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Peste Nera 11-05-2019 14:09

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 2266129)
Fai bene, la verità è per altro genere di colloqui con altri professionisti, per i selezionatori specialmente al giorno d' oggi siamo tutti carne da cannone.

Infatti, i selezionatori del personale sono fra le categorie che odio di più con quel loro atteggiamento di superiorità. Se l'Italia non fosse allo sbando avrei pensato di rilevare una piccola attività anche se devo dire che l'idea mi solletica ancora.

DeadSoul 11-05-2019 14:17

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da Peste Nera (Messaggio 2266017)
Si ma secondo me basare il 90% del colloquio su domande personali (ambizioni, famiglia, figli ecc...) non aiuta proprio né i selezionatori né il candidato. Domande sulle esperienze precedenti e sulle competenze sono state 2-3 a dire tanto, per il resto un interrogatorio a mio avviso fastidioso e inutile. Io poi ho la sensazione di non essergli piaciuto dalle facce che hanno fatto.

Mi ricorda tanto un colloquio che feci io per un annuncio come impiegata commerciale, anche a me fecero fare un questionario a crocette e, durante il colloquio, indovinate cosa mi avevano domandato? "Descrivici in tre aggettivi i tuoi pregi e con tre aggettivi i tuoi difetti della tua personalità? Qui, mi sono cascate le braccia, cioè mi prendevano per il cùlo??? Se andiamo avanti così sul serio non troverò mai lavoro.
Anch'io odio a morte i selezionatori, anche entrare in un corso è impossibile

DeadSoul 11-05-2019 14:18

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 2266129)
Fai bene, la verità è per altro genere di colloqui con altri professionisti, per i selezionatori specialmente al giorno d' oggi siamo tutti carne da cannone.

Mai dire la verità, soprattutto se riguardano la vostra personalità, problemi psicologici.

Peste Nera 11-05-2019 14:22

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da DeadSoul (Messaggio 2266138)
Mi ricorda tanto un colloquio che feci io per un annuncio come impiegata commerciale, anche a me fecero fare un questionario a crocette e, durante il colloquio, indovinate cosa mi avevano domandato? "Descrivici in tre aggettivi i tuoi pregi e con tre aggettivi i tuoi difetti della tua personalità? Qui, mi sono cascate le braccia, cioè mi prendevano per il cùlo??? Se andiamo avanti così sul serio non troverò mai lavoro.
Anch'io odio a morte i selezionatori, anche entrare in un corso è impossibile

Anche a me hanno fatto la stessa domanda uguale identica. Ma le trovano in qualche manuale che comprano in edicola queste domande idiote? Assumeranno forse il più simpatico? O il più preparato per il lavoro da svolgere? :miodio:

alien boy 11-05-2019 14:28

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 2266121)
Ai colloqui va benissimo rispondere con frasi fatte, tanto anche le domande sono standard e rivolte a mille persone.

Ambizione? "Certo, ho l' ambizione di fare il mio lavoro al meglio e crescere professionalmente in modo da sviluppare sempre più le capacità richieste dalla mansione". Non vuol dire nulla, ma è una risposta, l' importante è sembrare avere le idee chiare, mica avercele sul serio, tutto il mondo è una farsa.

Famiglia, figli? Non è solo un' intrusione nella sfera privata, è un modo per sapere se il tizio che si ha di fronte ha programmi a lunga scadenza che lo incateneranno al lavoro, o se è uno che potrebbe andarsene dopo due mesi tanto non gliene frega nulla... ovviamente bisogna fingere, favoleggiare riguardo al volersi comprare una casa propria o una più grande, cambiare l' auto, trovare la "donna giusta" etc.

