basta un attimo per un sognatore una vita per chi non crede all'amore. Ora non brillo più come prima regalami un tuo desiderio, ti prego e illuminerò la tua stanza. Io sono qui per i sognatori per quelli che guardano ancora i fiori che poi piangono ma non si arrendono e poi sorridono. :timidezza: |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
I could not run or play in boyhood.
In manhood I could only sip the cup, Not drink For scarlet-fever left my heart diseased. Yet I lie here Soothed by a secret none but Mary knows: There is a garden of acacia, Catalpa trees, and arbors sweet with vines There on that afternoon in June By Mary's side Kissing her with my soul upon my lips It suddenly took flight Io non potevo correre né giocare quand'ero ragazzo. Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa, non bere perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato. Eppure giaccio qui blandito da un segreto che solo Mary conosce: c'è un giardino di acacie, di catalpe e di pergole addolcite da viti là, in quel pomeriggio di giugno al fianco di Mary mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, l'anima d'improvviso mi fuggì |
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