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re: Una vita da disoccupati
Stasera ho un colloquio di lavoro, sono già nervoso e mi sudano le mani, speriamo bene.
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re: Una vita da disoccupati
Il colloquio è stato a mio avviso un disastro totale. Ricordo che era per un servizio di portierato. Appena arrivato mi hanno dato un questionario a crocette dove dovevo indicare le situazioni che mi mettevano ansia e/o paura :o, cosa ci azzeccava col lavoro? Già lì mi sono cascate le braccia. Poi colloquio con la commissione di tre persone che mi hanno fatto domande assurde, quasi tutte personali e solo una o due riguardanti i miei lavori precedenti. Riporto le domande secondo me più assurde che mi sono state fatte: sei ambizioso? vuoi avere figli? vuoi formare una famiglia in futuro?perché dovremmo assumere te?
E via dicendo, mi sembrava di stare dallo psicologo anche se non ci sono mai andato. Cosa ci incastra poi l'essere ambizioso con il lavoro di portierato? Boh! Alla fine ero proprio infastidito da questo comportamento e quando l'ho detto a casa mi è stato risposto:" Oggi i test psicologici vanno di moda, che ci vuoi fare?" Non ho parole :miodio: io odio quando la gente mi fa domande personali e quello non è stato un colloquio ma un interrogatorio sui cavoli miei. :moltoarrabbiato: Voi cosa ne pensate? |
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Poi vabbè, quel pseudo-test attitudinale a crocette non credo abbia una qualche rilevanza ai fini della selezione, lì chiunque mentirebbe pur di non mettere sotto i riflettori una figura fragile, infatti non capisco che senso abbia. Non preoccuparti, io ai colloqui che ho avuto andavo quasi sempre scoglionato, alla fine ti assumevano perché la scambiavano per sicurezza, talmente sono incapaci i selezionatori. E' tutto casuale. |
re: Una vita da disoccupati
Si ma secondo me basare il 90% del colloquio su domande personali (ambizioni, famiglia, figli ecc...) non aiuta proprio né i selezionatori né il candidato. Domande sulle esperienze precedenti e sulle competenze sono state 2-3 a dire tanto, per il resto un interrogatorio a mio avviso fastidioso e inutile. Io poi ho la sensazione di non essergli piaciuto dalle facce che hanno fatto.
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re: Una vita da disoccupati
A me sembrano domande standard che stanno scritti sui manuali del bravo selezionatore, quindi vuol dire che sono abbastanza incapaci in quel ruolo
Quello che conta in questi casi è l'impressione che dai di te, non quello che rispondi in senso stretto, devi pensare a dare buona impressione (simpatia senza esagerare, serietà, .. ) poi il discorso famiglia, ambizioni, son tutte cazzate |
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Se puntano sulla competenza, qualifiche, curriculum, dove va un fobico Colloqui così invece vogliono capire come è la persona e qui possiamo dare il meglio |
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Qualunque domanda vi metta in difficoltà sul personale, cercate di rimandarla indietro in modo simpatico
Se vogliono sapere se vuoi mettere su famiglia, digli buttandola a ridere che la vedi difficile perché non ci sai fare con le donne, loro si fanno una risata e guadagni punti |
re: Una vita da disoccupati
L'idea di buttarla sul ridere non è male ma loro avevano delle facce fra il serio e lo scocciato perché uno dei tre aveva pure fretta e doveva andare via. Io ovviamente su certe cose non ho detto la verità anche se gli avrei detto volentieri: Caxxo ve ne frega a voi?" :D
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Bè per i lavori di portierato credo sia fondamentale sapere lo stile di vita di una persona per capire se è compatibile con la mansione..
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re: Una vita da disoccupati
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In tal modo metti in positivo anche domande che sarebbero molto negative per noi Perché quando si va sul personale, ne uscirebbe un ritratto di poveri sfigati incapaci inadatti pure a lavorare, se invece te la giochi con verve, le stesse domande danno sensazioni positive a chi intervista |
re: Una vita da disoccupati
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Se è socialone o pantofolaio, se ha partner o single, .. queste domande servono a capire il carattere Io le farei I lavori che hai fatto li leggono sul curriculum, lo sanno, quando ti parlano vogliono sapere chi sei veramente, se possono farci affidamento o se sei un fancazzista |
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re: Una vita da disoccupati
Ai colloqui va benissimo rispondere con frasi fatte, tanto anche le domande sono standard e rivolte a mille persone.
Ambizione? "Certo, ho l' ambizione di fare il mio lavoro al meglio e crescere professionalmente in modo da sviluppare sempre più le capacità richieste dalla mansione". Non vuol dire nulla, ma è una risposta, l' importante è sembrare avere le idee chiare, mica avercele sul serio, tutto il mondo è una farsa. Famiglia, figli? Non è solo un' intrusione nella sfera privata, è un modo per sapere se il tizio che si ha di fronte ha programmi a lunga scadenza che lo incateneranno al lavoro, o se è uno che potrebbe andarsene dopo due mesi tanto non gliene frega nulla... ovviamente bisogna fingere, favoleggiare riguardo al volersi comprare una casa propria o una più grande, cambiare l' auto, trovare la "donna giusta" etc. Raccontare balle, il colloquio è l' arte della presa per il culo, che purtroppo però è già un' abilità sociale non da poco. |
re: Una vita da disoccupati
Franz86 infatti io ho risposto con frasi fatte ma mi sono guardato bene dal dirgli la verità.
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re: Una vita da disoccupati
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