Raccontare balle, il colloquio è l' arte della presa per il culo, che purtroppo però è già un' abilità sociale non da poco.

ma ad esempio alla domanda sulla famiglia, figli, ecc. io non riuscirei a mentire spudoratamente, perchè penso che si potrebbero notare i tratti dello 'sfigato' che comunque non può puntare a certi obiettivi. Se al colloquio uno si mostra nervoso, insicuro, impacciato, le cose che cercherebbe di raccontare perderebbero di credibilità (e uno può anche pensare che 'questo una donna non l'ha neanche mai vista (nuda))'. Ma anche se uno riuscisse nell'impresa di fare una buona figura al colloquio, anche rispetto alle aspettative non tecniche del lavoro, io temo che già nei primi giorni si possa capire chi sono: perchè se riuscissi a recitare una parte diversa da me in modo continuo significherebbe che non avrei neanche buona parte dei problemi che ho con le relazioni sociali, umane e con me stesso. Inotre ho anche una resistenza a far vedere di essere diverso, se non l'opposto, perchè appunto è un momento in cui si sta sminuendo e rifiutando la propria reale personalità che prima o poi verrà fuori, con l'inconveniente che la recita che si era riusciti a realizzare al colloquio o al primo giorno si rilevarà proprio tale agli occhi degli altri, facendo ancor di più la figura di quello che ha tentato in tutti i modi di nascondere la sua vera natura, che alla fine è venuta fuori rovinosamente. Per recitare una parte, comunque, si deve anche essere in grado di modulare una serie di espressioni, gesti, parole, ecc. che rientrano nelle cosiddette social skill, e non è solo una questione emotiva, per me è anche cognitiva (non sono sicuro di come si fanno certe cose, per semplificare) e inoltre si può avere una bassa conoscenza di diverse questioni della vita lavorativa, nonchè della vita quotidiana (ad esempio io da evitante ho partecipato pochissimo alla vita sociale e ho spesso demandato ad altri per varie necessità). A questo punto a me sembra inevitabile provare una dose importanza di insicurezza, tensione, ecc, nel momento in cui si viene valutati nel complesso e si cerca di capire anche che tipo di persona si ha davanti, cosa che si riflette nella comunicazione e nelle interazioni, al colloquio come al lavoro, se si viene presi.

Franz86 11-05-2019 14:50

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da alien boy (Messaggio 2266146)
ma ad esempio (...)

Certo, mentire è un' abilità sociale elevata, con tutti i problemi che questo comporta; se si hanno difficoltà già nella quotidianità ovviamente un colloquio risulterà particolarmente arduo, perché è una situazione che crea facilmente agitazione a tutti, figuriamoci a chi ci è già propenso per via di una personalità ansiosa.

Ma anche la menzogna si può modulare, se la recita sulla famiglia non riesce si può evitare, quello che interessa comunque, a meno che non si tratti di un lavoro stagionale o comunque molto precario già dalle premesse, è che uno sembri molto motivato a tenerselo: quindi si deve dare l' idea di una persona ben inserita nel meccanismo della società dei consumi, per cui abbisogni di soldi per comprare l' auto, la casa, viaggiare etc.
C'è un esempio di questo in "Gran Torino", il film di Clint Eastwood, quando il ragazzino deve prepararsi al colloquio per il posto da muratore.

Per il resto penso che per riuscire bisogni riuscire a compartimentare gli eventi: qua non si tratta di mentire a moglie e figli nascondendo di essere senza il becco di un quattrino perché ci si è bruciati tutto in mesi di gioco d' azzardo, qua c'è un colloquio, dieci minuti, un quarto d' ora, una roba del genere.
Si mira a quello, se riesce bene, se non riesce amen ( in teoria, poi anche qua dipende, c'è sicuramente chi non è che abbia tutte 'ste carte da giocarsi, me compreso, e questo rende tutto più difficile ).
Poi c'è il primo giorno di lavoro, si cerca di portare a termine quello, se si riesce ottimo, è un gran risultato, etc.

DeadSoul 11-05-2019 14:57

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da alien boy (Messaggio 2266146)
ma ad esempio alla domanda sulla famiglia, figli, ecc. io non riuscirei a mentire spudoratamente, perchè penso che si potrebbero notare i tratti dello 'sfigato' che comunque non può puntare a certi obiettivi. Se al colloquio uno si mostra nervoso, insicuro, impacciato, le cose che cercherebbe di raccontare perderebbero di credibilità (e uno può anche pensare che 'questo una donna non l'ha neanche mai vista (nuda))'. Ma anche se uno riuscisse nell'impresa di fare una buona figura al colloquio, anche rispetto alle aspettative non tecniche del lavoro, io temo che già nei primi giorni si possa capire chi sono: perchè se riuscissi a recitare una parte diversa da me in modo continuo significherebbe che non avrei neanche buona parte dei problemi che ho con le relazioni sociali, umane e con me stesso. Inotre ho anche una resistenza a far vedere di essere diverso, se non l'opposto, perchè appunto è un momento in cui si sta sminuendo e rifiutando la propria reale personalità che prima o poi verrà fuori, con l'inconveniente che la recita che si era riusciti a realizzare al colloquio o al primo giorno si rilevarà proprio tale agli occhi degli altri, facendo ancor di più la figura di quello che ha tentato in tutti i modi di nascondere la sua vera natura, che alla fine è venuta fuori rovinosamente. Per recitare una parte, comunque, si deve anche essere in grado di modulare una serie di espressioni, gesti, parole, ecc. che rientrano nelle cosiddette social skill, e non è solo una questione emotiva, per me è anche cognitiva (non sono sicuro di come si fanno certe cose, per semplificare) e inoltre si può avere una bassa conoscenza di diverse questioni della vita lavorativa, nonchè della vita quotidiana (ad esempio io da evitante ho partecipato pochissimo alla vita sociale e ho spesso demandato ad altri per varie necessità). A questo punto a me sembra inevitabile provare una dose importanza di insicurezza, tensione, ecc, nel momento in cui si viene valutati nel complesso e si cerca di capire anche che tipo di persona si ha davanti, cosa che si riflette nella comunicazione e nelle interazioni, al colloquio come al lavoro, se si viene presi.

Quindi siamo condannati, in poche parole

Peste Nera 11-05-2019 15:02

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da DeadSoul (Messaggio 2266159)
Quindi siamo condannati, in poche parole

L'unica strada è inventare balle da dire ai colloqui e poi se si viene assunti continuare. Io col cavolo che rivelo i cavoli miei ai selezionatori del personale che fra l'altro sono gente mai vista e conosciuta.

DeadSoul 11-05-2019 15:06

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da Peste Nera (Messaggio 2266161)
L'unica strada è inventare balle da dire ai colloqui e poi se si viene assunti continuare. Io col cavolo che rivelo i cavoli miei ai selezionatori del personale che fra l'altro sono gente mai vista e conosciuta.

Nemmeno io, anzi, bisogna, in tutti i costi, far trasparire all'interlocutore la nostra "normalità" il più possibile.

Peste Nera 11-05-2019 15:09

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da DeadSoul (Messaggio 2266164)
Nemmeno io, anzi, bisogna, in tutti i costi, far trasparire all'interlocutore la nostra "normalità" il più possibile.

Poi ripeto, viene assunto il più "normale" (qualunque cosa voglia dire) o il più competente? A me sembra che le selezioni oggi siano una farsa fatta di test e trucchetti psicologici fatti solo per rompere le balle ai candidati e a far lavorare psicologi, selezionatori ecc...

alien boy 11-05-2019 15:12

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da Franz86 (Messaggio 2266155)
quindi si deve dare l' idea di una persona ben inserita nel meccanismo della società dei consumi, per cui abbisogni di soldi per comprare l' auto, la casa, viaggiare etc.

A questa cosa non ci avevo dato molto peso, intendo non l'essere inserito socialmente ma proprio il dare l'impressione che, in quanto tale, si sia qualcuno che possa mirare a raggiungere determinati traguardi che hanno un prezzo. Comprare casa, ad esempio, può essere un'utopia per alcuni, ma raggiungere un'indipendenza (anche abitativa, con un alloggio in affitto) potrebbe essere un punto da evidenziare, anche se senza una partner con cui condividere quest'obiettivo :interrogativo:

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Per il resto penso che per riuscire bisogni riuscire a compartimentare gli eventi: qua non si tratta di mentire a moglie e figli nascondendo di essere senza il becco di un quattrino perché ci si è bruciati tutto in mesi di gioco d' azzardo, qua c'è un colloquio, dieci minuti, un quarto d' ora, una roba del genere.
Sì ma è vero anche che la stessa gente che ti fa il colloquio fa parte di quell'azienda dove si andrebbe a lavorare, e il pensiero che si possa 'deludere' (non solo loro ma anche gli altri che ti hanno accolto), dopo una prima impressione positiva, rimane.

DeadSoul 11-05-2019 15:15

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da Peste Nera (Messaggio 2266170)
Poi ripeto, viene assunto il più "normale" (qualunque cosa voglia dire) o il più competente? A me sembra che le selezioni oggi siano una farsa fatta di test e trucchetti psicologici fatti solo per rompere le balle ai candidati e a far lavorare psicologi, selezionatori ecc...

Se gli dicessi che sono fobia e depressa non mi assummerebbero nemmeno se sono in seria crisi di mancanza del personale.

Peste Nera 11-05-2019 15:21

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da DeadSoul (Messaggio 2266172)
Se gli dicessi che sono fobia e depressa non mi assummerebbero nemmeno se sono in seria crisi di mancanza del personale.

Sì ma io intendevo un'altra cosa, sono d'accordo con te nel non dire IN NESSUN CASO la verità ad un colloquio di lavoro sulla propria situazione psicologica.

Franz86 11-05-2019 15:22

re: Una vita da disoccupati
 
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Originariamente inviata da alien boy (Messaggio 2266171)
Sì ma è vero anche che la stessa gente che ti fa il colloquio fa parte di quell'azienda dove si andrebbe a lavorare,

Non sempre, a volte è così e a volte no, nel senso che potresti anche non averci mai più a che fare.
Quote:

e il pensiero che si possa 'deludere' (non solo loro ma anche gli altri che ti hanno accolto), dopo una prima impressione positiva, rimane.
Sul "deludere" ci si potrebbe fare un grande lavoro psicologico, se è ricorrente questa paura di deludere rientra probabilmente in schemi introiettati in fasi infantili.
Comunque sul lavoro si è tra estranei, poi possono esserci rapporti amichevoli ma il fatto di essere a contatto non rende amici, e le delusioni in senso stretto appartengono a rapporti dove c'è una componente affettiva o comunque emotiva; sul lavoro al massimo se non si è all' altezza si danno delle scocciature, ma difficilmente un nuovo arrivato è subito all' altezza di tutto, quindi in una certa misura è previsto.

Aliquis 11-05-2019 19:25

re: Una vita da disoccupati
 
A me è capitato proprio negli ultimi due mesi.
Due colloqui. Poi, mi hanno detto che volevano soltanto
conoscermi e non avevano intenzione di assumere nessuno.

Eppure, prima del colloquio sembravano entusiasti del mio curriculum....

Si, ricordo di essere stato ansioso, e di aver dissimulato sul 10% delle domande..
cosa su cui adesso rimugino inutilmente.

Tra una settimana ho una presentazione su un tema che è il mio interesse speciale in preparazione da tempo; adesso temo che questa delusione interferisca. In effetti, prima dell'ultimo colloquio ero euforico, adesso penso soltanto al momento in cui riuscirò a porre fine alle mie sofferenze....

E pensare che una persona della Camera del Lavoro che mi ha aiutato con il curriculum mi aveva detto che il difficile è arrivarci al colloquio, non il colloquio in sè. Penso che si sbagliava. Non per niente, ho cercato aiuto da tempo per questo problema. Mai trovato nulla; possibile che se uno soffre di un'ansia che non riesce a controllare debba morire? :(

Peste Nera 11-05-2019 19:34

re: Una vita da disoccupati
 
Non capisco perché fare un colloquio per non assumere nessuno, perdono tempo loro e lo fanno perdere ai candidati anche se ormai non mi stupisco di nulla nel mondo del lavoro odierno.

Smeraldina 11-05-2019 22:57

re: Una vita da disoccupati
 
Per quanto riguarda la mia esperienza personale io in passato ho lavorato duramente,a stirare in una fabbrica di pigiami poi li piegavo ci mettevo l'etichetta e alla fine li infilavo nelle buste e li sistemavo dentro le scatole.
Mi ricordo che lavoravo in piedi tutto il giorno.
Poi ho svolto vari lavori di pulizia nelle case della gente,infine ho lavorato nel retro di una pasticceria a lavare tutti gli utenzili che sporcavano i pasticcieri,e questi niente erano considerando i pentoloni dove cuocevano le creme pasticcere che erano veramente pesanti da sollevare,alla fine dovevo lavare tutti i macchinari,il forno,la cappa e per ultimo il pavimento che era imbrattato di farina,zucchero e cioccolato ed essendo appiccicoso lo dovevo sciacquare sei volte,e tutto per 20 euro al giorno.
Adesso sono anni anche a causa delle mie problematiche che non trovo lavoro,ma quando ho lavorato l'ho fatto sempre in nero senza uno straccio di contributo versato.
Sono stata stupida ad accettare quei lavori?Ebbene non si trovava altro allora ora peggio ancora.
L'anno prossimo mi farò un corso professionale ne ho già parlato in questo forum,ma regionale perchè purtroppo per farlo a pagamento non ho risorse economiche.
In Italia per il lavoro purtroppo è una situazione di cacca per tutti e chi c'è l'ha è sottopagato e ripeto la piaga del lavoro in nero che la gente lo fa per sopravvivere.

alien boy 11-05-2019 23:31

re: Una vita da disoccupati
 
Io una volta alla domanda sui difetti risposi: 'ho il difetto di non saper trovare quali sono i miei difetti'. Lo dissi con un mezzo sorriso ma non aggiunsi una risposta più seria; una selezionatrice inizialmente prese la battuta anche con simpatia ma poi voleva comunque che rispondessi in altro modo; l'altra selezionatrice fece una faccia che sembrava che volesse buttarmi fuori a calci :D

cancellato20151 12-05-2019 02:14

re: Una vita da disoccupati
 
Io non riuscirei a simulare come dite voi per determinate domande, soprattutto se inaspettate ed inusuali.

Mi manca la spontaneità, la scioltezza e l'improvvisazione che noto sempre negli altri.

Poi sono già paralizzato dall'ansia quando mi vengono poste domande semplici e comuni...


Al momento comunque mi sono arreso; non mi sono neanche più dedicato alla ricerca di annunci.
Tanto l'estate l'avrei comunque passata fermo in casa...

Passero 12-05-2019 11:57

re: Una vita da disoccupati
 
"Non conta ciò che dici ma come lo dici"

Purtroppo.

Il cosidetto linguaggio non verbale.

Che fa subito capire agli interlocutori quanto tu sia figo o sfigato.


Io vorrei tanto avere il diritto di poter usare la mia voce meccanica ed inespressiva senza essere giudicato per questo, essendo giudicato invece solo per i contenuti di ciò che dico, non per come lo dico.

Ma a loro piace circondarsi di gente figa, scaltra, spigliata, anche furba... ma mai sfigati.


Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 20:24.

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